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Autore: Morgana_82    21/12/2016    0 recensioni
*AGGIORNAMENTO 24-04-2022*
Dopo lunghi anni (quasi 10 da quando l'ho pubblicato), torno a rimaneggiare questo mio piccolo racconto. Lo revisionerò e, spero, migliorerò.
Ho creato una nuova storia (con lo stesso titolo), in cui pubblicherò i capitoli revisionati.
Chiudo dunque questa storia. Grazie a tutti per aver seguito e commentato
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Frigga, Loki, Odino, Thor
Note: AU, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Dopo lungo silenzio, ecco un nuovo capitolo di questa storia. Spero che sia di vostro gradimento.
 
 
 
Þá kømr enn ríki
Allora viene il potente
At regindómi
al suo regno,
Oflugr ofan
Il forte dall'alto
Sá 's ǫllu ræðr.
Che tutto governa.
 
[Ljóða Edda, Vǫluspá]
 
 
 

Thor sta eretto, i capelli biondi gettati all’indietro, fronteggia a testa alta il Padre degli Dei, che lo scruta in silenzio. Odino ha un occhio solo, ma quell’occhio sa indagare nel profondo dell’anima di ogni creatura. Al fianco di Thor sta Freyr, che si guarda intorno smarrito, come se non sapesse bene dove si trova. Sul primo gradino della scala che innalza il trono di Odino sta Loki, che osserva la scena da una prospettiva che gli è nuova: assai di rado gli è capitato di poter osservare Thor, mentre la furia del Padre si riversa esclusivamente su di lui. Un evento raro e strano.
La sala del trono è vuota ad eccezione dei tre giovani, di Odino, che siede sul trono, di Frigga sta al suo fianco e di Gerdr che sta di fronte a Loki, chiamata a testimone in quel processo. Perché è esattamente di questo che si tratta: di un processo.
- Figlio, tu continui a dichiararti innocente? Nonostante la giovane Gerdr giuri che tu e Freyr siete colpevoli? - La voce di Odino è calma, ma risuona cupa nel salone dorato, come il rintocco di una campana.
- Mi dichiaro innocente, Padre -, conferma Thor, anche la sua voce è calma, e ha lo sguardo fermo.
- Le cose sono andate in maniera ben diversa da come Gerdr le ha raccontate. -
- Mi stai dando della bugiarda? - Sbotta Gerdr, indignata.
- Silenzio, bambina. Hai già detto tutto quello che dovevi-, il monito di Frigga è cortese, ma cela in sé un severo accento, che induce la giovane a chinare il capo.
- Non credo che tu sia in mala fede, - continua Thor, - ma forse qualche cosa ha confuso il tuo giudizio -.
Odino solleva il mento e si tira la barba irta e folta con la mano adorna di giganteschi anelli d’oro, - che cosa può averla confusa a tal punto da dichiarare ciò che è l’esatto opposto della verità, a quanto tu dici? -
- Non saprei, Padre -, il giovane ha un leggero tentennamento, passa il peso da un piede all’altro, - ma so che le cose non sono andate così. -
- Allora dicci la tua versione della storia, così potremo confrontarla con quella di questa ragazza -.
- Ebbene, Gerdr venne a cerarmi e mi disse di correre in aiuto di mio fratello, perché Freyr, che li aveva sorpresi insieme, gli avrebbe fatto del male. -
- Ciò corrisponde anche a ciò che ha detto la Gerdr, va’ avanti-.
- Quando arrivai nel frutteto, però, non trovai ciò che mi aspettavo. Loki era intento a operare qualche tipo di sortilegio su Freyr, ho creduto che stesse per ucciderlo -.
Odino aggrotta le sopracciglia e si china in avanti sul trono, la sua voce diventa ancor più grave - stai dicendo che tuo fratello ha attentato alla vita di questo giovane, un membro del mio popolo, con le sue arti? Sai che questa è una colpa assai grave, che io dovrei punire con la morte o con l’esilio. Sei certo di quel che dici, figlio? -
Thor deglutisce, non vorrebbe davvero fare a suo fratello un torto così grande, ma c’è qualcosa i quella storia che gli ha messo addosso un terribile disagio, - io non credo che Loki volesse far del male a Freyr, non davvero, ma la cosa stava andando troppo oltre e ho creduto di dover intervenire. -
- E dunque hai percosso Loki a tal punto da doverlo mettere nella camera di guarigione? - tuona Odino.
- No! Io non ho toccato mio fratello. Non ho alzato un dito, su di lui. -
- Dunque Freyr, sei stato tu? -
Freyr, sentendo il suo nome, si riscuote e guarda Odino, - io mi ricordo che ero molto arrabbiato. Avrei ucciso quel piccoletto, se avessi potuto. Desideravo il suo sangue. L’ho inseguito, lui scappava. Poi… un gran dolore alla testa e… non ricordo altro, sono confuso. Non so cosa sia successo -.
Odino si agita sul trono, serra le mascelle e afferra i braccioli dorati - non ricordi nulla, eh? Nulla all’infuori del desiderio di spargere il sangue del figlio di Odino? Spero ti renda conto che questo non getta buona luce su di te! -
- Freyr non era nelle condizioni di fare alcunché, Padre. Era legato e svenuto, forse per questo non ricorda nulla. -
- Sei stato tu a colpirlo, perché non facesse del male a Loki? –
- No, Padre -.
- Allora c’è qualcosa che non capisco, Thor. Le guardie hanno visto te e Freyr portare Loki in fin di vita nella camera di guarigione. Se non è stato lui e non sei stato tu… chi è stato? -
- Beh, nessuno, per la verità. Quando me ne sono andato, Loki era furente di rabbia, ma sano e in salute, era Freyr ad avere bisogno della camera di guarigione, visto il modo in cui era ferito -.
- Chi era stato a ferirlo? E se era ferito così gravemente, perché non lo hai portato tu stesso a farsi guarire? -
- Io… - Thor distoglie lo sguardo da quello del Padre, non vuole dire altro per accusare Loki, se confessasse di essere stato minacciato dal fratello, i guai per Loki sarebbero ancora peggiori. Eppure, non desidera essere punito per qualcosa che non ha commesso. Non una cosa così disonorevole, comunque. I suoi pensieri vengono interrotti dalla voce di Odino, che si alza dal trono, e sembra ancor più gigantesco e minaccioso.
- Credo di aver compreso come sia andata la vicenda, e ho preso la mia decisione -, Loki ha un fremito, uno appena percettibile, e se Odino sapesse? Lui è il padre degli Dei, in fondo, lui sa tutto. Sempre. “Adesso si alzerà e dirà che è tutta colpa di Loki, come ogni volta, e…
- Thor, mi duole dire che sono molto deluso da te - Loki non può credere alle sue orecchie, - Heimdallr ha confermato la versione di Gerdr, egli stesso ha visto te e Freyr condurre Loki alla camera di guarigione. -
- Ma non è possibile! Padre io…-
- Tu hai mentito a tuo padre, Thor. E ti sei macchiato di un atto di violenza contro il tuo stesso fratello. -
- Se avevi già deciso la mia colpevolezza, perché mi hai lasciato parlare? -
- Volevo darti l’opportunità di essere onesto, perché come un giovane onesto io ti conosco e so che la menzogna macchia di rado la tua lingua. Ma, a quanto sento, nemmeno tu sei del tutto immune a un simile male, figlio mio, e questo mi addolora molto. -
- Ma io non sto mentendo! -
- Allora mentono Gerdr, le guardie e lo stesso Heimdallr? -
- Loki, ti prego, di’ qualcosa… digli che non sono un bugiardo! -
Loki deglutisce e si agita, guarda il fratello dritto negli occhi. Potrebbe dire la verità, scagionare Thor e assumersi la responsabilità delle sue azioni. Non è il castigo che lo preoccupa, sa che Odino non lo farebbe giustiziare, né esiliare. Sarebbe un castigo duro, certo, ma Loki potrebbe sopportarlo, il dolore non lo spaventa. Quello che non può sopportare è la voce di Thor, che gli rimbomba ancora nelle orecchie “…sei sleale, Loki, lui non può difendersi così…”, “…perché non provi a essere uguale a tutti gli altri, Loki? Così ti lascerebbero in pace…”. Quale momento migliore per mettere Thor in cattiva luce nei confronti del Padre? Quale miglior occasione di prendersi, finalmente una meritata rivincita? Eppure, Loki non ci riesce, non riesce a pronunciare delle parole di accusa nei confronti del fratello. Senza dire nulla, scende dal gradino e si mette al fianco di Thor.
- Padre, Thor dice il vero. Le cose sono andate esattamente come dice. -
Incredibilmente, e con un certo compiacimento, il giovane ossuto si rende conto che Odino è confuso, - non capisco, Loki, spiegati meglio -.
Loki gonfia il petto e inspira a fondo, solleva il mento ossuto e sputa fuori - IO ho attirato Freyr in una trappola, perché…- almeno una piccola bugia poteva permettersela - volevo entrare nelle grazie di Gerdr, è per lei che ho fatto tutto questo.
Odino si risiede, lentamente, e Frigga fa un passo avanti. Gerdr si torce le dita e si morde le labbra, per non sorridere.
- Tutto questo, cosa? - Chiede Odino scrutando il figlio minore, con l’occhio socchiuso e la fronte aggrottata. Odino ha un occhio solo e crede che nulla possa più sorprenderlo, ma a volte si sbaglia.
- Io - continua Loki, - ho lanciato un incantesimo su Freyr, per convincerlo a lasciare in pace Gerdr, ma la cosa mi ha preso la mano, so di aver sbagliato e se Thor non fosse intervenuto, forse Freyr si sarebbe fatto male davvero. Poi io e Thor abbiamo litigato e lui se n’è andato, lasciandomi con Freyr in brutte condizioni. A quel punto, mi sono fatto prendere dal panico, non sapevo che fare… Freyr aveva bisogno di cure, ma temevo della tua ira, Padre, lo ammetto. Quindi ho usato ancora le mie arti, per ingannare la vista delle guardie e ho condotto Freyr sotto mentite spoglie alla camera di guarigione. Le guardie credevano di vedere me ferito e sanguinante, mentre si trattava di Freyr. Credevo di potermela cavare, ma adesso che degli innocenti stanno per essere incolpati, per qualcosa che è una mia colpa, non posso fare a meno di parlare. -
Nella sala scende un silenzio che quello di un manto di neve nel cuore della notte. Thor guarda Loki con uno sguardo assolutamente decifrabile: si sta chiedendo che cosa stia tramando suo fratello, per esporsi così. Di solito avrebbe fatto di tutto, pur di non attirare su di sé le ire del Padre. E adesso… “Mi pare che quasi ne goda. Perché?” La risposta gli giunge quasi immediatamente, quando Odino riprende a parlare. Nella sua voce c’è una sfumatura che Thor conosce molto bene, è arrabbiato, ovviamente, ma forse non come vorrebbe, e c’è come una nota, appena accennata, di orgoglio.
- Tu hai ingannato la vista di Gerdr? -
- Sì, Padre. -
- E delle guardie? -
- Sì, Padre -
- E hai ingannato gli occhi di Heimdallr? -
- Ancora, sì. Anche se non era nelle mie intenzioni. Non sapevo di poter ambire a tanto, ma forse ho sottovalutato il mio potere. -
- E hai trasportato il corpo di Freyr dal frutteto sino alla camera di guarigione, tutto da solo? -
- Ora, forse, sei tu a sottovalutare la mia forza. -
- Non userei quel tono, giovanotto, non nella tua posizione… Dunque sei riuscito a mentire a tutti, a infrangere una quantità di leggi e a mettere in pericolo la vita di un giovane abitante di Asgard, tutto in un solo giorno. Credo che tu sappia che le tali azioni dovranno essere punite molto severamente. -
- Ne sono consapevole, Padre. So di meritare il tuo giusto castigo. -
- Va’ nella tua stanza, verrò da te tra poco. -
Loki si inchina e si congeda. Mentre si volta per lasciare la stanza, Thor può giurare di vederlo sorridere.
- Thor, - la voce del Padre lo richiama - tu sei assolto da tutte le accuse, anche se mi sarei aspettato di più da te. Avresti dovuto aiutare tuo fratello, e non abbandonarlo nel momento in cui aveva bisogno di te. Ad ogni modo, non sarai punito. Anche tu Freyr, pare che tu sia la vittima in questa faccenda e ti porgo le scuse a nome di mio figlio. Potete andare. -
Thor non ha il coraggio di aggiungere altro, si inchina e esce a sua volta dalla sala del trono, poi Odino congeda anche Gerdr, per rimanere solo con Frigga.
- Cosa pensi, mio Signore? - chiede Frigga, posando una mano sulla spalla del marito.
- Penso che Loki sia sincero, una volta tanto, se non è stato Thor ad aiutarlo, non c’è nessun altro su Asgard che lo avrebbe fatto. Tale è il consenso di cui gode mio figlio, tra il mio popolo. Ma c’è qualcosa, in questa faccenda, che non riesco a capire: come avrà fatto a ingannare Heimdallr? Che il suo potere sia tale, alla sua età? -
- Ti dimostri piuttosto quieto, per essere un padre il cui figlio ha appena ammesso gravi colpe -.
- Non posso biasimarlo fino in fondo, Gerdr è davvero una fanciulla di rara bellezza. -
- Lo giustifichi perché il suo movente è l’amore di una fanciulla? -
- Forse dimentichi cosa ho dovuto fare io, per avere te? E comunque ha ammesso le sue colpe, questo non è da lui. Sono piacevolmente sorpreso. -
- Quindi conosci uno dei tuoi figli per un giovane onesto e l’altro per un mentitore? Entrambi i tuoi figli ti amano e cercano di compiacerti, perché non riesci a essere orgoglioso di entrambi egualmente? -
- Ma lo sono. -
- Il Padre degli Dei non dovrebbe mentire. -
- Certo, se Loki cercasse di assomigliare di più a Thor… -
- Vuoi da lui qualcosa che gli è impossibile fare. E tu lo sai, sai la sua natura. Accettala e lui diventerà il migliore degli uomini. -
- Temo solo che ciò che giace dentro di lui possa risvegliarsi. Devo tentare di tenerlo a bada, tu mi capisci, vero? Adesso devo andare a parlargli. -
- Non essere troppo duro, con lui. -
- Devo. Come hai detto, si è macchiato di colpe molto gravi. Inoltre, credo che lui se lo aspetti. Anzi, credo che sarebbe molto deluso, se non lo punissi… come avrei punito Thor -.

**** 

- Sai, sono davvero ammirato -, Ràtto è sdraiato sul letto di Loki, le braccia incrociate dietro la testa e una sigaretta accesa tra le labbra sottili da rettile. Il giovane non ha idea di come abbia fatto a sparire e ricomparire a quel modo e, soprattutto, non riesce a immaginare in che modo possa la strana creatura sfuggire agli occhi del Dio Bianco Heimdallr, che tutto vede e tutto ode, - la tua mossa è stata degna del miglior giocatore di scacchi -.
- Non so cosa sia uno scacchi -, risponde Loki che osserva il mondo fuori dalla finestra. È seduto sul davanzale, con una gamba ciondoloni.
- Gli scacchi sono un gioco da tavola, di strategia. E tu sei davvero uno stratega nato -.
- Come il Hnefatafl? -, chiede Loki assorto, i suoi sensi sono quasi del tutto assorbiti dal percepire i movimenti nel corridoio oltre la sua stanza. Tra poco suo Padre verrà da lui.
- Non saprei. Comunque, davvero: avresti potuto uscirne sconfitto anche stavolta: nonostante la colpa fosse data a tuo fratello. Certo, avresti evitato una punizione che si preannuncia dolorosa, ma non ne avresti ricavato altro, se non di dare, per l’ennesima volta, una visione di te da debole e da perdente. Invece, confessando, hai impressionato tuo padre. Davvero, il suo occhio era sbarrato come il fanale di una macchina. Sicuramente non se l’aspettava, da te -.
- Beh… sì, messa in questi termini, devo dire che suona bene – Loki salta giù dal davanzale e si appressa al letto dal quale lo strano individuo sta inondando la sua stanza di fumo. - Certo, non è tutto merito mio, non averi avuto il potere di ingannare Heimdallr. Non ancora, almeno… -
- Non ancora? – Chiede Ràtto, lanciando due anelli perfetti, uno dentro l’altro.
- Tu hai quel potere, insegnami! -
- Potrei. Ma ne parleremo un’altra volta. - L’uomo rettile si solleva sedere di scatto.
- Perché? -
- Perché sta arrivando il Dio Paparino, e penso che tu non voglia sapere quanto è grossa la frusta che stringe in mano. -
Ràtto svanisce alla vista di Loki, nel momento esatto in cui la porta della sua stanza si spalanca e Odino, la barba ispida e folta che fa da cornice al volto sfigurato, introduce la sua mole nella stanza del principe di Asgard. È imponente, Odino, anche quando non è seduto sul suo trono lucente. Loki ricorda che, da fanciullo, quando il Padre lo sollevava per gioco, a lui sembrava di volare. Adesso la presenza del Padre degli Dei nella stanza è opprimente, come se occupasse lo spazio di cinque uomini, anziché uno.
- Padre -, la voce di Loki non riesce a essere calma come vorrebbe. Adesso che se lo trova davanti, non ricorda più il motivo per cui pochi attimi prima si sentiva orgoglioso di sé stesso. Adesso sente solo la bocca seccarsi e le mani gelate e sudate allo stesso tempo.
- Figlio -, risponde Odino, chiudendosi la porta alle spalle, - sono venuto a somministrare il castigo dovuto a chi infrange le leggi di Asgard, che io stesso ho sancito. -
- Sì, Padre -, il suo sguardo, per un attimo soltanto, saetta vesto l’oggetto che Odino stringe nella possente mano. Uno staffile di cuoio, composto da un corto manico rigido e una manciata di corregge di cuoio lunghe mezzo metro. Loki sente il sangue defluire dal volto e, per una volta, benedice il pallore naturale della sua carnagione.
- Prendi quella panca -, comanda Odino.
Lungo la parete, sotto la finestra, c’è una panca di legno intarsiato, Loki la trascina al centro della stanza. Ha già affrontato, in passato, le punizioni paterne e sa come comportarsi. Si sfila la giacca con le spalline e la casacca di cotone ricamato, lo sguardo del Padre sul suo corpo inerme lo atterrisce, sa di non avere la prestanza del guerriero, la giovane schiena guizzante è tesa e rigida.
- Sdraiati. -
Loki obbedisce e si distende prono sul legno freddo e liscio al contatto col petto nudo. Una volta sdraiato infila le dita nel bordo dei calzoni e li cala fino a metà delle cosce, dopo di che si afferra alle gambe della panca, sono tonde e ruvide. Odino, che non si è mosso di un millimetro fino a quel momento, fa un passo verso di lui e si inginocchia, gli porge un tocchetto di legno rotondo.
- Mordi questo, figliolo, ti aiuterà -.
Loki lo addenta e chiude gli occhi, aspettando il supplizio.


Continua...

  
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