Lo
so cosa state pensando: un’altra crossover tra DGM e Alice.
Ma che ci posso
fare io se i personaggi di DGM ci stanno così ben come nel
Paese delle
Meraviglie?
Disclaimer:
ovviamente i personaggi di DGM appartengono a Hoshino-sensei,
così come quelli
di Alice nel Paese delle Meraviglie appartengono a Carrol.
L’unica cosa che mi
appartiene è la mente malata che ha avuto l’idea
di metterli insieme… e il
personaggio di Artemis, ovviamente! ^__^
La battaglia stava
andando avanti ormai da dieci minuti buoni. E che battaglia.
Da una parte
c’erano
ben quatto esorcisti, mandati in missione insieme.
Dovevano andare a
salvare alcuni finder rimasti bloccati in una piccola città
in cui tutti gli
abitanti erano ormai diventati akuma o erano stati uccisi da essi.
Così Allen
Walker, Lenalee Lee, Yuu Kanda e Lavi erano partiti senza ulteriori
indugi,
speranzosi di riuscire ad aiutare i loro compagni. Erano stati mandati
quattro
esorcisti, tra i migliori, perché Komui riteneva che la
missione avrebbe potuto
complicarsi inaspettatamente e non poteva certo mandare la sua
sorellina da
sola!
Accidenti a
quell’uomo, mai una volta che si sbagliasse nelle sue
previsioni.
Erano riusciti ad
entrare in città ed a far fuggire i finder mentre loro
tenevano a bada i
numerosi akuma (la maggior parte dei quali di livello due, mannaggia!)
quando
all’improvviso chi ti compare se non due Noah?
E non due Noah
qualunque. I loro nomi erano Road Camelot e Tyki Mikk, probabilmente i
due
nemici più noti e temuti da tutto l’Ordine Oscuro
(bè, dopo il Conte del
Millennio, si intende). Che fortuna!
Se prima la battaglia
consisteva nel distruggere più akuma possibile, con
l’entrata in scena dei due
Noah le cose si erano decisamente complicate. Gli Esorcisti stavano
combattendo
più che egregiamente, ma non avrebbero certo potuto andare
avanti in eterno e
c’erano le loro vite in gioco.
“Ti preferivo
di più
quando ti comportavi come una brava bambola ubbidiente, sai?”
disse Road
all’unica altra ragazza presente.
“Bè
Road, mi dispiace
deluderti, ma non ho la minima intenzione di giocare con te
stavolta.” rispose
Lenalee, schivando le micidiali candele della bambina con un agile
capriola,
danzando con i suoi stivali che le permettevano di volteggiare in aria.
“Uhm, non
importa
tanto io voglio giocare solo con il mio Allen ♥”
disse la piccola battendo le
mani, gli occhi dorati che brillavano di malizia.
L’interessato,
sentendosi tirato in causa, volta la testa verso di lei “Ah
no, Road, non
ricominciare con questa storia, hai capito?!”
“Baka Moyashi,
guarda
quello che fai!” sbottò improvvisamente un altro
ragazzo, quello giapponese, i
cui lunghi capelli corvini, raccolti in una alta coda di cavallo, si
muovevano
velocemente. Velocemente come i movimenti del giovane che con uno
scatto
rapidissimo di parò di fronte all’Esorcista dai
capelli bianchi per bloccare
l’attacco di un akuma diretto verso di lui.
“Possibile che
non ti
accorgi neanche quando vieni attaccato, stupido!” grido
rivolto all’altro,
mentre con un colpo della sua katana tagliava a metà
l’akuma che aveva di fronte.
“Il mio nome
è Allen,
Bakanda!” fu l’unica risposta che ricevette,
insieme ad un “Comunque, grazie”
borbottato a mezza voce.
“A volte penso
che
quei due finiranno per farsi fuori a vicenda molto prima di venire
uccisi da un
nemico” sospirò un ragazzo dai capelli rossi,
lanciando un’occhiata ai due.
“È
possibile, ma se
fossi in te non mi preoccuperei di questo adesso,
Bunny-chan.” disse una voce
alla sua destra. Il giovane fece appena in tempo a ruotare il suo
enorme
martello di lato per riuscire a parare l’attacco che
l’uomo dai capelli neri e
dagli occhi dorati gli aveva sferrato.
L’impatto lo
fece
arretrare di qualche passo, ma riuscì a rimanere in
equilibrio. “Devi smetterla
di chiamarmi in quel modo, Maledetto!” ringhiò il
rosso.
“Bè,
non posso farci
niente se sembri un coniglietto, piccolo.” rispose
l’altro con un sorriso.
“Ah, sta
zitto!”
Ma l’altro si
limitò
a ridacchiare.
“A quanto pare
lo zio
Tyki si sta divertendo. Buon per lui, ma voglio giocare
anch’io!” disse Road
con un’espressione imbronciata che la faceva sembrare una
bambina capricciosa.
Ed in effetti era proprio questo: una bambina viziata che prendeva la
vita come
un gioco, persa nel suo mondo di sogni ed indifferente al dolore che
provocava
agli altri esseri umani.
Il combattimento
proseguì, sempre allo stesso modo, con gli Esorcisti che
ogni tanto riuscivano
a distruggere un altro akuma (ormai ne erano rimasti solo un paio) e
con i Noah
che ogni tanto riuscivano a mandare a segno un colpo, seppur non grave,
oltrepassando le difese dei loro avversari. Gli Esorcisti, infatti,
combattevano in gruppo, aiutandosi l’un l’altro
(persino Kanda) e questo li
rendeva più forti e più difficili da cogliere di
sorpresa.
Erano tutti riuniti i
quella che una volta era la piazza del paese, ma che ora era solo lo
scenario
in rovina di una battaglia.
Quando finalmente un
attacco ben mirato di Lenalee ed un Cross Grave di Allen riuscirono a
distruggere gli ultimi due akuma rimasti, il combattimento si
fermò per un
attimo, mentre i contendenti prendevano fiato.
“Sembra che
siamo
rimasti in svantaggio numerico, Road” disse Tyki,
raccogliendo il cilindro che
era caduto a terra durante lo scontro.
“Non credo che
sia un
grosso problema, Tyki. Possiamo giocare ancoro un po’,
vero?” rispose la bambina.
Gli Esorcisti erano
immobili, in posizione difensiva. Osservavano i loro movimenti con
attenzione,
ansimando leggermente per la fatica.
“Sì,
Road, credo di
sì”
Stavano per ripartire
all’attacco quando all’improvviso successo
qualcosa. Al centro della piazza,
proprio in mezzo ai combattenti, comparve uno strano simbolo che
risplendeva di
luce verde. Era di forma circolare, dal diametro di circa due metri, e
con
all’interno un intricato disegno di rami e foglie.
Tutti quanti
restarono immobili ad osservarlo, le espressioni stupefatte. Si
guardarono a
vicenda, ognuno pensando fosse opera dell’altro, ma notando
che la sorpresa era
dipinta sul volto di tutti, la loro confusione aumentò
ulteriormente.
Improvvisamente
all’interno del cerchio comparve una ragazza.
Alta
all’incirca come
Lenalee, aveva lunghissimi capelli viola chiaro, di una
tonalità simile al
lilla, che gli arrivavano quasi a piedi e raccolti in due codini bassi
e legati
con dei nastri di colore azzurro chiaro. Indossava una camicia bianca
piuttosto
lunga, con un gilet viola senza maniche al di sopra. Le gambe erano in
parte
coperte da dei corti pantaloncini e da degli stivaletti bassi, entrambi
di
colore verde nero. Teneva in mano un grosso libro e aveva gli occhi
chiusi.
Quando li aprì, tutti poterono vedere che erano di un viola
cupo.
Si guardò un
attimo
attorno come spaesata, poi notò le persone che la stavano
osservando come se
fosse un fantasma. A quel punto arrossì appena
“Ah, s-scusate l’entrata
improvvisa, ecco io-” si bloccò di colpo,
osservando meglio i presenti.
A quel punto sorrise.
“Li ho trovati!!!” disse, cominciando a saltellare
di gioia. “Che bello! Il
Maestro sarà così fiero di me”.
Sia gli Esorcisti che
i Noah la osservarono con gli occhi spalancati.
“Sono
l’unico idiota
che non sta capendo un accidente qui?” chiese Lavi a voce
alta.
“Probabilmente
sei
l’unico idiota, ma non sei certo l’unico a non
capire un niente.” gli rispose
Kanda con il suo solito tono ‘cordiale’.
“Grazie
Yuu-chan, ora
mi sento meglio. Però quel commento te lo potevi
risparmiare.” disse il rosso
mimando un’espressione ferita.
“Non chiamarmi
per
nome, Baka Usagi!”
Quella scena
familiare, anche se piuttosto fuori luogo in quel momento,
risvegliò tutti
dallo stato confusionale in cui erano caduti.
Tyki alzò un
sopracciglio “Cos’è una vostra nuova
compagna questa?” chiese.
Allen lo
guardò di
sbieco “Ti sembra che indossi la nostra uniforme
forse?”
“Se non
è con voi, e
sicuramente possiamo assicurarvi che noi non la conosciamo, allora chi
è?” fece
Road, dando voce alla domanda di tutti.
La ragazza intanto
stava ancora saltellando allegramente sul posto, persa nel suo mondo. A
quelle
parole si riscosse “Oh è vero, non mi sono
presentata. Che sbadata!” disse
ridendo e dandosi una manata sulla fronte “Il mio nome
è Artemis, molto lieta”
“Molto piacere,
ma il
nome da solo non ci aiuta molto…” disse Lenalee
incerta.
“Sono venuta
fin qui
a cercare delle…ehm…persone. Il mio Maestro mi ha
raccomandato di trovarle.
Sapete lui è un po’ troppo vecchio per andare in
giro ormai, gli fa male la
schiena, così a mandato me. È il mio primo
incarico importante” disse con un
sorriso e gli occhi che luccicavano di orgoglio.
“Oh, questo si
che
chiarisce tutto.” fece Kanda ironico.
Lenalee gli
scoccò
un’occhiataccia, poi proseguì.
“E…ehm…ecco, mi sembra che tu abbia
detto che li
hai trovati?”
“Certo sono
proprio
qui. Ci sono tutti”
“E chi
sarebbero di
preciso?” domandò Road guardandosi intorno. Non
vedeva nessun altro nei
paraggi.
La ragazza
alzò il
dito indice “Uno, due, tre e quattro.” disse
indicando progressivamente Kanda,
Allen, Lavi e Tyki. “Che fortuna che ho avuto a trovarvi
tutti insieme! Di
solito era impossibile vedervi girare in gruppo.”
Gli occhi dei quattro
malcapitati si spalancarono ulteriormente, non capendo di cosa parlasse.
“Tyki, la
conosci?”
chiese Road rivolta all’uomo.
“Mai vista
prima in
vita mia” disse scuotendo la testa e alzando le braccia.
I tre ragazzi lo
imitarono. “Stesso discorso per me” disse Lavi.
“Idem” fece Allen. Kanda non
disse una parola, limitandosi a guardare la ragazza come se fosse pazza
(e
c’era un’alta probabilità che lo fosse).
“Ah
è normale. Quando
ve ne siete andati il mio Maestro non mi aveva ancora preso come
allieva. Per
questo la mia faccia non vi è famigliare” li
rassicurò Artemis.
Ma gli altri
continuarono a non capire.
Il sorriso di Artemis
sparì. Cominciava ad avere dei dubbi. “Che abbia
sbagliato persone? Ma
assomigliano così tanto alle immagini che ho
visto.”
Fece per aprire il
libro che aveva con sé, quando si sentì una
musichetta provenire dalla ragazza.
Lei infilò una mano in tasca e ne tirò fuori un
piccolo orologio da taschino,
da cui proveniva la melodia. “Maledizione a sto dannato
aggeggio. È un secolo
che non segna più l’ora giusta, cosa si mette a
suonare adesso da fare?”
Il suo sguardo
ritornò verso i ragazzi “Uhm, forse mi vuoi dire
che ho visto giusto?” stette
un attimo a pensare. Poi sorrise furbescamente.
“Bè in questo caso, sarà meglio
sbrigarsi!”
Aprì il libro
che
aveva in mano. Appena lo fece quello cominciò a levitare
davanti a lei, mentre
il simbolo ai suoi piedi cominciava nuovamente a risplendere.
Tutti i presenti si
misero in posizione difensiva, non sapendo cosa aspettarsi.
Alzò gli occhi
verso
di loro. “È ora di tornare a casa.”
Artemis: E con questa
fanno ben tre fic in corso…
Io: Brava Artemis,
complimenti! Non ho neanche tempo per dormire ormai, cosa diavolo ti
metti a
scrivere da fare? Lo sai che se poi non pubblichi la gente ci rimane
male?!
Artemis:
ma…io…
prometto che farò di tutto per tenermi in pari!
(*espressione decisa*) E anche
tu, finirai bene gli esami prima o poi, così da lasciare
spazio alla tua
personalità di autrice.
Io: aspetta e spera
cocca! =_=
Artemis: noiosa. In
ogni modo, spero che questa storia vi piaccia. Come al solito qualsiasi
commento è più che ben accetto. ^_^
Io: se gli altri
commentano le tue storie tanto quanto tu fai con le loro, stiamo
fresche. U_U
Artemis: ma la vuoi
smettere di rompere?! Mi rovini tutta l’atmosfera…