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Autore: HunnyBees    24/12/2016    4 recensioni
Il freddo che congela ogni respiro, i fiocchi di neve che cadono lenti dal cielo annebbiato, e gli strati su strati di neve bianca che coprono le fredde strade.
Natale è una festa magica, desiderata da tutti.
Ogni anno, la città sembrava brillare in quell'ultimo mese dell’anno, l’enorme albero brillava sotto le luci della torre Eiffel.
Era un mese magico quello, amore, amicizia, famiglia.
Ma sfortunatamente non tutti la pensavano così.
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Hello girl and boy
Oggi vi presento una nuova ff su questo fandom in onore del Natale... dovevo pubblicarla domani ma non ho resistito
Detto questo vi lascio alla lettura
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era già arrivato.
Il freddo che congela ogni respiro, i fiocchi di neve che cadono lenti dal cielo annebbiato, e gli strati su strati di neve bianca che coprono le fredde strade.
Natale è una festa magica, desiderata da tutti.
Ogni anno, la città sembrava brillare in quell’ultimo mese dell’anno, l’enorme albero brillava sotto le luci della torre Eiffel.
Era un mese magico quello, amore, amicizia, famiglia.
Ma sfortunatamente non tutti la pensavano così.
Non può dire questo un dolce, giovane ragazzo biondo, ricco solo di soldi e non di amore.
Adrien quell’anno non voleva proprio festeggiare, non gli andava di celebrare quel tempo passato senza sua madre.
Quell’anno era passato veloce, aveva trovato nuovi amici, ma aveva perso suo padre che ormai lo teneva chiuso in casa.
Ogni tanto invitava Nino a casa sua per qualche film, ma lui avrebbe voluto uscire, divertirsi, ridere, ma non gli era concesso.
Poteva essere libero solamente grazie a Plagg, dietro una maschera nera.
Grazie a Chat, ha conosciuto Ladybug, ed è rimasto sorpreso dal coraggio e dalla forza di codesata ragazza.
Ma ora, cosa avrebbe fatto?

Era la vigilia, Marinette era stra-felice e non vedeva l’ora che arrivasse la sera.
I suoi, per la prima volta, avrebbero passato il Natale da soli e Marinette era perfettamente d’accordo, anzi era stata proprio lei a proporlo.
Ma lei… che avrebbe fatto? Natale stava arrivando e lei non poteva trascorrerlo da sola.
Diede un occhiatina ai tre pacchetti posti sul divano e si fermò su uno in particolare. Un pacchetto azzurro con un fiocchetto rosso.
Era il regalo di Adrien: una bella felpa blu con un cuore rosso e al centro la lettera A.
Non sapeva perché, ma voleva iniziare a far comprendere i suoi sentimenti ad Adrien. Ciò che succedeva nella sua mente e nel suo cuore quando fissava il suo volto.
Si stava per sdraiare sul suo comodo divano quando il telefono squillò.
Lesse il nome riportato sullo schermo e aprì subito la chiamata.
-Pronto… Alya?- disse la ragazza sentendo l’altra salutarla.
-Che fai stasera?- chiese la mora dall’altra parte.
-Sono a casa da sola, i miei sono fuori per conto loro- disse sorridendo.
-Ti va di venire da me? Ci sarà una festa a casa di Chloè, e…-
-No, se ci sarà Chloè non vengo…- borbottò lei sventolandosi la mano davanti.
-Te lo dico solo perché suo padre ha invitato anche Adrien e…-
A quell’ultima parola la ragazza arrossì e diede un occhiatina al regalo del biondo.
-Ok, ci sarò-
-D’accordo, a stasera allora e porta dei dolcini dei tuoi-
-Ok-
-E ricordati che devi avere un accompagnatore-
-Si, si- rispose lei tra se e se, già in tono sognante.
Marinette sorrise e chiuse la chiamata mentre continuava a fissare il perfetto regalo impacchettato.
Poi prese giubbotto, sciarpa e cappello, chiamò la sua kwami rossa che si nascose all’interno della sua sciarpa e con grande coraggio aprì la porta d’ingresso ed uscì con un grande sorriso in volto.

-Per favore padre- supplicava lui.
-Scordatelo, Adrien- disse olgendo uno sguardo ai vari disegni davanti a lui
-Ma perché? Domani è Natale e vorrei divertirmi come fanno tutti-
-Ho già dato la mia risposta- disse l’uomo distogliendo lo sguardo.
-Ma perché? Non voglio essere prigioniero, per favore pad…- disse non facendo in tempo a finire a causa del bussare alla porta.
-Avanti-
Dalla modesta porta, fece il suo ingresso Nathalie, accompagnata da una ragazza dai grandi occhi azzurri.
Quando Adrien si girò rimase sorpreso.
La sua dolce compagna balbettante era lì di fronte a lui, rossa in volto e, e…bellissima.
I capelli erano sciolti, infatti uno di questi le si era attaccato ai lati delle labbra rosse e tremolanti.
Il viso rosso era illuminato da due occhi azzurri brillanti che lo stavano facendo congelare internamente.
Indossava un maglioncino viola molto aderente che metteva in risalto il suo seno.
-C-ciao A-adrien- disse lei, alzando la mano in segno di saluto e sorridendo.
Adrien provò a ricambiare il dolce saluto della ragazza ma dalla sua bocca non uscì niente, si aprì soltanto e si richiuse.

-Adrien hai capito?- chiese il padre quasi scocciato.
Adrien si risvegliò di scatto e si rivolse al padre, rivolgendogli uno sguardo un pò confuso.
-Non si esce da qui stasera, capito?-
Adrien stava per uscire dalla stanza, quando, una volta vicino alla compagnia, la prese per il braccio e la trascinò verso camera sua.
-Ma A-adrien?- disse la ragazza una volta chiusi in camera.
Tikki uscì dal suo nascondiglio e si nascose sotto il letto e, l'attimo dopo, avvertì una puzza familiare.
L'odore gradevole del formaggio ammuffito giunse alle sue narici.
Spalancò gli occhi pensando che il suo kwami fosse lì e, senza farsi vedere, si mise a cercarlo per tutta la camera.
Plagg uscì di colpo la sua testolina dal cassetto, sorpreso dal suo stesso comportamento.
Non poteva mica essere...
Il biondo si mise a sedere sul letto e invitò la ragazza a fare lo stesso, e lei, anche se un pò titubante, accettò.
Erano seduti da più di cinque minuti senza fare niente, a guardare il cielo scuro illuminato dai fiocchi di neve, quando Marinette prese parola.
-A-allora p-perché?-  disse abbassando lo sguardo.
-Cosa?- chiese lui.
-P-perché mi h-hai trascinato q-qui-
-Non lo so, ero arrabbiato, non ho pensato-
-Ah…-
-Ma tu che ci fai qui?-
-V-volevo c-chiederti se saresti venuto s-stasera, anche se per quanto ho visto, non penso-
-No, starò a casa come sempre!- sbuffò lui: -Mio padre- sospirò affranto e stanco di quella continua prigionia: -Non sopporto il fatto che mi costringa a stare qui senza poter uscire -
Adrien si girò di colpo verso la ragazza, e l'improvvisa mossa gli fece perdere l’equilibrio e lola costrinse a cadere sopra di lei.
Marinette rimase schiacciata sotto di lui, le sue braccia erano bloccate contro il letto.
-P-perdonami- sussurrò il ragazzo, fissandola negli occhi.
Marinette provò a rispondere, ma il suo cuore ricominciò a battere e le impedì di far uscire qualunque suono.
-Mari, perché sei tutta rossa? Stai male?- chiese il ragazzo con un tono leggermente preoccupato.
-N-no- rispose lei girando lo sguardo.
Adrien era confuso, molto confuso. Il suo cuore stava scoppiando e i suoi occhi verdi stavano brillando di fronte a quell’immagine talmente graziosa.
La ragazza era rossa, e i suoi capelli erano sparsi sul letto, i suoi occhi mostravano paura e insicurezza e Adrien non poté fare altro che sorridere.
Il biondo si alzò lentamente, prendendole la mano e tirandola su, trascinandola poi verso il divano foderato di bianco.
Si sedettero e aspettarono, rimasero in silenzio fino a quando qualcuno bussò.
-Avanti- sbuffò lui.
La porta si aprì e comparve la figura di suo padre, con il suo solito sguardo serio e soffocante.
-Adrien, ascoltami- iniziò:- Potrai festeggiare Natale fuori, ma solo se mi prometti di non fare stupidaggini, di tornare presto, di non parlare con gli sconosciuti e di non bere-
Adrien sorrise, alzandosi e posizionandosi davanti al padre:-Lo prometto-
Poi si voltò verso Marinette, sorridendole quando avvertì il tonfo della porta alle sue spalle.
-Hai sentito?- chiese il ragazzo euforico:-Posso venire-
Marinette gli sorrise, abbassando lo sguardo e alzandosi, dicendo in tutta fretta che doveva andarsene.
Adrien, però, la invitò a rimanere per cena, così poi l’avrebbe accompagnata direttamente lui a casa di Alya.
-Io d-devo cambiarmi, quindi devo t-tornare a-a casa- rispose la corvina mantenendo lo sguardo basso.
-Facciamo una cosa! Usciamo adesso con il mio autista e ti vai a prendere tutto l’occorrente, cosicosì nel frattempo informi i tuoi, che ne dici?-
-Ma…-
-Senza ma, Marinette- disse lui alzandole con l’indice e il pollice il volto rossastro.
Adrien le sorrise con sguardo supplichevole e lei annuì, quasi seccata… stava facendo progressi.

Una volta a casa, Marinette informò subito i genitori che erano già pronti per uscire.
Si chiuse in camera, fece uscire l’esserino e iniziò a saltellare per tutta la stanza.
-Non posso crederci Tikki- urlò la ragazza felicissima.
-Tikki che hai?-
Marinette fissò la kwami preoccupata, e a quello sguardo la piccola si intenerì.
Era triste per la sua portatrice perché non poteva dirle niente riguardo ciò che aveva avvertito e scoperto.
-No, niente, sono felice per te- fece finta di sorridere.
La ragazza le sorrise, spostandosi verso il letto dove aveva appoggiato tutto.
Prese vestito, scarpe, giacchetta, accessori e si avviò verso l’uscita.
Mentre chiudeva la porta, si accorse dei regali e sospirando, rientrò nella stanza per prendere i tre doni.
Dopo aver preso i dolci e aver salutato i suoi, finalmente uscì di casa ed entrò in macchina.
-Finalmente, sono passati venti minuti- disse Adrien, subito dopo fece segnale all’autista e l’auto ripartì, mentre lei osservava i suoi genitori uscire di casa.

Appena tornati in camera sua, Adrien guardò l’orario, spalancando gli occhi davanti al display illuminato del telefono.
-A che ore dovevamo andare da Alya?- chiese lui
-Alle 19.00 perché?- chiese lei incuriosita.
Adrien lanciò un sospiro di sollievo, mostrando l’orario alla ragazza.
-Sono le 18.30, abbiamo mezz’ora per prepararci-
-Va prima tu Adrien- sorrise la ragazza.
-OK-

Dopo dieci minuti, Adrien tornò in camera, pulito e vestito, lasciando a bocca aperta la sua compagna che non erse tempo ad cuistare il suo tipico colorito rosso.
-Come sto?- chiese, rivolgendo lo sguardo all’amica.
Osservò la sua espressione incuriosita e il volto illuminato da un sorriso talmente dolce che lo rendeva ancora più bello di quanto già non fosse.
Non si fece eanche due omande iguardo al, fatto che a tesse fissando in... un certo modo.
Sembrava le volesse saltare addosso da un momento all’altro.
Cercò di svegliarsi dai suoi sogni e spostò lo sguardo verso la ragazza, ancora rossa e ferma a guardarlo.

-Mari?- chiese lui dopo poco, arrossendo lievemente.
-S-si?- chiese lei scuotendo il capo corvino.
-Allora? Vai tu?- chiese lui sorridendo e mettendosi in posa.
-Si si- disse lei, correndo in bagno con tutto l’occorrente.

Dopo altri trenta minuti uscì lei, pronta vestita e bella come non mai, e stavolta fu lui ad incantarsi e a rimanere a bocca aperta.
Indossava un abito stupendo, color mare brillante e nelle maniche corte vi era cucito un fiocco di neve argentato.
Al centro vi era una cintura in cui vi era ricamato un fiore di perle azzurre e da li partiva una lunga gonna con uno spacco laterale che partiva da metà coscia.
Il tutto accoppiato ad un paio di scarpe col tacco celesti, che ricordavano quelle di cristallo che indossava Cenerentola. Si era pure truccata a leggermente, giusto ciò che serviva per far risaltare i suoi occhi e il colore del vestito.
E la capigliatura era molto semplice: l'ammasso di capelli era raccolto in uno chignon fermato da un elastico decorato da fiocchi di neve e con una ciocca che le scendeva davanti all’orecchio.
Era un qualcosa di stupendo, non aveva mai visto la sua compagna vestito in modo elegante e adesso... era semplicemente una delle visioni più belle che avesse mai potuto desiderare.
-Possiamo andare?- chiese lei, quasi bisbigliando.
-S-si- rispose lui osservandola ancora una volta.
-Che c’è? Non ti piace?- chiese lei un po' triste.
-No no, e che sei stupenda-
Marinette arrossì e distolse lo sguardo per l’imbarazzo.
Le aveva fatto un complimento?
-G-grazie anche tu-
Dopo quell'attimo di imbarazzo, Marinette si avvicinò alla porta ed uscirono insieme, anche se in ritardo.

-Ma dove sarà?- sbuffó Alya, rivolgendo occhiate in giro alla ricerca dell'amica.
Nino pregava in silenzio che Marinette venisse in tempo se no sarebbero stati problemi per lui.
Poi, d’improvviso, dal gran rumore nella sala si sentì solo una lattina cadere per terra e poi il silenzio più totale che ammirava la scala d’ingresso.
Alya, si girò, un sorriso esasperato sul volto, pensando fosse l’ingresso della biondina, ma quando, al suo posto, vide la sua compagna, rimase sorpresa.

Adrien aprì la porta d’ingresso, vi si bloccò davanti e allungò il palmo della mano alla ragazza vicino a lui che sbiancò davanti alla vista dell’enorme sala, con musica a tutto volume.
Poi voltò lo sguardo verso l’amico, vedendo la sua mano tesa verso di lei.
-Allora?- chiese il biondo facendole l’occhiolino: -Andiamo?-
-S-si- disse lei, accettando la sua mano e quando scesero il primo gradino cadde il silenzio.
Tutti li fissavano e lei distolse lo sguardo per l’imbarazzo.
-Mari, andiamo??- inesistette lui, sorridendole.
-Io…-
Marinette provò a ritirare la mano, ma lui la strinse più forte e le chiese quale fosse il problema.
Lei si girò e rispose :-Ho paura di inciampare e di fare brutta figura davanti a tutti, e ho paura che si mettano a ridere e che…- rispose lei arrossendo per la vicinanza del biondo.
Lui la fece girare, la guardò con tenerezza e le sussurrò:-Tranquilla, se dovessi inciampare ci penso io e nessuno si metterebbe mai a ridere di una principessa, perché sei bellissima-
Marinette, in quel momento, assunse mille tonalità di colore e solo dopo poco, iniziarono a scendere le scale lentamente, avvertendo lo sguardo di tutti.
-Adrien grazie- disse arrossendo.
-Per cosa?- chiese lui sorridendole.
-Per avermi accompagnato e per avermi fatto i complimenti- rispose lei.
Lui le sorrise, spostando lo sguardo verso il publico e verso due ragazzi che sorridevano maliziosamente ai due, soprattutto a lei.
Si prese di rabbia e strinse leggermente la mano della ragazza che fece una leggera smorfia di dolore.
-Scusa!!- disse lui allentando la presa
-Tranquillo!-

-Eccomi!- disse Marinette avvicinandosi a loro in compagnia di Adrien mentre lui e Nino si salutavano.
-Uhh… hai scelto un bel compagno- le sorrise Alya, dandole una leggera gomitata.
Un momento… compagno?
-Come compagno???- chiese lei spalancando gli occhi:- Nonononono, non me l’avevi detto?-
-Sicura? Io te l’avevo detto e comunque hai fatto una bella scelta-
-Parlando di altro, sei meravigliosa Alya- disse lei osservando il suo vestito arancione con una cinghia rossa e la gonna lunga fino al sotto ginocchio. Quel vestito le metteva in risalto il fisico e le scarpe nere le mettevano qualche 10 cm in più di altezza.
.E tu? Sei la magnificenza in persona- disse osservandola: -E sono sicura che questa è una tua creazione-.
-Si-
-Ah ciao Nino- disse Marinette salutando l’amico.
-Ciao Mari, sei stupenda- disse lui, sentendo la gomitata dell’amico.
-ahi- biascicò.
Alya sorrise e Marinette arrossì di brutto sentendo ciò che l’amica le aveva detto.
-Marinette, sembri un angelo- dissero tutti i suoi compagni di scuola circondandola.
Adrien li guardò con attenzione, notando qualcuno seduto al bar che li osservava, che la osservava.
Appena tutti se ne andarono, e rimase solo il quartetto, Nino chiese la mano ad Alya e andarono a ballare insieme.
Invece Adrien era seduto a fissare Marinette mentre beveva un bicchierino di coca e vide un ragazzo che le si avvicinava.
Rimasero a parlare per un po, e poi Adrien notò il brutto atteggiamento del giovane e mentre si avvicinava, una decina di persone lo ostacolarono e li perse di vista.

-Allora signorina…con chi è oggi?- chiese lui tenendo la ragazza bloccata contro il muro.
-Aiut…- tentò lei, mentre l’altro le tappava la bocca per non farsi sentire da nessuno.
-Schh se fai la nrava non ti succederà nulla-
Marinette girò gli occhi, cercando di capire in che stanza fosse.
Era in una cucina sotterranea o qualcosa del genere e aveva tanta paura di cosa sarebbe successo.

-Marinette…Marinette- urlò il biondo spalancando la porta delle ragazze e vedendo Alya che si sistemava allo specchio.
-Ma tu e Marinette che avete?- chiese lei girandosi e avvicinandosi al ragazzo.
-Non trovo più Marinette, tu l’hai vista?- chiese lui preoccupato.
-No, andiamo a cercarla presto- disse recuperando Nino e dividendosi in tutte le stanze dell’edificio.

-Dove sei Mari?- urlò Adrien spaventato, scendendo le scale e scorgendo così, una luce accesa.
Scese velocemente, arrivando al piano inferiore e ciò che vide lo lasciò senza parole.
Un ragazzo stava liberamente stuzzicando Marinette.
Oltre alla paura che riempiva gli occhi della ragazza, il fatto che qualcuno el stesse così vicino gli provocó un uno scatto d'ira-gelosia ed Adrien si prese talmente di rabbia che sferrò un pugno al ragazzo nella pancia, dopo averlo costretto a voltarsi.
Il ragazzo si inginocchió a terra dolorante e si tenne la pancia.
Marinette scoppiò a piangere e si lanciò addosso ad Adrien, impaurita e tremante. Il viso era completamente incastrato nell'incavo del suo collo, e la spalla pronta ad assorbire le lacrime della ragazza.
-Va tutto bene, ci sono io qui con te- la rassicuró, accarezzandole la testa e lasciandole un bacio a stampo sulla fronte.
Poi la prese in braccio, mentre lei lo stringeva a sé e piangeva.
Adrien la appoggiò su uno scalino, le alzò lo sguardo con pollice e indice, le asciugò le lacrime e le sorrise, facendola arrossire leggermente.
Poi i loro sguardi si incrociarono lentamente mentre si avvicinavano.
Chiusero gli occhi, lasciando che le loro labbra si incontrassero iniziando un gioco di lingue.
Adrien le appoggiò le mani dietro la schiena, stringendola a sé, e lei attorcigliò le sue mani attorno al collo per far aderire bene i loro corpi.
Si staccarono poco dopo, Adrien le sorrise e la riprese in braccio, mentre Marinette, ormai totalmente rossa, nascondeva il suo vico tra le spalle del ragazzo, fissando il suo aggressore.
Tornarono alla sala centrale e decisero di uscire fuori in giardino e di iniziare a ballare con una musica tutta loro.
Una melodia che solo loro udivano e che solo loro esprimevano con incerti passi coordinati.
Marinette non riusciva ancora a guardarlo in faccia, spaventata da ciò che era successo un attimo primo, ma poi lui le fece alzare lo sguardo e le diede un lieve bacio sulla fronte, avvicinandosi poi all’orecchio e  sussurrandole: -Da ora in poi ti sarò per sempre accanto, non ti lascerò più!-
Sorrise, un regalo semplice, ma che significava molto per lei, un regalo speciale che lei avrebbe conservato: il suo meraviglioso sorriso che dava conforto e che la faceva stare bene.
-Adrien…ti amo- disse Marinette stringendolo e nascondendo il suo volto.
-Anch’io- rispose lui, facendo alzare di colpo lo sguardo della ragazza.
-Veramente?- chiese lei sentendo le lacrime pizzicarle gli occhi.
-Si, veramente- rispose lui baciandola mentre i loro corpi si stringevano e si riscaldavano a vicenda.
Il vento invernale li costrinse a sciogliere quell’abbraccio che volevano entrambi che durasse un eternità.
Si staccarono, guardandosi con amore e sorridendo.
-Entriamo?- chiese Adrien osservando Marinette annuire.
Mentre rientravano Alya le si fiondò addosso, stringendola quasi fino a soffocare.
-Amica mia, dove sei stata?- disse staccandosi e guardando l’amica impaurita.
-Io…- rispose la ragazza abbassando lo sguardo.
Alya la strinse forte e le sorrise, supplicandola di stare attenta.
Poi Adrien prese Marinette per mano e la condusse in un’enorme stanza da letto dove vi erano tutti i giubbotti.
Prese un regalo rosa e lo porse alla ragazza (pensavate altro vero porcelli!!).
-Per me?- chiese lei sorridendo.
-Si, per te!- esclamò lui.
-Allora questo…- disse Marinette estraendo da una busta un pacchetto regalo: -…è per te-
I due si sorrisero e aprirono i loro doni osservando sorpresi il contenuto.
Adrien indossò subito la felpa, trovandola adorabile, mentre Marinette rimase a bocca aperta per ciò che aveva fra le mani: dei pattini da ghiaccio rosa con vari ornamenti e con i nastri rossi e un paio di guanti di velluto celesti.
-Sono stupendi ma…-
-Vedi io la prossima settimana devo andare a fare un set fotografico a Londra e li vicino c’è una stupenda pista da ghiaccio in cui mi piacerebbe andare, però da solo e abbastanza noioso perciò voglio che tu venga con me- disse tutto d’un fiato.
Marinette rimase a bocca aperta e dopo un po’ rispose:-Adrien grazie, vorrei davvero venire con te-
Si abbracciarono e si sorrisero come non mai (manco fosse una richiesta di matrimonio) e poi Adrien prese u guanti e glieli fece indossare.
-Ti stanno benissimo- disse lui.
-Si, sono bellissimi, grazie Adrien-
Rimasero fermi a fissarsi per un po’, stringendosi per soffocare quella ventata fredda che li avvolgeva.
-Andiamo?-
-S-si-
Si avvicinarono al centro della stanza ove, all’improvviso, prese a suonare una musica lenta.
Tutte le luci si spensero e i riflettori si concentrarono sulla scala, dove una ragazza dai lunghi capelli biondi stava scendendo le scale.
Marinette la osservò, mordendosi il labbro inferiore: non la sopportava ma cavolo se non era carina.
Indossava un abito lungo giallo fino alle caviglie, attorno alla vita vi era una cintura nera con un fiore giallo, mera lievemente truccata e i capelli cadevano lisci davanti le spalle.
-wow, per una volta si può dire sia carina- disse Alya sorridendo e fissando poi la corvina: -Anche se tu rimani cento volte più bella di lei!-
-Concordo!- disse Adrien dandole una lieve gomitata.
-Oh ragazzi, siete qui!- disse Nino avvicinandosi a loro.
-Si, sani e salvi grazie a un micio- disse lui pentendosi di quelle ultime parole che fortunatamente solo Marinette aveva sentito.
Spalancò gli occhi e tra loro due cadde il silenzio per qualche secondo, mentre Chloè stava scendendo l’ultimo gradino.
-Ok, ora un lento per i romanticoni- disse il DJ attaccando una canzone con un ritmo lento e preciso.
Chloè si avvicinò da dietro ad Adrien e quando vi fu a dieci centimetri di distanza, lui allungò la mano verso la corvina e le rivolse la parola.
-Senti… ti va di ballare?- chiese Adrien.
Marinette quasi sbiancò, ma, anche se dopo un po’, accettò la sua mano.
Entrarono nella pista da ballo, iniziando a danzare sui passi di quella dolce melodia, mentre tutti li fissavano, chi bene (99,9 %), chi male (una sola e sappiamo chi… anzi due :P).
Ma a loro non importava, gli bastava lo sguardo dell’altro per essere felice, non importava altro…
La melodia li accompagnava in quei dolci movimenti, i loro sguardi si incrociarono più volte, spostandosi poi in altri luoghi per l’imbarazzo del momento.
Poi però si senti un rumore che bloccò tutto: la musica, gli sguardi, le parole e i commenti.
La coppia uscì fuori, notando un enorme masso che bloccava l’uscita dell’edificio.
-Ma cosa?- esclamò Alya, raggiungendoli.
Adrien e Marinette si allontanarono dalla folla e entrambi si avvicinarono al bagno rispettivamente uomo e donna.
Visto che le due sale erano vicine, Adrien fu costretto a nascondersi poiché Marinette si stava rifugiando in bagno.
Rimase li fermo ad aspettare che la ragazza entrasse in bagno equando lo fece, si avvicinò al bagno delle donne e posò una mano sulla porta sospirando e chiudendo gli occhi.
Mentre si allontanò, sentì la porta aprirsi e subito si nascose dietro una parte di tetto crollata,
Da li, vide Ladybug uscire con uno strano e nuovo abbigliamento che lo sorprese, ma la cosa che di più lo impressionò e che qualche secondo prima, Marinette vi era entrata…
Si affacciò in quel bagno, dopo che l’eroina rossa si fu allontanata, e vide solo una parte della parete caduta a pezzi, da dove, quindi, si poteva uscire.
E se Marinette fosse uscita da lì?
Adrien rimase qualche secondo immobile, con la mano sopra la maniglia della porta del bagno.
Un rumore lo portò alla realtà e mosse velocemente il capo biondo, entrando velocemente nel bagno e liberando Plagg.
-Plagg, trasformami- dopo essersi trasformato, si guardò allo specchio e rimase a bocca aperta.
-Ma cosa?-

Fuori nel gelo, Ladybug stava combattendo contro un mostro di ghiaccio e sembrava averne la meglio.
-Chat, finalmente- disse lei, osservando il compagno stendere il nemico da dietro.
-Si my lady ho…-
Chat non poté continuare la frase poiché rimase incantato alla vista della sua Lady: indossava un abito rosso con una cinghia nera e i suoi capelli non erano più raccolti in due codini e… un momento: codini?
Chat rimase in silenzio, osservando la super eroina chiamare il luchy churm e aprire e chiudere la bocca.
-Chat ha i capito?- chiese poi.
Lui rimase fermo a fissarla senza risposta e a quel punto Ladybug gli lanciò addosso il suo yo-yo con meno forza possibile per evitare di ferirlo e così lo fece svegliare.
-Si, my lady?- chiese lui tornando al mondo reale.
Ladybug sbuffò, portando una mano alla testa e chiudendo gli occhi, e rispiegando il piano al partner.
-Ok, andiamo- rispose poi lui afferrando il suo bastone.
E dopo poco l’akuma era già purificato e vagava nel cielo in cerca di un rifugio caldo in cui riposare.
-Bien joue- dissero in coro sbattendo il pugno.
Quella volta fu diverso, a quel tocco qualcosa cambiò.
-My lady…- disse Chat, abbassando lo sguardo.
Lei si voltò, osservandolo incuriosito e poi sorridendogli.
Dopo poco scoppiò a ridere e Chat ci rimase un po male.
-Perché ridi?-
-Perché sembri un gattino impaurito- rispose lei asciugandosi le lacrime ma ricominciando poi a ridere.
-Smettila- disse lui mettendo il broncio.
-Ok ok-
Dopo un po’ calò il silenzio e i due rimasero a guardarsi per una decina di secondi.
-Devo andare- rispose lei mettendo mano all’arma.
-Prima di andare voglio chiederti una cosa-
-Si?-
-Credo di aver scoperto chi sei…-
-Cosa? Come?-
-Ti ho vista entrare nel bagno di questa sala-
-Eh questo vuol dire che anche tu oggi…-
-Già…-
-Ti ringrazio per la sincerità e comunque anch’io credo di avere qualche dubbio-
-Capisco!!-
-Comunque perché sei vestito così?-
-Non lo so, mi sono trovato così subito dopo essermi trasformato, e tu invece?-
-Stessa cosa! Chissà perché!-
-Va bè, non importa, lo scopriremo… beh allora vado-
-Ci vediamo allora-
-Si certo…alla prossima-
I due eroi si salutarono e tornarono ai loro posti.
-Eccoti- esclamò Adrien avvicinandosi a Marinette.
-Tutto ok?- le chiese preoccupato.
-Si si, e tu?-
-Bene-
Rimasero in silenzio ancora una volta, ma poi Adrien le chiese di seguirlo e lei, anche se incerta per l’ennesima volta in una stessa serata, accettò.
Si ritrovarono in un salotto e si sedettero su un divano.
-Credo di essere uno stupido-
-Perché?-
-Perché sono stato accecato e non mi sono accorto di niente-
-Ma di cosa stai parlando?-
-Del fatto che ti amo e che ti ho amato da sempre ma non me ne sono mai accorto-
-Io…-
-Sei Ladybug vero?-
-Come… Come hai fatto?-
-Dovresti cambiare capigliatura lo sai?-
-Io…-
-Non preoccuparti my lady, il tuo gatto è pronto a proteggerti sempre-
Marinette spalancò gli occhi, e lo guardò con attenzione: gli stessi occhi, gli stessi capelli, lo stesso fascino… come aveva fatto a non capirlo??
Lo abbracciò con tutta se stessa e quando si staccarono, le loro labbra si unirono finalmente in un lungo, dolce e aspettato bacio in cui entrambi sapevano ormai chi si celava dietro l’altro.


ANGOLO DI QUALCUNO
Ciao a tuttiiii
Questa è la mia seconda ff in generale e su miraculous
Anche se, come molti sanno, amo la Marichat, ho deciso di scrivere sulla Adrinette che diciamo è la mia seconda ship preferita.
Spero davvero che questa fii vi sia piaciuta e che non ci siano troppi errori, ma se ne trovate qualcuno vi prego di dirmelo.
So che non è stupenda ma spero lo stesso sia di vostro gradimento.
Baci e alla prossima…

P.S. Giusto perché sono cattiva: vi lascio immaginare cosa faranno quei due prima che la festa finisca visto che lì vicino a loro c’è una stanza da letto… non dico altro XD XD XD XD





 
   
 
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