Anime & Manga > Yuri on Ice
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Autore: sillygirl    24/12/2016    2 recensioni
Yuri mi ha sempre commosso. Per chi soffre di ansia, o attacchi di panico, una persona come Victor rappresenta la salvezza. Questa one shot senza troppe pretese mi è uscita di getto, mentre riflettevo su alcuni episodi dell'anime ed alcuni lati caratteriali dei protagonisti.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Tepore. Sotto il piumone si stava divinamente. Un braccio lo stringeva con delicatezza. Yuri si stropicciò gli occhi con una mano, e li aprì a fatica. Il viso di Victor era poggiato sulla sua spalla, dormiva. Abbassò lo sguardo  per contemplare l’uomo che lo aveva salvato. Perché era così: Victor era riuscito a tirarlo fuori da un baratro di ansia e paura dal quale lui non era riuscito a salvarsi da solo. Fin da bambino aveva sofferto di attacchi di panico, di ansia da prestazione, ma negli ultimi anni tutto questo si era ingigantito in maniera smisurata, fino ad inghiottirlo interamente. Victor gli aveva teso la mano. Gli aveva fatto ricordare quanto amasse pattinare sul ghiaccio. Gli aveva ridato fiducia in sé stesso. Aveva fatto cadere quelle barriere che per troppo tempo erano state erette contro gli altri. Fiducia. Amore. Passione. Piano piano, come se fosse la cosa più naturale del mondo, Victor gli aveva donato tutto questo.
 Si strinse a lui. Gli accarezzò i capelli, quei morbidi fili argentati che tanto amava sfiorare. Lo sentì mugolare. Si stava forse svegliando?
- Buongiorno Yuri – biascicò con la voce assonnata.
-Buongiorno a te, Victor – rispose il giovane giapponese stringendosi al russo, sorridendo.Questi ricambiò l’abbraccio, e inspirò avidamente i suoi capelli.
-Che fai? – chiese Yuri sorpreso di quel gesto.
-Mi ricarico. Per affrontare la giornata – rispose il russo carezzandogli la schiena ed intrufolando una mano sotto il pigiama del compagno. Le sue dita gelide a contatto con la pelle lo fecero rabbrividire.
-Sei freddo – mormorò il più giovane facendo aderire il suo petto a quello del russo, per allontanarsi da quelle dita. Victor sorrise sornione. Yuri era arrossito, e lui amava particolarmente il suo volto quando riusciva a ridurlo in quello stato. Puntellò i gomiti al materasso, e riuscì, velocemente, a coprire Yuri col suo corpo.
-M-ma Victor! Dove è il sotto del tuo pigiama?! Non senti freddo? – domandò il giovane una volta accortosi che il russo non aveva addosso i pantaloni del pigiama, ma solo dei boxer.
-Queste temperature per me sono abbastanza sopportabili, Yuri. Poi tu sei così caldo … - rispose guardandolo in maniera lasciva, scoccandogli un bacio a fior di labbra.Il giovane giapponese chiuse gli occhi e si godette quel bacio. Era passato ormai qualche mese da quando Victor aveva deciso di trasferirsi in Giappone, e avevano deciso di prendere una casa insieme. O meglio, Victor lo aveva deciso e poi gli aveva fatto trovare le chiavi al centro della pista di pattinaggio in cui Yuri era solito allenarsi, dentro una piccola scatolina azzurra. Aveva pianto, lo aveva abbracciato e scaraventato a terra. Da mesi ormai era consapevole che non poteva ritornare a vivere come faceva prima. Prima di Victor. Svegliarsi di fianco a lui la mattina, consumare insieme i pasti, guardare la tv, allenarsi, passeggiare con lui, erano diventate cose così normali, di quella normalità che rende felici, che non avrebbe mai voluto rinunciarvi, per nessuna ragione al mondo.
Victor giocò per qualche secondo con l’elastico dei boxer del giovane. Preliminari. Sapeva che Yuri li amava, anche se non lo avrebbe mai ammesso. Intrufolò la  lingua nella sua bocca, lo sentì ansimare. Il giapponese sollevò inconsciamente il bacino, voleva di più. Victor recepì immediatamente il messaggio. D’altronde, i boxer iniziavano a stare stretti anche a lui. Le carezze che seguirono, i gemiti più o meno trattenuti che riempirono la stanza, i corpi uniti e le bocche ansimanti e avare che si cercavano senza stancarsi, queste erano parte della sua felicità. I ti amo appena sussurrati,a volte in russo, a volte in giapponese, lo facevano commuovere ogni volta, ma Victor non diceva mai niente. Mai una volta che fosse stato ironico. Si limitava a stringerlo a sé, ad asciugargli le lacrime. E di questo Yuri gliene era infinitamente grato. A pensarci bene, lui non glielo aveva ancora detto. Non aveva mai avuto il coraggio di pronunciare ad alta voce quella frase.
Alcune lacrime iniziarono a bagnargli le guancie. Victor rallentò le spinte, fino a fermarsi.
-Yuri? Qualcosa non va? Ti ho fatto male? – gli chiese sfiorandogli il viso con una mano. I suoi occhi erano preoccupati. Il giovane scosse con vigore la testa.
-Mi sono commosso – sussurrò liberando le mani dalla presa delle lenzuola e portandole dietro la nuca del russo.
-Per cosa? – il viso di Victor lasciava trasparire la sua curiosità. Gli sorrise, gentile.
-Perché ti  amo così tanto che temo il mio cuore possa scoppiare -. Fu un lieve mormorio, appena percettibile in quella stanza, ma Victor lo comprese subito. Si sentì avvampare. Si portò una mano davanti al viso, che sentiva in fiamme. Dannazione. Dannazione. Dannazione. Poteva morire. In quel preciso momento, poteva morire. Era la prima volta che Yuri gli diceva una cosa del genere. Si sentiva così felice, che nessuna medaglia, nessuna vittoria, poteva essere usata come paragone per quel momento. Si chinò a baciarlo con foga. Gli sussurrò infiniti “ ti amo”, fino a quando entrambi non raggiunsero il culmine del piacere e vennero, stretti l’uno nella braccia dell’altro.
  
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