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Autore: lullublu    19/12/2016    0 recensioni
Oboro era sempre stato solo.
Ma giunto nella terra dei samurai, aveva intravisto qualcosa, qualcuno dotato di una ferrea volontà, qualcuno dall'anima d'argento.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Gintoki Sakata, Kotaro Katsura, Takasugi Shinsuke
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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oboro 10 Gintoki aprì una scatola di fagioli dolci che aveva trovato.
Si chiedeva come mai ci fossero tante provviste se quel magazzino era veramente abbandonato.
Forse era stato lo stesso Oboro a portarle per i prigionieri che aveva detto di aver aiutato a fuggire.
Solo che non riusciva a credere fosse così una brava persona.
Anche se non poteva negare l'evidenza, egli stesso stava ora approfittando del suo aiuto.
E poi, in effetti poteva benissimo essere stato costretto a fargli ciò che aveva fatto.
Con un cucchiaio che aveva trovato, iniziò a mangiare i fagioli.
Doveva ammettere che erano buoni.
Ora però il vero problema non era se l'animo del Naraku fosse veramente gentile o se era ciò che voleva fargli credere.
Il problema era cos'avrebbe dovuto fare lui d'ora in poi.
Aveva rifiutato la proposta di Oboro per mantenere i suoi principi.
Per questo motivo avrebbe dovuto combattere la sua guerra, ma come poteva farlo se tutti i suoi compagni lo ritenevano un traditore?
Oboro non aveva sbagliato a giudicarlo.
Lo Shiroyasha era una persona testarda e sicura di sè.
Semplicemente, se non c'era nessuno dalla sua parte, avrebbe fatto da solo.
In quel modo, vedendo che comunque continuava a combattere i loro stessi nemici, si sarebbero ricreduti.
Si sarebbero resi conto che lui non era un traditore e sarebbero stati costretti a perdonarlo.
Anzi, pensava Gintoki, sarebbero stati loro a supplicare lui di perdonare loro per come l'avevano trattato.
Immaginava soprattutto quanto si sarebbe divertito a fingersi offeso con Takasugi e convincerlo a fare in modo che gli passasse.
L'altro conosceva un paio di modi particolarmente piacevoli per lui.
Anche se era stato lui a sbagliare con Shinsuke.
                                                                     ***

I suoi calcoli però erano un po' sbagliati.
Non aveva veramente più nessuno che si fidasse di lui, ma non credeva sarebbero arrivati al punto di ostacolarlo.
Non si era reso effettivamente conto della sua situazione, fino a che un suo ex compagno non gli aveva puntato la spada contro.
Tetsuya era sempre stato uno di quelli che lo supportavano.
La notizia del suo presunto tradimento doveva averlo turbato.
"Vattene subito, prima che ti ammazzi" gli aveva detto con voce tremante.
Solo allora l'albino aveva davvero capito come stavano le cose.
Aveva avuto uno scoramento e gli era stato impossibile quel giorno, continuare nel suo intento.
Quella sera Oboro era venuto a trovarlo, evidentemente aveva preso a cuore il suo caso.
"Come stai, Gintoki?" gli aveva chiesto.
Lo Shiroyasha ancora non ripresosi del tutto dall'episodio, aveva finito per sfogarsi con lui.
Non aveva notato il suo sorrisetto.
A Oboro sembrava di aver annuito nei momenti giusti del discorso ed il samurai aveva creduto alla sua recita, o era troppo a pezzi per rendersene conto.
Aveva letto in un libro sugli umani, che questi non erano in grado di stare da soli ed avevano bisogno del supporto di qualcuno.
Comunque fosse, l'importante era che il suo piano stesse riuscendo.
Doveva però stare attento.
Aveva bisogno di un po' di tempo per creare il suo palcoscenico.
Radunare tutte le marionette.
E nel frattempo, Gintoki non si sarebbe dovuto accorgere di nulla.
Un modo di salvarsi il samurai l'aveva: si sarebbe dovuto arrendere spontaneamente ed unirsi ai Naraku.
Oboro era curioso di vedere se ora che tutti i rapporti che aveva con i samurai erano stati troncati, avesse deciso di rinunciare ai suoi stupidi principi.
Decise però che non gliene avrebbe più parlato.
L'aveva già fatto e se avesse insistito sarebbe parso sospetto.
In ogni caso non gli dispiaceva affatto passare ai metodi cattivi.
Lasciò passare diversi giorni, ogni volta che andava a trovare il samurai, lo vedeva sempre più a pezzi.
Non sapeva se stesse continuando la sua personale ed inutile rappresaglia contro gli amanto, ma anche così scoraggiato non accennava una parola riguardo alla sua proposta.
Sembrava aver perso interesse nei confronti di qualsiasi cosa.
Quando l'aveva incontrato per la prima volta sembrava una fiamma che ardeva determinata, che non si sarebbe lasciata spegnere.
Adesso, invece, era solo una piccola fiammella che un piccolo soffio di vento avrebbe potuto far sparire.
                                                                              ***

Il tempo dell'attesa era finito.
Oboro era riuscito a preparare il suo spettacolo, senza che l'attore principale si accorgesse di nulla.
Era entrato in scena inconsapevole, ma non poteva ormai più ritirarsi.
Quel giorno Oboro si era recato da Gintoki in prima mattinata, così da essere certo che non fosse ancora uscito.
Lo trovò infatti che ancora dormiva, stringendosi le coperte addosso per ripararsi in qualche modo dal freddo.
Gli si avvicinò e gli scosse la spalla per farlo svegliare.
"Gintoki" lo chiamò, cercando di far apparire il suo tono di voce agitato.
Il samurai si destò velocemente
Lo guardava con aria quasi sconvolta, non capendo il perchè della presenza del Naraku.
Da quando dormiva in quel magazzino, Gintoki era molto più agitato.
Pensava che se qualcuno avesse scoperto questo suo rifugio, ci sarebbe stato poco da star tranquilli.
Infatti, quando rientrava aveva preso l'abitudine di guardarsi alle spalle per vedere se qualcuno non lo stesse seguendo.
Si sentiva paranoico a fare così, ma ormai tutte le sue certezze erano crollate e non riusciva a calmare la sua agitazione.
"Non c'è tempo per spiegare, devi seguirmi. Subito" disse Oboro.
Si divertiva a mettere nel panico il samurai che non riusciva a capire cosa stesse succedendo.
Il samurai si alzò e velocemente indossò il suo kimono, come se dalla sua rapidità, dipendesse la vita o la morte.
Faceva bene ad essere così preoccupato.
Lo seguì, senza chiedere più spiegazioni, d'altronde una volta lì avrebbe capito da solo.
Ed infatti, una volta arrivati fu Gintoki da solo a fermarsi.
Si girò confuso verso Oboro, non riuscendo a capire se fosse colpa sua o se il Naraku avesse soltanto voluto avvertirlo.
Non sapeva se dovesse infuriarsi con lui.
C'erano diversi Naraku armati.
Ed a terra, legati, da un lato c'erano i suoi compagni (Takasugi e Katsura), dall'altro in ginocchio con le mani legate dietro la schiena, il suo maestro: Yoshida Shoyo.
Fu lo stesso Oboro a risolvere il suo dubbio.
Ora che il suo piano era completo, non aveva più bisogno di fingere.
"Sono stato io" gli disse, godendo particolarmente dell'espressione tradita dello Shiroyasha.
Aveva davvero creduto alle sue menzogne?
"Cosa stai dicendo? Che significa questo?"  chiese, sconvolto.
"Non capisci? Era tutto un mio piano, fin dall'inizio" rispose Oboro.
Provava una maligna soddisfazione nel dirglielo.
Certo, questa era l'ultima spiaggia per convincerlo a passare dalla sua parte e se non avesse accettato, l'avrebbe costretto ad uccidere gli ostaggi.
O almeno questa era stata la sua intenzione quando aveva organizzato quel piano.
Ora però, sperava che il samurai non si arrendesse, si sarebbe sentito deluso.
E una volta che fosse riuscito a stroncare la sua volontà, intento per cui si era applicato così tanto, a lui cosa sarebbe rimasto?
Si stava rendendo conto che la sua vita era vuota.
Gintoki, che ora tremava per la rabbia, aveva estratto la sua katana senza pensare, puntandola istintivamente contro di lui.
Il Naraku rise.
"Stai facendo sul serio? Potrei ordinare ai miei sottoposti di sgozzare gli ostaggi. I tuoi amici perderebbero la vita prima ancora che tu possa sfiorarmi".
Gintoki era furioso ma non certo stupido.
Abbassò la spada senza replicare, ma non la rimise nel fodero.
Evitava di rivolgere lo sguardo ai suoi amici, al suo maestro.
Come poteva guardarli negli occhi sapendo che la colpa era sua? Oltre ai sensi di colpa e all'ira nei confronti di Oboro, era anche la paura ad atterrirlo.
I Naraku avevano forse intenzione di ucciderli tutti?
Sentendo le voci, Takasugi alzò lo sguardo.
Da quel punto di vista non riusciva a vedere molto, ma riconobbe Gintoki.
"Gintoki, che diamine succede?" provò a chiedere, urlando e dimenandosi.
Il Naraku che gli stava facendo da guardia non apprezzò quel casino.
Gli piantò il piede in testa, facendogli affondare il viso nell'erba, stroncando i suoi tentativi di ribellione.
Oboro andò verso gli altri ostaggi, fermandosi proprio al centro, lo sguardo rivolto verso Gintoki che ora stringeva convulsamente la katana, senza però osare muoversi.
Oboro leggeva la paura nei suoi occhi che si tramutava in terrore, e la rabbia andava spegnendosi.
Avrebbe dovuto sentirsi soddisfatto per quelle reazioni, di solito terrorizzare le sue vittime lo divertiva, ma ora era solo deluso.
Ora lo Shiroyasha non era altro che un patetico umano.
"Shiroyasha, ora devi fare la tua scelta" gli disse.
Il samurai credeva si riferisse alla sua proposta di diventare un Naraku, ma non era così.
"Ucciderai i tuoi amici" disse indicandoli "o il tuo maestro?" tirò per i capelli Shoyo, verso il quale provava un particolare astio.
Gintoki non riusciva a crederci, non si aspettava quello.
Rimase in silenzio, non riuscendo quasi a respirare.
"Sappi però che se non hai intenzione di scegliere, sarò io stesso ad eliminare tutti loro. Fa bene la tua scelta".
Non gli disse però, che se avesse scelto di salvare Shoyo sarebbe stata una scelta inutile.
Dalle sue ricerche infatti, aveva capito che l'unico modo di far tornare Utsuro com'era prima, era tagliare la testa a Shoyo.
In quel modo infatti avrebbe rimosso il dispositivo che l'aveva trasformato.
Sperava solo di non sbagliare, e se la testa non si fosse rigenerata?
Doveva rischiare, non c'era altro modo.
Si chiedeva cos'avrebbe fatto lo Shiroyasha, non che gli importasse, lui avrebbe vinto in ogni caso.
Sperava che non si mettesse a supplicarlo.
Avrebbe abbassato ancora di più la stima che aveva di lui.
Non voleva che si umiliasse.
Ma aveva fatto male i suoi calcoli.
Quel sentimento umano chiamato orgoglio, poteva essere messo da parte per qualcosa di più importante.
"Entrerò nel vostro esercito, faro tutto quello che mi chiedi ma lasciali andare" disse il samurai in tono disperato.
Oboro scosse il viso, ormai quella faccenda non gli importava più.
"Hai avuto la tua occasione ed hai rifiutato, ora la scelta che puoi fare è quella che ti ho illustrato".
Gintoki però non voleva crederci, ci doveva pur essere un'altra uscita.
Non poteva essere così crudele.
"Allora uccidi me. Uccidi me al loro posto" disse.
Oboro non si lasciò impietosire, quel samurai che gli era sembrato così interessante, così forte, ora gli provocava solo disgusto.
"Sto perdendo la pazienza, non costringermi a sporcare la mia lama, Shiroyasha" disse, impugnando la lancia.
"N-no" disse Gintoki, ormai sull'orlo della disperazione.
"Hai deciso?" gli chiese il Naraku osservandolo.
Ora non tremava più ed il suo volto sembrava calmo, aveva messo da parte tutte le emozioni, in caso contrario non avrebbe potuto farcela.
"Si" rispose il samurai.
Con la katana in mano si avvicinò.
Le guardie erano in allerta, pronte a far fuori lui o gli ostaggi se avesse fatto una mossa falsa.
Takasugi rialzò lo sguardo.
"Gintoki fermati. GINTOKI!" urlò.
Stavolta nessuno cercò di farlo stare zitto.
Ma lo Shiroyasha non lo ascoltò.
Continuò a camminare, fermandosi dietro al maestro Shoyo.
Avrebbe voluto salvare entrambe le cose, ma gli sembrava di buttarle via tutte e due.
Alzò la spada, mai gli era sembrata così pesante, e la calò sul collo del maestro.
Takasugi urlò ancora, vedeva ora Gintoki piangere.
Cercò di andargli incontro ignorando le corde attorno al suo busto.
Oboro, non sopportando più la sua insolenza gli lanciò la lancia contro centrandogli l'occhio.
Fermò col piede la testa di Yoshida Shoyo che era rotolata fino a lui.
Era finita.
Gintoki era andato in pezzi definitivamente e lui si sentiva di nuovo vuoto, come prima che quella storia avesse inizio.
Che delusione, doveva aspettarselo, era pur sempre un patetico umano.
  
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