Serie TV > Provaci ancora prof
Segui la storia  |       
Autore: ImmaEFP    30/12/2016    1 recensioni
Il Natale a Londra era diventato il suo periodo preferito. I mercatini, le luci, le vetrine, il profumo delle persone rendevano Oxford un posto magico, meraviglioso. Sarebbe stato un altro Natale perfetto se solo i suoi passi non l'avessero portata altrove, trasportandola nel suo passato e nei suoi sentimenti, per rimettere le cose a posto. Ma le cose non vanno sempre come ci si aspetta.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla Baudino, Gaetano Berardi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buonasera!
Dato che questa storia, cioè le mie idee, si stanno facendo sempre più difficili da scrivere, ho deciso di dividere ancora una volta la parte, punto uno per non rendere tutto troppo noioso e soprattutto incomprensibile, due perchè ho bisogno io stessa di concentrarmi sul pezzo finale che richiede davvero una concentrazione superiore a quella che di soluto ho io per scrivere. Devo farvi qualche premessa: non sono molto brava a rendere le storie paurose, o a trasmettere quello che vuole dire, quello che succede ecco. Nel senso che potreste non essere così spaventate come vorrei accadesse xD, ma almeno tento con un po' di suspance. Stavolta potrebbe accadere di tutto, dato che sono due anni che Camilla non sa nulla di quello che è successo a Torino nel frattempo, quindi tenetevi abbastanza pronte per tutto.
E SE MANCA QUALCHE PASSAGGIO, O QUALCOSA VI E' POCO CHIARO, IO CERCO DI RECUPERARE TUTTO AL PROSSIMO CAPITO CHE AHIME' NON SO QUANDO POTREBBE ESSERE PRONTO.
Motivo in più perchè ho deciso di lasciarvi un'altra parte adesso.
Buona lettura.





Ore 22. 43. Torino.

Il brivido l'accoglieva di nuovo, facendole provare la medesima emozione.Quel brivido che solo lei conosceva, che aveva una potenza abissale su di lei.
Riusciva a sentirlo così vicino, così dentro, quel brivido. Quasi come se effettivamente lo stesso volesse dirle qualcosa, gridarle la sua presenza.
Lei lo sentiva, percepiva il suo silenzioso respiro, il suo profumo ma non riusciva a trovarlo.
Cosa significava? Non aveva più il controllo di se stessa. In quel momento si pentì di aver preso un volo all'ultimo momento, con la speranza che ci fosse ancora un posto, un ultimo maledetto posto per riprendersi una parte di se stessa, metterla insieme alle altre e sentirsi completa, unita.
A volte essere indipendenti non significa voler restare da soli, ma riflettere sulla propria esistenza. Quanto effettivamente siamo in grado di dare noi stessi all'altra persona. Quanto siamo disposti a fare per la persona che ci è accanto.
Ecco perchè aveva tanto pronunciato con tanta determinazione quelle parole. Libera e Indipendente. Doveva cominciare a mettere ordine tra i suoi pensieri e capire quanto lei era disposta a dare.
Malgrado i fraintendimenti che c'erano stati in quel suo gesto di protezione verso se stessa, verso la sua dignità, lei aveva fatto la sua scelta. Non era colpa sua se dall'altra parte l'emozione era stata violenta, atroce. Doveva proteggersi. Non da un amore sbagliato, per la carità. Ma da un amore forte, vero, giusto. Un amore forse troppo grande per lei, che non avrebbe saputo ricambiare. Doveva solo mettere alla prova i suoi sentimenti. Senza far male a nessuno.
Avanzò con cautela, nel silenzio. Avvicinò la mano alla porta, decisa a compiere una delle effrazioni più illegali della sua storia, prendendosi anche stavolta tutte le dovute conseguenze.
Ci pensò una seconda volta su.
Gaetano non avrebbe mai voluto vederla infrangere le norme, soprattutto se la situazione poteva apparire pericolosa. Non aveva neppure il diritto di violare così tanta privacy, soprattutto se per due anni non si era nè fatta vedere, nè sentire.
E se poi gli era successo qualcosa? Se, temendo il peggio, in quella casa non c'erano altro che solo suoi ricordi?
Non poteva permettersi di andare a dormire senza scoprirlo, di svegliarsi il mattino seguente e leggere la notizia sui giornali e incolparsi per non aver verificato nulla. Dentro il brivido si ripresentò più forte, come se fosse una scossa fataleche rispondeva ai suoi pensieri. Sentiva che se non avesse aperto quella porta, si sarebbe portata dentro un rimorso pesante quanto un macigno, per sempre. 
Cosa si nascondeva in quella casa che aveva fatto scena alle loro notti più intime? C'era solo un modo per scoprirlo. E quel brivido era la sua coscienza.
Afferrò i suoi guanti di lana bianca e li infilò rapidamente, inalando un respiro che nel suo silenzio sperava di sbagliarsi.
Un silenzio che improvvisamente faceva troppo rumore.

-Professoressa!- una voce alle sue spalle bloccò immediatamente il movimento delle mani sulla porta. Camilla voleva davvero essersi sbagliata, ma oramai quel timbro era inconfondibile. Si voltò impallidendo.
Per la prima volta Camilla si sentì imbarazzata di fronte a tale suo comportamento. Torre stavolta non gliel'avrebbe lasciata fare.
-Perchè state qui? Che cosa volevate fare?- Camilla si ritirò a pensare ciò che doveva dire, ingurgitando la saliva come se fosse un enorme ammasso di cemento.

Stavolta il suo sguardo era più serio di come se lo ricordava e la cosa la spaventava moltissimo.
Tentò di proferire qualcosa ma l'uomo si accostò a lei con forza,
assicurandosi che non avesse nessun oggetto che le potesse permettere di compiere un'effrazione.

-Come avevate intenzione di entrare? Avete fatto un corso specializzato?- chiese con tono alterato, mostrando assolutamente tutto il suo disinteresse per "quella" donna che aveva di fronte.


-Torre- prese coraggio a parlare, tenendo nelle sue parole un pizzico di freddezza date le circostanza -non è come sembra. Volevo solo capire...--

L'uomo la fermò subito. Bastava uno sguardo. -Capire se il dottore è vivo o morto,questo l'avevo intuito. Ma come ha visto l'immobile è sotto sequestro, e gli estranei alla struttura non possono accedere.-

Estranea? Camilla ci aveva vissuto i suoi momenti più belli in quella casa. Lei non era un estranea, nè a quella casa, tantomeno al vicequestore. Però cavolo, quanto bruciavano quelle parole nella sua testa. Era inammisibile acconsentire.

-Non mi costringete a prendere provvedimenti con il tribunale, che tra l'altro non sa nè chi siete, nè cosa c'entrate in questa storia. E sapete quante spiegazioni vogliono.-

Camilla riflettè bene sulle parole, ripetendole ancora una volta nella sua testa.

-Storia?- replicò per accertarsi che avesse sentito bene -quale storia?-

Torre la guardò imperterrito, non troppo convinto di volerle rivelare l'accaduto.

-Fino a quando non ne abbiamo la certezza, la notizia non può essere diffusa. Perciò evitiamo che queste si moltiplichino, mettendoci anche una denuncia per effrazione!- Torre era davvero irriconoscibile, ma in lui c'era anche qualcosa di insolito, di strano. Camilla quello sguardo non riusciva proprio a riconoscerlo, a interpretarlo soprattutto.
La stava trattando quasi come fosse lei la colpevole, quando in realtà era all'oscuro di tutto.

Poi pensò che erano le 22 e 50 minuti. Perchè Torre, la notte della Vigilia avrebbe dovuto essere lì, di fronte a lei? Alla ricerca di cosa poi? Per quale ovvio motivo? Conosceva davvero bene i movimenti del commissario e dei suoi uomini, quando era il momento di agire. Certa che quello non lo era.

-Torre, e tu, perchè sei qui? Sono quasi le 23 ed è la Vigilia di Natale.- provocò Camilla, incrociando le braccia al petto dandosi un'espressione meno spaventata e più sarcastica, inarcando il sopracciglio.

Torre sembrò quasi deglutire qualcosa, ma riprese il controllo di sè e rispose -Non sono tenuto a darle spiegazioni. Ma ora ho un motivo in più per stare qui, no? Devo accettarmi che lei si allontani da questa zona rossa, inaccesibile.-

-Zona rossa? Torre che significa? Che è successo?-

-La situazione è delicata, e stiamo ancora indagando per capire chi è stato. Quindi se al posto mio ci fosse stato qualcun altro, lei sarebbe entrata tra i sospettati subito.-

-Torre puoi spiegarti meglio? Per qualcuno chi intendi?- replicò Camilla, sperando di ricevere una risposta.

-Il dottor Fogliani, ad esempio. Non sarebbe stato contento di trovarvi qui, alle 22 e mezzo della Vigilia. E poi per quale motivo?-

Ma Camilla era rimasta rigida sulle prime parole. Il dottor Fogliani. No, aveva sentito bene. Non Berardi, ma Fogliani. Le sembrò quasi di ritornare indietro nel tempo, quando le fu detto che Gaetano se n'era andato.
Si, in quell'istante aveva interpretato male le parole di Torre, ma sentirle era stato un colpo decisivamente troppo grande per lei.
Stavolta però c'erano troppe cose che non tornavano: aveva trovato l'appartamento di Gaetano sottosequestro e quest'ultimo era stato sostituito da un nuovo commissario. C'era una storia misteriosa di cui Torre non voleva spifferare nulla e lei poteva addirittura essere inserita nella lista dei sospettati!
Solo due potevano essere i motivi: o Gaetano era stato assassinato, cosa che non avrebbe mai potuto accettare, o semplicemente aveva o si sospettava che avesse ucciso qualcuno e quindi esonerato dalle indagini.
La conversazione con Torre tutto le faceva capire tranne che questo.
E se gli avesse fatto qualche domanda? Non poteva pretendere certo che dopo così tanto tempo avrebbero ritrovato quella stessa sintonia nel dirsi le cose.

-Dimmi qualcosa Torre, che cosa gli è successo?- ribattè mentre le sue lacrime protestavano per uscire e il suo respiro diventava sempre più corto.

-Non posso dire nulla.- abbassò lo sguardo, come per difendere qualcosa di veramente troppo importante per lui. -Allora che vogliamo fare?- ritornò serio.

Camilla sospirò, respingendo ogni sua tentazione, e si allontanò dalla "zona rossa", facendo tre grandi passi più indietro. Torre seguiva i passi della donna.

-Penso che qui non ci sia nulla da controllare, ero passato per assicurarmi che non ci fosse stato nessun danno, e a quanto pare sono giunto in tempo.-

In quelle parole c'era qualcosa che a Camilla non suonava bene, ma cercò di non pensarci assecondando l'uomo. Prese le chiavi dalla borsa, improvvisando il gesto di entare in casa.

-E spero non ce ne siano neppure domani mattina, quando verrò accompagnato dalla scientifica!- urlò incitando la donna a chiudere la porta alle spalle, davvero scossa da quel momento.

Aprì gli occhi tirando un forte respiro. Sembrava essere appena uscita da un film di paura. Zona rossa. Un bel titolo per un film in cui non si comprende bene se la vittima viene uccisa o è solo in pericolo ma poi si salva.
Ricapitolando nella sua testa quanto successo, Camilla si accorse che non aveva ancora capito se Gaetano era morto, o semplicemente coinvolto nelle indagini. Perchè Torre non aveva risposto neppure a quella domanda? Non era certo un reato, non entrava nello specifico. Non avrebbe voluto sapere nient'altro.
La tentazione di aprire di nuovo quella porta e controllare diventava sempre più forte. Pensò che se fosse andata a dormire, non ci sarebbe riuscita. E neanche a starsene senza far nulla.
In fondo Torre era solo andato a controllare, non sarebbe ripassato sicuro.

E mentre Camilla trovava una risposta tra i suoi pensieri, dall'altro lato giunse un tonfo, come se qualcosa venisse lanciato con forza da lontano e sbattesse contro una parete. Ed era troppo vicino per essere lontano dall'appartamento di Gaetano. Era un segno del destino. La risposta alla sua domanda. Doveva andare in quella casa.

Controllò dallo spioncino che non ci fosse nessuno, tirò un sospiro e prese coraggio.
Il tratto era davvero breve, ma le sembrava un'eternità. Quasi come se stesse andando incontro al suo destino, come se in quella casa avesse trovato la sua sorte. Tutto poteva cambiare, tutto e anche la sua vita. Per sempre. Dipendeva tutto da quel momento.
Si accostò alla porta, la spinse delicatamente quasi come se avesse intuito che proprio quella era stata colpita dal botto. Ed effettivamente, a differenza di qualche attimo prima, questa era meno pesante. Le bastò forzarla ed intrufolarsi come se fosse la peggiore dei criminali.
Avrebbe potuto anche trovarsi davanti chiunque altro, dato che non sapeva cos'era realmente successo, ma non le importava. Non aveva mai avuto paura di queste cose. Certo, adesso non c'era Gaetano a poterla difendere, ma era lei che stavolta doveva farlo. Difendere non solo la sua persona, ma quello che c'era stato tra loro, in quella casa. Doveva difendere i loro ricordi, perchè restassero almeno vivi nella memoria, e nel cuore.

E quel brivido, puntualmente, si riscatenava in lei, con una frequenza tale da far paura.
Quel brivido adesso la paralizzava. Sembrava che non aspettasse altro che impossessarsi di lei. Man mano che proseguiva, aveva sempre più freddo, era sempre meno forte, e qualcosa non rusciva a farla concentrare abbastanza.
Non c'era davvero la sensazione che Gaetano fosse in quella casa, come era dato, ma neanche il presentimento che in quella stessa era avvenuto un omicidio. Lei le cose le sentiva a pelle. Non si sbagliava, ne era certa. Ma era una cosa istintiva, e questo comunque le faceva una gran paura. Non era così sicura di voler scoprire la realtà, le bastava credere ai suoi impulsi, a quello che sentiva dentro. Se davvero Gaetano era scomparso per sempre dalla sua vita, voleva che di lui restasse il più bello dei ricordi. Tutta una vita per scappare via, e un attimo per perderlo.

Ancora una volta vi lascio con il "finale aperto", giusto per rispettare la trama della prof xD
So cosa deve accadere ovviamente perchè è da lì che sono partita, ma mi sembra di non riuscire mai a scrivere quella parte in modo decente. Questa non è il massimo ma almeno ho scritto tutto quello che era dentro la mia testolina e non mi manca nulla. Forse non ho tutta questa esperienza nel rendere le cose realistiche ma almeno possiamo immaginare che sia così. Spero che in parte qualcosa vi sia rimasto, e vi prometto che non passerà un altro secolo per scoprire cosa è successo. Un bacione e grazie a tutte.








 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Provaci ancora prof / Vai alla pagina dell'autore: ImmaEFP