Anime & Manga > Yuri on Ice
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Autore: yo_ki_min    20/12/2016    2 recensioni
Katsuki Yuri è un ansioso cronico. Victor Nikiforov non prova più la stessa passione che provava prima nel pattinare. Scoprono di poter risolvere i loro problemi lavorandci su, assieme.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti, Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Yuuri Katsuki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Sono passati pochi giorni da quando sono arrivato ad Hasetsu, e sono già iniziati i problemi. 

Non perché il posto abbia qualcosa che non va, anzi; la gente è cordiale, il clima è fresco e le terme forniscono un relax assoluto. Per non parlare del cibo, di cui non penso che potrò più fare a meno. E poi c'è Yuri. Che non è lo stesso Yuri del banchetto e nemmeno lo stesso del video su Youtube. Questo Yuri è lo Yuri di ogni giorno, con tutte le sue peculiari caratteristiche, i suoi difetti, le sue abitudini e i suoi modi di fare. È Yuri come lo conoscono i suoi cari, e come adesso sto imparando a conoscerlo anche io. E questo Yuri mi piace tanto quanto i precedenti. Forse anche di più. Il nostro rapporto sta diventando più stretto, intimo e personale, e io inizio a considerarlo più che un allievo. Yuri è...tante cose, ma principalmente è qualcuno da cui aspettarsi sempre nuove sorprese. Non finisce mai di stupirmi. 

Non è Hasetsu in se che mi rende insofferente. Non è nemmeno Yuri. O meglio, non è Katsuki  Yuri. 

Ma Yuri Plitsesky, o come ormai tutti lo chiamano, Yurio, beh, lui è un po' indisponente. Se è spuntato qui è tutta colpa mia, lo ammetto. Se mi fossi ricordato di preparargli la coreografia, come gli avevo promesso -ma era una promessa vecchia e non rinnovata, e io sono un tipo mooolto distratto- adesso saremmo tutti felici e contenti, o quasi. Devo dire che mi aspettavo una reazione peggiore da parte sua, in fondo l'ha presa piuttosto bene, considerato il suo carattere collerico. Ha persino accettato le mie condizioni. 

È vero, l'idea di una nuova gara fra i due Yuri mi alletta. Però, però, adesso che conosco il vero Yuri, non quello privo di preoccupazioni e insicurezze della festa, adesso che riesco a cogliere il suo nervosismo, la sua agitazione, adesso che so quanto si impegni e quanto ci tenga al suo pattinaggio e al giudizio che gli altri ne hanno, desso che noto la sua fatica, i suoi sforzi, la sua determinazione so quanto lo devasterebbe una disfatta. Yurio è molto giovane e sicuro di se, e perdere non potrebbe che fargli bene, ma Yuri ha un'autostima sotto le scarpe. Vorrei che non fosse così, vorrei che riuscisse a capire, a scoprire quanto è eccezionale. Ma ci vuole tempo, e a seconda dell'esito dello scontro fra i miei due allievi non so se ci sarà concesso. 

Click!

Ecco il secondo motivo di fastidio. I paparazzi, come quello che mi ha appena scattato una foto. I giornalisti. I fan. Mi seguono ovunque, non mi danno tregua. Da quando sono qui gli alberghi sono pieni e i locali turistici fanno affari d'oro (con grande gioia del padre di Yuri). Ma io sono stanco, stanco, stanco. Qui speravo di poter essere Victor Nikiforov, straniero qualunque, ospite della famiglia Katsuki. Invece sono Victor Nikiforov il campione di figure skating, sempre e comunque. Ovunque. 

Ma non stasera. Stasera non mi avranno. 

Mi dileguo in mezzo alla folla, passo per vicoli e stradine, fra gente ubriaca e comitive di ragazzi giovani e spensierati. Entro in un pub, parlo con qualcuno, prendo una birra. Esco, faccio un pezzo di strada con due perfetti sconosciuti, buonasera, parlate inglese? Ah no? Peccato. Scopro un ristorante in cui fanno un ramen delizioso, devo tornarci con Yuri. Mi inoltro sempre di più nel cuore pulsante della cittadina, confondendomi in mezzo al fiume di persone che popola la notte. 

Dopo una decina di locali e un numero molto più alto di bevande alcoliche decido che è tempo di tornare a casa. Nel locale squallido in cui mi trovo un ragazzo lacrimoso sta avendo un'intensa conversazione telefonica con una donna, a giudicare dai toni acuti che sento provenire dall'apparecchio. 

"Resta con me! Non mi lasciare!" la implora il ragazzo. Nel tavolo accanto al mio una coppia si riscalda nel freddo della notte, scambiandosi effusioni. I due sono così vicini che non si distinguono i contorni delle loro sagome. 

Il ragazzo disperato si abbandona sul bancone singhiozzante. Poi il pianto si trasforma in silenziosa rassegnazione. 

Ho spesso passato serate intere in uno stato simile a quello del giovane. Solo, disperso, abbandonato a me stesso. Mi è capitato di non trovare la forza nè la motivazione sufficiente per alzarmi e tornare a dormire nel mio letto. Mi è capitato di restare a pensare al niente di cui era composta la mia vita, con la mente offuscata dall'alcol, per ore, insensibile a ciò che avveniva intorno a me.

Adesso, però, è diverso. Adesso ho qualcuno da cui voglio ritornare. 

Perciò mi alzo ed esco. Le luci dell'Ice Castle sono visibili anche da qui. 

"Sento una voce
che canta lontaaaanoo"


Canticchiando, mi dirigo verso casa. 
  
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