Fandom: Teen Wolf
Genere: Romantico
Personaggi: Stiles, Derek 
Pairing: Sterek
Note: Una drabble per una carissima amica. Una piccola invasione di campo, in punta di piedi.
Dedica: a Nykyo, auguri tesoro. 
Disclaimer: I personaggi e i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me ma a Jeff Davis e a chi ne detiene i diritti.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.
 
 

DH

Prima una riga diritta, ma dai bordi screpolati. Una strada di cui s’intravedeva il termine, ma non per questo più facile. Poi una curva, come una mezzaluna. Ma finita, un vicolo cieco.
A distanza, dopo uno spazio vuoto, due linee parallele come i binari di un treno. Di lontano potevano guardarsi, ma non s’incontravano mai.
 
L’altro si scrollò dalle spalle la terra. Dopo tanta corsa si sentiva come rinato. No: risorto. Letteralmente riemerso dal terreno, come uno che non muore. Come uno zombie o un miracolato. Si sentiva anche, come sempre, un animale braccato. Ma in quello non c’era, appunto, alcuna novità. Chi mi insegue non sa dove sto andando… Chi mi insegue non sa di cosa ho bisogno.
Le luci nella biblioteca erano ancora accese. “C’è ancora luce… C’è ancora luce”
Il ragazzo fece scorrere ancora le dita. Due strade che non s’incontrano. Mezzelune e vicoli ciechi. E poi… e poi un passaggio segreto. Quello che completava le sue iniziali. DH… Se dico il suo nome tornerà umano. Se dico il suo nome tornerà da me. “Derek…” mormorò.
Sulla soglia, alle sue spalle, i denti bianchi del lupo straziarono l’oscurità. Gli occhi verdi come lune sorgenti dall’acqua, le stesse mani mai indelicate strette in modo spasmodico sul bordo tagliente di uno scaffale.
“Volevi me?” chiese sornione. “Volevi che tornassi umano?” sussurrò più piano.
Il ragazzo sbatté le lunghe ciglia. Prese fiato, si agitò per lunghi istanti non necessari e nel modo più scoordinato possibile, come un ragno caduto nella sua stessa rete. Come un nodo da cui si dipartono vie mobili e imprevedibili. ” Io? Io ti cercavo? Io non cerco nessuno! Non uno che se ne va senza salutare! Uno che crede, forse, di avere il mondo ai suoi piedi… Ma sai cosa? Sono io che ti ho fatto tornare! Io che ti salvo… ogni volta!! E tu… Io sono quello che ti fa restare vivo!”
“Vero” confermò l’altro sulle sue labbra. Poi, indicando con la mano il cartello “Silenzio”, con un bacio gli chiuse la bocca.