Titolo: Ogni amore ha la sua spesa
Personaggi: Alberic, Freiya, Hagen, Mime, Siegfried, Syd, Thor
Contesto: Periodo antecedente alla guerra di Asgard
Prompt: Anello
Sentimento Dominante: Incredulità/Rassegnazione
La neve cadeva tranquilla e per una volta non era trasportata
dalle gelide raffiche di vento che contraddistinguevano il rigido clima di
Asgard. La primavera, seppur fredda, aveva il vantaggio di indebolire le
correnti più forti e di rendere le giornate più lunghe e meno tetre. Un ottimo
tempo per potersi allenare e potenziare il proprio Cosmo: per dei valorosi
cavalieri come i God Warriors non c’era situazione migliore. Difatti Thor,
Siegfried e Syd si stavano allenando nel corpo a corpo nel giardino del
castello di Vallalhak, il proprio potere tenuto al minimo per non risultare
troppo distruttivo e quindi rovinare il palazzo. Alberic era in disparte,
seduto sul cornicione del muro che delimitava lo spiazzo, disgustato per il
modo in cui quei tre plebei stavano trattenendo il Cosmo. Mime invece era
appoggiato ad una colonna, la propria cetra in mano a pizzicare le corde in una
melodia dolce e tranquilla, proprio come quella primavera appena giunta.
La giornata procedeva bene; il popolo era in pace, Hilda era di
buon umore e continuava a svolgere il suo ruolo di celebrante di Odin e… forse
Hagen si era deciso a rivelare i propri sentimenti alla signorina Freiya. Questo
balenò nella mente del musico quando si accorse che quei due si stavano
dirigendo nei giardini, fianco a fianco, con il volto illuminato da un tenero
sorriso.
«Signorina Freiya, Hagen, buongiorno.»
Quelle parole ebbero il magico potere di far bloccare tutti dalla
loro occupazione e, in simultanea, di farli voltare verso l’ingresso del parco
con aria curiosa. Poi gli sguardi si mutarono dal malizioso, all’entusiasta al
felice per il compagno. Erano una bella coppia e, per quanto fossero a conoscenza
della devozione che aveva il biondo verso la casata reale, i God Warriors
pensarono ad unanimità che era anche ora che si svegliasse.
I due biondini si fermarono, salutando di rimando e fermandosi in
compagnia degli altri, che nel frattempo si erano avvicinati alla coppia, chi
per vero affetto, chi per semplice curiosità…
«Signorina Freiya, io vi precedo al villaggio; vi lascio alle cure
dei miei compagni. Raggiungetemi quando volete.»
E detto questo il giovane cavaliere del ghiaccio e del fuoco
lasciò il gruppetto, avviandosi verso l’uscita del palazzo. E qui Alberic si
sfregò le mani, mostrando un ghigno che non prometteva nulla di buono.
Bene; ora
vediamo come è davvero la situazione.
Pensiero condiviso da tutti i combattenti perché – anche se non lo
avrebbero ammesso nemmeno sotto tortura – erano estremamente curiosi di ciò che
accadeva ad ognuno di loro… forse pettegoli era il termine che meglio
descriveva la loro sete di conoscenza reciproca.
I cinque lanciarono uno sguardo predatore alla fanciulla che,
ignara dei piani malvagi dei cavalieri, era rimasta a parlare con il giovane
Mime, raccontandogli che voleva andare al villaggio per comprare dei fiori per
la sorella. Mentre chiacchierava amabilmente, una ciocca di capelli le andò sul
viso, obbligandola a risistemarla con la mano mancina.
I God Warriors si bloccarono di colpo, sgomenti e sorpresi,
attirati dal luccichio che il flebile Sole aveva creato a quel semplice gesto della
fanciulla. Gli sguardi di tutti e cinque gli uomini si posarono sulla mano
della ragazza, trasalendo per quello che videro.
«Signorina Freiya, porta un anello.»
«Oh, ti riferisci a questo? – disse portando la mano all’altezza
del viso, il dorso rivolto al cavalieri – Bello vero?»
L’innocenza con cui lo disse fece arrossire i cinque,
imbarazzatissimi ma anche contenti che quel tardo del loro compagno si fosse
deciso. Tuttavia Alberic fece notare loro un dettaglio che gli fece sgranare
gli occhi per lo sconcerto
«È sull’anulare sinistro… congratulazioni.»
La voce un po’ tirata tradiva il risentimento che provava nei
confronti di Hagen, ma in fondo a lui non importavano le frivolezze, men che
meno le questioni amorose di Asgard. Però agli altri quattro constatò che la
cosa dovesse interessava parecchio, dato il modo in cui si erano avvicinati
alla giovane, congratulandosi e chiedendo – seppur in maniera molto vaga – come
e quando glielo avesse dato.
«Beh, è stata mia sorella a dirmi di metterlo all’anulare.»
Rispose la fanciulla tutta contenta mentre rimirava la sua fedina
con una piccola acquamarina incastonata nell’argento.
I God Warriors si gelarono sul posto. Si guardarono con aria
dubbiosa e speranzosa insieme.
Abbiamo capito
male, vero?
Poi, dato il silenzio imbarazzante che aveva circondato la
situazione – pure il venticello leggero aveva smesso si soffiare – Siegfried,
il più coraggioso tra tutti, si decise a porre la fatidica domanda
«Ma, dunque, l’anello non glielo ha dato Hagen?»
La ragazza dapprima lo guardò con aria perplessa, osservò il
proprio anello per poi sollevare lo sguardo ancora confuso e dire con tono
innocente
«No; questo è un regalo che mi sono fatta. È stato un colpo di
fulmine; perché? Che centra Hagen?»
I God Warriors divennero più rossi dell’armatura di Mime,
increduli alle loro orecchie ed anche esasperati, desiderosi di andare a
gettarsi in una fossa.
Angolo dell’Autrice:
Io ho mia mamma che da quando mi sono fidanzata mi assilla, e
quando ha visto che portavo un anello, sul pollice tra l’altro, gli si sono
illuminati gli occhi. Non ci credeva che quell’anello (tra l’altro era l’anello
del Casato Phantomhive di Kuroshitsuji XD) me lo fossi preso da sola. Boh.
Adoro i God Warriors, ma amo ancora di più metterli in imbarazzo;
poveri loro, sono finiti tra le grinfie di un’autrice malvagia
*Buhahahahaha!!!*
So che il detto vi ha sviati, ma dai; è fatto su misura XDD
Spero che vi sia piaciuta.
Alla prossima ^^