31/10 - Samhain
La mattina del 31 ottobre Belle si
presentò, come di consueto, nella sala dell'arcolaio alle 8 in
punto, reggendo un vassoio con la colazione per Rumpelstiltskin.
Una fitta nebbia impediva al più
piccolo raggio di sole di raggiungere la terra e di filtrare
attraverso le finestre del Castello Oscuro, così la giovane fu
costretta ad accendere le candele nonostante fosse giorno fatto. I
profili spettrali degli alberi ormai spogli si distinguevano a
malapena nella bruma compatta, dando vita a figure agghiaccianti. Gli
spifferi d'aria gelida facevano tremolare le fiammelle in modo
sinistro. Il paesaggio fuori dalle mura della dimora di
Rumpelstiltskin sembrava avvolto da un incantesimo, come in attesa di
qualcosa che sarebbe avvenuto di lì a poco. Pareva che tutta la luce
si fosse rispettosamente ritirata dal mondo per cedere il passo
all'oscurità.
La giornata passò alla svelta e, dopo
cena, Rumpelstiltskin ordinò alla ragazza di seguirlo in una delle
stanze al piano di sopra.
- La tua cella nei sotterranei non è
esattamente il posto più adatto per prepararsi ad un ballo, non
trovi, dearie? E chissà... se stanotte farai bene la tua parte,
potrei anche decidere di ricompensarti donandoti la camera che sto
per mostrarti. -
Il Signore Oscuro la guidò lungo uno
stretto corridoio di pietra tenendo alta davanti a sé una luminosa
sfera di fuoco che aveva fatto apparire con la magia, ma che pareva
quasi incapace di scacciare le tenebre che serpeggiavano tutt'intorno
come infide belve. In effetti, Belle aveva l'impressione che, da
quella mattina, l'oscurità avesse preso gradualmente possesso di
quel luogo, che vi si fosse insinuata come fosse stata una cosa viva.
Rabbrividì e si strinse le braccia attorno alle spalle. Solo in quel
momento realizzò che anche la temperatura era scesa drasticamente e
rimase basita quando si accorse che il suo respiro si condensava
davanti a lei in piccole nuvolette di fumo.
Fuori dalle finestre la nebbia si era
in parte dissolta, ma al suo posto erano comparsi scuri nuvoloni
minacciosi che, di tanto in tanto, occultavano una sottile falce di
luna che, quella sera, appariva come un perfido ghigno argentato che
ammiccava malignamente nel cielo senza stelle, troppo debole e
lontana per gettare il suo riflesso sulla terra.
Il folletto si accorse del disagio
della domestica e sorrise compiaciuto. - Un'atmosfera perfetta per
questa notte. I miei ospiti trovano congeniale gli ambienti tenebrosi
e freddi. Non amano la luce del giorno o il calore del sole. -
Quelle parole non rassicurarono affatto
la giovane circa quale potesse essere l'identità degli invitati al
ballo. Che fossero dei demoni o degli spettri? Ad ogni modo, volente
o nolente, lo avrebbe scoperto tra poche ore.
Quando Rumpelstiltskin spalancò la
porta della stanza, Belle si ritrovò in un'ampia camera da letto a
pianta perfettamente circolare, sormontata da un soffitto a cupola
splendidamente affrescato con figure aggraziate e leggiadre che
ritraevano personificazioni degli astri e si stagliavano su un
magnifico sfondo blu di lapislazzuli. Una grande specchiera di legno
bianco finemente intarsiato ospitava profumi, esotiche essenze e
cosmetici di ogni tipo in preziose boccette di vetro colorate. C'era
anche una vasca da bagno in ceramica con i piedini in ottone e un
grande letto a baldacchino si ergeva maestoso contro la parete, con
le tende turchesi e leggere ricamante d'oro. Sulle coperte di
broccato era stato adagiato un magnifico abito da ballo di tulle nero
e rosso cupo, con la gonna ampia e il corpetto aderente.
- Questa stanza è stregata. - spiegò
il folletto. - Basta che tu faccia una richiesta ad alta voce e
questa verrà esaudita all'istante. Ora preparati e poi raggiungimi
nella sala dell'arcolaio alle 23.30. -
La ragazza annuì distrattamente,
ancora intenta ad ammirare la raffinata bellezza di quella camera
fiabesca.
Rimasta sola, si portò una mano al
mento con aria pensierosa. Dunque, da dove poteva iniziare? Lo
sguardo le cadde sulla vasca e la risposta non si fece attendere.
Rumpelstiltskin aveva detto che sarebbe
bastato formulare una richiesta ad alta voce. Un po' dubbiosa, la
ragazza scandì: - Desidero fare un bagno caldo. -
Detto, fatto. La vasca si riempì in un
attimo di acqua calda e profumata, ribollente di schiuma color
lavanda.
Piacevolmente sorpresa, Belle si
spogliò e vi si immerse con un sospiro di piacere.
Dopo il bagno, la giovane si avvicinò
al letto e prese il vestito tra le mani. Sembrava piuttosto
complicato da indossare. Di certo, da sola non ce l'avrebbe mai
fatta.
- Desidero prepararmi per il ballo di
stasera. -
Con sua grande sorpresa, il vestito
prese vita propria e, in totale autonomia, il corpetto si avvolse
intorno al busto sottile di Belle, i lacci si tirarono e si strinsero
da soli, il tulle scivolò leggero sulle sue gambe e un paio di
stivaletti neri con il tacco raggiunsero i suoi piedi nudi, in attesa
che lei li calzasse. Dopodiché sopraggiunsero i gioielli e i
cosmetici che, allo stesso modo, presero il loro posto addosso alla
giovane.
Nel giro di mezz'ora, Belle fu pronta
per il grande evento.
Quando osservò la sua immagine
riflessa nello specchio si trovò bella ed elegante, ma anche un po'
inquietante: i colori del vestito facevano risaltare il pallore del
suo incarnato, inoltre sembrava che il suo invisibile truccatore
avesse voluto evidenziare ancora di più il contrasto con la sua
pelle di luna truccandole gli occhi con colori molto scuri e
passandole sulle labbra un opaco rossetto color bordeaux.
Al collo portava un collarino di
velluto nero con un prezioso cammeo in resina che raffigurava una
rosa vermiglia su uno sfondo antracite racchiuso in un'elaborata
cornice ovale d'argento.
Finissimi, quasi impalpabili, guanti di
pizzo nero le avvolgevano le braccia fino al gomito. Un fermaglio di
onice e rubini ornava i suoi capelli che, chissà per quale motivo,
avevano perso i loro riflessi caldi e ramati e parevano quasi
corvini. E di rubino erano anche gli orecchini: due piccole gocce di
pietra rossa e scintillante che richiamavano sinistramente l'idea del
sangue.
Nel complesso, Belle pensò di avere un
aspetto gradevole ma un tantino lugubre.
Sicuramente era stato Rumpelstiltskin a
ordinare che fosse preparata secondo quello stile a tinte fosche.
Già, quei toni macabri e tetri erano proprio da lui. L'aveva
trasformata in una Signora Oscura a tutti gli effetti.
Erano solo le undici di sera quando
Belle si richiuse la porta della camera alle spalle, ma ormai era
pronta e tanto valeva scendere di sotto ad aspettare Rumpelstiltskin.
Nel frattempo una sottile pioggerella
aveva iniziato a cadere e a picchiettare sommessamente contro le
finestre; si udì anche un tuono in lontananza e l'ululato del vento
si unì a quello di qualche lupo di montagna solitario e vagabondo e
al richiamo di gufi e civette.
La ragazza doveva ammettere di sentirsi
emozionata per ciò che sarebbe accaduto di lì a poco. Era molto
tempo che non prendeva parte ad un ballo, e sperava che i lunghi mesi
trascorsi al Castello Oscuro come domestica non l'avessero troppo
arrugginita nella danza. Forse era il caso di esercitarsi un po'.
Si fermò a metà del corridoio e provò
qualche passo di valzer, constatando con soddisfazione che le sue
doti di ballerina non erano state affatto intaccate dalla prigionia.
Ma chi sarebbe stato il suo cavaliere? Possibile che Rumpelstiltskin
avesse davvero intenzione di ballare con lei?
Quel pensiero la fece avvampare. Le era
capitato spesso di danzare in coppia con Gaston ad Avonlea, ma era
come avere per partner un elefante libertino; le pestava i piedi di
continuo e non perdeva mai occasione per sbirciare nella sua
scollatura o lasciar scivolare le mani un po' troppo oltre la sua
schiena. Quei balli erano un vero incubo per lei. Ma una danza con il
Signore Oscuro... non riusciva proprio a figurarsi volteggiare tra le
braccia del folletto.
Stava per imboccare le scale che
l'avrebbero condotta al piano inferiore quando udì un borbottio
famigliare.
Si mise in ascolto e riuscì a cogliere
qualche imprecazione esasperata. Non c'era dubbio sul fatto che si
trattasse di Rumpelstiltskin che, evidentemente, non stava passando
un buon momento.
Incuriosita, Belle tese l'orecchio e
seguì la voce, fino a giungere ad una porta socchiusa.
Bastò una lieve pressione del dito per
farla scorrere sui cardini quel tanto che bastò per scorgere il
folletto in piedi davanti ad uno specchio alle prese con i ganci
argentati di una marsina che, a quanto pareva, stavano avendo la
meglio su di lui. Sul pavimento della stanza erano sparsi abiti
maschili in quantità, come se egli li avesse gettati via uno dopo
l'altro in preda alla frustrazione.
- Maledizione! Questi cosi infernali!
Perché diavolo devono essere tanto difficili da indossare?! -
La scena era troppo comica e a Belle
sfuggì una risatina, che però ebbe l'effetto di tradire la sua
clandestina presenza.
Rumpelstiltskin si voltò fulmineo
verso la porta, schioccò le dita e questa si spalancò con violenza,
rivelando la giovane colta in flagrante a spiare.
- Be', certo che per essere stata
tirata su come una principessa sei molto maleducata, dearie... -
Il Signore Oscuro stava per aggiungere
altro, ma le parole gli morirono in gola quando realizzò quanto la
sua domestica fosse meravigliosa. I servitori invisibili avevano
svolto un lavoro eccellente.
L'aspetto di Belle era incantevole e
sinistro, proprio come si era auspicato. Tuttavia, doveva ammettere a
se stesso che neanche nelle sue più rosee previsioni si era
immaginato un risultato simile.
La giovane aveva perso l'aria innocente
e ingenua che la caratterizzava nel suo vestitino azzurro. Aveva
acquistato un fascino decadente e malinconico che la rendeva molto
più adulta e meno ragazzina. La sua figura era ammantata di un'aura
di mistero e grazia, inoltre le trasparenze dei guanti di pizzo e la
scollatura dell'abito, profonda ma non al punto da apparire volgare,
le conferivano anche una certa sensualità. Una dama perfetta per la
notte di Samhain, in cui il velo tra il mondo dei vivi e quello dei
defunti si assottiglia tanto che gli uni non si distinguono più
dagli altri e finiscono per camminare sulla terra fianco a fianco.
- State litigando con quella marsina? -
Rumpelstiltskin si riscosse. - Come
dici? -
Belle gli si avvicinò lentamente con
un sorriso e la gonna di tulle del vestito emise un lieve fruscio.
La ragazza allungò le mani verso il
Signore Oscuro, ma questi si ritrasse istintivamente.
- Lasciatemi fare. Ci penso io. Ne sono
in grado, sapete? -
A quel punto, il folletto lasciò che
le piccole dita affusolate di lei armeggiassero con i ganci e i
galloni della giacca.
Il suo cuore prese a un tratto a
galoppare furiosamente come un destriero infernale. Belle gli era
così vicina che l'aria tutt'intorno era satura del suo profumo.
Rumpelstiltskin ebbe l'impressione di non riuscire più a respirare,
temeva quasi che quell'aroma finisse per soffocarlo.
Ancora due secondi e avrebbe finito per
stringere gli esili polsi della giovane tra le sue mani di mostro per
allontanarla bruscamente da sé, invece la sua domestica si fece
indietro per prima per osservare il risultato finale dell'opera.
- Fatto. Date un'occhiata. Che ve ne
pare? -
Il Signore Oscuro venne travolto da
un'insolita sensazione contraddittoria, a metà tra il sollievo e il
desiderio di riportare le mani di Belle su di sé.
Lentamente si voltò verso lo specchio.
La marsina gli stava benissimo e pensò di non essere mai stato così
elegante, anche se non aveva rinunciato ai soliti pantaloni di pelle
aderenti. Tuttavia colui gli restituiva lo sguardo non era un uomo e
tanto meno un principe, ma solo una bestia abbigliata a festa, in
più, dietro il suo riflesso, spiccava la figura splendida e perfetta
della ragazza.
Non poteva esserci un contrasto più
stridente. Faceva quasi male agli occhi.
Rumpelstiltskin scosse la testa per
scacciare quei pensieri scomodi e si diresse verso la porta della
stanza, facendo cenno a Belle di seguirlo.
- Forza, dearie. È quasi ora. -
Da Stria93: Pubblicare il
seguito di una storia a tema Halloween/Samhain il giorno dopo Yule e
a pochi giorni da Natale. Ottimo tempismo, Stria!
Che posso dire? I miei progetti di
terminare questa fanfic entro il 31 ottobre sono stati dissolti da
imprevisti, mancanza di tempo e quant'altro possa intromettersi
nell'attività di un autore.
A questo punto, per coerenza, dovrei
pubblicare il seguito a Pasqua, ma non ho intenzione di lasciar
passare così tanto tempo stavolta. :)
Mi scuso con tutti per l'attesa e
ringrazio di cuore chi, nonostante tutto, vorrà leggere questo
secondo capitolo e, magari, lasciarmi due righe per farmi sapere cosa
ne pensa. Ringrazio ovviamente anche chi è passato dal capitolo
precedente e, in particolare, Shimba97, RosePiaf,
jarmione, per avermi lasciato il loro prezioso parere.
Un ringraziamento speciale va infine a
S., grazie al quale mi è
tornata la voglia di riprendere in mano questa storia.
A presto, dearies,
e buonissime feste a tutti voi!