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Autore: artemis89    26/05/2009    4 recensioni
'Alcuni dei nostri eroi si ritrovano catapultati nel Paese delle Meraviglie. Qui dovranno vestire i panni degli eroi e salvare il regno. Cose da tutti i giorni, no? Peccato che di mezzo ci si mettano anche altri problemi da risolvere' eccovi un'altra cross tra DGM e Alice. sono un po' ripetitiva lo so...
Genere: Commedia, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Coppie: Kanda/Allen, Tyki/Rabi
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Lo so cosa state pensando: un’altra crossover tra DGM e Alice. Ma che ci posso fare io se i personaggi di DGM ci stanno così ben come nel Paese delle Meraviglie?

Disclaimer: ovviamente i personaggi di DGM appartengono a Hoshino-sensei, così come quelli di Alice nel Paese delle Meraviglie appartengono a Carrol. L’unica cosa che mi appartiene è la mente malata che ha avuto l’idea di metterli insieme… e il personaggio di Artemis, ovviamente! ^__^

 

 

 

 Capitolo 1

 

La battaglia stava andando avanti ormai da dieci minuti buoni. E che battaglia.

Da una parte c’erano ben quatto esorcisti, mandati in missione insieme.

Dovevano andare a salvare alcuni finder rimasti bloccati in una piccola città in cui tutti gli abitanti erano ormai diventati akuma o erano stati uccisi da essi. Così Allen Walker, Lenalee Lee, Yuu Kanda e Lavi erano partiti senza ulteriori indugi, speranzosi di riuscire ad aiutare i loro compagni. Erano stati mandati quattro esorcisti, tra i migliori, perché Komui riteneva che la missione avrebbe potuto complicarsi inaspettatamente e non poteva certo mandare la sua sorellina da sola!

Accidenti a quell’uomo, mai una volta che si sbagliasse nelle sue previsioni.

Erano riusciti ad entrare in città ed a far fuggire i finder mentre loro tenevano a bada i numerosi akuma (la maggior parte dei quali di livello due, mannaggia!) quando all’improvviso chi ti compare se non due Noah?

E non due Noah qualunque. I loro nomi erano Road Camelot e Tyki Mikk, probabilmente i due nemici più noti e temuti da tutto l’Ordine Oscuro (bè, dopo il Conte del Millennio, si intende). Che fortuna!

Se prima la battaglia consisteva nel distruggere più akuma possibile, con l’entrata in scena dei due Noah le cose si erano decisamente complicate. Gli Esorcisti stavano combattendo più che egregiamente, ma non avrebbero certo potuto andare avanti in eterno e c’erano le loro vite in gioco.

“Ti preferivo di più quando ti comportavi come una brava bambola ubbidiente, sai?” disse Road all’unica altra ragazza presente.

“Bè Road, mi dispiace deluderti, ma non ho la minima intenzione di giocare con te stavolta.” rispose Lenalee, schivando le micidiali candele della bambina con un agile capriola, danzando con i suoi stivali che le permettevano di volteggiare in aria.

“Uhm, non importa tanto io voglio giocare solo con il mio Allen ” disse la piccola battendo le mani, gli occhi dorati che brillavano di malizia.

L’interessato, sentendosi tirato in causa, volta la testa verso di lei “Ah no, Road, non ricominciare con questa storia, hai capito?!”

“Baka Moyashi, guarda quello che fai!” sbottò improvvisamente un altro ragazzo, quello giapponese, i cui lunghi capelli corvini, raccolti in una alta coda di cavallo, si muovevano velocemente. Velocemente come i movimenti del giovane che con uno scatto rapidissimo di parò di fronte all’Esorcista dai capelli bianchi per bloccare l’attacco di un akuma diretto verso di lui.

“Possibile che non ti accorgi neanche quando vieni attaccato, stupido!” grido rivolto all’altro, mentre con un colpo della sua katana tagliava a metà l’akuma che aveva di fronte.

“Il mio nome è Allen, Bakanda!” fu l’unica risposta che ricevette, insieme ad un “Comunque, grazie” borbottato a mezza voce.

“A volte penso che quei due finiranno per farsi fuori a vicenda molto prima di venire uccisi da un nemico” sospirò un ragazzo dai capelli rossi, lanciando un’occhiata ai due.

“È possibile, ma se fossi in te non mi preoccuperei di questo adesso, Bunny-chan.” disse una voce alla sua destra. Il giovane fece appena in tempo a ruotare il suo enorme martello di lato per riuscire a parare l’attacco che l’uomo dai capelli neri e dagli occhi dorati gli aveva sferrato.

L’impatto lo fece arretrare di qualche passo, ma riuscì a rimanere in equilibrio. “Devi smetterla di chiamarmi in quel modo, Maledetto!” ringhiò il rosso.

“Bè, non posso farci niente se sembri un coniglietto, piccolo.” rispose l’altro con un sorriso.

“Ah, sta zitto!”

Ma l’altro si limitò a ridacchiare.

“A quanto pare lo zio Tyki si sta divertendo. Buon per lui, ma voglio giocare anch’io!” disse Road con un’espressione imbronciata che la faceva sembrare una bambina capricciosa. Ed in effetti era proprio questo: una bambina viziata che prendeva la vita come un gioco, persa nel suo mondo di sogni ed indifferente al dolore che provocava agli altri esseri umani.

Il combattimento proseguì, sempre allo stesso modo, con gli Esorcisti che ogni tanto riuscivano a distruggere un altro akuma (ormai ne erano rimasti solo un paio) e con i Noah che ogni tanto riuscivano a mandare a segno un colpo, seppur non grave, oltrepassando le difese dei loro avversari. Gli Esorcisti, infatti, combattevano in gruppo, aiutandosi l’un l’altro (persino Kanda) e questo li rendeva più forti e più difficili da cogliere di sorpresa.

Erano tutti riuniti i quella che una volta era la piazza del paese, ma che ora era solo lo scenario in rovina di una battaglia.

Quando finalmente un attacco ben mirato di Lenalee ed un Cross Grave di Allen riuscirono a distruggere gli ultimi due akuma rimasti, il combattimento si fermò per un attimo, mentre i contendenti prendevano fiato.

“Sembra che siamo rimasti in svantaggio numerico, Road” disse Tyki, raccogliendo il cilindro che era caduto a terra durante lo scontro.

“Non credo che sia un grosso problema, Tyki. Possiamo giocare ancoro un po’, vero?” rispose la bambina.

Gli Esorcisti erano immobili, in posizione difensiva. Osservavano i loro movimenti con attenzione, ansimando leggermente per la fatica.

“Sì, Road, credo di sì”

Stavano per ripartire all’attacco quando all’improvviso successo qualcosa. Al centro della piazza, proprio in mezzo ai combattenti, comparve uno strano simbolo che risplendeva di luce verde. Era di forma circolare, dal diametro di circa due metri, e con all’interno un intricato disegno di rami e foglie.

Tutti quanti restarono immobili ad osservarlo, le espressioni stupefatte. Si guardarono a vicenda, ognuno pensando fosse opera dell’altro, ma notando che la sorpresa era dipinta sul volto di tutti, la loro confusione aumentò ulteriormente.

Improvvisamente all’interno del cerchio comparve una ragazza.

Alta all’incirca come Lenalee, aveva lunghissimi capelli viola chiaro, di una tonalità simile al lilla, che gli arrivavano quasi a piedi e raccolti in due codini bassi e legati con dei nastri di colore azzurro chiaro. Indossava una camicia bianca piuttosto lunga, con un gilet viola senza maniche al di sopra. Le gambe erano in parte coperte da dei corti pantaloncini e da degli stivaletti bassi, entrambi di colore verde nero. Teneva in mano un grosso libro e aveva gli occhi chiusi. Quando li aprì, tutti poterono vedere che erano di un viola cupo.

Si guardò un attimo attorno come spaesata, poi notò le persone che la stavano osservando come se fosse un fantasma. A quel punto arrossì appena “Ah, s-scusate l’entrata improvvisa, ecco io-” si bloccò di colpo, osservando meglio i presenti.

A quel punto sorrise. “Li ho trovati!!!” disse, cominciando a saltellare di gioia. “Che bello! Il Maestro sarà così fiero di me”.

Sia gli Esorcisti che i Noah la osservarono con gli occhi spalancati.

“Sono l’unico idiota che non sta capendo un accidente qui?” chiese Lavi a voce alta.

“Probabilmente sei l’unico idiota, ma non sei certo l’unico a non capire un niente.” gli rispose Kanda con il suo solito tono ‘cordiale’.

“Grazie Yuu-chan, ora mi sento meglio. Però quel commento te lo potevi risparmiare.” disse il rosso mimando un’espressione ferita.

“Non chiamarmi per nome, Baka Usagi!”

Quella scena familiare, anche se piuttosto fuori luogo in quel momento, risvegliò tutti dallo stato confusionale in cui erano caduti.

Tyki alzò un sopracciglio “Cos’è una vostra nuova compagna questa?” chiese.

Allen lo guardò di sbieco “Ti sembra che indossi la nostra uniforme forse?”

“Se non è con voi, e sicuramente possiamo assicurarvi che noi non la conosciamo, allora chi è?” fece Road, dando voce alla domanda di tutti.

La ragazza intanto stava ancora saltellando allegramente sul posto, persa nel suo mondo. A quelle parole si riscosse “Oh è vero, non mi sono presentata. Che sbadata!” disse ridendo e dandosi una manata sulla fronte “Il mio nome è Artemis, molto lieta”

“Molto piacere, ma il nome da solo non ci aiuta molto…” disse Lenalee incerta.

“Sono venuta fin qui a cercare delle…ehm…persone. Il mio Maestro mi ha raccomandato di trovarle. Sapete lui è un po’ troppo vecchio per andare in giro ormai, gli fa male la schiena, così a mandato me. È il mio primo incarico importante” disse con un sorriso e gli occhi che luccicavano di orgoglio.

“Oh, questo si che chiarisce tutto.” fece Kanda ironico.

Lenalee gli scoccò un’occhiataccia, poi proseguì. “E…ehm…ecco, mi sembra che tu abbia detto che li hai trovati?”

“Certo sono proprio qui. Ci sono tutti”

“E chi sarebbero di preciso?” domandò Road guardandosi intorno. Non vedeva nessun altro nei paraggi.

La ragazza alzò il dito indice “Uno, due, tre e quattro.” disse indicando progressivamente Kanda, Allen, Lavi e Tyki. “Che fortuna che ho avuto a trovarvi tutti insieme! Di solito era impossibile vedervi girare in gruppo.”

Gli occhi dei quattro malcapitati si spalancarono ulteriormente, non capendo di cosa parlasse.

“Tyki, la conosci?” chiese Road rivolta all’uomo.

“Mai vista prima in vita mia” disse scuotendo la testa e alzando le braccia.

I tre ragazzi lo imitarono. “Stesso discorso per me” disse Lavi. “Idem” fece Allen. Kanda non disse una parola, limitandosi a guardare la ragazza come se fosse pazza (e c’era un’alta probabilità che lo fosse).

“Ah è normale. Quando ve ne siete andati il mio Maestro non mi aveva ancora preso come allieva. Per questo la mia faccia non vi è famigliare” li rassicurò Artemis.

Ma gli altri continuarono a non capire.

Il sorriso di Artemis sparì. Cominciava ad avere dei dubbi. “Che abbia sbagliato persone? Ma assomigliano così tanto alle immagini che ho visto.”

Fece per aprire il libro che aveva con sé, quando si sentì una musichetta provenire dalla ragazza. Lei infilò una mano in tasca e ne tirò fuori un piccolo orologio da taschino, da cui proveniva la melodia. “Maledizione a sto dannato aggeggio. È un secolo che non segna più l’ora giusta, cosa si mette a suonare adesso da fare?”

Il suo sguardo ritornò verso i ragazzi “Uhm, forse mi vuoi dire che ho visto giusto?” stette un attimo a pensare. Poi sorrise furbescamente. “Bè in questo caso, sarà meglio sbrigarsi!”

Aprì il libro che aveva in mano. Appena lo fece quello cominciò a levitare davanti a lei, mentre il simbolo ai suoi piedi cominciava nuovamente a risplendere.

Tutti i presenti si misero in posizione difensiva, non sapendo cosa aspettarsi.

Alzò gli occhi verso di loro. “È ora di tornare a casa.”

 

 

 

Artemis: E con questa fanno ben tre fic in corso…

Io: Brava Artemis, complimenti! Non ho neanche tempo per dormire ormai, cosa diavolo ti metti a scrivere da fare? Lo sai che se poi non pubblichi la gente ci rimane male?!

Artemis: ma…io… prometto che farò di tutto per tenermi in pari! (*espressione decisa*) E anche tu, finirai bene gli esami prima o poi, così da lasciare spazio alla tua personalità di autrice.

Io: aspetta e spera cocca! =_=

Artemis: noiosa. In ogni modo, spero che questa storia vi piaccia. Come al solito qualsiasi commento è più che ben accetto. ^_^

Io: se gli altri commentano le tue storie tanto quanto tu fai con le loro, stiamo fresche. U_U

Artemis: ma la vuoi smettere di rompere?! Mi rovini tutta l’atmosfera…

 

  
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