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Autore: la_vedova_nera    17/12/2016    3 recensioni
La ff è ambientata ovviamente nella seconda stagione.
Parte dall'episodio 2x05 della serie...e se dei fatti fossero andati diversamente fra di loro? Tipo dei retroscena che noi non abbiamo visto?
La base dei fatti narrati naturalmente sono quelli degli episodi, ma, la storia fra le due andrà in per un'altra strada...
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Alex Danvers, Kara Danvers, Lena Luthor, Maggie Sawyer
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La sera della festa arrivò e Kara si ritrovò nella spiacevole situazione di doversi dividere tra la lei reporter e la lei in veste di Supergirl come ulteriore servizio di sicurezza...

Entrando fu sommersa da una marea di persone, bellissime donne e uomini tutti vestiti eleganti e con abiti firmati, tavoli banditi con cibi di tutti i tipi, da quelli dietetici, per le top model che non potevano permettersi di sgarare, a quelli più calorosi per i buon gustai, altrettanti camerieri che sembravano voler somigliare ai pinguini e musicisti che avrebbero intrattenuto la serata; ovviamente non mancavano gli imbucati e i giornalisti pronti a fare foto e sparare qualche falsità sul gala.

Si osservò attentamente intorno con sguardo perso e bisognoso: dov’era Lena?
Continuò per qualche istante e niente; successivamente la sua attenzione fu rapita da una fisionomia a lei familiare: James.
Aveva avuto realmente il coraggio di presentarsi?
Strinse i pugni dalla rabbia, doveva controllare quella gelosia, ma proprio quando stette per trovare il suo giusto equilibrio, notò che il ragazzo aveva con sé una rosa rossa.

<< Pure? No, caro mio, hai esagerato. >> Disse a bassa voce ringhiando e partendo in quarta verso di lui.
Non poteva di certo strappargliela dalle mani, così, decise di agire d’astuzia:

<< Ehilà, Jimmy! >> Esclamò lei, fingendosi amichevole e affettuosa come lo era sempre stata.

<< Ei, Kara. >> Rispose lui, abbracciandola.

<< Ma che eleganza, Olsen. >> Commentò l’eroina, mentendo.
L’abbigliamento di quest’ultimo era il l’ultimo dei suoi problemi.

<< Grazie, anche tu non sei niente male…ma…hai visto per caso Lena Luthor? >> Domandò James alla ricerca della donna.

<< No , mi dispiace. Credo però che sia in ritardo; o almeno così dicevano. >> Fece lei mostrandosi dispiaciuta e preparata nel discorso.

<< Dicevano, chi? >>

<< Gli invitati. Sai , li ho sentiti parlare con il mio super udito. >>

<< Cavolo! Questa non mi ci voleva... >> Borbottò il ragazzo non sapendo più cosa fare.

<< Ma se vuoi poggiare la giacca o altro puoi andare benissimo nel botteghino.
Vieni, ti faccio strada! >> Fece Kara, mettendo in atto il suo piano.
Aveva collegato tutti i pezzi del puzzle e , nulla sarebbe andato storto:
tutto sarebbe andato liscio come l’olio.

<< Sei pratica della L-Corp! >> Precisò Jimmy, seguendola.
Ma qualcosa gli puzzò.

<< Macchè, è solo che sono arrivata in anticipo…mi conosci, odio il ritardo e quindi già sono stata informata. >> Rispose a tono , destando ogni sospetto.
Aveva abboccato.


...


<< Eccoci arrivati, ora ti lascio, devo sorvegliare la zona. Buon divertimento. >> Disse la bionda da perfetta guida.

<< Ancora grazie mille Kara, sei unica. Anche tu, divertiti. >>

Lei sorrise ed uscì dalla sala:
<< Puoi contarci! >>





Pochi minuti dopo il ragazzo andò al bagno, lasciando ingenuamente tutto incustodito e quello fù il momento DOC per approfittare:
“Ora o mai più!”
E così la kryptoniana tornò alla carica portandosi via la rosa in un battibaleno,
senza farsi notare.

<< Vediamo un po’ come ti senti adesso…così impari a non rubare le cose altrui.
Non si gioca con Supergirl! >>

Naturalmente la reporter, molto attenta ai dettagli, pensò anche di mettere un po’ a soqquadro la stanza, facendo così sviare ogni colpa su di lei.


...


Tornata di là, si mischiò nella folla, tenendosi il fiore dietro la schiena; doveva sbrigarsi a trovare la mora, altrimenti si sarebbe trovata nei casini, ma improvvisamente la vide:
era davanti a lei, di spalle, a pochi metri di distanza... come avrebbe potuto non riconoscerla?
Quella schiena, quel portamento, quella coda di cavallo erano inconfondibili.
L’avrebbe riconosciuta anche ad occhi bendati.
Si avvicinò ancora un po’ con passo felpato per poi sporgersi verso l’orecchio della dirigente:

<< Buonasera Signorina Luthor! >> Sussurrò con tono rauco e basso.

L’altra scattò voltandosi e rimase fulminata da tale bellezza:
Kara indossava un vestitino bianco, niente di impegnativo ma talmente attillato e,
semplice che…quella visione la fece rimanere senza fiato.

<< Kara! Sei venuta!? >> Disse sorpresa, non aspettandosi un tale…saluto.

<< Naturalmente! >> Rispose sorridente la biondina.

<< E’ davvero un piacere vederti. Sono felice che tu sia qui. >> Continuò la mora,
trovandosi in difficoltà.

<< Complimenti per l’organizzazione. E’ impeccabile! >> Si complimentò di nuovo Kara, indicandosi intorno.

<< Grazie…senti, c’è anche Supergirl? >> Chiese interessata ed ansiosa la più grande.

<< Sono certa che starà arrivando… >> Rispose titubante l’altra per poi ricordare quel pensierino che aveva nascosto dietro la schiena.

<< Tieni! >> Esordì ancora per poi tirarla fuori, porgendogliela.

Inaspettatamente la Luthor raddrizzò la schiena alla vista di quella rosa rossa e si portò una mano sul petto.
<< È per me? >>

Kara scrollò leggermente di spalle e abbassò la testa sentendosi ad un tratto in preda all'agitazione.
<< Credo proprio di si... >>, sibilò a voce bassa, annuendo.

Le loro mani si sfiorarono mentre la donna prese il fiore portandoselo al naso facendo suo il forte profumo.
<< È davvero bellissima, Kara… >>, le sorrise ancora, deliziata.

La kryptoniana arrossì.

<< Proprio come te… Stai benissimo… >> Aggiunse sincera, squadrandola.

<< Ti ringrazio, sempre troppo buona. >>

<< Ma è la verità sciocchina… abbiamo poca autostima per caso? >> Ridacchiò simpaticamente la mora.

<< Oh, guarda, credo sia arrivata! >> Esclamò voltando la donna prendendola per le spalle.

<< Dove?! >> Fece inchiodando lo sguardo verso il cielo.

Kara a quel puntò volò via e tornò sotto forma di Supergirl.
Fortunatamente ci riuscì benissimo, fu padrona della scena grazie alla sua super velocità.

...

<< Supergirl! >>

<< Vedo che hai dei spasimanti… bene…ma sono ancora dell’idea che tu debba rimandare la festa. >> Se ne uscì severa e nella parte dell’eroina.

<< Già... neanch’io me lo aspettavo. Forse, un gesto simile me lo sarei aspettato più da te, probabilmente... gelosa? >>

<< Di cosa? >> Domandò corrugando la fronte, l’altra.

<< Che ti hanno battuta sul tempo… Comunque perché non aspettiamo e vediamo come va la serata? >>

<< Okay, vado a controllare lungo il perimetro e torno al primo segno di pericolo. St’attenta. >>
E concludendo così, evitando la domanda più importante per Lena, sparì nuovamente.

Il tempo di voltarsi e Kara riapparse con due drink in mano:

<< Credevo avessi sete e ti sono andata a prendere un acqua tonica. >>

La dirigente si trovò confusa.
Davvero faceva?
La prese a ridere e annuì, convinta sempre di più dell’idea che si era formata nella sua mente.
La ringraziò ancora e alzò il bicchiere datole, pronta a fare un brindisi...

<< A…? >> Fece la biondina. << ...Alla riuscita del gala? >> Aggiunse leggermente con l’affanno.

<< A noi… >>> Replicò la mora facendole l’occhiolino per poi buttare giù il primo sorso rinfrescante.
<< Porto la rosa nel mio ufficio così la metto in un vaso con l’acqua e, nessuno potrà farmi troppe domande imbarazzanti. >> Continuò sicura di sé; la reporter sorrise comprendendo
ma improvvisamente si ritrovò le labbra della Luthor stampate sulla guancia...
Anche quello era reale?
Lena gliele poggiò delicatamente, facendole sentire perfettamente il calore e la morbidezza di esse.
Rimase in quella posizione per qualche secondo e poi la sorpassò per assentarsi momentaneamente...




[...]



Durante la festa, tutto sembrò trascorrere tranquillamente, soprattutto senza alcun segno della banda, così Kara pensò bene di dedicarsi al banchetto mangiando tutto quello che potesse entrarle nello stomaco.

<< Per tutto quello che mandi giù dovresti essere una botte… Dove le metti? >> Risuonò una voce divertita vicina a lei.

<< Lena…oddio. >> Ci mancò poco che soffocò per la vergogna.
L’aveva vista abbuffarsi come un maialino?
Avrebbe voluto sprofondare o sparire in qualsiasi altra dimensione...

Lena rise fragorosamente, dovendosi coprire la bocca educatamente per non farsi vedere le corde vocali.

<< Non preoccuparti. Allo stomaco non si comanda! >> Se ne uscì la mora,
non riuscendo a contenere altre risate.

<< Eddai... ma il detto non diceva…al cuore non si comanda? >> Cadde nella trappola come un pesce lesso.

“C’avrei scommesso.”
Si disse fra sé e sé Lena, sorridendo compiaciuta.

<< Appunto...anche a quello. Non si deve fuggire da...ciò che vogliamo...da ciò che proviamo,
non credi?… >> Domandò la dirigente assumendo uno sguardo serioso.

Kara rischiò di strozzarsi di nuovo, così si attaccò ad una bottiglia d’acqua,
finendosela tutta in una volta.

<< Dipende... >> Sibilò Kara, mordendosi la lingua.
Dove voleva arrivare?

<< Da cosa? >>

<< Da tante cose... >> Sussurrò tristemente, per poi aggiungere: << …dal passato di una persona, dagli ideali con cui era cresciuta, dalle situazioni circostanti... dai suoi lati oscuri,
dai suoi segreti... Chiunque li ha; non esiste un essere vivente sulla faccia della terra ed oltre, che non ne abbia almeno uno. E non vuol dire che si è per forza cattivi...anche i buoni possono nascondere qualcosa. Dipende dalle paure, e persino dal carattere che uno ha.
Se si è troppo deboli si può anche...non ammettere di provare un... sentimento,
una simpatia o un interesse verso una persona, perché le novità possono spaventare e tirarti indietro…beh…può dipendere anche da queste cose. >>

Kara si aprì inconsciamente a Lena.
Le aveva spiegato indirettamente del suo comportamento da imbecille e bipolare, ma non solo;
senza rifletterci le aveva persino dato la conferma sulla sua identità...
“E fortuna che mi ero ripromessa di fare più attenzione con lei…”
Si disse mentalmente, rimanendo a bocca aperta dopo aver notato gli occhi sgranati della Luthor.

Lena aveva capito.
Aveva capito tutto...
“Ora mi è chiaro…”


Lena avrebbe voluto risponderle e spiegarle tante di quelle cose, però tempestivamente,
come se l’avessero fatto apposta, i musicisti cominciarono a strimpellare una melodia e a intonare delle parole sorprendentemente azzeccare, così, allungò la mano limitandosi solo a sorriderle teneramente...

<< Mh? >> Mugugnò la bionda, confusa e impanicata.

<< Mi concedi questo ballo? >> Proferì di conseguenza la mora.

<< Non hai…?! Non ti… >> Kara non riuscì a terminare le frasi ma automaticamente il suo corpo si mosse e la sua mano sfiorò terrorizzata l’altra; la donna aveva afferrato lo stesso:  “Non hai paura? Non ti vergogni?”

“Come potrei con te, Kara? Sei un Angelo, il mio Angelo custode. Puff...
Quante cose non sai di me ancora…ma non mi dai l’occasione…”

Lena negò con la testa, per poi stringerle la mano e cominciare ad indietreggiare, tirandola lentamente, mentre quel testo le colpì dritte, nel profondo...


https://www.youtube.com/watch?v=Pa8iyHzHUSQ *                   (Warrior by Beth Crowley)
 
 
“Mi hai affascinato,
avvolto in ombre e segreti .

La bellezza di un angelo caduto .

Mi sono esposta cautamente,

spaventata da ciò avresti pensato di me ,
ma molto presto sono rimasta intrappolato .

Mi hai preso per mano e mi chiedo chi io sia ..”
 
 
 
 
Arrivate a posizionarsi al centro della pista, erano pronte per ballare quel meraviglioso lento che descriveva nettamente la loro situazione, la loro storia, ma Kara, fù paralizzata da tutto quello che era appena accaduto, dalle sue parole, dall’iniziativa della mora,
e soprattutto da quella canzone:  “ma l’hanno scritta apposta per noi?”


<< Kara…è tutto apposto, calmati…Siamo qui, insieme…è solo un lento…ma…
Se non vuoi... >> ma fù interrotta:

<< Va bene… però…guidami tu. Me la cavo nel canto ma…a ballare proprio no,
sono un vero ciocco di legno. >> disse più sciolta la Danvers, imbarazzandosi,
abbozzando addirittura una risatina palesemente isterica.

<< D’accordo… >> Sussurrò l’altra avvicinandosi prendendole delicatamente le braccia, facendole appoggiare sulle sue spalle, intorno al collo, mentre lei, reggendola per i fianchi la coordinava.


 
“Insegnami come si combatte ,
io ti mostrerò come vincere .
Sei il mio difetto mortale ,
e io il tuo peccato fatale .”


<< Insomma... oggi sto facendo anche la parte dell’uomo... >> Se ne uscì Lena per sdrammatizzare un attimo, sperando di distruggere quel ghiaccio che si era creato.

Kara tremò quando percepì il respiro caldo dell’altra nel suo orecchio;
si era dimostrata più che negata, a malapena riuscì a dondolare tra le mani di quella Dea che, ancora una volta, si ritrovò pericolosamente vicino...
A distanza di bacio.
Smise persino di respirare: l’emozione l’aveva paralizzata.
Sorrise alla sua battuta senza aprire bocca...
QUELLE PAROLE…



“Mettimi alla prova,
ti proverò che sono forte .

Non lascerò credere a me stessa
che ciò che proviamo è sbagliato .
Finalmente vedo ciò che tu sapevi fosse dentro di me
fin dall'inizio .

 
Che dietro questo aspetto delicato si nasconde una guerriera.
 
La mia memoria si rifiuta di separare il falso dal vero ,
e cerca il passato creato dalla mia mente .
 
Ho continuato ad andare avanti rimanendo decisa accanto a te
amandoti e odiandoti allo stesso modo .




Proprio a quel punto Lena si distaccò il giusto per far incrociare i loro occhi:

<< Che c’è? Il gatto ti ha mangiato la lingua? >>

<< I-io...non so...che dire... >> Balbettò l’eroina, non riuscendo a contenere lo sguardo.



“Mi hai preso per mano:
sto scoprendo chi io sia… 

Finalmente vedo ciò che tu sapevi fosse dentro di me
fin dall'inizio .
Che dietro questo aspetto delicato , si nasconde una guerriera.

Le immagini prendono vita,
animate nel cuore della notte ,

apro gli occhi;
devo star sognando .

 
Stringo forte il mio cuscino e mi preparo per la battaglia .
Ho sentito dire che vedere equivale a crederci ...”


<< Ehi, guardami… >> Iniziò d’istinto la mora, poggiando la fronte alla sua,
costringendola così a non poter evitare ancora per molto i suoi occhi.
<< ... Io non ti sto chiedendo nulla... Non passo certo per una persona riflessiva...
Seguo il mio sangue che non scorre esattamente in direzione del mio cervello…
Difettuccio di famiglia, così faccio un sacco di errori, una marea di scelte sbagliate...
Ma io confido in te, Kara. So che prima o poi, me lo dirai però... sappi che io... >> ma qualcosa, o meglio qualcuno interruppe violentemente quel loro momento, facendo esplodere marchingegni, uno dopo l’altro.

La folla impazzì, e gli invitati cominciarono a correre all’impazzata, come se fossero delle palline da flipper.

<< Oh, accidenti. Quante cose preziose ci sono qui? >> Urlò una voce maschile,
da psicopatico.

<< E’ la banda! >> Esclamò la Kryptoniana.

<< Vattene. Mettiti a riparo! >> Ordinò Lena a Kara, proteggendola.

<< Lena no. >>

<< Fai come ti dico. Non permetterò che ti facciano del male. Vai. >> Insistette la mora,
con tono risoluto.

Kara non poteva rischiare ancora; stava mandando a puttane la sua identità, così annuì.
 
<< Nel mio ufficio c’è una botola nascosta sotto la scrivania… mettiti in salvo, Kara. >>, e appena vide la giovane prendere la direzione da lei intimata, raggiunse il Capo di quella pagliacciata:

<< Avete sbagliato festa. >> Proferì cazzuta, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi da stronza.

<< Non credo proprio, Principessa. >> Rispose l’uomo, strappandole il ciondolo che portava al collo.
<< Dateci orologi, gioielli, soldi, perle, tutto quello che avete e nessuno verrà disintegrato! >> Aggiunse sparando con il cannone avanzato che gli aveva procurato Cadmus.

I suoi scagnozzi iniziarono a fare il giro dei presenti, maltrattando chi tentò di opporsi alla loro tirannia, malgrado loro però:

<< Pensavate davvero che non ci sarei stata? >> Disse Supergirl a mezz’aria.

<< Veramente ci contavo. >> Rispose beffardo quel tipo.


E furono gli ultimi minuti “tranquilli”.
La battaglia ebbe inizio e Supergirl purtroppo, non riuscì ad avere la meglio:
quelle armi erano più forti rispetto a lei, e poi, erano in maggioranza numerica...
Un colpo dritto al petto la scaravento a terra come se fosse una bambola di pezza.
La ragazza d’acciaio a quel punto non si rialzò: non vedeva niente, le urla le apparivano lontane, ovattate, i muscoli come bloccati e, appena cercò di rimettersi in piedi,
ricadde pesantemente sull’asfalto, ma Lena, osservando quell’orribilissima scena,
si diede da fare: aveva ideato un’ulteriore contromossa, un dispositivo in grado di invertire la polarità delle armi, distruggendole, rendendo così inermi i tre...
Nel far funzionare il piano però, Lena si scontrò con James, che precedentemente si era messo a riparo sotto uno dei tavoli.

<< Ei. >>

<< Salve, dolcezza. Finalmente ci incontriamo. Era tutta la sera che ti cercavo. >> Azzardò Olsen, con un “tempismo eccellente.

<< Si okay, ma ora devi aiutarmi ad azionarlo. Ti dispiace? >> Ribattè la mora,
indicando il suo dispositivo.
Sfortunatamente l’aveva depositato proprio lì.



...


L’ingegno funzionò e la banda venne arrestata dalla polizia, il quale mandò Maggie a prenderli in custodia.


...



Con tutto quel trambusto, nel frattempo Winn aveva avvertito Alex del pericolo e delle condizioni della sorella; arrivò e la vide al centro del piccolo cratere formato dalla sua caduta.

<< Supergirl! Supergirl! >> Urlò disperata, buttandoci sopra, stringendola a sé.

Successivamente J’onn raggiunse le due ragazze:
<< E’ ridotta male. Sta soffrendo. Posso percepirlo. Ha bisogno di te! >>

<< Alzati, piccola. Dai, mi senti? Sono io, Alex! >> Continuò la roscia,
cominciando a far fuoriuscire delle lacrime…ma niente…
La Kryptonia non rispose.

<< Apri gli occhi, svegliati! >> La scosse ancora la sorella maggiore, disperata.

<< Ti aiuto a tirarla su! >> Fece J’onn ansioso.
Kara era come una figlia per lui, proprio come lo era anche Alex,
non poteva lasciarla in quel modo.

Così, insieme all’agente la misero in piedi...

<< A-a-al-e-x… >>  Soffiò con difficoltà e affanno, la bionda.

<< Sta riprendendo conoscenza! >> Esclamò sorridendo Alex, alleviata.

Supergirl la richiamò sofferente.

<< Kara… >> Sussurrò… << Non sei sola. Sono qui con te… dimmi cosa ti senti… >> chiese accarezzandole il volto, ma neanche lei stessa riusciva a capire cosa le stava succedendo,
almeno finchè...

<< Alex… Alex... ho problemi agli occhi… >> Ringhiò Kara mettendosi le mani avanti agli occhi, stropicciandoseli.

<< Non toccarti, sta tranquilla. Ora andiamo al DEO e i raggi solari ti rimetteranno in sesto.>>
In quel preciso istante, come se fosse un orologio svizzero, Lena uscì allo scoperto da sotto il tavolo, seguita da James che mostrò un sorriso sornione e soddisfatto.

<< Siamo salvi? E’ tutto finito? Che peccato… mi stavo divertendo lì sotto. >> Esordì usando un tono di voce abbastanza alto per farsi udire anche dall’eroina.

Poteva non avere la vista al 100 per 100 al momento ma le ombre le poteva intravedere ed infatti non si perse quell’uscita ad effetto, e tanto meno quella frase devastante;
l’udito le funzionava meglio...
Strinse i denti e si irrigidì improvvisamente, cosa che ad Alex non sfuggì.
Anche lei aveva notato ed ascoltato e, sapendo la cosa a metà, era stato facile fare uno più uno...

Un gemito soffocato ed uno spasmo, spaventarono nuovamente Alex.

<< Kara ? >>

<< Mi fa male ovunque, Alex… >> Domandò confusa ed insicura la biondina,
piegandosi in due per il dolore che sentì entrarle nelle viscere ed espandersi ovunque...

<< Andiamo a controllare. >>


...


<< Aspettate! >> Richiamò Lena, affrettandosi ad avvicinarsi.

<< Hai anche la faccia tosta di volerle parlare? >>

Piccolo errore: lei non era Kara in quel momento, ma Supergirl, però Alex reagì di rimando, prendendo le difese della sorella.

Lena abbassò lo sguardo come un cane bastonato: aveva capito il motivo per cui la Danvers l’aveva attaccata così.

<< I-io… Come sta? >> Fece comunque la mora.

<< Starà meglio, spero. Sicuramente lontano da te. >>
Della serie: se le occhiate potessero fulminare…la Luthor si sarebbe trasformata in uno spiedino.

<< Alex? Lascia perdere… per favore… >> Sibilò Kara distrutta.
Mentre lei aveva lottato e quasi rischiato di perdere la vita per salvare la vita di tutte quelle persone, compresa quella di Lena, lei aveva realmente avuto il coraggio di appartarsi sotto al tavolo con quel verme per una sveltina...

<< Si, non preoccuparti. Non mi sporco le mani con gente come lei. Goodbye, Miss Luthor. >>
E dicendo così, la sorella maggiore portò via da quel posto la giovane, lasciando una Lena senza parole: per fare un’azione giusta, adesso, molto probabilmente l’aveva persa...perchè si, Kara e Supergirl erano la stessa persona.
 
 
[...]
   
 
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