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Autore: Frytty    22/05/2009    4 recensioni
Non mi piace Londra, ma in compenso adoro la pioggia.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Oggi sto pubblicando una marea di storie ^^! Il fatto è che ne ho fin troppe chiuse in una misera cartella sul desktop e un po' per la scuola che non ha ancora finito del tutto di stressare, un po' per la mancanza di volontà, se ne sono state chiuse lì tutto questo tempo. Ad ogni modo, ritorno con una Ff su Robert Pattinson/Nuovo Personaggio e sinceramente non ho idea di come mi sia venuta in mente questa Ff XD! So solo che avevo un'idea che mi stuzzicava continuamente ma non avevo i soggetti su cui applicarla, e poi, quasi dal nulla è apparso Robert Pattinson e ho cominciato a scrivere. Prima di lasciarvi al capitolo terrei a precisare che il banner che trovate e troverete all'inizio di ogni capitolo di questa Ff, è stato realizzato da nalle91, una mia carissima amica e vorrei precisare che è vietato rubarlo, pubblicarlo da qualche altra parte, senza il consenso dell'autrice e che se per caso lo incontrerò sulla mia strada (XD) prenderemo provvedimenti. Uomo avvisato... XD!


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Non mi piace Londra, ma in compenso adoro la pioggia.
Le gocce che corrono lungo il finestrino del taxi si rincorrono veloci e per un momento sembrano quasi divertirsi a scontrarsi e ad unirsi. Il loro viaggio però, finisce presto, troppo presto. Forse la pioggia non fa altro che rammentarci che niente è per sempre, che tutto dura fin quando persistono le condizioni giuste. La pioggia non è infinita: il cielo ritorna sereno, il sole asciuga l'erba bagnata e tutto ritorna come prima. Ma a me continua a piacere la pioggia. Poco importa se non pioverà per sempre.
Il traffico è lento e le luci delle macchine davanti a noi mi giungono come offuscate agli occhi per via della fitta nebbia mattutina. E' strano pensare che fino a qualche giorno fa suonavamo in un misero locale di si e no cento persone ed ora ci apprestiamo a rilasciare un'intervista ad uno dei giornali musicali più importanti a cui seguirà da concerto alla Wembley Arena. Smetto di seguire il percorso delle gocce di pioggia con un dito e dirigo lo sguardo verso la mia band: accanto a me Abigail, la nostra bassista, che dorme beata sulla spalla di Jason, batterista e seconda voce e poi c'è Jasper, una delle persone più importanti della mia vita. Siamo praticamente cresciuti insieme, vicini di casa e frequentatori assidui dello skate park del nostro quartiere dall'età di tredici anni.
Inutile dire che siamo come fratelli: uno sguardo è tutto ciò che ci occorre per capire cosa abbiamo in mente, un nostro gesto involontario può comunicare all'altro qualcosa di importante anche senza volerlo e le nostre manie non fanno altro che farci conoscere un po' di più, nonostante sappiamo già tutto l'uno dell'altro. A volte hai bisogno di legami come questo per farti strada nei meandri della vita e a volte, non hai nemmeno bisogno di impegnarti più di tanto: legami che il più delle volte nascono con molta naturalezza, semplicemente le cose accadono e anche il dividersi la merenda a scuola durante la ricreazione diventa motivo di dialogo, come la consueta passeggiata per tornare a casa. A volte non ne si è nemmeno del tutto consapevoli.
Sono fiera di loro, di noi.
< Abigail! Abigail, avanti, siamo arrivati! > Jason scuote Abigail per un braccio mentre il tassista accosta per permetterci di scendere.
Sorrido mentre li precedo fuori della vettura e mi affianco a Jasper.
< Allora, nervosa? > Mi domanda sorridendo mentre mi stringe la mano.
< Abbastanza. Credi che sarà difficile? > Ho semplicemente paura, quella paura che accompagna tutte le prime volte.
< E' solo un'intervista, vedrai che andrà tutto bene. > Mi sorride e inconsciamente riesco a sentirmi più leggera, come se mi fossi liberata di un peso troppo grande.

< Insomma, esigo una spiegazione per questo comportamento! > Nick, il mio manager, come al solito è fuori di sé. A me non sembra poi così grave. Che sarà mai partecipare ad un' intervista con una delle band più famose del momento?
< Nick, dai! Non farla così tragica! E' solo un'intervista. > Gli stringo appena il braccio, richiamando la sua attenzione.
< No, Robert! Non è una cosa da niente! Come si fa a prendere appuntamento per un'intervista quando ne hai già segnato uno in bella mostra sul calendario? > E mi indica il calendario nell'angolo dove Friends or Lovers, il nome della band, è cerchiato in rosso.
< Ma per me non è un problema fare l'intervista con loro! Sono un musicista anch'io, compongo musica, scrivo delle canzoni, cosa c'è di male? > Sbotto allargando le braccia a prendendo a camminare in quella che viene definita "sala degli ospiti", le mani nelle tasche dei jeans.
< Sono il tuo manager, Robert e voglio che ogni cosa sia organizzata alla perfezione. > Ribatte volgendo poi lo sguardo nuovamente alla segretaria che ha appena concluso una conversazione al telefono dell'ufficio.
Nick non farà altro che allarmare tutti gli uffici della Rolling Stones. Sbuffo e scuoto la testa: in certe cose non cambierà mai.

Veniamo condotti all'interno di quella che viene definita "sala degli ospiti" come ci spiega una delle impiegate, in attesa dell'arrivo della giornalista, ma l'atmosfera non sembra tranquilla. Un uomo al banco sbraita contro una delle segretarie, non facendoci altro che metterci ancora di più in agitazione. Cosa può essere mai successo?
< E' normale? Voglio dire, sembra che quell'uomo stia litigando con un'impiegata delle poste! > Mi sussurra Abigail nell'orecchio. La guardo: stranamente sa sempre come alleggerire la tensione, anche con una semplice frase come questa.
< Forse dovremmo sederci e aspettare, ignorandolo. > Propongo.
< Buona idea, facciamo la fila. > Risponde lei, sorridente.
Accanto al banco una serie di poltroncine dall'aria molto comoda, sono stipate intorno ad un piccolo tavolino di cristallo. Sulle pareti sono in bella mostra le copertine di alcuni dei numeri più famosi della rivista.
Abigail si arresta di colpo di fronte a me.
< Che c'è? > Sbotto.
< C'è un tipo là seduto. >
< D'accordo, Abigail. Cosa vuoi che sia? E' una rivista questa, magari lavora qui. >
< Se lavorasse qui non sarebbe seduto nella sala degli ospiti! > Mi bisbiglia per non farsi udire.
< Beh, allora è qui per chiedere qualcosa! Ma cosa t'importa! Scegliti una poltrona e rilassati! > La sospingo verso la poltrona più lontana, accanto a quella di Jasper.
Io mi siedo accanto al ragazzo sconosciuto: sembra stia dormendo. Ha gli occhi chiusi, i capelli spettinati ed è seduto scompostamente sulla sedia. Non dà segno di averci sentiti arrivare.
< Ehi guarda, Alex! Una copia del nostro disco di platino! > Quasi urla Jason indicando il fondo della parete. L'uomo al bancone si gira verso di noi come anche la segretaria e il ragazzo sconosciuto apre gli occhi, osservandoci curiosi.
< Magari di là non ti hanno sentito, Jason. > Sbotto sarcastica nascondendomi nella poltroncina. L'uomo come se nulla fosse riprende a sbraitare. Il ragazzo accanto a me ci fissa, incuriosito.
Jason, risentito, borbotta uno "Scusa" poco comprensibile.
< Immagino voi siate i Friends or Lovers, giusto? > Domanda il ragazzo guardandoci a turno.
< Si, perché? > Risponde Abigail. Non le piace e lo capisco da quello sguardo di sufficienza che ostenta adesso nei suoi confronti.
< Beh, siete chiassosi come le vostre canzoni. > Ridacchia divertito e anche io non riesco a reprimere un sorriso. In fondo è vero, ma Abigail non è del nostro stesso parere.
< Chiassosi, noi? Nemmeno ti presenti e pensi di poterci giudicare! > Sbotta. Se la conosco tanto quanto penso di conoscerla, sta facendo un enorme sforzo per contenere la rabbia.
< Robert Pattinson, piacere di conoscervi. > Si presenta, porgendoci la mano.
< Piacere nostro, Robert. > Intervengo lanciando un'occhiataccia ad Abigail, già pronta a controbattere. Gli stringo la mano: è così calda rispetto alla mia che non riesco a reprimere un brivido.
< Io sono Alexandra e loro sono Jason, Jasper e Abigail. > Continuo.
< Alexandra... bel nome. > Mi sorride e per un attimo penso che sia uno dei sorrisi più belli che abbia mai visto.
< Grazie. > Arrossisco.
< Allora, pare dobbiamo affrontare un'intervista insieme oggi. > Si passa una mano tra i capelli, portandoli all'indietro per poi ricadere contro lo schienale della poltrona.
< Insieme? Jenny non ci ha detto niente, no? > Jasper mi guarda e io faccio segno di no con la testa. Effettivamente nessuno ci aveva avvisati.
< Non poteva farlo perché... beh, è stato un problema dell'ultimo momento. In pratica hanno inserito sul calendario due interviste nella stessa giornata e le hanno affidate entrambe alla stessa giornalista ed è per questo che Nick, il mio manager, sta sbraitando da più di un'ora. > Ci spiega.
< Oh... beh, allora anche tu sei un cantante. > Lo guardo. In effetti ha quel qualcosa che caratterizza gli artisti, quel qualcosa in più.
< In un certo senso. >

Non so se definirmi un musicista oppure no. La mia carriera d'attore e quella di musicista vanno di pari passo e nonostante la maggior parte delle volte non abbia tempo per dedicarmi alla stesura delle canzoni, le conservo con me, melodie incluse, con la speranza di riuscire a ricordarmele un giorno. Ho sempre quella strana sensazione che mi spinge a metter giù su carta quello che provo. Non saprei scegliere.
< Vuoi dire che sei agli inizi? > Guardo Alexandra, seduta accanto a me, le ciocche di capelli colorate che le coprono appena gli occhi e il suo sguardo verde stranamente ammaliante.
< Uhm... diciamo che non sono solo un musicista. >Provo a spiegare.
< E cosa sei, allora? > Sbotta Abigail, la ragazzina più petulante che abbia mai conosciuto in vita mia, e di ragazzine ne ho viste.
< Sono un attore. > Rispondo e mi nasce spontaneo un sorriso perché amo davvero quello che faccio.
< Un attore? Wow... cioè, voglio dire... fantastico! Anch'io volevo fare l'attrice da piccola. > Alexandra mi ricorda un po' Kristen, la mia collega sul set. E' in imbarazzo e agita le mani e non sa bene come spiegare quello che pensa o vorrebbe dire.
< Ma se è successo quando avevi dieci anni, Alex! > Borbotta Jasper, sorridendo.
< Beh, era uno dei miei sogni nel cassetto a dir la verità. > Commenta.
< E che attore sei? Di film drammatici? > E' Jason a rivolgermi la domanda quando sospettavo sarebbe stata Abigail a prendere la parola.
< Non ho un genere preciso. Faccio quello che mi stimola di più. > Ed è la verità. Mi sorprende sempre quando qualcuno mi domanda cosa faccio perché dopo il successo di Twilight è impossibile che le persone non mi riconoscano. Non che la cosa mi dia fastidio, anzi.
Sembra come ritornare agli inizi e spiegare quale personaggio avrei voluto interpretare, a fianco di chi mi sarebbe piaciuto recitare... insomma, quelle classiche domande da prima intervista.
< E sei qui per promuovere un film? >
< Ehi, sembrate voi i giornalisti! > E ridacchio. Anche loro si uniscono alla mia risata, tutti tranne Abigail, ma non me ne curo. Non potremmo mai piacerci, noi due.
< Si e no. Più che altro sono qui per rispondere alle solite domande: come ti senti ad essere uno dei vampiri più sexy del mondo? E cose del genere... > Agito la mano come a voler scacciare una mosca fastidiosa.

< Allora nel tuo ultimo film interpreti un vamp- > Ma non faccio in tempo a terminare la frase che Abigail mi interrompe.
< Oh mio Dio! Non dirmi che tu sei quel Robert Pattinson! > Urla saltando in piedi.
< Ehm... perché quanti Robert Pattinson conosci? > E si passa una mano tra i capelli sospettoso come se non sapesse cosa Abigail cerca di dire.
< Sei quell'Edward Cullen! > Continua puntandogli un dito contro. Se non sapessi che è emozionata mi spaventerei.
< Già. > Risponde, ma noto una stonatura malinconica in questa risposta. Sembra non essere particolarmente contento del suo personaggio.
< Oh mio Dio! Non ti avevo riconosciuto! > E ora Abigail saltella felice per poi buttarsi addosso al povero Robert, facendolo annaspare sulla poltrona.
< Abigail, così lo soffochi. > Cerco di dirle, ma i suoi urletti eccitati sovrastano la mia voce.
< Ehi! Che succede? > L'uomo, Nick, si avvicina a Robert e ad Abigail, afferrandola per la maglietta e strattonandola all'indietro.
< Non preoccuparti, Nick è solo la bassista della band. > Risponde Robert sistemandosi sulla poltrona.
< Ed è una tua fan. > Aggiungo, guardandolo. Preferirei che Abigail non si facesse riconoscere in ogni posto che frequenta.
< Salve ragazzi! Scusate il ritardo ma c'era un traffico pazze- che succede? > E' ufficialmente cominciata la nostra prima intervista.

   
 
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