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Autore: Kiryel    19/12/2016    1 recensioni
“Mi dispiace” mi dice.
“Lo so”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sei Importante Per Me

 

Eccomi di nuovo qui, sempre più destabilizzato, ancora più malinconico, con un bicchiere in mano mi soffermo davanti all’enorme finestrone che affaccia sulla città ormai addormentata.

Bella e misteriosa ma anche ricca di dolore e tristezza.

“Un po’ come me” mi dico ad alta voce. Si infondo questa città mi rispecchia, con il suo essere affascinante , solare e felice. Poi quando arriva la notte lascia liberi i suoi segreti nascosti.

Lei così ricca di abitati, io solo, ma circondato da migliaia di conoscenti.

Prima avevo Lei, poi mi ha abbandonato, perché stanca di questa vita, stanca di dovermi aspettare notte dopo notte, stanca di non poter ricevere le attenzioni adeguate e stanca di dover rischiare la vita giorno dopo giorno per me, colui che diceva di amarla per poi lasciarla sola.

 Prima avevo una famiglia, di quelle vere, fatta di amici che avrebbero rischiato la loro vita per salvarmi, ma poi anche loro sono andati via. La persona che ritenevo un collega, o forse qualcosa di più, mi ha tradito ed io, forse perché orgoglioso o troppo ferito, non riesco ancora a perdonarlo.

Ho allontanato l’unico con cui avevo in comune l’amore per la scienza. Gli altri sono andati via perché hanno una famiglia, una di quelle vere.

Io no, sono solo… per volermi sentire un genio ho anche perso l’unica coscienza che mi è stata vicina da sempre, da quando ho perso i miei genitori, Jarvis.

 Ora al posto su ho un’altra intelligenza artificiale ma non è lo stesso, non c'è lo stesso rapporto, Jarvis era l’unico che, pur essendo un computer, mi capiva. Adesso che ci penso, alle volte mi faceva quasi paura. Sorrido e penso a quanto sono stato stupido ed egoista, penso che forse avrei dovuto dare la possibilità agli altri di vivermi accanto, perché in fondo si sono allontanati tutti e la colpa è solo mia.

A volte credo sia io quello sbagliato.

Non sono gli altri a non essere alla mia altezza, sono io a non essere degno di loro.

Mentre una lacrima scivola sulle mie guance, sento F.R.I.D.A.Y. : “ Signore?”

“Dimmi.” Le rispondo mentre passo frettolosamente il dorso della mano sul viso per eliminare la prova del mio dolore.

 “C’è una persona alla porta.”

“Chi è?” le chiedo

“Non riesco a vederlo, si nasconde.”

Meravigliato mi avvicino alla porta e vado ad aprirla di persona. Lui è lì, mentre io ormai privo di qualsiasi emozione rimango fermo a guardarlo.

 “Capitano”. Gli dico lasciando la porta aperta e avviandomi verso il salone.

Maledetto orgoglio, maledetto me…

“Tony…” mi saluta poggiando una mano sul mio polso per fermarmi.

 Non lo guardo né mi volto verso di lui, non ci riesco, non…

“Tony, non possiamo continuare cosi…” inizia, forse spera che mi volti per incrociare il suo sguardo, ma il mio orgoglio ferito è più forte del desiderio. “ … so di aver sbagliato, so che dovevo dirti quello che sapevo… ma non ce l’ho fatta, non ho avuto il coraggio per farlo…”

Poi zittisce, e io avverto il peso del silenzio, il peso del suo desiderio di avere una risposta da parte mia. Però non ci riesco e smetto di lottare.

“Tony?” mi chiede preoccupato lasciandomi il polso.

Ormai la mia vista è annebbiata, stanco ormai di lottare, di farmi vedere forte, stanco di far vedere il falso mi abbandono alle lacrime che ormai scendono e rigano il mio viso.

 Mentre spero che lui vada via, che accolga il mio silenzio come un “ Non voglio parlarti”, proprio in quel momento sento le sue braccia stringermi da dietro. Inizialmente questa sensazione mi irrigidisce, ma poi mi abbandono al calore che mi sta infondendo e mi giro verso di lui per completare quel contato.

“Shhh…” mi dice mentre mi accarezzi il capo, mentre io ormai singhiozzo.

Sai Steve, questa è la prima volta che piango, la prima volta che lascio libere le mie emozioni, la prima volta dopo la morte dei miei genitori.

Poggio il capo nell’incavo del suo collo e cerco di calmarmi.

“Mi dispiace” mi dice.

“Lo so”

“Tu per me sei importante” a quelle parole meravigliato alzo finalmente lo sguardo e lo guardo, mentre mi offre un dolce sorriso e continua “Più di quanto credi.”

Felice assaporo il suono dolce di quelle parole e il loro significato mentre torno a stringermi a lui.

“Anche tu sei importante per me.”

   
 
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