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Autore: channy_the_loner    28/12/2016    2 recensioni
DEDICATO A LIGHT_GIRL (la mia dolciosa sorellina)
[...] Si ritrovò a sorridere all’immagine che le era balenata in mente: Sans. Giusto, lui e il suo simpatico fratellino Papyrus abitavano proprio in quella città, a pochi isolati da dove si trovava Frisk in quel momento. Aveva proprio voglia di vedere quei due visi cadaverici – insomma, dopotutto erano pur sempre scheletri! –, aveva voglia di mangiare gli spaghetti speciali del minore, aveva voglia di ridere alle battutine del maggiore. Aveva voglia di divertirsi. [...]
[Female!Frisk]
[Accenni alla SansxFrisk]
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frisk, Papyrus, Sans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicato a Light_Girl per il suo compleanno.

Hope you enjoy it!

Auguroni, Sis-neechan~

 

La neve scendeva lenta a Snowdin quel giorno, imbiancando le strade della piccola città decorate con colorate luci natalizie che illuminavano ancora di più le vie della città invernale dell’Underground. In una di queste strade c’era una candida scia di piccole impronte umane. Frisk non sapeva dove passare quel Natale ora che si trovava nel Sottosuolo, lontano dalla sua famiglia, lontano dai suoi amici, lontano da tutto ciò che le facesse minimamente sentire il calore delle persone a cui voleva bene, sulla Superficie.

Non poteva telefonare Toriel, la troppa neve che era caduta il giorno precedente aveva bloccato tutte le reti telefoniche ed elettroniche – non voleva neanche immaginare la reazione di Alphys a quel disastro, anche se probabilmente era ben fornita di generatori ultra-potenti, dato che quella sera avrebbero trasmesso un nuovissimo speciale di Mew Mew.

Espirò silenziosamente, creando una nuvoletta bianca che si dissolse velocemente nell’aria, facendo perdere lo sguardo della giovane umana nel vuoto. Cosa avrebbe dovuto fare? Dove sarebbe potuta andare? L’accesso alle Rovine era bloccato, quindi il caldo e confortevole caminetto della casa di Toriel poteva rimanere solo un piacevole e crudele miraggio; non aveva neanche intenzione di attraversare nuovamente il bosco che circondava Snowdin, quindi le sembrava ovvio restare in città. Era tentata di raggiungere il bar che di solito frequentava Sans: magari quel tizio che stava sempre dietro il bancone le avrebbe offerto un succo di frutta, oppure una fetta di torta avanzata da qualche festa natalizia, chissà?

Si ritrovò a sorridere all’immagine che le era balenata in mente: Sans. Giusto, lui e il suo simpatico fratellino Papyrus abitavano proprio in quella città, a pochi isolati da dove si trovava Frisk in quel momento. Aveva proprio voglia di vedere quei due visi cadaverici – insomma, dopotutto erano pur sempre scheletri! –, aveva voglia di mangiare gli spaghetti speciali del minore, aveva voglia di ridere alle battutine del maggiore. Aveva voglia di divertirsi.

Accellerò il passo e, in breve tempo, fu davanti alla piccola ma accogliente casa dei fratelli scheletri. Li vide, dalla finestra, seduti in sala pranzo, in procinto di assaggiare gli spaghetti di Papyrus. Indugiò a suonare il campanello, ma poi si convinse a premere quel pulsante parzialmente coperto di neve. Attese pochi secondi, poi l’uscio si aprì, rivelando uno scheletro poco più alto di lei e perennemente sorridente.

<< Hey, Kid! >> salutò lui allargando ancora di più il sorriso.

<< Disturbo? >> chiese Frisk sorridendo timidamente.

<< Assolutamente no. Entra pure. >>

La ragazza umana entrò velocemente in casa, forse per non prendere ulteriore freddo, forse perché non voleva sembrare impacciata davanti quello scheletro, forse perché il profumo di prelibatezze – e spaghetti – proveniente dalla cucina era troppo forte.

Sentì la squillante voce di Papyrus invadere l’aria e lo scheletro fare capolino dal salotto tutto imbandito a festa, anche se non c’era nessuna festa in pieno svolgimento.

<< CHI ERA, FRATELLONE? >>

Poi bastò un secondo, che Frisk si sentì circondare dalle lunghe e sottili braccia dello scheletro altissimo e perennemente entusiasta di qualsiasi evento.

<< WOWIE! COME SONO FELICE DI VEDERTI, UMANA! >> esclamò allegramente quasi stritolandola.

<< Anch’io, Papyrus, sono felice di vederti. >> rispose Frisk con un sorriso.

Sans restò alle loro spalle anche dopo aver chiuso la porta d’ingresso per non far entrare il freddo, poi si spostò in cucina, da dove ricomparse con un piatto di spaghetti al sugo fumante.

<< Mangi con noi, vero Kid? >> domandò retoricamente. << Lì fuori fa un freddo da accapponarsi le ossa. >>

Frisk sorrise, sia per la calda ospitalità di Sans sia per la chiara allusione al suo essere scheletro. Non fece in tempo a rispondere educatamente che Papyrus la trascinò nel salotto e la fece sedere di fronte a lui, mentre Sans si accomodò a capotavola, riprendendo a mangiare la specialità culinaria del fratello minore, che stava spazzolando a sua volta la sua porzione di spaghetti.

La ragazza umana si tolse il cappottino che indossava e lo appoggiò allo schienale della sedia, per poi iniziare a mangiare anche lei, ma con più moderazione e lentezza.

Le piaceva stare in quella casa: si respirava una pura aria di spensieratezza e felicità, si percepiva il calore del volersi bene, della fiducia, dell’amare il prossimo senza pregiudizi, proprio come avevano fatto con lei.

<< Ti do un consiglio. >> le sussurrò Sans ad un certo punto. << Sbrigati a finire quegli spaghetti, altrimenti Pap vorrà fare il bis e non ce n’è più in cucina. >>

Le fece l’occhiolino e si rimise a guardare il fratello minore, che litigava con gli spaghetti troppo corti che non riusciva a raccogliere con la forchetta.

Era così tenero.

No, non Papyrus con i suoi comportamenti infantili – cioè, sì, anche – ma Frisk si riferiva a Sans: trovava adorabili i suoi sentimenti protettivi verso il fratellino. Sapeva che era capace di fare di tutto pur di proteggerlo, di tenere alta la sua reputazione e il suo umore, e gli faceva onore. Erano cose bellissime, quelle, e Frisk aveva avuto modo di osservarle solo in loro due, mai negli esseri umani, nei suoi simili. Forse, non tutti lì sotto potevano essere definiti “mostri”. Se pensava a Toriel, la sua dolce salvatrice, non le veniva in mente un mostro, ma una madre protettiva. Se pensava ad Undyne, la sua orgogliosa avversaria, non le veniva in mente un mostro, ma una guerriera valorosa. Se pensava ad Alphys, la sua impacciata aiutante, non le veniva in mente un mostro, ma una tenera amica. Se pensava ad Asgore, il suo temuto boss, non le veniva in mente un mostro, ma un re amante del suo popolo. Se pensava a Sans e Papyrus, i suoi allegri nullafacenti, non le venivano in mente due mostri, ma due membri della sua stramba famiglia.

<< COS’HAI, FRISK? >> chiese Papyrus notando lo sguardo perso nel vuoto dell’umana.

<< Avrà visto uno scheletro. >> rise Sans dopo essersi alzato per andare a prendere qualcosa in un’altra stanza.

<< Oh, niente, io stavo solo … >>

<< Calma, Kid, è tutto a posto. >> disse lo scheletro primogenito da un’altra stanza. << Chi vuole un po’ di torta? >> aggiunse ritornando in sala con un vassoio e tre fette di torta al cioccolato su di esso.

<< IO, SANS! IO! >>

<< Era sottinteso. Mi riferivo maggiormente a Frisk. >>

<< M-MA … LA FETTA PIÙ GRANDE VA A ME, VERO? >>

<< Certo che no! Frisk è nostra ospite, quindi la fetta più grande va a lei. >>

<< UFFA … UMANA, SEI BRAVA AD IPNOTIZZARE MIO FRATELLO! GUARDA COME L’HAI RIDOTTO, A SBAVARTI DIETRO! >>

Sans e Frisk arrossirono e, mentre Sans era troppo occupato ad avventarsi contro il fratello per prestare attenzione alla reazione di Frisk, l’umana aveva abbassato lo sguardo e iniziato a torturarsi le dita delle mani, sfregandole tra loro e facendo picchiettare le unghie velocemente.

<< L-La fetta più grande … Può a-averla Papyrus … >> balbettò la ragazza allontanando da sé il piattino con la fetta di torta che le era stato posto qualche minuto prima.

<< Prova a dirlo ancora e io- … Cosa? >>

<< WOWIE! HAI SENTITO, SANS? LA FETTA PIÙ GRANDE È MIA! L’HA DETTO L’UMANA, QUINDI HO VINTO IO! >>

Ma Sans non stava più ascoltando suo fratello, perché il suo sguardo era concentrato su una Frisk intenta a mangiare velocemente la fetta di torta più piccola, ancora con le goti rosate dall’imbarazzo per le parole avventate e innocenti di Papyrus. Il suo sorriso di scherno tornò a regnare sul suo volto, mentre porgeva delle scuse improvvisate al fratello minore, che stava divorando la porzione di torta maggiore, di tanto in tanto esclamando complimenti al cuoco – cioè si stava auto-elogiando, ma Papyrus era fatto così.

<< … Ma certo, ovvio, l’ha detto apposta. >>


***


Osservare Papyrus giocare con i soldatini giocattolo, seduto davanti al caminetto acceso, con Sans semi-sdraiato su una poltrona a sonnecchiare era qualcosa di rinsanante. Era una vista piacevole agli occhi, nitida, che la induceva a rilassarsi completamente. O quasi.

<< UMANA! IO, IL GRANDE PAPYRUS, TI OBBLIGO A PIEGARTI AL MIO VOLERE E A GIOCARE CON ME! >>

“Oh, ti prego, no …”

<< Ehm … Devo proprio? >>

<< CERTO CHE SÌ! >>

<< Lasciala in pace. >>

Frisk si era voltata vero Sans e l’aveva scoperto intento ad osservarli distrattamente, tra una ronfata e l’altra. Sentendosi colto in fragrante, lo scheletro primogenito aveva distolto lo sguardo, rivolgendone uno tra il dolce e il rimproveratorio al fratello.

<< Se non vuole, non vuole. >>

<< MA È NATALE, E A NATALE GLI UMANI SONO TUTTI PIÙ BUONI … >>

Sans fece per ribattere, ma la ragazza lo precedette dicendo:

<< Hai ragione, Papyrus. Giocherò volentieri con te. >>

Giocare con Papyrus equivaleva a perdere partite e partite di qualsiasi gioco, ma dopotutto lo scheletro aveva ragione e poi, doveva ammetterlo, vedere Papyrus ridere allegramente e divertirsi come un bambino era il miglior modo per fare un’azione buona e sentirsi in pace con sé stessi.

<< WOWIE! >>

<< Potrei usare un momento il bagno, prima? >> chiese cortesemente.

<< Certo. È in fondo al corridoio, sulla sinistra. >> la informò Sans tenendo gli occhi chiusi.

Papyrus scattò in piedi, si mise dritto e la guardò dall’alto in basso.

<< SI SBRIGHI, SERGENTE FRISK! >>

<< Farò presto, Caporale Papyrus! >> rispose gonfiando il petto e mimando un saluto militare.

Frisk uscì velocemente dalla stanza, per poi chiudersi in bagno a chiave. Si appoggiò al lavandino con entrambe le mani e si guardò allo specchio: non aveva neanche una goccia di stanchezza o tristezza negli occhi, era vero, ma aveva bisogno di un ultimo minuto di silenzio prima di andare a giocare con quel bambinone. Già prevedeva l’espressione divertita e ironica di Sans nel guardarli divertirsi. O meglio: nel guardare Papyrus divertirsi. Probabilmente a lei avrebbe rivolto poche occhiate veloci, giusto per ricordarsi di mantenere una certa compostezza.

Frisk si sciacquò il viso con l’acqua tiepida, poi si asciugò lentamente con una morbida asciugamano. Se fosse stata in Superficie avrebbe dato una ripassatina allo strato di lucidalabbra, ma in quel momento si limitò ad aggiustarsi alla buona e meglio i capelli, per poi uscire dal piccolo bagno ordinato e tornare nel salotto dove, stranamente, non sentiva alcun tipo di rumore.

Si bloccò sul posto quando si accorse di cosa era successo: Sans doveva aver accettato di giocare con suo fratello e si era seduto a terra, appoggiando la schiena contro la poltrona, lasciando che Papyrus lo abbracciasse per ringraziarlo.

Ma si erano addormentati.

Papyrus ronfava rumorosamente, la testa appoggiata tra le gambe del fratello, Sans con la testa leggermente piegata verso il basso e il sorriso sempre stampato in volto. Sorrise a quell’immagine così tenera, che le aveva riempito il cuore di calore familiare.

Si avvicinò ai due in punta di piedi, attenta a non urtare niente, per poi inginocchiarsi in parte a loro. Con delicatezza si sedette completamente a terra, sul tappeto, e poggiò il capo sulla spalla di Sans, chiudendo gli occhi e lasciandosi trascinare dalla tranquillità disarmante di quella situazione.

Proprio quando era sul punto di addormentarsi definitivamente sentì un braccio circondarle la vita e avvicinarla maggiormente ai due, tenendola stretta in quell’abbraccio che sapeva di famiglia.

E, intanto, fuori dalla finestra, la neve era ricominciata a cadere …

 

 

Angoletto dell’Autrice!!

Questa è la prima fanfiction che pubblico sul fandom di Undertale, quindi … Shalve a tutti! * saluta scuotendo entrambe le mani *

Questa è una normale fic natalizia, la prima dopo un breve periodo di riposo da parte della sottoscritta subito dopo l’inizio delle vacanze di Natale (niente scuolaaahh). Forse ho esagerato un po’ troppo col feeling e col fluff, lo ammetto ^^’ Credo che sia una sorta di prequel per una long che ho in mente da un po’ di tempo, ma non c’è nulla di certo per il momento ;P

Ci ho impiegato degli anni a cambiare i FONT di Sans e Papyrus, ma dettagli.

E niente, spero che questa one-shot vi sia piaciuta XD Io tornerò sicuramente con altre storie in futuro MUAHAHAHAH

See Soon Everyone!!

Channy

 

PS

Ma perché non c'è il FONT Papyrus ç_ç  * piange *

  
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