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Autore: _MartyK_    04/01/2017    2 recensioni
Shin Hye è una delle tante ragazze con il sogno di diventare una star del mondo dello spettacolo e far parte di una Idol band. Ma cosa succede se nessuno riconosce il suo talento? Shin Hye è così disperata che per essere accettata si finge... un ragazzo.
Dal Capitolo 1:
Aveva appena varcato la soglia dell'ingresso della BigHit, un'altra delle case discografiche più in voga del momento. Capelli corti e sbarazzini, un ciuffo tinto di blu, felpa, jeans e sneakers ai piedi. Lo sguardo era annoiato e per certi versi strafottente. Si leccò il labbro inferiore e sorrise maliziosamente. Non era a disagio, e nemmeno nervoso.
Kim Youngjae, 17 anni, di Seoul. Questa la sua identità. La sua nuova identità.
Era abbastanza sconvolgente ritrovarsi di fronte ad un ragazzo con una voce alquanto femminile, vero? [...] D'ora in poi avrebbe dovuto frequentare più spesso quell'agenzia.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Park Jimin, Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Kang Shin Hye: diciassette anni, ferma al metro e sessantatre da un bel po', catalogata come 'quella testarda e antipatica'.
Segni particolari? Sì, piatta da sembrare un maschio e una taglia in più rispetto a tutte le sue coetanee. Quarantaquattro, per essere precisi. Nonostante ciò il suo sogno era stato da sempre debuttare in una girl band e raggiungere fama e successo.
Mi Sun, la sua unica amica, glielo diceva spesso che era una cosa molto - forse anche troppo - ambiziosa. Ma si trattava di Shin Hye, e lei era cocciuta fino al midollo.
Altri le dicevano che era solo una fase e che prima o poi sarebbe passata. Non esisteva un essere umano che la prendesse sul serio.
Sperava almeno che i giudici delle audizioni per la JYP Entertainment lo facessero.
Si sarebbero tenute il 16 di quel mese e lei sarebbe stata una delle tante a tentare la fortuna. Una minuscola goccia in mezzo alla vastità dell'oceano di veri talenti. Non era la prima volta che si trovava di fronte a cinque persone e non era neanche la prima volta che doveva cantare in pubblico, ma si sentiva comunque nervosa.
Un paio di mesi prima ci aveva provato, e il risultato non era stato soddisfacente.
Non stoni facilmente e ti muovi a ritmo, ma non hai quel qualcosa in più che noi cerchiamo: la frase della sua lista nera.
Per non parlare di quel mi dispiace finale. Dispiacersi per cosa? Per aver detto di no? Ormai è fatta.




Erano appena le sette del mattino e in un piccolo quartiere vicino Seoul rimbombò un grugnito degno di un uomo delle caverne.
Shin Hye si era svegliata e aveva mandato in frantumi la sua sveglia.
Si stiracchiò e si alzò dal letto, grattandosi la nuca e posizionandosi di fronte all'unico specchio della sua cameretta: un vero schifo.
Gli occhietti vispi e dalla forma allungata osservavano curiosi il volto riflesso, i capelli corvini scompigliati assunsero la forma di un cespuglio e per il resto beh... non è che fosse un granchè con magliettina bianca e pantaloncini arancioni.
Spalancò la porta e scese velocemente le scale, dirigendosi verso la cucina e salutando la madre con un gesto della mano. Prese una mela dalla cesta della frutta e l'addentò senza pensarci due volte.

- Abbiamo fame eh!- sorrise la donna. La ragazza annuì, passandosi il dorso della mano sulle labbra.

- Oggi è il gran giorno- biascicò annoiata.

- Vedrai che ce la farai- ammiccò l'altra. Shin Hye poggiò le mani sulla tavola, quasi sbattendole su di essa, per poi proferire parola.

- Mamma, dicevi così anche delle ultime quattro audizioni e invece vedi dove sono? A casa e senza un soldo in tasca-

Era pessimista. Strano per una come lei, ma lo era.
Sebbene fosse un concentrato di testardaggine, quel giorno si sentiva la più insicura del mondo. L'autostima era andata a farsi fottere.
Merito delle prese in giro dei compagni di scuola e dei rifiuti di tutte le case discografiche più importanti.
SM? Assolutamente no. YG? Artisti come Psy e i Big Bang lavorare accanto ad una pigrona scansafatiche come lei? Ma neanche per idea.
L'unica rimasta era la JYP, se si scartano quelle minori.

- Eppure io sento che qualcuno capirà quanto sei brava- la incoraggiò mamma.

- In ogni caso ci sono io con te. So quanto vali, so quanto impegno ci metti nel cantare e nell'imparare online le coreografie- si avvicinò alla figlia e le mise le mani sulle spalle, scuotendola leggermente. La ragazza sbuffò.

- Non mi serve la tua opinione. Sei mia mamma, ovvio che per te sono la migliore. Ho bisogno del giudizio di chi non mi conosce- borbottò mettendo su un finto broncio.

- Forza, vatti a fare una doccia e vestiti bene!-

- Okay- Shin Hye corse in bagno e si chiuse a chiave, spogliandosi in fretta e furia ed entrando nella doccia.
Il getto d'acqua fredda colpì senza pietà la sua schiena, così come le sue orecchie non tardarono a decifrare ciò che la madre stava blaterando dalla cucina. 'Kang Shin Hye è la migliore!' e 'Mia figlia sarà una Idol eccezionale' le frasi più frequenti.
Di solito non le dava fastidio avere una mamma-fan, sapeva che lo faceva solo ed esclusivamente per incoraggiarla a fare del proprio meglio.
Ma in quel momento si sentiva imbarazzata.
Mise la testa proprio sotto il getto dell'acqua, facendo sì che si bagnassero i capelli e che quella mente bacata che si ritrovava si risvegliasse dal temporaneo letargo.











* * *














- Mi chiamo Kang Shin Hye, ho 17 anni e sono di Seoul. Mi chiamo Kang Shin Hye, ho 17 anni e...-

Il cellulare le vibrò in tasca, segno che qualche disgraziato aveva deciso di romperle le scatole. Nessuno poteva permettersi di rovinarle il suo monologo per la presentazione, nessuno.
Eccetto Mi Sun.

- Cosa vuoi?- sbottò piano, cercando di risultare più tranquilla e normale possibile ai segretari e assistenti che inondavano la JYP.
Non ci riuscì perfettamente, alcuni suoi coetanei la fissarono interdetti. Fece una smorfia con la bocca e ascoltò cos'aveva da dire la sua amica.

- Come sta andando? Hai visto qualche Idol? Se è sì, ti prego fermalo e digli di farsi fare una foto o di scrivermi una dedica- squittì.
Shin Hye aveva voglia di lanciare il cellulare contro qualcuno.

- Mi stai dicendo che mi hai chiamata solo per questo?!-

- Oh beh, certo che no... in bocca al lupo per il provino!- esclamò Mi Sun e chiuse la chiamata.
Se solo non fosse stato l'unico essere di sesso femminile a cui volesse un minimo di bene, se ne sarebbe uscita di lì e l'avrebbe uccisa in camera sua o a scuola, davanti a tutti. Si disse che non c'era tempo per pensare a cavolate, inspirò ed espirò lentamente, chiudendo gli occhi e pensando a qualcosa che non le provocasse ansia e nervosismo.

- Numero 4816 tocca a te!-

Oh giusto, era lei. Panico.
Sgranò gli occhi e si guardò intorno manco fosse la pecorella smarrita della Bibbia. Era uno scherzo o cosa?

- M-me?- si indicò e provò a non balbettare.

- No, l'uomo nero. Seguimi forza!- la ragazza che aveva parlato un minuto prima le circondò le spalle con un braccio e l'accompagnò fino alla sala con i giudici. Essi erano belli seduti di fronte a lei, chi la squadrava da capo a piedi con un'espressione schifata in viso, chi sorrideva sprizzando curiosità da tutti i pori.

- Come ti chiami?- per l'appunto.
''Bella domanda, vorrei saperlo anch'io'' pensò ironica la mora.

- S-sono Kang Shin Hye, ho 17 anni e sono di Seoul- disse come da copione.

- Nervosa?- fece un altro. La ragazza tirò un sorriso imbarazzato e annuì.

- Cosa ti piace fare? Dicci un po' di te-

- Mi piace cantare e ascoltare musica in generale. Disegno anche i personaggi degli anime nel tempo libero- sparò le prime cose che le vennero in mente, pentendosene l'attimo dopo. Un ragazzo si mise a ridere e gli altri quattro parlottarono fra di loro.

- Molto bene, qual è la canzone che hai portato?-

- She's on fire di Alicia Keys-

Vide un uomo spalancare gli occhi e sospirare lentamente.

- Sai che è molto complicata, vero? Soprattutto al ritornello- borbottò.
Shin Hye annuì più e più volte, come a fargli intendere che non era l'unico a pensarlo.

- Balli anche?- questa volta fu la donna a parlare.

- Sì, ma non ho mai preso lezioni di danza in vita mia. Seguo i tutorial su internet- spiegò lei.
La donna storse il naso e scosse la testa, per poi scrollare le spalle e sibilare un 'vediamo'.
La base partì, Shin Hye impugnò il microfono e chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi solo sulla canzone e sulle parole.
Non c'era nessuno in quel momento. Solo lei, il microfono e la musica di sottofondo.
Per sua fortuna intonò il ritornello, aprì un occhio per vedere la reazione dei giudici e sorrise implicitamente nel vedere le loro espressioni soddisfatte.
Il resto della canzone procedette normalmente, soprattutto dopo che la voce si era scaldata.
Riprese fiato e bevve un sorso d'acqua dalla bottiglietta, per poi proseguire con la prova di ballo. A dire il vero non aveva mai improvvisato una coreografia, ma si disse che non sarebbe successo nulla di male.
La canzone era Sexyback di Justin Timberlake. Non era decisamente una delle sue preferite, ma tentare non nuoce giusto? Sbagliato.
Provò a muoversi a tempo della canzone, agitando le braccia e compiendo qualche gesto a caso, anche per risultare sexy, visto il titolo della canzone. Non raggiunse i risultati sperati, data la poca esperienza. Non aveva nemmeno voglia di sentire il giudizio finale.

- Allora, Kang Shin Hye- esordì il ragazzo carino che si era messo a ridere all'inizio.

- E' stata una bella esibizione, e non è facile per una persona comune come te- si aggiunse un altro.

- Ma...-

Ed eccoci a quel dannato, dannatissimo ma che stona con l'intero discorso, pensò la mora.

- Con il ballo non ci siamo: ti agiti come se qualcuno piombasse dal nulla e dicesse 'compito di fisica a sorpresa', non so se rendo l'idea. Ma non è questo il punto, anche perchè i nostri coreografi sono preparati e sapranno insegnarti tutto il necessario per diventare Idol. Sei brava a cantare, difficilmente stoni, ma non hai emozioni. Canti come se avessi un morto davanti agli occhi, motionless. E qui noi vogliamo emozionarci, ridere, piangere. Non hai quella voce, quel qualcosa in più che fa venire la pelle d'oca. Mi spiace dirtelo ma non sei particolare, sai cantare bene, ma è solo tecnica. E la tecnica non basta. Gli Idol sono persone capaci di scombussolarti mente e cuore contemporaneamente, se non sei in grado di farlo allora non potrai mai essere Idol- a parlare fu la donna scettica e occhialuta che fino ad allora si era limitata a fare smorfie di disappunto.

Quelle parole per Shin Hye furono come delle pugnalate al petto. Capì perfettamente la situazione, il problema. Lo capì eccome.
Non era tagliata, semplice. Non aveva la stoffa per far parte del mondo dello spettacolo.
Sorbì il tutto in silenzio, abbassando il capo e annuendo alle parole dei giudici.

- Hey, non mi dirai mica che stai piangendo, vero?- uno degli uomini assunse un'espressione sorpresa.
La ragazza alzò lo sguardo e mostrò uno dei suoi sorrisi migliori.
Alla faccia vostra, si disse.

- Affatto, io ci ho provato comunque. Sono una persona con la testa dura come il cemento armato, ma quando capisco di non poter fare niente per qualcosa allora mi arrendo-

Il ragazzo si morse il labbro inferiore e si unì al discorso.

- Non devi arrenderti, solo prova a migliorare. E se proprio non riesci allora significa che Dio ha un progetto diverso per te- sorrise e si accomodò meglio sulla sua sedia.
''Fantastico, mi ci voleva proprio la predica di don... coso'' pensò scocciata la ragazza.
S'inchinò parecchie volte verso i giudici, in segno di rispetto, e poi abbandonò la sala e si diresse verso l'uscita dell'agenzia.
Durante il tragitto qualcuno provò a chiederle com'era andata, altri addirittura la presero in giro, borbottando un 'cosa pensavi che ti dicessero?' credendo che Shin Hye non li sentisse.
In risposta dedicò loro il dito medio, guardandosi bene dalla gente, mica voleva risultare maleducata!

Una volta fuori di lì, prese il cellulare e chiamò la madre.

- Tesoro!- questa trillò tutta pimpante, in attesa di ottime notizie. A sentire quella voce felice, Shin Hye quasi si commosse.
Davvero doveva dirle di essersi sbagliata riguardo al provino?

- Com'è andata?- la fatidica domanda. La ragazza boccheggiò per qualche istante, chiedendosi se dovesse mentire o meno.

- Bene. Mi hanno presa- a malincuore scelse la seconda opzione.
Inutile dire che dovette allontanare il cellulare dall'orecchio per evitare di rimanere sorda.

- Davvero? Oddio non ci credo!- urlettò istericamente la donna.

- Già, neanche io- rispose sarcastica l'altra.

- Quando torni a casa? Devi raccontarmi tutto per filo e per segno-

- Presto, adesso vado a farmi un giretto. Sai no? Per festeggiare- ridacchiò anche se non ne aveva voglia e attaccò.
Prese a camminare, imboccando una strada precisa. Quella che portava a casa di Mi Sun.


Una volta giunta a destinazione, bussò varie volte alla porta, per poi ritrovarsi di fronte all'amica.
Assonnata e rincoglionita, però la forza di romperle le scatole l'aveva avuta.

- Ti hanno presa?- fece, passandosi una mano sul viso. Shin Hye scosse la testa.

- Ho fatto un'abnorme cazzata- sospirò.

- Spara-

- Ho detto a mamma che mi hanno presa. L'ho fatto solo perchè era così felice al telefono che... dai, come si fa a dirle di no?-

Mi Sun scosse la testa affranta, per poi farsi da parte.
La mora entro in casa e insieme si diressero in camera della ragazza, buttandosi a peso morto sul letto.

- Peccato che hai una migliore amica piena di idee- sorrise enigmaticamente lei.

- E posso chiederti cos'hai in mente, di grazia?-

Mi Sun frugò in un cassetto e da lì tirò fuori una carta d'identità.

- Questo è mio cugino Youngjae. Si è candidato per il provino alla BigHit ma non ci potrà andare perchè ha la febbre. Vacci tu al posto suo- consigliò.

- Stai scherzando? E' un ragazzo... e poi questo sarebbe furto di identità, se mi scoprono me la faranno pagare cara- si lamentò l'altra.

- Non preoccuparti, con un buon travestimento e il lavaggio del cervello passerai inosservata. Un vero e proprio maschiaccio- ridacchiò Mi Sun.

- E come farai con il vero Youngjae?-

- Glielo dirò giusto adesso. Preparati per la trasformazione-

Shin Hye rimase con la bocca semiaperta e lo sguardo perso nel vuoto.
Stava davvero accettando di comportarsi come un ragazzo pur di diventare famosa?










 * * *









Aveva appena varcato la soglia dell'ingresso della BigHit, un'altra delle case discografiche più in voga del momento.
Capelli corti e sbarazzini, un ciuffo tinto di blu, felpa, jeans e sneakers ai piedi. Lo sguardo era annoiato e per certi versi strafottente.
Si leccò il labbro inferiore e sorrise maliziosamente. Non era a disagio, e nemmeno nervoso.
Kim Youngjae, 17 anni, di Seoul. Questa la sua identità.
La sua nuova identità.
Era abbastanza sconvolgente ritrovarsi di fronte ad un ragazzo con una voce alquanto femminile, vero?
I giudici erano così d'accordo con il suo pensiero che non ci pensarono due volte ad ingaggiarlo come trainee.
D'ora in poi avrebbe dovuto frequentare più spesso quell'agenzia. Insieme ai suoi compagni di avventure.

Quattro ragazzi, i suoi compagni di stanza.


***
Annyeong army!! La Marty ritorna con le sue strambe idee xD ve l'avevo detto che aveva in cantiere una storia a tema Idol, quindi... spero che sia riuscita a suscitarvi un po' di interesse e se è sì, spero abbiate apprezzato ;) mi dileguo per adesso. Bacioni e buona Epifania in caso scompaio come al mio solito XD _MartyK_
   
 
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