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Autore: catoptris    06/01/2017    1 recensioni
"Quello che intendo dire è che va bene se provi ancora qualcosa per lui, è più che naturale. Non so cosa avete passato insieme, ma evidentemente non è stato abbastanza, e desiderare sia stato di più non ti renderà complice della sua follia," terminò, con gli occhi sollevati sul volto della ragazza.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grant Ward, Lance Hunter, Skye
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Le labbra di Ward percorrevano il collo della ragazza in una lenta tortura. Lei percepiva la barba sfiorarle la pelle nuda mentre le sue dita gli scivolavano tra i capelli, lungo le salde spalle alle quali si era aggrappata più e più volte, alla ricerca di conforto. Grant Ward era stato per settimane, mesi forse, il punto di riferimento di Skye. Non aveva mai dipeso così tanto da una persona quanto da lui: si fidava ciecamente, e avrebbe fatto tutto pur di restare con lui. Senza che se ne rendesse conto, questo loro rapporto era sfociato nel romantico, unendoli l'uno all'altro come colori stesi su una tela.

"Conosco quello sguardo. A cosa stai pensando?" le chiese con voce roca. La ragazza riaprì gli occhi, e il suo sguardo si incrociò con quello di Ward: aveva i capelli scompigliati, il volto disteso e le labbra arrossate. Skye l'aveva visto così troppe poche volte, per i suoi gusti, e non se ne sarebbe mai stancata; solitamente lui aveva sempre un cipiglio a corrugargli la fronte e gli occhi che non lasciavano trapelare alcuna emozione. Ma quando erano solo loro due, era diverso. Sembrava vulnerabile. Anche lei era così?

"A te," replicò, sfiorandogli le guance. Un sorriso gli dischiuse le labbra, mentre si chinava nuovamente su di lei, baciandola. Skye amava quando lui la baciava, come se tutto dipendesse da quello, avvolgendole la mano dietro la nuca e accarezzandole dolcemente i capelli. Grant Ward metteva tutto se stesso quando la baciava. Quando si allontanò, un basso verso di protesta abbandonò le labbra della ragazza; lui rise brevemente, mentre le sue mani scivolavano con dolcezza lungo il suo corpo. Nonostante tutto, Ward sapeva essere delicato; sapeva come toccarla, accarezzarla, sfiorarla. Sapeva come farla lasciare andare. Quando erano insieme, nient'altro aveva importanza.

"Dove vuoi andare per il nostro giorno libero?" domandò, passando le dita al di sotto della sua maglia, sollevandola sui suoi fianchi. Lei si lasciò sfuggire una bassa risata mentre il ragazzo posava le labbra contro il suo ventre, lasciandole delicati baci sulla pelle.

"Coulson ci farà scendere in un posto preciso, Ward, non possiamo scegliere noi," gli disse, continuando a ridere brevemente mentre passava distrattamente la punta delle dita tra i suoi capelli.

"Se glielo chiedessi tu, forse potremmo fare un piccolo cambio di rotta," fu la sua risposta. Magari era vero, in fondo Coulson teneva a lei. Avrebbe dovuto provarci.

Un sospiro di piacere abbandonò le sue labbra quando percepì quelle del ragazzo sfiorargli l'interno coscia. Socchiuse gli occhi, afferrandosi il labbro inferiore tra i denti e continuando a muovere lentamente le dita tra i suoi capelli, come accompagnando i movimenti del suo capo. Lasciarsi andare con lui era così naturale che non dovette pensarci un momento in più.

"Skye," si sentì richiamare in un sussurro. Ma non era Ward.

Aprì di scatto gli occhi tirandosi a sedere e, al suo fianco, Hunter indietreggiò con il busto, evitando così uno scontro tra le loro teste.
"Hunter! Cosa diavolo stavi facendo?" gli chiese con voce irritata seppur impastata dal sonno. Si passò le mani sul volto, chiudendo gli occhi per stropicciarli e, immediatamente, l'immagine di Ward si parò nella sua mente. Si tirò le gambe al petto, con una mano davanti la bocca, e il sorrisetto sulle labbra di Hunter confermò la sua idea.
"Gemevi nel sonno, ho evitato svegliassi l'intero bus," le rispose, chiudendosi la porta della cuccetta alle spalle e sedendosi ai piedi del suo letto. "Ora dovrai dare spiegazioni solo a me," continuò, senza far svanire il piccolo sorriso che gli percorreva il volto. In risposta, Skye gli lanciò il cuscino che aveva dietro la schiena, colpendolo sul petto. Una bassa risata abbandonò le labbra di quest'ultimo, che prese il cuscino e se lo strinse contro il petto.
"Pensavi al tuo ragazzo dell'Hydra, non è vero?" domandò. Skye si prese il labbro inferiore tra i denti, chinando lo sguardo.
"Non chiamarlo così," mormorò. Hunter, in risposta, sorrise di nuovo, senza alcuna malizia.
"Ascolta, non posso certo giudicarti. Insomma, la mia ex-moglie era parecchio.. brutale," Skye sollevò lo sguardo al cielo nel sentirlo nominare ancora la sua ex-moglie. "Certo, non era una sociopatica pluriomicida parte di un'organizzazione – non sto migliorando la situazione, lo so," si bloccò allo sguardo dell'altra. Sospirò, posando il cuscino tra di loro e sporgendosi leggermente in avanti. "Quello che intendo dire è che va bene se provi ancora qualcosa per lui, è più che naturale. Non so cosa avete passato insieme, ma evidentemente non è stato abbastanza, e desiderare sia stato di più non ti renderà complice della sua follia," terminò, con gli occhi sollevati sul volto della ragazza. Lei teneva lo sguardo chino, nascosto dalla frangia e dai capelli, e giocherellava con un angolo del cuscino.
"Odiarlo sarebbe molto più semplice. Ha fatto cose terribili, imperdonabili, ma c'è ancora una parte di me che non riesce a odiarlo." Hunter notò che non riusciva a guardarlo negli occhi, o almeno in faccia, e per un momento si sentì pentito di ciò che aveva fatto e detto. Magari la stava inconsciamente pressando.
"Non puoi decidere cosa provare e cosa non provare, Skye, ed è molto meglio così, credimi," sospirò, reclinando di poco il capo all'indietro. "Sai che noia sarebbe poi!"
"Ha ucciso degli innocenti, Hunter, come posso sentirmi attratta da qualcuno del genere?" Skye lo osservò di soppiatto, cercando di trovare un qualsiasi segnale che le suggerisse lui stesse scherzando: non poteva incitarla. "Inoltre, in quanto Agente, dovrei essere pronta a spegnere le mie emozioni in ogni momento," aggiunse con voce più bassa, come parlando tra sé e sé. A quel punto, Hunter si alzò dal letto, sbuffando appena; quando le posò la mano sulla spalla, Skye rimase interdetta: era un gesto affettuoso e comprensivo, che si aspettava da qualcuno come Trip. Non come Hunter.
"Sei prima di tutto un essere umano, Skye, non pressarti troppo," quindi si allontanò. Una volta uscito dalla cuccetta si voltò di nuovo, con lo stesso sorrisetto che aveva nello svegliarla. "E vedi di far attenzione a ciò che sogni," aggiunse.

Un essere umano. Come poteva saperlo? Ancora non aveva dimenticato la storia dello 0-8-4. Ne avrebbe parlato con Ward, una volta rimossa la minaccia dell'Hydra. Lui magari l'avrebbe aiutata. Ma, ovviamente, i suoi piani dovevano sempre avere una falla.
Le mancava il vecchio Ward e aveva paura di ammetterlo con qualcuno che non fosse lei. E se l'avessero giudicata complice? Se anche lei fosse finita in cella, accusata di far parte dell'organizzazione Hydra? Se Coulson avesse pensato che lei e Ward erano in combutta sin dall'inizio? Non poteva permetterselo. Loro erano la sua famiglia, l'unica che non l'avesse allontanata per la sua natura – non che ne fossero tutti a conoscenza.
No, non poteva permettersi di tenere ancora a Grant Ward. Era dannoso per lei. Lo era per chiunque.
Si stese su di un fianco, stringendosi il cuscino al petto con un sospiro e, mantenendo lo sguardo fisso sulla porta chiusa della sua cuccetta capì. Capì che avrebbe dovuto odiare Ward, volente o nolente. Con il tempo si sarebbe convinta di farlo davvero. Avrebbe odiato Grant Ward.

 
   
 
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