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Autore: Kjrara    30/12/2016    3 recensioni
Ora, che sono solo un ricordo, ho trovato la mia quiete.
E si, è una bella sensazione.
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kikyo | Coppie: Inuyasha/Kikyo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Silenzio.

Completo silenzio.

È ciò che sento da qualche tempo, da quando la mia vita è giunta alla fine per la seconda volta.

Ora la mia anima non è più intrappolata dentro un corpo freddo, è libera di vagare dove vuole.

È libera di cercare la quiete.

Ma cos'è questa quiete di cui tanto si parla?

L'ho sempre bramata durante la mia vita da sacerdotessa, e l'ho sempre predicata in ogni villaggio in cui sono stata: eppure, non ne ho mai compreso il reale significato.

Tuttavia, l'ho immaginato: vedendo le persone lieti e sorridenti, ho immaginato come si potessero sentire i loro animi e la pace che si diffondeva sotto la loro pelle.

“Deve essere una bella sensazione”, ho sempre pensato nella mia mente.

Purtroppo, per me non c'è mai stato spazio per la quiete: da sacerdotessa quale ero, il mio compito era rallegrare e tranquillizzare gli animi altrui, anche se ciò voleva dire tormentare il mio. Nessuno si è mai realmente preoccupato di come stessi io, così nemmeno io me ne sono mai preoccupata.

Ho dedicato la mia intera vita ad aiutare il prossimo e a prendermi cura di chi ne aveva bisogno: l'ho sempre fatto più che volentieri, non volermene male, ma quella vita cominciava ad essermi stretta.

Così tanto che, per una volta, avrei desiderato anche io che qualcuno si prendesse cura di me.

Ma non mi era concesso mostrare alcuna debolezza, o forse ero io che mi imponevo questo divieto: sta di fatto che il mio animo non ha conosciuto la quiete quando ero in vita.

Poi ho incontrato Inuyasha.

Un incontro molto insolito devo ammettere: lui cercava la sfera dei quattro spiriti, eppure non era cattivo come gli altri demoni che, prima di lui, erano venuti da me per lo stesso motivo.

Lui non voleva ammetterlo, ma io sapevo che in lui c'era un lato buono.

In tutti c'è e, per la prima volta grazie a lui, ho pensato che anche in me ci fosse.

L'inganno di Naraku mi giocò proprio un brutto scherzo.

Mi scoprii a provare un profondo sentimento d'odio per quel mezzo demone, che fino a qualche tempo prima pensavo di amare: era come se tutto il tormento provato nella mia vita fosse improvvisamente esploso e mostratosi in un colpo solo.

La mia unica ossessione era la vendetta.

Se io fossi morta, Inuyasha sarebbe morto con me.

Fortunatamente, qualcosa nella mia vita passata, il mio essere una sacerdotessa buona in possesso ancora della propria luce chiara, mi ha permesso di scacciare questo odio che, a dirla tutta, non sentivo affatto mio.

Ripensandoci ora, riesco solamente a capire quanto io sia stata stupida nel cadere in una trappola così malvagia, ma soprattutto quanto io sia stata egoista a pensare solamente ai miei scopi.

Tuttavia, se potessi tornare indietro, sono abbastanza sicura che mi farei prendere ancora una volta da quel mezzo demone e gli mostrerei tutte le mie debolezze.

Perché, in fin dei conti, a lui non sono mai importate.

Ora posso vegliare su di lui e sulla sua vita con Kagome, nella speranza che lo possa rendere felice come avrei voluto fare io se fossi stata ancora in vita.

Ripenso al mio animo tormentato e capisco che, se avessi avuto un po' più di forza, forse avrei potuto essere anche io come tutte le altre persone.

Ma ormai è troppo tardi.

Ora, che sono solo un ricordo, ho trovato la mia quiete.

E si, è una bella sensazione.

  
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