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Autore: Rapidash    31/12/2016    2 recensioni
[Michemil, obv]
Una semplice frase non detta può smontare mesi e mesi di false credenze. Ma quella non è l'unica nuova realtà che Michele Crispino sarà costretto ad affrontare.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Emil Nekola, Michele Crispino, Sara Crispino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se non si fosse già capito abbastanza dalla mattinata partita male, e la sera che stava finendo ancora peggio, quel giorno non poteva altro che essere un lunedì.
Non bastava aver preso il tram che portava nella parte sbagliata di Barcellona ed essere riusciti a tornare all’albergo solo alle due passate del pomeriggio quando, ovviamente, il ristorante era ormai già chiuso – senza contare il fatto che per poco non si erano persi Emil alla stazione degli autobus, perché lui si doveva proprio mettere a parlare con una comitiva di turisti cechi! – e quindi erano dovuti uscire di nuovo per pranzare.
Peccato che non avessero considerato il fattore siesta. La maggior parte dei negozi erano chiusi per la lunga pausa pomeridiana spagnola, e prima che riaprissero avrebbe fatto buio. Tanto valeva tornare in camera e cenare direttamente all’hotel.
Michele, Sara! Stasera ci venite con noi e il resto del gruppo al pub all’angolo, vero?
Giusto. Phichit Chulanont li aveva fermati qualche ora prima nella hall, chiedendo loro con un tono il quale sembrava dare già per scontata la risposta di assenso, se volevano unirsi per festeggiare la fine delle gare. Era solo un’uscita per lasciarsi alle spalle tutta la tensione provata fino al giorno prima, e dato che erano restati lì fino alla fine a fare il tifo per loro, perché non invitarli?
Vengono anche Mila ed Emil.
Sbaglio, o sua sorella si era illuminata ancora di più al sol nominare i due ragazzi?
Ah.
In quel momento non gli venne da dire altro.


Magari Michele l’avesse fatto. Magari si fosse opposto dal farsi trascinare in quell’uscita di gruppo, che di normale aveva finito per non avere niente.
Del locale, erano i più casinari e alticci, e a causa di questo non si erano di certo fatti attendere gli sguardi inviperiti dei gestori, seguiti da una visibile minaccia di evirazione pubblica. Parlavano del niente, ma lo facevano con una tale foga e varietà di argomentazioni da farlo sembrare un dibattito politico. E ovviamente discutevano l’uno sopra l’altro.
Tuttavia, almeno lui, non poteva dirsi partecipe in tutto ciò. L’unica cosa che avesse fatto da quando si erano messi al tavolo era stato sonnecchiare appoggiato al palmo della mano, ritirato nel suo spazio di sedile tra la gemella e Plisetsky, quest’ultimo quasi sembrasse voler battere il record di ultrasuoni prodotti in meno di un minuto. Era troppo chiedere di non andare a letto con un’emicrania ed un timpano perforato? A quanto pareva sì.
Poi cominciarono a cambiare discorso, diventando maliziosi come i bambini e a insinuare che a tizio piacesse caio, prendendosi in giro a vicenda. Insomma, i soliti pettegolezzi. Non che fosse qualcosa di malvagio o detto con cattiveria, al contrario, alla fine finiva con una risata da parte di tutti o un’amichevole pacca sulla spalla. Stavano facendo il giro della tavolata, e ognuno veniva passato a fil di spada almeno una volta.
Michele non è che stesse prestando una grande attenzione, ma ad un certo punto le sue orecchie captarono il nome di sua sorella e quello di Emil nella stessa frase, così si riscosse e focalizzò sui due. Cos’è che il gruppo aveva appena detto di loro? Tese le orecchie nel tentativo di capire qualcosa di quello che stava dicendo Chris Giacometti.
- Ok, ok, ma se fossi tipo obbligato, con chi usciresti oltre a Sara? - Chris aveva fatto questa domanda ad Emil, attendendo con curiosità palpabile la risposta.
Per poco Michele non si strozzò, e quando tossicchiò leggermente nessuno gli prestò attenzione, troppo impegnati a sentire la risposta del ceco.
- Ma io non mai detto di voler frequentare Sara in quel senso - con un mezzo sorriso guardò Sara, a due posti di distanza, che lo ricambiò con una risatina leggera - comunque sia, non credo che potrei mai uscire con uno di voi. Per me siete tutti amici. -
Il sonoro “Oooh” che ne seguì sembrò dovesse rompere i vetri del locale. Era impossibile che non ci fosse proprio nessuno, ipotizzò qualcuno. Così cominciarono a fare la lista di ogni singolo pattinatore.
Michele si fece più attento. Cosa intendeva dire sul fatto di non voler frequentare Sara in quel senso? Quale senso poi?
Emil sembrava divertirsi con quel gioco. A quanto pareva nessuno aveva saputo azzeccarci con i suoi gusti, o, più probabilmente, era semplice vincere dicendo un “no” ad ogni nome stilato.
- Con me ci usciresti? -
- Viktor, tu sei impegnato! Con me! -
- E con Mila? -
- Non è proprio il mio genere. -
- Questa me la segno, Emil. -
- Scommetto che Michele ti andrebbe bene! -
Chiunque l’avesse sparata non conosceva i danni che avrebbe potuto causare.
Tutti si girarono verso l’interpellato, accorgendosi per la prima volta dopo ore che era presente anche lui, il quale divenne bordeaux per la moltitudine di sguardi che aveva addosso.
Non sapeva che dire, non era a lui che era stata rivolta la domanda. E perché in quel momento, di punto in bianco, sembrava che dovesse portare da solo il peso del mondo sulle proprie spalle? Come se la vita e la morte di tutti dipendessero da lui. Non era neanche tenuto a darla, una risposta!
Nel panico guardò Emil, che sembrò esitare - perché diavolo non rispondeva? - in attesa di quella risposta che non arrivava. E che non arrivò. Al suo posto, Sara prese al volo la parola uscendosene con un sarcastico - e vagamente titubante? - E io scommetto che siete completamente fuori strada. Di nuovo - facendo così repentinamente concentrare tutta l’attenzione su di lei e proseguendo il discorso, stavolta incentrato sulla ragazza. Fortuna che si facevano distrarre con poco.
Michele si stava ancora riprendendo dallo sconforto e dalla confusione vissuti, intanto. Il silenzio imbarazzante nel quale era sprofondato prima e l’idea di averci fatto una figuraccia davanti a tutti ancora gli ronzavano in testa. Che poi. Lui aveva avuto una scusa valida per starsene in silenzio, ma Emil? E perché quando lo ha guardato in cerca di aiuto lui ha tentennato, voltando gli occhi? Certe volte proprio non capiva quel ragazzo. O meglio, non capiva cosa voleva da lui; ma quando Sara era nei paraggi si faceva intendere anche troppo bene.
Dall’altra parte, invece, Emil non smise di tamburellare impazientemente e con fare svogliato le dita sul tavolo fino alla fine della serata - che comunque non durò ancora molto.
Quando - dopo baci, abbracci e smancerie varie che si scambiarono a vicenda nel salutarsi - finalmente Michele seppe che era finita, esultò mentalmente di contentezza. Per alcuni la festa continuava, d’altro canto: in parte si allontanarono, chi a braccetto e vagamente alticcio - ma non troppo da finire nei guai come l’ultima volta - a bighellonare per la città dall’aria natalizia, chi infreddolito e con le gote arrossate dall’alcol e in preda ad una ridarella infinita.
Dopo aver riportato all’albergo sane, salve e leggermente euforiche Sara e Mila, Michele sprofondò nel morbidissimo letto nella sua camera, e gli ci vollero appena pochi minuti per cadere nell’incoscienza e addormentarsi.


Non che Sara fosse una cattiva persona, tutt’altro, ma certe volte aveva un lato sadico che prendeva possesso del suo corpo e non ci si poteva fare niente. Questo, quantomeno, era quello che pensò suo fratello dopo essersi ripreso dal brusco risveglio che la giovane gli aveva riservato. Aprire di scatto le tende e accecare qualcuno che ancora aveva gli occhi chiusi non era l’inizio di una buona intesa.
- Dai alzati! - la voce ed i movimenti della gemella erano sprizzanti di energia. Come accidenti faceva a ricaricarsi così in fretta, proprio non lo sapeva.
- Sara… - un sospiro esasperato e impastato dal sonno uscirono dalle labbra di Michele, che nel frattempo si era girato dalla parte opposta alla finestra, imbacuccandosi sotto le coperte.
Lei gli si posizionò di fronte e cominciò a scuoterlo lentamente in quella maniera odiosa che solo i bambini sanno fare - Staremo qui solo per pochi giorni e ci sono ancora un sacco di cose da vedere, andiamo! -
- Immagino che verrà anche Emil… - mormorò bruscamente lui da sotto le lenzuola, la voce attutita.
Già, Emil…
Il ricordo della serata gli tornò presente. Entrambi avevano fatto scena muta ad una domanda alquanto imbarazzante, finendo per non fare la migliore delle figure. Fortunatamente non ci si doveva preoccupare più di tanto di quei ragazzi; non vi avrebbero dato peso.
Ma perché l’altro non aveva voluto rispondere? O forse non ci era riuscito… Ma perché poi? Ansia da palcoscenico improvvisa?
- Ah, lui… Deve ancora riprendersi da ieri sera, quindi non verrà -
Michele tirò giù le coperte, ed un’espressione vagamente confusa gli disegnò il volto. Sara notò che era lì lì per dire qualcosa, e lo intercettò - Non ha bevuto molto, perciò non sta male. Ha solo passato la notte a fare i bagordi con gli altri e ora è stanco, ovviamente - dopo una breve pausa aggiunse - Mila verrà con noi. -
Odiava e adorava al tempo stesso come la gemella riuscisse a leggere i suoi pensieri solo con lo sguardo. Si poteva dire lo stesso di lui, ma lo faceva un po’ più superficialmente. Anche la sera prima era stata brava; era corsa in aiuto dei due ragazzi dopo aver capito il loro disagio. Con una punta di gelosia si chiese se lei capisse il ceco come facesse con lui…
- Sara, ma… - si mise a sedere e deglutì - ... Ieri sera, perché non ha detto niente? Su quella sciocca insinuazione, intendo. -
A quella domanda lei sembrò visibilmente innervosirsi. Ora era sicuro che ci fosse qualcosa del quale non doveva essere al corrente.
- Dai, dimmelo, non è che do di matto -
- D’accordo, d’accordo! - Sara era dubbiosa su quell’ultimo punto, ma ci provò lo stesso. Prese un respiro e si sedette accanto al fratello. Si inumidì le labbra e cominciò a parlare - Vedi, non è facile come con te. Voglio dire, tu sei mio fratello e io l’avevo capito ancora prima che tu me lo dicessi. Ma questa volta non si tratta di te e del fatto che ti piacciano i ragazzi, mi segui? -
- No… Ma perché si sta parlando di me, ora? Cosa c’entra? Credevo stessimo parlando… - si bloccò a metà frase. La ragazza lo guardò negli occhi, ansiosa - Hai capito che anche a lui piacciono i ragazzi, vero? -
Un attimo. Cosa? Emil e Sara non si piacevano? Cioè, Sara era ovvio che non lo vedesse altro che come amico, ma lui? Fino ad ora non aveva fatto altro che stare con loro, ma era convinto lo facesse solo per provarci con la ragazza.
Anche perché ogni tanto li trovava insieme a parlottare appassionatamente. E ora, da un giorno all’altro, non poteva venire fuori questa cosa. Tutto quello che aveva pensato avesse in mente il ceco avevano finito per essere castelli in aria montati da lui stesso. Forse non era riuscito a vedere oltre le troppe attenzioni che rivolgeva a Sara, distorcendo la verità. Non sapeva più cosa dire.
- Io… Lui sa di me? -
- No. Non potevo certo dirgli una cosa simile. Questo spetta a te! -
- Be’, ma… Perché non me l’hai detto prima? Avrebbe reso le cose più facili! -
- Voleva che lo sapessi solo io, per cominciare. E, anzi, non ero tenuta a dirti nemmeno questo - si alzò ed incrociò le braccia, sogghignando - Comunque non vedo come questo possa cambiare le cose tra voi due. Tu neanche lo sopporti più di tanto! -
- Ha detto qualcos’altro oltre a quello? -
- No. Ma se ci tieni davvero a sapere cosa pensa, chiediglielo - e si avviò verso la porta - Io esco con Mila, intanto. Ci vediamo stasera. -
- Non mi aspetti? -
- Credo che tu abbia altro da fare oggi, o mi sbaglio? -
Odiava e adorava come sua sorella riuscisse a capirlo così bene.




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Angolo autrice

Già. Sono tornata. Con un'altra Michemil. 
In questi giorni ho avuto la vena creativa e ho cominciato a scrivere tante, troppe cose da poter gestire.
Questa fanfiction? Uno sfizio che ho voluto togliermi. Anzi, il vero sfizio dovrebbe arrivare nella seconda parte.
Perché sì, se non si fosse già capito questa è la prima, di parti.
Io volevo racchiudere tutto in una OS, ma dato che sono una che si perde a scrivere, ho deciso di dividerla e prendermela con calma.
Che altro dire? 
Spero solo che vi piaccia, e che più gente cominci a shippare questi due patati; che' loro e anche la MilaSara  meritano tanto amore quanto la Victuuri!

  
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