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Autore: Hil 89    20/12/2016    2 recensioni
È la mattina di Natale in casa Gallagher, ma Ian sembra non sentire particolarmente lo spirito natalizio, si sente incompleto. Ambientata dopo il settimo finale di stagione. Le frasi della canzone sono di "Where are you Christmas" di Faith Hill. Saluti, Hil
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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WHERE ARE YOU CHRISTMAS?


 
Where are you Christmas, why can’t I find you?



Ian si svegliò presto quella mattina, il corpo caldo di Trevor era ancora stretto al suo, passò distrattamente la mano tra i capelli ricci del moro prima di alzarsi. Si infilò una maglia abbandonata su una sedia e scese le scale, la casa era stranamente silenziosa.
Si versò una tazza di caffe amaro ed osservò la neve cadere dalla finestra del salone, mentre ingoiava le solite medicine. 
“Buon Natale” un bisbiglio al suo orecchio precedette un bacio delicato sulle labbra, si voltò verso il suo ragazzo, “Non te ne sarai dimenticato, vero?!” scherzo’ Travor notando il suo sguardo sorpreso. “Scusami” rispose il rosso, “Ero sovrappensiero” lo baciò nuovamente stringendolo leggermente a se. Il moro gli sorrise e si diresse in cucina per preparare la colazione.
Ian fissò l’albero di Natale abbandonato vicino alla televisione, era addobbato solamente da qualche pallina colorate. Era il 25 Dicembre, il giorno di Natale, quello doveva essere un giorno allegro, da passare insieme alla famiglia, con le persone che amava… e lui se lo era scordato!
Sorrise aspramente, nel constatare di non essere sorpreso di questa dimenticanza. Due braccia lo strinsero per i fianchi prima che due labbra morbide gli solleticarono il collo, “Ti va di uscire?”, si voltò verso Trevor e lo baciò, “Faccio una doccia prima” rispose prima di salire le scale.


 
I’m not the same one, see what the time’s done. Is that why you have let me go?



Il getto caldo dell’acqua gli fece emettere un sospiro, si passò una mano sul volto prima di chiudere gli occhi e lasciarsi cullare da quel tepore.
Si sentiva strano quel giorno, non riusciva a spiegarsi il motivo, ma aveva un senso di incompletezza che lo tormentava.
Restò con gli occhi chiusi per alcuni minuti poi chiuse il rubinetto e si avvolse i fianchi con un asciugamano.
Si recò nella sua stanza e si ritrovò piacevolmente sollevato nel non trovarci Trevor, aveva bisogno di restare solo con i suoi pensieri ancora per un po’. Indossò un paio di jeans scusi, prese una maglia beige e vi trovò un profumo famigliare che lo fece tremare.
Mickey.
Quello era il suo odore, l’avrebbe riconosciuto tra mille.
Si ritrovò a stringere forte la stoffa tra le mani, chiuse gli occhi perdendosi nei ricordi. 
“Fuck you Gallagher” 
Quelle erano state le sue ultime parole, non c’era odio nel suo tono, solo amarezza.
Non poteva biasimarlo, lo stava abbandonando per la seconda volta.
Erano a pochi chilometri dal confine con il Messico e lui gli aveva appena sussurrato che non l’avrebbe seguito.
Aveva osservato, con il cuore in frantumi,  lo sguardo azzurro di Mickey diventare lucido, perdere la lucentezza che li aveva illuminati in quei giorni, fin dal momento in cui si erano rivisti sotto le gradinate del liceo.
Ian aveva creduto, con tutte le sue forze, che sarebbe potuto andare con lui, ma poi si era reso conto che quella decisione avrebbe mandato in pezzi tutti gli sforzi che aveva fatto per cercare di avere una vita normale, nonostante la sua malattia. Era riuscito a guadagnarsi il posto da paramedico e quel lavoro lo faceva sentire utile, importante, indispensabile per qualcuno.
Amava Mickey, con tutto il cuore, ma sapeva di aver fatto la scelta giusta a ritornare a Chicago.  
Si ricordò di come aveva osservato, con il cuore in gola, la macchina di Mickey passare il confine, trattenendo il fiato quando i poliziotti di frontiera l’avevano fermato e rilasciandolo solamente quando fu certo che tutto fosse andato liscio.
Chiuse nuovamente gli occhi cercando di ricordarsi la sensazione delle mani forti di Mickey sul suo corpo, la morbidezza delle sue labbra a contatto con le sue, il modo in cui il moro di aggrappava alle sue spalle tutte le volte che lo faceva suo. Il suono della sua voce, i suoi gemiti, la sua risata, ma soprattutto i suoi occhi azzurri, così maledettamente espressivi e penetranti.
Gli mancava Mickey, tremendamente, ma nonostante questo era convinto di aver preso la decisione giusta.                
Prese un profondo respiro e terminò di vestirsi.
Scese le scale e trovo' Trevor seduto al tavolo della cucina insieme a Liam che parlava con Fiona.
"Ian, buongiorno! Buon Natale!” sua sorella lo baciò su una guancia prima a di abbracciarlo, il rosso la strinse forte a se cercando di alleviare almeno un po’ quella sensazione, ma invano. “Stavo giusto dicendo a Trevor che volevo invitare Kev e V a pranzo, Lip è già andato a prendere Debbie e Neil. Carl purtroppo non può rientrare, ma ti saluta. Caspita, è il primo Natale che riusciamo a passare insieme senza troppi imprevisti!” la voce allegra di Fiona lo fece sorridere, ma Ian non riusciva a farsi contagiare del tutto dal suo entusiasmo.
Si senti stringere la mano sinistra e si voltò verso il viso sorridente di Trevor “Andiamo a comprare il dolce, ti va?”, il rosso annui e segui il ragazzo fuori dalla porta.

Il pranzo si era appena concluso e tutti i commensali erano ancora seduti attorno al tavolo che per l’occasione era stato sistemato i salone.
Liam stava guardando la televisione svaccato sul divano in compagnia delle gemelle e Neil, Lip stava scherzando con Kev e Trevor, Fiona e V stavano ridendo insieme a Debbie.
Ian osservava la sua famiglia allargata appoggiato allo stipite della porta della cucina con una birra in mano.
Casa Gallagher era invasa dalle risate, ma nonostante questo il rosso non era riuscito a farsi coinvolgere del tutto dallo spirito natalizio, da quel calore allegro che sembrava aver avvolto tutta la stanza.                              
Lo squillo del suo cellulare lo distolse dai suoi pensieri, lo prese svogliatamente dalla tasca dei pantaloni e lo osservò: numero sconosciuto.
Attese un attimo prima di portarsi il ricevitore all’orecchio. 

“Ehi, tough guy. Buon Natale!” 

Il suo cuore batte’ leggermente più forte ed un sorriso genuino e spontaneo nacque sulle sue labbra.
Mickey.
Eccola quella sensazione di calore, ora la sentiva anche lui. Adesso poteva dire di sentire il Natale, finalmente. 

 
I feel you Christmas, I know I’ve found you. 

 
  
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