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Autore: Minako    09/04/2005    4 recensioni
Saeko, una festa terminata in tragedia, Ryo che casualmente si trova nei pressi della villa dove si tiene la festa. Un'intervista a due personaggi circa un importante caso avvenuto molto prima della morte di Makimura.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ryo Saeba/Hunter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTA DELL'AUTRICE:

NOTA DELL'AUTRICE:
Ho ipotizzato un'intervista fatta a Ryo e Saeko sul loro primo caso risolto insieme.
Spero che vi piaccia.
Minako


CRONACA D'UNA FESTA

Ricordo ancora bene il mio primo caso con Maki e Ryo
Era già l'una del mattino quando entrai in quella casa.
- Agente Nogami Saeko- mi presentai.
Già, allora ero un semplice agente.
Mi avevano fatto chiamare d'urgenza, in fretta mi ero vestita ed ero corsa sul posto.
Del resto avevo già capito che tutto ciò faceva parte del mio lavoro poliziotta.
Non ero ancora abituata agli scenari che spesso mi si presentavano, ma quello li superava di gran lunga tutti.
In quella casa dovevano esserci più di duecento ragazzi ed erano tutti morti!
In quella casa non restava altro della vivacità della festa, per cui i vicini si erano lamentati, se non il volume dello stereo.
Mi avvicinai allo stereo e lo spensi.
Intorno a me si affaccendavano gli uomini della scientifica.
Il medico legale mi disse che sospettava un'overdose di qualche nuova droga, ma che (come da copione) solo un'accurata autopsia dei cadaveri avrebbe dissolto ogni dubbio.
Detto ciò rimise i suoi strumenti nella borsa e se ne andò.
Sentii un rumore alle mie spalle e mi voltai di scatto.
Ebbi appena un attimo per scorgere una chioma di capelli verdi.
Continuai a fissare la finestra da cui avevo scorto la chioma fino a che quelli della scientifica non vennero per dirmi che avevano terminato.
Me ne andai anch'io.
Non potevo fare altro che attendere il responso del medico legale.


Salii in macchina e iniziai a fare dei giri a vuoto.
Erano già le tre del mattino ma io non volevo tornare a casa.
C'era qualcosa che mi spingeva a rimanere nelle vicinanze della casa.


Non era passata neanche un'ora da quando avevo lasciato la casa, quando ricevetti una chiamata via radio che mi informava che dovevo tornare alla casa sulla baia.
Accesi i lampeggianti e la sirena e partii a tutto gas.
Durante il tragitto mi domandai a chi appartenesse quella splendida casa.


Quando arrivai capii cos'era successo.
Della bella casa sulla baia non restava più nient'altro che qualche brace scoppiettante.
Mi avvicinai ad un pompiere per avere qualche informazione.
- Mi scusi agente- rispose quello- ma, come può ben vedere, sono occupato!
- Capisco, ma… ma io ero qui fino a poco fa! Com'è stato possibile che una casa tanto grande e sorvegliata da tutti questi poliziotti abbia potuto prendere fuoco e non lasciar più tracce di se?
- Non so che dirle. Non sappiamo ancora se l'incendio è stato doloso.

Mi avvicinai alla casa come ipnotizzata da quest'ultima.
Un tizzone volò verso di me a causa del vento e si spense proprio ai miei piedi.
Mi chinai e mi accorsi che era un pezzo di stoffa.
C'era un piccolo ricamo rosso e mi domandai dove l'avessi già visto.


Io sono Ryo Saeba ed ho vent'anni (NdM sempre con sta storia… >_<).
Quella notte era andato alla baia di Tokyo per riflettere (NdRyo e se si fosse presentata la possibilità avrei fatto capolino in uno dei tanti alberghi ad ore nelle vicinanze).
Sentii il rumore delle sirene delle auto della polizia.
Dopo circa due ore se n'andarono.
Ero incuriosito e mi avvicinai.
Qualche macchina era ancora parcheggiata nel giardino della villa.
Guardai attentamente la splendida casa.
Era quella della famiglia Yokoama.
I coniugi erano sempre all'estero ed i due figli restavano perennemente soli.
I signori Yokoama avevano una bambina di nome Sylvia e un bambino di nome Ikki.
Mentre mi avvicinavo notai una ragazzina con i capelli castani vicino alla casa.
Silenziosamente mi avvicinai e la sentii mormorare:
- No, non bruciare la casa.
Non ebbi il tempo di riflettere sulla sua affermazione perché ci fu una fiammata che per poco non m'investii in pieno.
Cercai di nuovo la ragazza con lo sguardo. Ma non la vidi.
Poco dopo vidi la macchina di Saeko.
Non passò molto che s'accorse di me.


Mi girai e vidi Ryo poco distante da me.
Mi avvicinai e gli chiesi che cosa faceva lì a quell'ora.
Lui mi rispose (NdSaeko con la solita faccia da porco):
- Ma sono venuto per te tesoro!- e mi saltò addosso.
A quei tempi io e Ryo ci conoscevamo perché ci scambiavamo informazioni. Non sapevo ancora che lui era City Hunter.
L'unico che lo sapeva, forse, era Makimura.
Era lui che ci aveva presentati qualche mese prima.
Ricordo ancora il nostro dialogo:
- "Lei è l'agente Nogami Saeko.
- Nogami? Ma non è il nome del tuo capo.
- Infatti lei è sua figlia.
- Come fa quel bruttone ad avere una figlia tanto carina… ma!
- Saeko questo è Ryo Saeba, se hai bisogno d'informazioni di qualsiasi tipo rivolgiti a lui.
- Va bene."
Non parlai molto in quell'occasione, ne lo feci le volte successive in cui ebbi modo di parlare con Ryo.
A quei tempi ero più timida e riservata, ma ero già capace di sfruttare gli uomini a mio piacere.
Con Ryo era diverso, lui mi metteva in soggezione (NdSaeko Ben presto mi resi conto che non era così distaccato come lo credevo -_-).

- Senti Ryo, ti spiacerebbe scollarti di dosso!!!!!!
- Tesoro non amo le maniere forti, metti via quella pistola.
Lo fulminai con lo sguardo:
- Riprovaci e ti pianto una pallottola in mezzo agli occhi.
- Ma Saekuccia!
- Niente ma.
- Il piccolo Ryo va a casa tutto solo. ;_;
- E mi sembra logico! Volevi che t'accompagnassi!!!!
- Sì!
- Ma finiscila!
Raccolsi il pezzo di tessuto e lo mostrai a Ryo.
- Guarda, sembra un cavallo alato.- gli dissi
- È troppo bruciacchiato per poterlo affermare con certezza.
- Hai intenzione di darmi una mano nelle indagini?
- Perché dovrei? E poi tu che mi daresti in cambio?
- Io- respirai a fondo e gli dissi- sono disposta a passare una notte con te.- era la prima volta che mi spingevo così avanti. Ormai non potevo più tirarmi indietro.


Ricordo ancora la sua espressione quando mi disse ciò che mi offriva.
Mi lasciai andare ad una fragorosa risata per nascondere il disappunto che provavo.
- O.K. ti darò una mano in cambio della tua proposta.
- Inizia subito e datti da fare!
Il suo imbarazzo non era durato più di un minuto. Appena le diedi la mia risposta riprese a dare ordini a destra e a manca.
Allora capi che donna speciale era lei.
Vidi di nuovo la ragazzina dai capelli verdi.
Ei si nascose nel boschetto lì accanto ed io la insegui.
La trovai per terra.
Era inciampata in una radice ed era caduta sbucciandosi un ginocchio.
- Piccola, hai bisogno di una mano?
- No, non avvicinarti, vai via!!!
- Non voglio farti del male!
- Anche quegli uomini dicevano così e poi li hanno uccisi tutti!!
- Ma di che uomini stai parlando?
- Quelli di prima! Quelli che hanno portato in casa mia tutti quei ragazzi e li hanno uccisi!!!!!!!


Mi girai verso la casa che aveva smesso finalmente di bruciare.
Mi accorsi dopo poco che Ryo non c'era più.
Lo cercai intorno alla casa, poi decisi di inoltrarmi nel boschetto.
Trovai Ryo che parlava con una bamibina e mi fermai qualche metro più in là.
Riuscivo a malapena a distinguere la voce della bimba dai rumori del boschetto, comunque capi che così il caso era risolto.


Io mi ero accorto di Saeko, ma volevo prima ascoltare il resoconto della bambina che doveva essere, per forza di cose, Sylvia.
- Raccontami Bene che cosa è successo. Sono un polizziotto (NdRyo Non era del tutto una bugia ^_^)
- Sono venuti cinque uomini con dei ragazzi e hanno detto d'essere amici di mamma e paopà. Mio fratello non voleva aprire, ma io decisi di farlo quando mi mostrarono il cavallo alato cucito sulla giacca.
- Il cavallo alato?
- Sì, è il simbolo della ditta dei nostri genitori, così lo fanno solo loro.
- Va avanti.
- Entrarono e con loro tutti quei ragazzi. Avevano gli occhi vuoti. Quei signori fecero delle iniezioni ai ragazzi e loro erano tutti contenti. Poi uno iniziò ad avere dei dolori, e dopo lui un altro e un altro ancora. Alla fine stavano tutti male.
- E tuo fratello?
- Mio fratello mi fece uscire dalla finestra della cucina, ma lui è rimasto dentro. Non l'ho visto uscire, non l'ho visto uscire!!!!
Sigh,sob( NdM Piange).


Tornai nei pressi della casa e mandai diverse pattuglie alla ricerca degli uomini descritti dalla bambina.
Furono tutti identificati grazie alla giacca con il particolare simbolo di Pegaso.
Dalle indagini emerse che erano spacciatori di droga e che la famiglia Yokoama era complice di diverse famiglie di yakuza ed erano spacciatori internazionali.
Il fratello di Sylvia non fu più ritrovato e la bambina fu subito adottata da una nuova famiglia ed ebbe una vita felice.
Uno dei miei primi casi era stato risolto.


Saeko non lo sapeva, ma quella era la prima volta che incontravamo l'associazione Red Pegasus.
Quella che poi uccise Makimura.
Ma questa, come si dice, è un'altra storia.

Questa è la fine della mia prima intervista.
Chissà se un giorno ne farò un'altra.
Chi vivrà vedrà.
A presto
Minako

 

  
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