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Autore: _thantophobia    29/12/2016    3 recensioni
[VikYuuri | Happy birthday in ritardissimo, Vitya][977 parole][Fluff, Introspettivo, kinda Malinconico | Come sempre, OOC per paranoie della Maki]
Non ha mai considerato il Venticinque Dicembre un giorno diverso dagli altri.
[...]
C’è qualcosa di diverso, quella mattina. Viktor se ne rende conto appena sveglio.
Perché a buttarlo giù dal letto non è stata la sveglia impostata sul cellulare – o una delle solite filippiche incazzate di Yakov sul suo ritardo o sull’essere un lavativo scansafatiche – e nemmeno Makkachin che gli si
acciambella sulla schiena con sommo disappunto dei suoi grandorsali.
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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In ritardo come mio solito, sì. Il wifi mi ha abbandonata DISONORE A LUI, DISONORE ALLA SUA FAMIGLIA, DISONORE ALLA SUA MUCCA *la sopprimono*

Comunque, si continua con le cose senza senso – il tutto ovviamente farcito con il mio amore per il flangst e per Viktor e Yuuri, soprattutto Yuuri. Ah, se vi vengono a dire che alla mia età ho chiesto ai miei se per il mio compleanno mi regalano il peluche grandezza naturale di Katsuki Yuuri e che ho intenzione di usarlo come cuscino e non staccarmene mai, non ci credete. Sono tutte dicerie becere e infondate.

 

 

 

 

Di cupcake e desideri

 

Happy Lonely Birthday

 

 

 

 

 

Non ha mai considerato il Venticinque Dicembre un giorno diverso dagli altri.

La sveglia suona sempre alle sei e mezza, Makkachin chiede da mangiare come al solito, alle sette e mezza è già fuori a correre e poi alle otto e un quarto è in pista a provare i salti dei suoi programmi.

Un giorno come tanti altri, per Viktor, tolto qualche piccolo particolare – come la brioches che la ragazza che lavora al bar vicino a casa gli lascia senza fargliela pagare o le lettere che i fan gli spediscono per il suo compleanno…

Per il resto, è la solita monotona giornata d’allenamento.

La sera arriva a casa - e Makkachin gli salta in braccio chiedendo le coccole e leccandogli la faccia – e si permette un piccolo sgarro alla dieta mangiando un cupcake al cioccolato. Sulla glassa azzurra ha incastrato una candelina e osserva per qualche attimo la fiamma traballare, colpita dai suoi sospiri.

Chiude gli occhi, come gli aveva insegnato sua madre – “Devi esprimere un desiderio, Vitya, prima di soffiare sulle candeline”. L’anno prossimo sarà di nuovo così, ormai lo sa, ma sperare non costa nulla.

Soffia sulla candelina forse un po’ troppo forte e la lascia scivolare sul tavolo insieme a un poco di glassa ormai sciolta.

-Buon ventiseiesimo compleanno, Vitya… -

 

 

 

C’è qualcosa di diverso, quella mattina. Viktor se ne rende conto appena sveglio.

Perché a buttarlo giù dal letto non è stata la sveglia impostata sul cellulare – o una delle solite filippiche incazzate di Yakov sul suo ritardo o sull’essere un lavativo scansafatiche – e nemmeno Makkachin che gli si acciambella sulla schiena con sommo disappunto dei suoi grandorsali. A svegliarlo è uno strano quanto buonissimo profumo che sente provenire dalla porta socchiusa della camera – profumo di thè con zenzero e cannella, sembra, e anche arancia – e il lieve uggiolare del cane che chiede da mangiare.

-Makkachin, sssh.- sussurra qualcuno, zittendo dolcemente il cucciolo. A Viktor viene da sorridere, mentre si gira sulla schiena e si trascina dietro tutte le coperte – e sobbalzando leggermente quando qualcosa impatta contro il pavimento.

Si sporge un poco oltre il materasso e si ritrova ad addolcire lo sguardo, sollevando delicatamente il paio di occhiali caduto a terra e posandolo con cura sul comodino. Districa le gambe dall’intrigo di coperte e si alza, stiracchiandosi e facendo scrocchiare le giunture.

Dopo quasi tredici anni passati a condividere quelle quattro mura solo con sé stesso, deve ancora abituarsi a quelle piccole cose – come sentirlo camminare in punta d’alluci per non svegliarlo, vedere due tazze colme di caffè sul tavolo o trovare l’asciugacapelli fuori posto – però non si pente di aver proposto a Yuuri di trasferirsi da lui. Anche perché, da quando il suo compagno – compagno compagno compagno, come suona bene questa parola se riferita a Yuuri - si è stabilito in pianta stabile nel suo appartamento, Viktor sorride molto più di prima.

E sta ancora sorridendo quando si appoggia allo stipite della porta che si apre sulla cucina e lo osserva controllare il bollitore del thè cercando di non ustionarsi le dita.

-Giù, Makkachin.- brontola appena, Yuuri, spingendo dolcemente il cane seduto. –Aspetta un attimo e ti do da mangiare, fai il bravo… -

-Ascolta più te che me, a quanto pare.- lo prende in giro, e cerca di non scoppiare a ridere quando Yuuri si volta di scatta verso di lui.

 –Vi…-

-Buongiorno, splendore.- ciondola verso di lui, stringendogli le mani intorno ai fianchi – proprio su quel centimetro di pelle scoperta, tra il bordo dei pantaloni e la maglia, ben sapendo di avere le mani gelate. –Potevi anche svegliarmi.-

Yuuri si ritrae appena, appoggiandosi contro il piano della cucina. –Tu devi spiegarmi come fai a dormire i mutande quando siamo sempre intorno allo zero termico.-

Zero termico? Pff, una passeggiata. Ha affrontato temperature più gelide.

-Perché?- ghigna, Viktor, nascondendo il viso contro il collo di Yuuri ancora tempestato dai piccoli lividi dei succhiotti. –Non ti piace quello che vedi?-

Yuuri gli circonda il collo con le braccia, tenendoselo vicino. –E chi l’ha mai detta, una cosa simile?-

Viktor alza appena la testa dal suo collo dopo aver lasciato l’ennesimo livido e gli solleva il mento con due dita, piegandosi in avanti per baciarlo.

-Ah-ah.- sussurra ancora il più giovane, posando due dita sulle labbra di Viktor. –Non hai voluto baciare la mia medaglia, e io non bacio te.-

Dio, adora quei momenti in cui Yuuri lascia quell’Eros che sa essere sopito in un angolino del suo inconscio libero di sfogarsi – però ora proprio no.

-Ma… Ma Yuuri.- uggiola, chinandosi ancora verso di lui. –È Natale!-

-E allora?- Yuuri si sottrae, scivolando via dal suo abbraccio. Viktor lo riafferra per i fianchi e se lo stringe contro il petto, le mani che vagano sotto la sua maglia.

-A Natale si dovrebbe essere tutti più buoni… -

-Ma io sono buono con te tutti gli altri giorni.- gli sfugge ancora, lasciando il russo con ancora le braccia sollevate. -Lasciami essere un po’ meno buono almeno a Natale.-

Makkachin gli si accuccia accanto, forse percependo l’abbassamento d’umore del suo padrone come neanche una colonnina di mercurio in un congelatore.

-Makkachin!- piagnucola. –Yuuri mi tratta male proprio il giorno del mio compleanno!-

Yuuri ride e lo abbraccia, sollevandosi sulle punte e sfiorandogli appena le labbra con le proprie, poi fa un gesto con la testa verso il tavolo: c’è solo un piccolo cupcake alla crema, sul piano chiaro, vicino a sue tazze vuote che aspettano solo di essere riempite di thè.

-Volevo prendere una torta, ma ieri abbiamo finito tardi con gli allenamenti e… Viktor?-

Viktor nasconde il viso contro il suo collo, sussurrando un “Va benissimo così” che gli si impasta sulla lingua per il pianto che gli sale in gola.

Yuuri si lascia stringere e affonda una mano trai suoi capelli.

–Buon compleanno.- gli bacia la tempia. -Dopo ti tiro le orecchie.-

 

 

 

 

I love you like storybooks.

I love you like in the ballads.

I love you like a lighting bolt.

I’ve loved you since the third month you came and spoke to me.

-Holly Black, “The darkest part of the forest

 

 

 

 

 

D.D.R: Deliri Della Ritardataria

Sì, sono ancora qui.

In ritardissimo, lo so, a non potevo non augurare un buon compleanno a quel gran pezzo di figo Viktor Leggenda-Vivente Nikiforov!

Tanti auguri anche se in ritarderrimo, Vitya! *lancia un Eros!Yuuri*

 

[…tutto questo mi fa venire in mente che prima o poi voglio scrivere davvero qualcosa con Eros!Yuuri per il semplice fatto che Eros!Yuuri è vita - ma sto divagando]

 

Comunque, ci tenevo a ringraziare tutte le persone che hanno anche solo letto il mio sclero di 4900 parole su Vitya e le sue seghe mentali che in parte sono anche mie e non essere venuti a cercarmi a casa. Vi sommergo di panettoni di Verona.

Detto questo, fatemi sapere cosa ne pensate. Mi interessano sempre le vostre opinioni :D *anche perché la Maki è più volubile e bipolare di sir Tyki Mikk in persona, quindi se magari ora questa cosa le piace non è detto che tra un paio d’ore la pensi alla stessa maniera*

 

Alla prossima! ‘ché la fine della serie mica la fermerà, che credete

Maki

  
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