Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
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Autore: Bridgette    17/12/2016    0 recensioni
Quella sera,il tempo scorreva come sempre,ma in quella stanza c'era qualcosa che faceva fermare il tutto:la sua voce. La voce del grande Michael Jackson.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Michael Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alex

Stavo appena girando l angolo, quando sentii il mio telefono vibrare. 
Lo ignorai e continuo a camminare. 
Sono così stanca che non ho voglia di fare nulla ora. 
Mi avvicino al mio palazzo e davanti vidi una limousine bianca. 
Sapevo di chi fosse, così mi avvicinai lentamente guardando oltre il finestrino. 
Michael. 
Appena mi vide, mi fece segno di entrare. 
Ci entrai e quasi lo fulminai con lo sguardo.

"So che sei arrabbiata con me, ma almeno fammi spiegare" disse, neanche il tempo di chiudere la sportella alle mie spalle. 
"Non sono arrabbiata con te" risposi, facendo spallucce. 
''La vita è la tua, sei libero di fare ciò che è meglio per te" continuai. 
Volevo mostrarmi un po' distaccata da lui, non volevo più essere la ragazza di prima che si illudeva ad ogni cosa, per poi rimanerci delusa. 
Mi guardò dispiaciuto dalle mie parole, ma forse è la cosa più giusta da fare. 
Insomma, io sono solo una ragazza che viene dall'Italia, con un passato non molto felice...
Mentre lui è un cantante di fama mondiale, come potrà mai funzionare tra noi? 
"Ti va di vederci domattina?" mi domandò, ignorando le mie parole. 
"Come vuoi" risposi, continuando a fare spallucce. 
Mi sorrise e mi salutò con un delicato bacio sulla guancia, mentre io aprivo la sportella e scesi dall'auto. 
Entrai in casa e mi misi a chiacchierare un po' con Delfina. 
Era da tanto che non passavamo del tempo insieme e vedendola sul divano, mi sedetti con lei. 
"Cosa hai fatto oggi?" domandai, togliendomi la giacca e posandola sul divano. 
"Sono andata al corso, lì sono tutti molto bravi e anche molto gentili" mi rispose con un sorriso che le illuminò il volto. 
"Ti va di guardare un film?" continuò. 
Le annuii sorridendole, per poi scegliere dalla mensola un film che potrebbe piacerci. 
Alla fine, optammo per 'Mrs. Doubtfire'.
Adoravamo quel film, era il nostro preferito. 
Riuscii a guardare almeno la metà del film, finché non crollai sul divano.

La notte era passata in fretta, troppo direi. 
Mi risvegliai con il dolce profumo dei pancakes appena fatti. 
Ero completamente sdraiata sul divano, con una coperta addosso. 
Sarà stata Delfina, vedendomi mentre crollavo ieri sera. 
Mi stiracchiai, per poi strofinarmi gli occhi con le mani.
Mi ricordai del messaggio che non avevo ancora letto, così presi il telefono e mi ritrovai con altri due messaggi. 
Michael. 
In uno diceva 'Incontriamoci alle 10.00 al parco, sarò travestito'. 
Controllai l'orologio ed erano le 09.20.
Bene, ho almeno il tempo di farmi una doccia e fare colazione. 
Mi alzai dal divano ancora assonnata e mi dirigo in cucina, dove trovai sul tavolo un piatto pieno di pancakes alla nutella con un biglietto: 'Buongiorno! Questi sono per te, buona colazione. Se ti serve qualcosa, puoi tranquillamente chiamarmi. Delfina'. 
Finii di leggere il biglietto e cominciai a mangiarli, assaporando ogni boccone. 
-Squisiti- pensai, aggiungendo ancora un po' di nutella. 
Appena finito, mi alzai per scegliere i vestiti da indossare. 
Optai per un jeans nero, una felpa dello stesso colore e delle Dr.Martens. 
Guardai l'orologio: 09.30.
Vado subito a lavarmi, per poi vestirmi. 
Finii di prepararmi e mi dirigo verso il parco. 
Mi guardai intorno, vedendo un uomo seduto sulla panchina, con lo stesso travestimento di Michael. 
Mi avvicinai sorridendogli, salutandolo con dei baci sulle guance.

"Come stai?" mi domandò, mentre mi abbracciava.
"Abbastanza bene" risposi, facendo un lieve sorriso. 
Lo guardai bene, notando che non era molto coperto.
Aveva solo un giaccone, una mascherina e un cappello con dei ricciolini che ricadevano sul suo viso. 
Ad un tratto, sentii un grido di un bambino mentre parlava con la madre: 'Mamma, guarda! Michael Jackson!'.
Ci guardammo preoccupati, mentre una fila di persone cominciò a venire verso di noi. 
Mi prese per mano e iniziammo a correre, cercando di seminarli. 
Ci fermammo in una stradina deserta, lì non ci passava mai nessuno perciò eravamo salvi, in quel momento. 
Eravamo entrambi con l affanno, ci guardavamo senza dire una parola, cercando di riprendere fiato. 
"Michael" lo chiamai, tra un sospiro e l'altro. 
Mi guardò preoccupato, quasi come se avesse capito ciò che stavo per dirgli. 
"Ti prego, non dirlo" rispose, con un filo di tristezza nella sua voce.
"Credo sia meglio non vederci più"

   
 
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