Anime & Manga > Yuri on Ice
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Autore: Midnight Writer    28/12/2016    1 recensioni
"Era davvero difficile notarlo, quello sconsolato pattinatore giapponese che sfogava i suoi dispiaceri nel costoso champagne che offrivano al banchetto.
Per gli altri, forse, ma per Victor era sin da subito stato difficile non notarlo."
Raccolta di Missing Moments perfettamente inserite nell'anime
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Yuri gli sembrava sempre così distaccato... 
Perché? 
Non si ricordava davvero nulla allora, di quella sera in cui la scintilla era scoccata. Eppure, più lo guardava, più si convinceva che il desiderio espresso da Yuri di averlo come coach non fosse semplicemente dettato da una mera aspirazione professionale, pensava che ci fosse qualcosa di più; voleva che ci fosse qualcosa di più. 
Eppure era impossibile che non si ricordasse nulla, quindi decise di provare un metodo più funzionale.
Certo non si aspettava la reazione che ebbe quando prese il mento di Yuri tra le dita e gli parlò, col viso così vicino al suo, con così tanta voglia di baciarlo eppure così poca sicurezza. 
Era una sensazione nuova l'insicurezza per lui: era sempre stato così ossessionato dal bisogno di sorprendere il pubblico e così appagato dalle sue continue egregie riuscite da non aver mai pensato di fallire effettivamente in qualcosa; soprattutto se quel qualcosa consisteva nel conquistare qualcuno e farsi ricordare. 
Come poteva il moro fuggire così da lui? Sempre, senza remore, scappava dalle sue braccia e si rifiutava di dormire accanto a lui. 
Victor Nikiforov non era una persona abituata ad essere rifiutata, quindi il fatto che Yuri fosse così distaccato nei suoi confronti lo feriva; non nell'orgoglio, ma nei sentimenti più arcani e profondi, perché dopo averlo visto a quello che ingenuamente pensava fosse il suo stato di maggiore debolezza, dopo che cupido aveva ancora una volta preso parte al folle gioco da lui creato e si era divertito a farlo innamorare... Yuri continuava a non ricordare nulla.
Quella notte il pattinatore russo andò a dormire con un peso mastodontico sul cuore, rannicchiandosi sul suo futon e stringendo il duo morbido cane tra le sue braccia, là dove avrebbe desiderato che invece ci fosse Yuri, e sentì gli occhi pizzicare, e le  guance bagnarsi e la gola stringersi, strozzando ogni suo respiro.
Sentiva i singhiozzi sopraggiungere, ma non si permise di lasciarne scappare nemmeno uno: mai avrebbe permesso che qualcuno lo sentisse o vedesse in quello stato. 
Come poteva una persona avere un ascendente così forte su di lui, tale da addirittura farlo piangere? 
L'ultima volta che aveva pianto era stata nel giorno in cui aveva deciso di separarsi dalla sua lunga chioma argentea, ma quella era tutta un'altra storia. 
"Allora non ricorda proprio nulla, eh Maccacnin." Disse accarezzando la testa dell'animale mentre le lacrime continuavano a bagnare il cuscino e i respiri continuavano ad essere difficili : quella frase divenne quasi un mantra per quella notte, non lo abbandonò finché lo sfinimento non ebbe il sopravvento. 
Prima di cedere all'abbraccio di Morfeo, però, prese un'importante decisione: sarebbe riuscito a conquistare Yuri senza tener conto di quell'avvenimento, facendo a malincuore finta che tutto ciò non fosse mai successo, e avrebbe fatto innamorare il moro di lui; per la prima volta nella sua vita, avrebbe combattuto per qualcosa di diverso da un disco d'oro: avrebbe combattuto per una persona,e ciò lo meravigliava. 
Per Victor era sempre stato piuttosto difficile provare meraviglia o stupore, quindi si era sempre spasmodicamente chiesto cosa accadesse nel cuore del suo pubblico; adesso aveva capito. 
La meraviglia è una forma prima d'amore, e nel realizzare questo si sentì già un passo più vicino a Yuri.
 "Ama tamquam osurus."  (Ama come se in seguito dovessi odiare)
Così diceva il famoso rettore latino Cicerone, e Victor era deciso a fare di quelle tre parole la sua vita: era disposto a farsi odiare prima, o anche dopo la sua vita da coach, pur di ricevere anche un solo attimo d'amore lucido dal suo Yuri. 
Perché sì, era già suo; lo era sempre stato, e Victor lo avrebbe dimostrato a se stesso e a lui.
In quella notte figlia del pianto, Victor dormì sotto l'ala protettrice del sorriso che questa novella sicurezza aveva fatto nascere in lui.
   
 
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