Anime & Manga > Pandora Hearts
Segui la storia  |       
Autore: AlnyFMillen    04/01/2017    3 recensioni
Warning!spoiler retrace XC/CIV
. . . . . . . . . . . . . . . . . .
Nell'universo parallelo sognato da Oz, non perdetevi i piccoli happy ending fatti di the e biscotti, tra ricordi, crescite, lacrime, morti e resuscitati, segreti, gelosie, rivelazioni, divertimento e tanti, tanti, tanti casini. Buona lettura e grazie per essere qui!
~Un po'tutti, rigorosamente vivi e vegeti {Vincent; Ada; Leo; Elliot; Oz; Gil; Alice; Echo; Sharon; Break; Reim; Sheryl; Rufus; Lottie; Lacie; Jack; Oswald}
. . . . . . . . . . . . . . . . . . .
❦dal primo capitolo❦
"Ed è forse paura quella che vedi ad incrinare la perfezione dei suoi occhi smeraldo, la stessa che hai cercato di farle provare nei tuoi confronti ma non si é mai presentata. Eccola lì, finalmente ha capito chi sei veramente.
Sorridi senza un briciolo felicità tra i denti.
Un rifiuto.
Un ingannatore.
Un ladro.
Un burattinaio ma assieme una marionetta.
Un assassino.
Un...
Un... Uomo? Anche tu? Persino tu?"

. . . . . . . . . . . . . . . . . .
||raccolta di oneshot happlyeverafter ispirata a long non ancora pubblicata||
Genere: Generale, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Elliot Nightray, Oswald Baskerville, Oz Vessalius, Vincent Nightray, Xerxes Break
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L'unica ragione per arrivare fino in fondo

 
A te che sei l'unica al mondo...


“...ma...”
Su e giù, su e giù, e su e giù e giù e su. Sebbene il suono dei passi fosse attutito dai pochi centimetri della suola gommosa, lo schiocco provocato al contatto scarpe-terreno era diventato semplicemente irritante. Aveva potuto sopportarlo per i primi cinque e i poi seguenti dieci minuti buoni, era un tipo di non poca pazienza lui, ma ora, dopo quella dannata mezz'ora di via vai, non né poteva più. Nella stanza sarebbe regnato il più assoluto silenzio se solo non fosse stato per poche frasi sconnesse e quello scoccare continuo, ormai diventato il metronomo personale della sua intera esistenza, marchiato a fuoco nella mente. 
“...arma...”
Reim sospirò, sfilò gli occhiali e nel contempo riesumò un vecchio panno scamosciato dalla tasca. Pulì con cura le lenti prima di mettere la montatura nuovamente in sella al naso, poco distante dall'attaccatura. La spinse fino all'estremità, in modo che non scivolasse prematuramente e lanciò una nuova occhiata all'uomo poco distante da lui. Era la quinta volta che tentava di richiamare l'attenzione del padrone eppure questo sembrava voler ignorare bellamente la sua voce, o meglio, la sua presenza in generale. 
Aveva sempre creduto che star dietro a tutti i guai di quell'impiastro di Xerxes Break avrebbe fornito almeno una massima predisposizione alla calma verso qualunque altro essere vivente che non fosse lo stesso; pensato di aver raggiunto il limite della sopportazione con il signor Gilbert che, pur essendo gentile e tutta un'altra cosa rispetto allo strano individuo da un occhio solo, sembrava non poter fare a meno di agire in modo confuso e disordinato; preso un gran respiro mentre compilava i documenti e le relazioni di altri impiegati presso Pandora con i quali non aveva scambiato molto se non due chiacchiere in corridoio. 
Davanti a tutto questo ed altro ancora, il carattere a dir poco particolare del suo padrone non sembrava turbarlo poi tanto. Gli assegnava, si, compiti di estrema delicatezza e valore, dal decifrare manoscritti le cui pagine non potevano essere esposte alla luce e nemmeno sfogliate senza riguardo perchè troppo fragili, al consegnare lettere d'amore alla Duchessa Rainsworth -missione che gli era costata cinque anni lontani da casa, una sorella minore e qualche grattacapo in più, tra cui il Cappellaio sopracitato- ma erano cose normali, per un Barma sicuramente. 
Tutte le sue certezze erano crollate non appena Sheryl-sama aveva accettato di sposarlo. Non era stato affatto facile, s'intende, in cinquant'anni passati a cercare di conquistarla nessuno era riuscito nell'impresa e tutt'ora che mancava così poco alle nozze rimaneva un mistero come Rufus fosse riuscito a farsela dar vinta. 
 
L'unica ragione per arrivare fino in fondo…

A quanto pareva era accaduto nel periodo successivo alla battaglia finale, dopo la rivelazione che il Duca fosse ancora vivo e vegeto tra le braccia della sua amata. Non si sa poi nè come nè quando nè perchè, un giorno, forse un giovedì, verso la tarda notte il povero servitore si era sentito svegliare da dei tonfi secchi alla porta. Ancora assonnato, si era diretto verso la soglia, ritrovandosi davanti un Rufus -perchè chiamarlo con il proprio titolo nobiliare gli era alquanto impossibile data la situazione in cui si trovava- esaltato come solo il cielo sapeva, pigiamamunito, lacrime agli occhi, volto stravolto.  Reim si era a dir poco sorpreso di ricevere visite a quell'ora e aveva cercato di darsi un minimo di contregno, senza grandi risultati: le profonde occhiaie che gli solcavano il volto parlavano chiaro. Eppure l'altro non parve farci caso ed invece prese a parlare a raffica, delirando ordini a destra e a manca, cosa che aveva costretto il servitore a restar sveglio tutta la notte per organizzare un ricevimento con i fiocchi, nonostante la scarsa conoscenza sull'argomento. Progetto che si era rivelato del tutto inutile non appena Sheryl e sua nipote si erano presentate a casa Barma declassando la loro come un'organizzazione singolare. Il che corrispondeva ad un no secco. Dopo quel picco, Rufus aveva accelerato i preparativi ed intensificato gli sforzi. Un altro rifiuto, diceva, e quella donna potrebbe perfino ripensarci. Era quello il motivo per cui impiegava tutte le sue risorse, ogni singola ora di ogni singolo giorno per ogni singolo preparativo. 
Il signor Lunettes si chiese quanto ancora sarebbe durato mentre ripensava agli ultimi avvenimenti.

Rufus lasciò vagare lo sguardo cenere per il salone in cerca del primo malcapitato di passaggio e lo richiamò, facendogli cenno di avvicinarsi.
“Lorin, giusto?” domandò, sicuro già da prima che l'altro annuisse di non aver bisogno di conferme.
“Ecco Lorin, credo tu abbia preso conoscenza di quanto sia importante per me il vostro lavoro, vero?” chiese osservando distrattamente il viso del suo interlocutore farsi prima sorpreso, poi stirarsi in un sorriso fiero. 
Un bel ragazzo, niente a che dire: viso snello, ricoperto qua e là da lentiggini; chioma castana, tendente al chiaro, di lunghezza media; occhi che parevano scaglie di cielo incastonate nel mare. Nome semplice, origini semplici, figlio di panettieri o gente simile, con molta probabilità. Proveniva certamente dalla città, ma non sembrava tipo da lavori pesanti. Un ragazzo tale, di un'età riponibile tra il ventisette e i ventinove anni, a giudicare dal complesso, doveva aver per forza una famiglia a cui badare.  Sicuramente si era sposato.
E allora perchè non capiva?
 
…Che hai dato senso al tempo senza misurarlo…

“Mi fa piacere sentirlo dire da lei, signore”
“Bene, e credo anche tu sappia quanto per me sia vitale il fatto che tutto fili liscio in previsione di un giorno tanto importante” continuò il rosso facendo scorrere le dita sul tavolino più vicino "E allora perché, perché mi domando, vi comportate come una massa di emeriti incompetenti!?" 
Con un'espressione disgustata, pinzò un ritaglio circolare in pizzo. 
“«Duca Barma di che colore vuole che sia la base dei centrotavola?» mi avete chiesto «Rosa antico» ho risposto. «E' il colore preferito di Sheryl» ho detto. Li ho esplicitamente richiesti rosa antico. Non un rosa base, non rosa profondo, non rosa chiaro, non rosa scuro. Rosa antico. E tu hai il coraggio di venirmi a presentare questi -indicò quasi rabbrividendo i centrini- straccetti bucherellati, per di più, tinti con un mediocre color carne?” lasciò andare la stoffa sgualcita “Rosa antico, il colore preferito di Sheryl è il rosa antico, mi pareva di essere stato chiaro”
“M-Mi scusi Duca Barma, credevo fosse la tonalità giusta...”
“Razza di incompetente stai forse cercando di boicottare l'intero matrimonio!?! Dov'è quello scansafatiche di Reim quando serve? Ah, ma se ci fosse stato Calm, lui si che avrebbe capito!”


Le sue labbra si stirarono in un lieve sorriso mentre percepiva la tensione aleggiare l'aria.
‘Non c’è due senza tre, no?’ pensò scuotendo leggermente il capo con fare esasperato.
“Duca?”
Quest'ultimo finalmente alzò il capo, sul volto un'espressione stizzita ma al contempo fremente di gioia. 
Restò ad osservarlo per un attimo, segretamente gongolante nel vedere il padrone tanto felice. Raramente Rufus Barma lasciava che le emozioni, per quanto misere, lo influenzassero. La sua vita era fatta di un'infinita e sfiancante serie di sfide accoppiata ad altrettante inevitabili vittorie. Certo, c'era la contentezza dell'apprendere nuove informazioni e, certo, la delusione nello scoprire che le cose non erano andate come previsto. Ma mai, mai un vero e proprio sentimento percepito con tanta forza da divenire concreto, reale. Solo Sheryl era riuscita nel far riemergere quel cumulo di espressioni sopite, sfociate ora in un' unica: l'amore.
Il leggero tremolio che aveva preso possesso del sopracciglio sinistro del Duca indusse Reim ad accantonare le proprie riflessioni e prestare attenzione alle parole che stava per pronunciare così da non rompere il precario equilibrio venuto a crearsi nell'abitacolo.
Aprì la bocca, intenzionato a comunicargli giusto due o tre informazioni prima di congedarsi con le sue più sentite congratulazioni, quando un lieve bussare proveniente dalla porta alle sue spalle lo bloccò.
“Si può?” trillò una vocetta allegra al di là della parete legnosa.
Ci fu un attimo di silenzio totale, che fuori che all'interno della stanza.
Poi il panico, unica emozione che poteva essere pienamente identificata nella mente del povero Reim.  Ne aveva viste di cose lungamente più spaventose di quelle che la maggior parte delle persone poteva immaginare eppure, in quel preciso istante, non poteva evitare alle sue gambe di tremare. 
Panico, panico, panico e ancora panico. Terrore allo stato puro. Crudele, dannoso, impietoso. Al pari di quel che sarebbe stato il suo padrone se il proprietario della voce si fosse ritrovato davvero lì a pochi passi da loro.
 
...Che riesci a render la fatica un immenso piacere...

‘Pazzi. E' un suicidio. Andate via’ ripetè come un mantra, fissando intensamente la porta nel disperato e vano tentativo di far passare i suoi pensieri attraverso.
La conferma di aver fallito bellamente arrivò quando i colpi furono rinnovati ed il bussare si ripetè.
“Ehilààà? Duuuca?” 
Di nuovo la vocetta.
Si chiese distrattamente il perchè di quella visita inaspettata. Avevano rischiato già abbastanza per una vita sola, pensava, sconfiggere degli spiriti millenari e salvare il mondo non era certo cosa da tutti i giorni. Eppure, no, non ne avevano ancora abbastanza loro, volevano proprio essere seppelliti in anticipo loro.
Guardò timoroso in direzione del padrone, sotto il cui sguardo sospettoso persino la polvere pareva tirarsi indietro. Lo vide accennare ad un lieve movimento della mano destra, così da fargli intendere di andare ad aprire prima che le cose potessero degenerare. Se la maniglia si fosse girata senza consenso, nulla avrebbe più potuto tener a bada i nervi del Duca.
Reim avanzò lentamente verso la porta, cauto, ma nel mentre si stava avvicinando due colpi più decisi dei precedenti risuonarono nell'abitacolo.
“Ne ho abbastanza!” ringhiò Rufus prima di dirigersi a grandi falcate verso l'uscio e spalancare teatralmente la porta.
A nulla servirono gli avvertimenti del servitore che subito un fiume in piena si abbattè su chi attendeva di entrare.
“Razza di mocciosi impertinenti, come osate venire a disturbarmi persino oggi?”
“Ehm... Duca Barma...?”
“Non ora Reim! Avrei potuto sopportare la vostra misera presenza in un giorno qualunque ma oggi, oggi non vale la pena star a perde il mio tempo con gente come voi”
“Duca Bar--”
“Ho detto non ora Reim, cos'è sei sordo? Qualcuno dovrà pur dire qualcosa a questi quattro idioti impertinenti!”
“Ma Duca...”
“Duca, Duca, Duca, solo questo sai dire? Cosa, cosa di così importante mi devi dire per amor del cielo!”
Reim indicò con un dito tremante l'uscio verso cui Rufus, probabilmente preso da una rabbia cieca e dalla foga data dall'aver finalmente trovato una valvola di sfogo per il nervosismo accumulato, non aveva rivolto nemmeno uno sguardo. 
Il quintetto felice stava sull'uscio della camera, perfettamente calmo e sorridente. Del gruppo, il 
giovane Vessalius e il vecchio Fantasma Dagli Occhi Rossi rappresentavano coloro che il rosso meno avrebbe voluto trovarsi tra i piedi. Coloro che, almeno all'apparenza ma, ci avrebbe giurato, non solo in quella, sembravano provare un divertimento puramente sadico nel vederlo ridotto in condizioni non proprio appropriate. Pareva proprio traessero gusto ogni qual volta la vena del suo collo pulsava a velocità anormale.
Raven, forse il meno fastidioso del gruppo, stava in disparte al confine del piccolo cerchio, proprio dietro le spalle del padrone. Si limitava a battibeccare con il Coniglio Nero, intimandole il silenzio ogni qualvolta quest'ultima emetteva lamenti agonizzanti, trastullandosi come un animale in gabbia. Il vestito degno di un appartenente all'alta società non si addiceva certo alla sua delicatezza d'elefante, constatò. Sicuramente, le era stato infilato sotto costrizione dalla nipote della sua amata sposa, la quale stava cercando ora di fargli le congratulazioni definitive, incrementando il suo nervosismo. Nulla a che dire, nell'insieme formavano una bella palla al piede, almeno per quanto lo riguardava.
Nonostante ciò, colei su cui si catalizzò improvvisamente la sua intera attenzione, superava di gran lunga gli standard di quei bambocci: al centro di tutto, pochi metri dal viso livido di rabbia del Duca, null'altro che Sheryl Rainsworth nei suoi centosessanta centimetri di altezza ripiegati sulla sedia a rotelle. Il vestito di raso bianco fasciava perfettamente il suo corpo, dando all'uomo l'illusione di essere già morto ed assunto in paradiso prima ancora che potesse pronunciare il fatidico "Lo voglio". Boccheggiò per qualche istante alla disperata ricerca d'aria, poi si ricompose.
“Che diamine ci fai tu qui...” farfugliò in evidente disappunto mentre raddrizzava la postura.
Inutile dire che rivolgersi in modo tanto inappropriato ad una donna come Sheryl, non avrebbe portato altro che guai e Rufus non si aspettava certamente di passarla liscia. Eppure non avrebbe mai potuto immaginare ciò che passava per la mente della donna. Questa, difatti, senza scomodarsi troppo a rispondere, aveva fatto abbattere sulla testa del promesso sposo una ventagliata dalla potenza invidiabile.
“Ed io che ero venuta per farti una sorpresa Ru caro” mormorò portandosi una mano alla guancia con espressione offesa “Sarà per la prossima volta allora” 
Aveva poi girato lentamente la sedia a rotelle ed intrapreso il corridoio che portava all'uscita.
Il Duca Barma, resosi conto di quel che era accaduto, prese a rincorrere l'amica di vecchia data che, dio solo sapeva come, era già arrivata nell'androne principale.
Alcune guardie giurarono di aver visto il Duca aggrapparsi alla carrozzina, trascinarsi in ginocchio per buona parte dei giardini e pregare Sheryl perchè non se ne andasse senza essere degnato di un solo sguardo dalla suddetta interessata.

 
...A te che cambi tutti i giorni 
E resti sempre la stessa
A te che sei l'unica amica che posso avere
L'unico amore che vorrei se non ti avessi
.
.
.
Jovanotti








A(l)n(y)golino:Ma guardate un po'chi è resuscitata!^^Sssalve a tutti e perdonatemi per il mastodontico stacco.L'ispirazione ha proprio deciso di partire per le Maldive.Se ve lo state chiedendo(E so che ve lo state chiedendo)il colore del titolo è un magnifico rosa antico.Hahaha ok no, è più salmone.Insomma,Rufus riesce a coronare il sogno di una vita?Eheheh povero lui,ghettizzato.Si,insomma,ci stava un "piccolo" matrimonietto.Che poi lui abbia fatto casini non ci interessa,l'occasione l'ha avuta u.u A dirla tutta è stato un vero e proprio parto scrivere queste quattro cose messe in croce:non avevo idea di come fare,ogni due righe finivo per sclerare contro la tastiera e più rileggevo,più mi impappinavo.Alla fine,però,ho fatto suonare le campane(o quasi)!E niente,stanno finalmente apparendo più personaggi contemporaneamente, non so perchè ma la cosa mi fa felice. Detto ciò,spero di non sparire,è già in corso la ff su Gil,prego di non doverlo rasare a zero per mancanza di idee.
Grazie a chi continua a leggere,
AlnyFMillen
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pandora Hearts / Vai alla pagina dell'autore: AlnyFMillen