Cap.5 La causa
Steve
appoggiò la mano su un macchinario, sentendolo gelido sotto
le dita. Piegò la testa e guardò Banner, negli
occhiali di Bruce si rifletteva la luce azzurra degli schermi
olografici. Entrambi erano in penombra, illuminati dalle luci
provenienti dai rumorosi macchinari.
"Hai
scoperto qualcosa con queste nuove analisi?" domandò Rogers.
Bruce
sospirò, si voltò e tolse gli occhiali
strofinandoli contro il camice bianco, deglutì annuendo.
"La
cattiva notizia è che sta peggiorando. È arrivato
circa all'epoca del suo rapimento".
Chiuse
alcuni schermi, si alzò e si mise in piedi socchiudendo gli
occhi.
"La
buona notizia, se buona si può chiamare, è che
sono stati davvero gli occhiali che stava costruendo. Ma le modifiche
che hanno causato il malore non risultano nei progetti, quindi forse
sono
stati manomessi; che è l'altra cattiva notizia".
Steve
si passò la mano sulla bocca e sul naso, incassando il capo
tra le spalle.
"Pensi
sia opera dell'Hydra? Come avrebbero fatto a infiltrarsi alla Tower?"
domandò.
Tony
fece capolino da dietro alcuni schermi, inarcò un
sopracciglio guardando i due e aggrottò la fronte.
"Quindi...
che ci fa un tizio che dovrebbe essere congelato e il grande uomo
verde in casa mia?".
Bruce
sgranò gli occhi voltandosi di scatto,
indietreggiò mettendosi vicino a Steve.
"Dovevi
restare steso!".
Steve
si massaggiò la spalla e sospirò, negando con il
capo.
"Stark,
non hai tenuto con te il foglietto che ti eri scritto, vero?"
domandò.
Guardò
Tony con gli occhi socchiusi.
Tony
si passò la mano tra i capelli, inarcò un
sopracciglio arricciando il labbro.
"...
no?" chiese.
Bruce
sospirò, scosse il capo.
"Dico
a Natasha di contattare Maria Hill per vedere se ci sono state
infiltrazioni alla tower".
"Ottima
idea, dottore" disse Steve. Incrociò le braccia al petto e
si
avvicinò a Tony.
"Stark,
stai perdendo la memoria a causa di una modifica a una tua invenzione.
Dovresti scrivertelo su un foglietto di nuovo, perché andrai
sempre più indietro e ci riconoscerai sempre di meno"
spiegò. Avvertì una fitta al petto.
Tony
guardò Bruce uscire, strinse le labbra arricciando il naso
ed incrociò le braccia.
"Io
non sbaglio mai, bastoncino Findus. Chi mi ha sabotato?" chiese.
Si
mise seduto sulla sedia, la fece scorrere sul pavimento con un fruscio
e aprì degli schermi iniziando a digitare velocemente.
"Non
lo sappiamo Tony, stiamo cercando di capirlo" rispose Steve. Si deterse
le labbra pallide con la lingua e guardò l'altro scorrere
gli schermi olografici.
Tony
mugugnò un assenso e si mise un'auricolare.
"Istallerò
un sistema di riconoscimento automatico, almeno fin quando non
riuscirò a mettere insieme una soluzione. Chi ha accesso al
mio laboratorio?" chiese.
Steve
si grattò un sopracciglio grigio sporco.
"Nessuno
abbastanza intelligente da capire i tuoi dati. Banner, che
però non c'era. Umh...".
Alzò
il capo e guardò il soffitto.
"Forse
le tue intelligenze artificiali, tipo Friday" rifletté.
Tony
inserì una pennetta nell'auricolare e osservò la
barra del download dei dati avanzare sullo schermo.
"Jarvis
ne sarebbe capace, ma non lo farebbe" disse.
Steve
gemette con un sospiro, lo raggiunse e gli mise una mano sulla spalla.
"Tony...".
Iniziò.
Tony
sollevò lo sguardo, schioccò la lingua e tolse la
pennetta dall'auricolare poggiandola sul tavolo, incrociò le
braccia.
"Cosa
ne ho fatto? Non avrei permesso finisse del tutto eliminato".
"...
è diventato Vision. Una specie di cyborg". Concluse Rogers.
Tony
strinse le labbra, si passò la mano sul volto e
sospirò scuotendo il capo. Deglutì,
annuì e sollevò il capo.
"Lui.
Conosce le mie tecnologie, il mio laboratorio e la mia vita meglio di
chiunque" sussurrò, roco.
Steve
si mise le mani sui fianchi e ticchettò con la punta di una
delle scarpe.
"Vision
non è come J, è vero, ma... pensi abbiano potuto
controllarlo?" domandò.
Tony
si poggiò allo schienale della sedia facendolo
scricchiolare, dondolò le gambe schioccando la lingua.
"Sappiamo
come funzionano i cyborg. Pensano di agire per il bene. Se ho costruito
un aggeggio per modificare i ricordi, si sarà detto che non
ne volevo; e avrà modificato il macchinario per cancellarli".
Steve
impallidì e raggiunse una parete, appoggiandovi una mano.
"Non
pensi che potrebbe diventare pericoloso, vero?" domandò.
Tony
ondeggiò la mano in aria, si voltò guardando lo
schermo; la testa gli dava forti fitte continue.
"La
missione è formulare un anagramma di recupero memoria, Tony"
disse una voce metallica dall'auricolare.
Tony
batté le palpebre, annuì e iniziò a
digitare.
"Nah,
sicuramente nel suo programma è proibito l'omicidio. Sai, le
tre leggi della robotica".
Steve
schioccò la lingua sul palato.
"Non
devo dirti io che nonostante le tre regole di Asimov, i robot avessero
i loro modi per risultare pericolosi. Pensi di poterti curare?" chiese
rendendo il tono più distaccato.
Tony
ridacchiò, piegò il capo all'indietro.
"Okay
esperto di sci-fi. Vorrà dire che lo smantelleremo,
così non avrai paura di Skynet o di dover fare Mirai Trunks"
scherzò.
Tornò
a guardare lo schermo, ondeggiò il capo a destra e sinistra.
"Ci
proverò. Non è facile visto che continuo a
dimenticarlo, ma niente è impossibile".
Steve
lo raggiunse, si sporse e lo guardò negli occhi.
"Non
ti porterò via un altro amico, Tony. Sono solo preoccupato
per te" disse con voce roca.
Tony
si alzò, sollevò il capo osservandoli e sorrise.
"Starò
bene, Steve. Te lo prometto".