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Autore: little_psycho    03/01/2017    3 recensioni
One shot | Introspettivo, Malinconico
“ Te lo ricordi Simon? Ti ricordi di Jordan Kyle? ”
Simon la sente.
Sente la voce che gli pone quelle domande ogni singola volta che si perde nei propri pensieri.
Domande che per lui non hanno senso, domande che lo confondono, domande che lo fanno cadere in una specie di trance da cui non riesce a svegliarsi, domande sinistre e pericolose, domande che fanno riaffiorare ricordi che non pensava di avere – che non doveva avere.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jordan Kyle, Simon Lewis
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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N.d.A:  Per la seconda parte della One shot ho preso ispirazione dal nuovo libro di Cassie : “Storia di illustri Shadowhunters e abitanti del mondo dei Nascosti”, da poco nelle librerie. Più precisamente ho usato per la storia il trafiletto che parlava di Jordan Kyle. Il libro non contiene spoiler, semplicemente ci sono curiosità riguardo i personaggi della saga.
La didascalia diceva che la band di Simon ha fatto un mix con parti delle demo di Jordan, ed ha creato una canzone di undici minuti intitolata “Beati i guerrieri”, dedicata a lui.
E niente, mi sembrava carino metterlo nella storia.
Ci vediamo sotto!
little_ psycho

 
 Memoryless
 
«Ti ricordi di Jordan Kyle, Simon?» la voce di Eric arriva chiara e forte dentro il tuo povero orecchio, già messo a dura prova dai suoni demoniaci che produce Matt con la sua nuova chitarra elettrica rosso fiammante.
«Ah, sì! Quel ragazzo che stette con noi per un po’, il cantante. Te lo ricordi Simon?» adesso è Kirk che parla, mentre fa il giocoliere con le bacchette per la batteria.
“ Te lo ricordi Simon? Ti ricordi di Jordan Kyle? ”
Simon la sente. Sente la voce che gli pone quelle domande ogni singola volta che si perde nei propri pensieri.
Domande che per lui non hanno senso, domande che lo confondono, domande che lo fanno cadere in una specie di trance da cui non riesce a svegliarsi, domande sinistre e  pericolose, domande che fanno riaffiorare ricordi che non pensava di avere – che non doveva avere.
La voce cambia, di tanto in tanto. A volte è roca e femminile – voce che sa di lacrime mal trattenute ed un peso troppo grande sulle spalle –, altre è musicale e decisamente maschile – voce dolce che racchiude un tristezza infinita, troppo antica e profonda per essere quella di un ragazzo.   
Di Jordan Kyle, Simon ha solo sprazzi fugaci, ricordi che non hanno senso; che non possono avere senso.
Ricordi fatti di occhi gialli e luminosi come stelle, pronte a brillare un’ultima volta prima di spegnersi per sempre; di piantine argentate messe in dei piccoli vasetti e appoggiate in modo precario su una scala anti-incendio rossa e di giornate passate a giocare ai videogame con qualcuno.
Ma questo qualcuno non ha nome, non ha faccia, non ha identità. Un fantasma venuto dal passato e che non perdona – o che tu non riesci a perdonare per qualche motivo.
Sei confuso; non sai chi sia, chi era, chi sarebbe potuto essere.
A volte si espande nell’aria – o solo nella tua testa – un odore di sangue e ti ricordi di una conversazione avuto con un uomo dagli occhi azzurri in mezzo ad una piazza, con una ragazza dai capelli rossi svenuta vicino a voi,  con un piccolo peso freddo e rotondo nella tua mano, e ti viene in mente il pensiero che hai avuto in quel momento: una qualche farneticazione sul sangue che sembra ruggine, e sul fatto che i vampiri possono subito identificare l’uno e l’altra.
Questi pensieri ne stimolano altri.
Farnetichi  su cose inutili quando non vuoi pensare ad un evento doloroso: significa che è successo qualcosa a questo Jordan – qualcosa di brutto.  
“ Cos’è successo a Jordan Kyle, Simon? ”
Eccola, la voce rotta dai singhiozzi,  ma tu non le dai retta e continui a cercare di ricordare.
L’odore di sangue: il sangue potrebbe essere di Jordan, o anche della ragazza dai capelli rossi.
Il piccolo peso freddo e rotondo nella mano: potrebbe essere una collanina, forse era di Jordan, forse era da lì che veniva l’odore di sangue.
Troppi forse, si doveva sforzare, si doveva impegnare!
“ Che cos’era Jordan Kyle, Simon? ”
 Un umano, sembra ovvio. Ti chiedi se la voce nella tua testa sia uscita si senno; poi ti accorgi che probabilmente sei tu quello uscito di senno.
Ma cerchi comunque di riordinare le idee – per quanto folli possano sembrare.
Occhi gialli e luminosi: non possono appartenere ad un umano, ma ad un essere sovrannaturale sì. Piantine argentate: pensi che siano finte – come quelle che mette il fioraio per abbellire un mazzo di fiori –, ma ti accorgi che nessuno metterebbe delle piantine finte in un vaso con del terriccio dentro. Hai anche il loro nome sulla punta della lingua: Strozzalupo – forse.
Giornate passate a giocare ai videogame: l’interno del salotto ti è familiare, ma non è né tuo né dei tuoi amici; allora potrebbe essere di Kyle.
 “ Cosa faceva per te Jordan Kyle, Simon? ”
Questa sì che è strana! Cantava nella loro band, e poi? Per avere tutte quelle strane visioni su di lui, dovevate essere amici – per forza.
Quindi, che faceva per lui quel ragazzo?
Ricorda ricorda ricorda ricorda ricorda… ricordati Simon!
Lo aveva aiutato in qualche modo.
Gli aveva prestato dei soldi? Improbabile.
L’aveva aiutato a conquistare qualche ragazza? Possibile, ma non troppo.
L’aveva aiutato a disfarsi di qualche ragazza? Forse – in effetti era da un po’ che Maureen Brown non si vedeva in giro.
Lo aveva accolto in casa? Perché no?!
Quella era l’opzione più accreditata. Ma perché accoglierlo in casa? Simon non aveva mai avuto problemi con la propria famiglia.
Per fare cosa, poi?
“ Per proteggerti ”.
 È la voce maschile che parla e finalmente  smette di farti domande – quelle domande scomode a cui non sai rispondere – e ti da una risposta.
E ricordi tutto – o quasi. Nello specifico ricordi lui.
Non ricordi la ragazza dai capelli rossi, o l’uomo dagli occhi azzurri, nemmeno sai di chi potrebbe essere la voce femminile che ti faceva le tanto odiate domande – anche se in realtà non odiavi le domande ma te stesso, perché non  sapevi la risposta – e non riesci a ricordare perché Maureen non viene più ai concerti della band.
 Ma ti ricordi di lui, e anche se il resto è una macchia sfocata, non importa.
Ti ricordi la sua risata, il suo essere sempre rispettoso delle regole, l’inchiostro nero sulla pelle abbronzata dei bicipiti, le sue frecciatine nei confronti di un ragazzo biondo ossigenato – Trace, forse? – e la sua collanina sporca di quel sangue che sembra ruggine.
E con quel pensiero la Terra ha smesso di girare e intorno e te tutto di ferma.
Perché l’uomo dagli occhi azzurri ti aveva detto che Jordan era morto e ti aveva dato la sua collanina – “Beati i bellicosi e siano benedetti i guerrieri” – macchiata del suo sangue.
E capisci che se n’è andato, e non tornerà più.
E quelle parole scritte sulla collana ti bruciano e ti corrodono più dell’acido, perché se non fosse stato così desideroso di salvare il Preator  Lupus ora sarebbe vivo; se non avesse giocato a fare il guerriero benedetto, ora sarebbe vivo.
Ma non lo è, e tu sei sperduto, con solo una manciata di ricordi sbiaditi e sogni infranti a farti da guida.
E decidi di fargli un regalo, di onorarlo come non hai potuto fare quando era vivo.
Sorridi – è ora di mettersi all’opera.
***
 
Non è stato molto difficile far cambiare il nome alla band. Eric era già stanco del vecchio, e Matt e Kirk avevano trovato la tua idea un vero “colpo di genio”.
“I Cacciatori di Ombre”. A volte ti domandi da dove sia sbucato questo nome. Quando l’hai pensato la tua testa era ancora piena di Jordan, della ragazza dai capelli rossi e dell’uomo dagli occhi azzurri. Ma non te ne importa più di tanto, per te è importante che Jordan approvi il tuo operato, che – ovunque lui sia – sorrida spensierato e felice quando saprà quello che hai fatto per lui.
Avete anche messo in giro delle locandine, tu e il tuo gruppo, e avete fatto sapere in giro quando sarà il vostro prossimo spettacolo, dato che avete una nuova canzone.
È stato tutto una tua idea: prendere e mischiare vari pezzi delle vecchie demo di Jordan – sia quelle che avete cantato in qualche pub, sia quelle che nessuno ha mai sentito –, con l’accompagnamento musicale tuo, di Matt, di Kirk e di Eric – che canterà si e no due frasi.
Il titolo l’hai deciso subito e stranamente gli altri non hanno avuto niente da obbiettare. Una volta tanto sei tu quello che da ordini, sei tu il capo – hai la sensazione che Jordan sarebbe orgoglioso di te se lo sapesse.
“Beati i Guerrieri” dura all’incirca undici minuti – lunghissima per qualunque band – e hai la sensazione che sarà la canzone più popolare che voi produrrete.
Quella maledetta frase – quella promessa sottintesa che Jordan ha voluto mantenere fino all’ultimo – ti fa ancora contrarre le viscere e inumidire gli occhi. Ma non vomiti e non piangi perché sai che non ne sarebbe felice; sai che è inutile disperarsi, perché lui non tornerà più indietro; sai che per te è meglio iniziare ad accettarlo, prima che la desolazione ti divori come il fuoco celeste.
Già, fuoco celeste. Pensare a Jordan, sentire le sue vecchie canzoni, dare un nuovo nome alla band, ti sta aiutando a schiarire quella macchia sfocata di immagini confuse.
Non ricordi tutto nei minimi particolari – la ragazza dai capelli rossi è un chiodo fisso per te, come l’uomo dagli occhi azzurri, come la roca voce femminile e la ragazza mora e formosa che a volte compare nei meandri più lontani della tua mente –, più che altro i tuoi sono flashback; immagini troppo vivide per essere frutto della fantasia, ma troppo confuse per essere ricordi veri e propri. Ma a volte lo vedi il ragazzo biondo che brilla di luce propria – fuoco celeste – ,  la figura alata e pura – un Angelo – ch ti parla sospeso su un laghetto dolorosamente familiare, o dei ricci rossi e lunghi sferzati dal vento – non sai nemmeno com’è fatta al faccia della proprietaria di quei capelli, ma sei sicuro che lo scoprirai; come scoprirai il suo nome e il ruolo che aveva nella tua vita.
Anche la voce nella tua testa ha smesso di infierire; forse sa che il suo compito è terminato, o si sarà scocciata di stare nel tuo cervello – sei sicuro che sia andata a farsi una bella vacanza in un posto lontano da New York, per riposarsi dalla fatica immane di estorcerti qualche ricordo.
E mentre sei seduto su una panchina verde nei pressi dell’Upper East Side, non puoi far altro che aspettare che qualcuno appartenente a quella tua strana e vecchia vita arrivi e ti spieghi tutto, sempre che la paura non prenda il sopravvento e ti faccia comportare in modo impassibile al suo arrivo – perché sai che potrebbe accadere.

 
Notes
Sono tornata alla carica con la mia seconda fan fiction sul fandom! Sono cooooosì contenta di essere riuscita a finire la storia!
Nella sezione “tipo di coppia” ho messo “Nessuna”, perché voleva lasciarvi una libera interpretazione del rapporto fra Simon e Jordan. C’è chi può vederli come amici, e c’è chi li vede come qualcosa di più…
Quiiindi a voi libera scelta e  –  se volete –  ditemi come li vedete!
Ora, passiamo a spiegare le cose implicite del testo – non sono poi così tante, né così implicite.
  1. La roca voce femminile” : appartiene a Maia. Ho pensato che fosse la persona più indicata per ricoprire quella parte, dato che era la fidanzata di Jordan e aveva un rapporto molto stretto con Simon.
  2. “La voce musicale e maschile” : appartiene a Jordan.
  3. “Un fantasma venuto dal passato e che non perdona – o che tu non riesci a perdonare per qualche motivo” : per quello che mi riguarda, la parte del cervello di Simon che era conscia di aver dimenticato qualcosa di importante – il Mondo Invisibile – , pensa che quel fantasma non lo perdoni per essersi scordato di lui. Jordan, ovviamente, lo perdonerebbe, ma Simon in quel momento non sa chi sia. Il “che tu non riesci a perdonare per qualche motivo” significa che Simon sa che questo “fantasma” ha fatto qualcosa – è morto – che lui non riuscirebbe a perdonargli.
  4. “Farneticazione sul sangue che sembra ruggine” : quando Luke dice a Simon della morte di Jordan e gli da la sua collana  – Città del Fuoco Celeste –, Simon pensa che il sangue sulla collana di del Preator Lupus potrebbe essere scambiato per ruggine, e che un vampiro come lui capirebbe subito la differenza. Mi è sempre sembrato un pensiero strano da fare quando sai che un tuo caro amico è morto, e così ho cercato di dargli un senso. Spero di esserci riuscita!
  5. “La ragazza dai capelli rossi è un chiodo fisso per te”: Clary nella vita di Simon è stata più significativa rispetto a Jordan, quindi sarebbe stato stupido non accennare minimamente a lei. Ho scritto che Simon non ricorda nemmeno il suo volto, perché, quando Clary gli va a parlare sotto la scuola alla fine dell’ultimo libro, lui  non la riconosce. Ho anche pensato che Simon si ricordasse prima di Jordan e poi di Clary  perché la sua mente è ancora inconsciamente sconvolta dal fatto che Jordan è morto.
  6. “Panchina verde nei pressi dell’Upper East Side” : l’Istituto si trova nell’Upper East Side, e mi sembrava carino accennare a quel piccolo particolare.
Ho finito con le note! Viva me!
Probabilmente nessuno le leggerà –  sono la prima che le salta nei libri –, ma per una volta volevo provare l’ebbrezza dello scrivere note tanto corpose.
Spero di non aver combinato un casino illeggibile come al mio solito, e se vi va di esternarmi i vostri pensieri – negativi o positivi che siano –, siete i benvenuti!
Alla prossima!
Con affetto
little_psycho
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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