Anime & Manga > Yuri on Ice
Ricorda la storia  |      
Autore: jinkoria    25/12/2016    8 recensioni
{Victuuri post ep.#12; auguri di buon compleanno, Vitya!}
Due volte in cui Victor cerca di baciare Yuuri sotto il vischio, fallendo, e una in cui ci riesce perché è Yuuri a baciarlo per primo.
#01. «V-Victor?» balbettò il più giovane, paonazzo. «Che cosa stai facendo?!».
«Ma come, Yuuri, non lo sai?» fece finta di non capire l’altro. «Quando si passa sotto un vischio ci si deve baciare per scacciare ogni sventura!».
#02. «Co- cosa sarebbe quello?» questionò, nascosto dietro le sue stesse braccia.
Il sorriso pericolosamente mellifluo ad occhi chiusi che ottenne in risposta valse più di qualsiasi spiegazione.
«È vischio, Yuuri».
#03. Victor restò a bocca spalancata e mano protesa verso il vuoto, che poi si schiaffò sulla fronte in uno sbuffo di divertita esasperazione.
«Cosa devo fare con te, Yuuri Katsuki?».
Sul letto, immerso nel caffè, stava abbandonato un rametto di vischio.
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
// perdono! ho pubblicato tutto di fretta e furia per arrivare in tempo col 25 e non mi ero accorta che dal cellulare è venuto praticamente un papocchio (con tanto di parte 3 mancante che congratulazioni @me???) ;; adesso credo di aver sistemato tutto, purtroppo sono stata un po' spossata tutto il giorno – io e le feste non andremo mai d'accordo. però ci tenevo a pubblicare qualcosa di natalizio & auguroso (???????????????????????) per il nostro amato vitya, che nel contesto originale ieri (perché modifico che sono le 00:33 del 26) ha compiuto 28 anni. *^* auguri ancora, sunshine! <3 in teoria, e secondo la scena finale dell'anime (in cui Yuuri corre in contro a Victor e Yurio) si troverebbero in Russia. in un mio headcanon vivono insieme, nell'appartamento di Victor, e ho anche delle domestic!Victuuri in mente che spero di riuscire a portare a compimento nell'arco delle vacanze. tutto questo comunque era per giustificare il "post ep.12", ecco xD chiedo ancora scusa per la condizione originale del testo, ho fatto le corse! e spero di cuore che non siano troppo OOC, in caso ditemelo che aggiungerò l'avvertimento. ;; 
auguro a tutti un buon natale e felice anno nuovo, e vi ringrazio per essere passati di qui! <3
ps. il titolo è tratto dalla canzone Tales of The Sleeping Prince su cui si esibisce Georgi Popovich nel libero della Cina.






~§~





 
#1.
Yuuri non era ancora abituato a muoversi autonomamente per le strade di San Pietroburgo, spesso costretto a seguire Victor per non perdersi. Ciò di norma non gli sarebbe spiaciuto granché — affatto, in realtà, se solo il russo non si fosse messo in testa di combinargli chissà cosa ogni qual volta passassero sotto un vischio. Yuuri aveva infatti notato che si erano ritrovati sempre più di frequente sotto l’omonima piantina e in posti poco o per nulla affollati. 
Tipo in quel momento.
Victor aveva insistito perché entrassero in un negozio di antiquariato — «Dovrai pur portare un souvenir a tua madre!» — e Katsuki aveva persino provato a vedere il lato ingenuo e genuino della situazione, forte del fatto che dietro il comportamento del suo coach ci fosse un po’ di ritrovato spirito natalizio. 
Poi avevano varcato la soglia, la campanella d’ingresso aveva tintinnato e Yuuri si era ritrovato contro il vetro della porta, circondato dalle mani di Victor prima ancora di poter capire alcunché.
«V-Victor?» balbettò il più giovane, paonazzo. «Che cosa stai facendo?!».
«Ma come, Yuuri, non lo sai?» fece finta di non capire l’altro. «Quando si passa sotto un vischio ci si deve baciare per scacciare ogni sventura!».
Il giapponese lo fissò stralunato, sempre più inebetito dal naso di Nikiforov che si strofinava contro il suo al minimo movimento.
«Non credi che dovremmo rispettare la tradizione?» riprese quello, la voce già bassa e incredibilmente suadente che sciolse ogni residuo delle ossa di Yuuri, molle e abbandonato sulle sue stesse gambe.
Palleggiò gli occhi da un lato all’altro, cercando una via di fuga dalle labbra man mano più vicine di Victor, finché non gli furono ad un soffio.
Chiuse gli occhi, rassegnato, ed ebbe come la sensazione di precipitare.
Restò immobile per qualche secondo, avvolto dal nero delle palpebre. Aspettava di metabolizzare il contatto e percepirlo inevitabilmente contro la bocca, ma quando si rese conto che non stava effettivamente accadendo nulla si ritrovò a sollevare lo sguardo: le ginocchia dovevano avergli ceduto, perché adesso fissava Victor dabbasso, che lo guardava a sua volta a braccia incrociate, mortalmente offeso e imbronciato.
«Pensi di alzarti, prima o poi?».
Yuuri si risollevò fulmineo, imbarazzato all’idea di aver fatto una così pessima figura in un luogo pubblico ed essere rimasto seduto in terra come uno stoccafisso. Salutò frettolosamente la commessa con un inchino di circostanza e sgattaiolò fuori dal negozio prima che al russo venisse la brillante idea di provarci nel senso inverso.
Victor rimase solo col tintinnio della campanella, un vischio e lo sguardo perplesso e vagamente turbato della proprietaria.




#2.
Mancavano tre giorni a Natale, che coincideva col compleanno di Victor; Yuuri faceva nervosamente su e giù per l’appartamento del suo coach, lanciando di tanto in tanto occhiate fulminanti a tutte le riviste che aveva consultato in cerca di un regalo che fosse adatto all’uomo.
Inutilmente.
Aveva approfittato del fatto che il pattinatore fosse impegnato con Yakov negli allenamenti, grato a quell’uomo burbero e un po’ isterico per avergli dato qualche ora di tempo per pensare a cosa potergli regalare in quella doppia festività, ma non c’era stato nulla che avesse catturato il suo interesse a sufficienza perché lo prendesse in considerazione.
Il passeggiare frenetico fu interrotto dal rumore della serratura della porta; un rapido scatto e Yuuri si ritrovò a trattenere il respiro, ancora per nulla abituato a quello scenario. Victor di ritorno con un «Sono a casa» e lui pronto ad accoglierlo col «Bentornato» che si era portato dietro da Hasetsu, con quel senso di calore e familiarità che gli si gonfiava nel petto e riempiva lo stomaco, rigorosamente in subbuglio. 
«Cosa stavi facendo?» domandò Nikiforov quando gli fu vicino, indicando le riviste sparse per il soggiorno. Yuuri ci mise qualche istante a capire, per poi fiondarsi a chiuderle tutte.
«N-niente!» si difese — non fosse stato per il tono più acuto del solito e l’aura sospetta che emanava da tutti i pori. 
Victor emise un mugugno interrogativo, ma lasciò correre.
«Piuttosto,» cambiò argomento, estraendo qualcosa dal cappotto. «Guarda cos’ho comprato!».
Il giapponese si allungò verso di lui, incuriosito dall’entusiasmo dell’altro, ma quando mise a fuoco l’oggetto in questione scattò indietro come se la sola vista l’avesse scottato.
«Co- cosa sarebbe quello?» questionò, nascosto dietro le sue stesse braccia.
Il sorriso pericolosamente mellifluo ad occhi chiusi che ottenne in risposta valse più di qualsiasi spiegazione.
«È vischio, Yuuri» chiosò innocentemente il russo, sventolandoglielo sotto il naso. «Visto che l’ultima volta abbiamo mancato il nostro dovere» dovere? si domandò mentalmente Katsuki, scettico e ad un passo dall’autocombustione. «ho pensato di rimediare alle possibili conseguenti sciagure comprandone uno tutto per no-».
Un’improvvisa folata di vento lo indusse ad aprire le palpebre. 
Di Yuuri non c’era più traccia.




#3.
Victor Nikiforov, all’alba dei suoi ventotto anni, aveva tristemente iniziato a rassegnarsi all’evidenza.
Non sarebbe mai riuscito a rubare un bacio a quell’adorabile katsudon che si ritrovava per coinquilino. Non entro la fine dell’anno, quanto meno.
Stava prendendo in considerazione l’idea di alzarsi dal letto quando sentì un timido bussare dall’altra parte della porta, che fissò stupito; Yuuri era l’unico in casa, oltre lui, e non era mai stato un tipo mattiniero senza che Victor lo andasse a svegliare. Eppure chi era entrato era proprio Yuuri, con in mano quello che doveva essere un vassoio di fortuna con sopra la... colazione? 
Quando ha trovato il tempo per prepararmi la colazione?
Seguì ogni momento del giapponese con tanto d’occhi, per metà certo di stare ancora sognando, finché non se lo ritrovò seduto di fronte a testa bassa — le orecchie rossissime.
«Buon compleanno» disse appena, chiaro e praticamente inudibile, ma per Victor fu forte a sufficienza perché il cuore gli si risvegliasse del tutto e le guance gli si accendessero di gioia; lo abbracciò con uno slancio e se lo strinse al petto, ignorando le proteste del ragazzo — doveva aver rovesciato qualcosa sulla coperta ma non se ne curò. L’unica cosa che aveva voglia di assaporare in quell’istante era la sensazione di pienezza del ricevere affetto dalla persona più cara al mondo, che gli aveva dedicato quel piccolo gesto dal valore immenso, più significativo di qualsiasi regalo Yuuri stesse cercando di trovargli.
«Grazie» gli sussurrò in risposta, sentendolo irrigidirsi per un attimo e rilassarsi quello seguente contro di lui, ricambiando la stretta.
Rimasero così, l’uno tra le braccia dell’altro, per quelli che Victor desiderò essere i primi di tanti altri minuti da passare insieme; come se lo avesse sentito, però, Yuuri si allontanò, ancorando le mani ai bordi della propria maglietta. 
Il festeggiato lo guardò torturare l’indumento, spaesato e un po’ deluso. 
«Yuuri?».
Fu come richiamare Makkachin all’attenzione. 
Era bastato pronunciare il suo nome perché Yuuri lo fissasse di colpo negli occhi, serio come lo aveva visto solo prima di gareggiare, e scattasse in avanti, verso di lui, talmente improvviso che per istinto chiuse gli occhi.
Sentì le labbra carezzate da un morbido tepore — anche se l’impatto non era stato dei migliori, complice lo slancio mal calcolato con cui Yuuri si era sporto — e la pelle formicolare laddove Katsuki lo stava stringendo, forte, quasi temesse potesse sgusciargli via dalle mani.
Victor riaprì gli occhi, lentamente, e quando incrociò quelli lucidi di Yuuri credette sul serio di trovarsi in un sogno. Poi si mosse una, due volte, a cui seguì un mugolio involontario che fu subito interrotto da uno schiocco. Yuuri aveva il fiatone e il volto a chiazze rosse, come se avesse corso stando al suo passo in bici in allenamento; le pupille dilatate e luminose che lo fissavano dall’alto, ora in piedi e quanto più possibile vicino alla porta. Il russo spalancò lo sguardo e «Yuuri-» cercò di fermarlo — quante volte aveva cominciato a pronunciare il suo nome senza mai riuscire ad andare oltre? — ma quello era già scappato fuori, urlando un rapido «Con permesso!» di congedo.
Victor restò a bocca spalancata e mano protesa verso il vuoto, che poi si schiaffò sulla fronte in uno sbuffo di divertita esasperazione.
«Cosa devo fare con te, Yuuri Katsuki?».
Sul letto, immerso nel caffè, stava abbandonato un rametto di vischio.






   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yuri on Ice / Vai alla pagina dell'autore: jinkoria