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Autore: Sai Sama    24/05/2009    5 recensioni
Piccola flash partecipante al contest Mamma mia! Del forum Collection of Starlight. Un piccola scena quotidiana della vita di Ayako e Ryota^^
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ayako, Ryota Miyagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il centro del mondo

Il centro del mondo

 

La donna riccioluta si stiracchiò con languore tra le coperte, godendosi quel momento di pace assoluta in cui il mondo, al di fuori della finestra, taceva, e solo lei era sveglia.

Anzi no: qualcun altro si godeva il silenzio.

Sorridendo Ayako si massaggiò il pancione, sentendo il battito del suo bambino non ancora nato.

Di fianco a lei Ryota russava beatamente, abbracciato ad un cuscino, distrutto dagli allenamenti e dai corsi preparto.

Sarebbe sicuramente stato un padre perfetto, se fosse riuscito a calmarsi un po’.

Ricordava ancora come, alla notizia che era incinta, fosse saltato così in alto da dare una botta contro il soffitto.

Gli avevano dovuto mettere cinque punti.

E alla prima ecografia era svenuto, lasciando a lei il compito di riportarlo a casa sano e salvo.

Salvo poi mostrarla ossessivamente ai suoi amici, in gran parte gli ex compagni dello Shohoku, fino a quando Hanamici, esasperato, non l'aveva fatto smettere con una testata.

A quel punto dovette reprimere una risata, ma il bambino dentro di lei pareva trovarlo a sua volta divertente, perché prese a muoversi e a fare capriole.

Sentendo un'improvvisa urgenza, si alzò lentamente, per non svegliare Ryota, dirigendosi in bagno.

Una delle cose più fastidiose della gravidanza era proprio quel bisogno di fare pipì in continuazione.

"Spero proprio che ti sbrighi a venire al mondo, non ne posso più di dover andare in bagno ogni tre secondi"

Pensò rivolta al bambino, o bambina, non aveva voluto sapere il sesso, che però la ignorò completamente, probabilmente impegnato a decidere cosa mangiare, cioè decidere cosa lei dovesse mangiare.

Dirigendosi in cucina, passò davanti alla futura camera del bambino, piena di regali e pacchi vari.

C'era già persino un piccolo canestro con un altrettanto piccola palla da basket.

Ryota non vedeva l'ora che il bambino imparasse a camminare, per potergli insegnare a giocare.

Sorrise di nuovo.

Quel sorriso proprio non sembrava avere intenzione di staccarsi dal suo viso, ed era così da più o meno cinque mesi, cioè da quando aveva saputo di essere incinta.

Una volta in cucina aprì il frigo e prese del latte, e del ramen istantaneo, pensando che aveva cominciato a mangiare queste schifezze solo da quando erano cominciate le famose "voglie".

Si sedette al tavolo della cucina, iniziando a mangiare, completamente rivolta al suo interno, sentendo ogni singolo movimento del bambino, ogni singolo respiro, o così almeno le sembrava.

Gli occhi visualizzavano la creaturina, le minuscole ditine, la faccetta imbronciata, i piedini cicciotti, la piega orientale degli occhi, i dritti capelli in testa.

Non vedeva l'ora di tenerlo tra le braccia, di accarezzare quella pelle liscia e morbida, profumata di latte, di vederlo cercare il suo capezzolo con una bellissima testardaggine.

Non credeva che la gravidanza comportasse quello: si sentiva il centro del mondo, come se qualsiasi cosa le succedesse intorno, in qualche modo, arrivasse a toccare anche lei.

Loro due erano una cosa sola, uniti in modo praticamente impossibile, e soprattutto impossibile da sperimentare in qualsiasi altro modo.

Per quanto amasse suo marito non sarebbero mai potuti essere legati a quel modo, e capiva adesso la leggera invidia che vedeva negli occhi di Ryota quando la guardava assorta a quel modo.

Com'era la frase che l'aveva colpita tanto e che aveva letto di recente?

Ah si, ricordò

Certe volte... aye, certe volte sarebbe bello essere di nuovo dentro, al sicuro e... una cosa sola. Sapendo che non possiamo, tuttavia, forse è per questo che ci viene voglia di procreare. Se non possiamo tornare indietro noi stessi, il meglio che possiamo fare è passare quel prezioso dono ai nostri figli, almeno per qualche tempo.

Doveva essere così, o, sicuramente, almeno una parte di verità ci doveva essere.

Era  talmente presa da se stessa che nemmeno si accorse che Ryota si era alzato.

Fece un balzo quando l'abbraccio morbidamente, dandole un bacio sulla spalla.

-Di nuovo tutta presa in te stessa?-

Domandò a bassa voce, per non disturbare l'atmosfera.

-Uhm.-

Rispose Ayako con la bocca piena di ramen.

-Buongiorno piccolino.-

Disse in tono smielato, quello che usano tutti gli adulti verso i neonati.

-Sbrigati ad uscire di lì, ho tante cose da farti vedere e da mostrarti, e poi, , mi rubi tutta l'attenzione della mamma, mica si fa.-

Fu lesto a levarsi dalla traiettoria della sventagliata di Ayako, che dai tempi della scuola aveva preso l'abitudine di portare un ventaglio sempre con .

Facendole una linguaccia si diresse verso il bagno.

La ragazza sorrise, ancora una volta.

"Oh si piccolino, avrai veramente un gran padre, per quanto un po’ picchiato nella testa."

Lo informò, orgogliosa di entrambi i suoi bambini.

 

   
 
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