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Autore: MegAnn    06/01/2017    0 recensioni
Anna 28 anni e Alex 30. Dopo sei mesi di amicizia virtuale, finalmente si incontrano.
“Forza andiamo! Fino a stasera sarò io a prendermi cura di te!” – mi fa l’occhiolino e mi prende le valigie.
Vorrei dirle che non deve portarmi le valigie ma ho la bocca secca, pur sforzandomi non riesco a far fuoriuscire nessun suono, quella frase “Sarò io ad occuparmi di te” mi ha spiazzata. Annuisco e la seguo in rigoroso silenzio, ma in testa mi rimbomba solo un domanda “Cosa diavolo mi sta succedendo?”.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sono sul treno in viaggio verso il mare, lavorerò per tutta l’estate in un bar sulla spiaggia. Conosco la proprietaria anche se non l’ho mai incontrata. Ci siamo conosciute su internet ed è nata subito una grande amicizia. Quando mi ha detto che le serviva qualcuno che l’aiutasse per i tre mesi estivi, mi sono fatta avanti e lei ne è stata subito entusiasta. Ne ho parlato con i miei, ho comprato il biglietto, ho fatto le valige ed eccomi qui sul treno.
Non so molto su quello che mi aspetta, so solo che la paga non sarà eccezionale. La mia amica e la sua ragazza mi ospiteranno e quindi non dovendo pagare l’affitto o fare la spesa,  mi è sembrato giusto farmi ridurre lo stipendio. Occuperò la stanza sopra al garage, sì lo so, fa molto film americano, ma è la verità.
Sono da parecchio ormai sul treno, sono eccitata ed emozionata per questa nuova avventura, ma anche un po’ nervosa e impaurita perché è la prima volta che mi allontano da casa, ma sento che dopo quest’estate non sarò più la stessa.
Ah dimenticavo di presentarmi: mi chiamo Anna, ho 28 anni anche se ne dimostro molto meno, sono alta circa 160 cm, ho una corporatura normale e capelli e occhi marroni. Sono molto timida e riservata e sono laureata in Scienze della Comunicazione.
Prendo il cellulare dalla borsa “Ancora 90 minuti” penso. Non vedo l’ora di arrivare nella mia nuova casa, non per la stanchezza o perché sto morendo di fame, voglio solo farmi una doccia ghiacciata. Qui in treno si muore di caldo, c’è un cattivo odore e l’aria condizionata non funziona.  Fortunatamente col passare del tempo molti passeggeri sono scesi, e la puzza di sudore è via via scemata. Nella mia carrozza siamo una decina, per lo più ragazzi sulla trentina e una coppia con un  figlio.
Mentre fisso l’ora, il cellulare inizia a squillare, è la mia amica Silvia nonché il mio futuro capo:
“Pronto?”
 “Ciao Anna sono Silvia, come va il viaggio?”
 “Tutto bene, a parte il caldo, non vedo l’ora di farmi una doccia!”
 “Ahahahaha immagino, dai piccolina, ancora un po’ di pazienza!           Senti, ti ho chiamato anche per dirti che io e Carla siamo bloccate al lavoro, verrà a prenderti Alex in stazione!”
 “Non preoccuparti, nessun problema!”
“Ok piccola! Ci vediamo stasera, fai la brava!”
 “Sì, sì, a stasera!”
Silvia e Carla stanno insieme da parecchi anni, Silvia gestisce il bar dove andrò a lavorare ed è un mago dei computer, la sua compagna invece è arredatrice di interni. Alex è una loro cara e fidata amica e si conoscono da tantissimi anni. Io l’ho “conosciuta” tramite Silvia, è stato per caso, commentando un link su uno dei tanti social. Abbiamo iniziato a scriverci circa sei mesi fa e da qual momento non abbiamo più smesso. C’è voluto un po’ per farla aprire, ma alla fine la mia pazienza è stata ripagata. È molto divertente, è una ragazza meravigliosa e una persona su cui si può contare. Con lei poi non ci si annoio mai, fatto sta che da quando ci parlo, è sempre più difficile starle lontana.
Rimetto a posto il cellulare e alzo al massimo la musica del mio iPod, voglio godermi la fine del viaggio in treno e ascoltare Taylor Swift mi rilassa e mi fa liberare la mente. Cerco così di ignorare il baccano che tre ragazze stanno facendo da almeno due ore in fondo alla carrozza.
L’audio del treno ci informa che mancano 5 minuti all’arrivo, così inizio a prendere la mia roba e mi dirigo verso l’uscita. Sono un po’ agitata, sì, non vedo l’ora di incontrare Alex, ma i primi incontri mi mettono un po’ d’ansia. Scendo dal treno e mi sposto verso le panchine situate di fronte al binario, non faccio in tempo a sedermi che qualcuno mi chiama:
“Ehi maglia a righe! Finalmente ci incontriamo!”
 “Sì era ora finalmente” – le vado incontro e ci salutiamo.
 “Piacere sono Alessandra ma puoi chiamarmi Alex!” – dice scherzando.
“Piacere Anna!”
“Dopo mille messaggi e tante telefonate, ci voleva un presentazione come si deve!”
“Sono d’accordo!”
“Forza andiamo! Fino a stasera sarò io a prendermi cura di te!” – mi fa l’occhiolino e mi prende le valigie.
Vorrei dirle che non deve portarmi le valigie ma ho la bocca secca, pur sforzandomi non riesco a far fuoriuscire nessun suono, quella frase “Sarò io ad occuparmi di te” mi ha spiazzata. Annuisco e la seguo in rigoroso silenzio, ma in testa mi rimbomba solo un domanda “Cosa diavolo mi sta succedendo?”.  
Alex è alta più di me, ad occhio e croce sarà 1,70, ha i capelli lunghi castani e ondulati, gli occhi marroni e una corporatura normale. Indossa una t-shirt grigia con su disegnato uno squalo, dei bermuda blu e un paio di infradito sportive.
Alex sistema le mie valige sui sedili posteriori della sua auto, la mia timidezza un po’ mi blocca. Si, ci sentiamo ogni giorno, da non so quanti mesi, ma interegire di persona non è la stessa cosa. Mi faccio coraggio e cerco di intavolare un discorso serio con lei.
“Non dovevi portarle tu, sono pesanti! Ti ringrazio ma non voglio crearti problemi, sei stata gentilissima ma...”
Alex mi blocca all’improvviso.
“Ehi ehi ehi ti preferivo prima quando eri ancora un po’ imbarazzata e frenata dal nostro primo incontro – mi dice ridendo – tranquilla, lo faccio con piacere!”
Mi fa l’occhiolino ed entra in macchina, ed io mi sento molto strana.
Alex sta guidando da circa cinque minuti, accende la radio, si passa tutte le stazioni, ma poco dopo la spegne stizzita.
“Sul cellulare ti ho memorizzata come Anna maglie a righe!
“Sul serio?”
“Certo! È divertente come nome, mi piace, e ogni volta che lo leggo scoppio a ridere!”
“Almeno ti faccio ridere! È una cosa positiva?” – le chiedo un po’ imbarazzata.
“Positivissima” – mi sorride – “Ma sul serio indossi solo maglie a righe? Questa comunque ti sta bene e poi il rosso è il mio colore preferito!”
“No, no e grazie del complimento!”
“Del viaggio so tutto, visto che appena ho finito di lavorare, ho trovato mille messaggi! Che altro mi racconti?”
“A parte che sto morendo di fame, direi nulla!” – le dico ridendo
 Alex all’improvviso accosta e ferma la macchina. Poi mi indica un bar sulla spiaggia.
“Sono le 17:45! Tu stai morendo di fame e io con questo caldo ho bisogno di zuccheri! Che ne dici se ci fermiamo a prendere un gelato? Tranquilla, qui lo fanno senza lattosio”.
“Per me va benissimo!” – le rispondo con un sorriso a trentadue denti.
Scendiamo dall’auto e, prima di attraversare, Alex blocca il mio polso sinistro con la sua mano destra e mi dice:
“Aspetta un attimo, il semaforo è rosso e non possiamo attraversare!”
“Ma non passa nessuno!”
“La timida Anna vuole infrangere la legge?” – mi chiede sorridendo.
“No, no!”
“Allora aspetteremo che il semaforo diventi verde! Ricordi cosa ti ho detto quando finalmente mi sono aperta con te?”
“Che mi posso fidare di te!”
“E cos’altro?”
“Che con te sono al sicuro!”
“Esatto! Quindi devi fare quello che dico io!” – mi dice ridendo.
Le sorrido, “dal vivo” è come me l’aspettavo. Rivedo la stessa persona che immaginavo quando ci scambiavamo i messaggi. Il suo essere premurosa mi piace e sono contenta che sia venuta lei a prendermi, mi fa star bene. È davvero la Alex che dice di essere. Sì, è passato poco tempo, ma come prima impressione, sono abbastanza contenta e soddisfatta.
Dopo aver attraversato, raggiungiamo il piccolo bar sulla spiaggia. Alex prende una coppetta maxi con stracciatella e cioccolata, io invece una coppetta media con nocciola e torrone. Ci dirigiamo verso il mare e Alex prende dalla borsa un telo, lo dispone sulla sabbia e ci sediamo per gustarci il nostro gelato.
“Allora Annie, ti piace il posto?”
“Sì, è molto bello!”
“Visto che mi dicesti che ti piace il mare, ma che nessuno ti ci ha mai portata, a mangiare un gelato, eccoci qui!”
“Certo che ricordi proprio tutto!”
“Tutto! Ti tengo in pugno!”
“In che senso?”
“Lo capirai piccola Annie, lo capirai!”
Resto un po’ sorpresa da queste sue parole, non ho ben capito a cosa si riferisce ma non mi interessa. Sto bene con lei ed è questa la cosa importante.
“Allora come ben saprai, vorrei visitare l’acquario!”
“Ahahahahah e cosa dovrei fare?”
“Mi avevi detto, che mi avresti portata con te!”
“Ho detto davvero così? L’avrò rimosso perché non lo ricordo!”
“Uffa! Non puoi dimenticarti una cosa del genere!”
“Magari se mi pregassi un po’, potrei ricordarlo!”
“Ok va bene!”
“Ahahahah di persona è ancora più facile farti fare e dire quello che voglio!”
“Che stronza!”
“Sì, e tanto anche! Avanti cos’ha dà dirmi?”
“Ale ti prego mi porti con te all’acquario?”
“Mi porti?”
“Mi porteresti..”
“Così va meglio!”
“E quindi?”
“E quindi cara la mia rompiscatole, sabato prossimo ti porto all’acquario!”
“Evviva! Grazie mille!” – e le do’ un bacio sulla guancia.
Alex mi sorride e mi abbraccia. Sono sorpresa da questo suo gesto, non me l’aspettavo, è una ragazza molto riservata e ci ha messo un po’ prima di aprirsi con me. Ha un passato un po’ burrascoso, fatto di risse e notti passate sulla spiaggia a bere. Da circa due anni, soprattutto con l’aiuto di Silvia, è cambiata ed è più responsabile. Ha trent’anni e si è laureata in biologia marina. Sta svolgendo un tirocinio presso l’acquario e spera in futuro di essere inserita definitivamente all’interno dello staff. Da quanto ho capito proviene da una famiglia benestante e appena arrivata qui, si è comprata una villetta sul mare, in questo bel paesino che non dista molto da dove lavora. Ha molte passioni tra cui gli animali, lo sport e la fotografia. Da piccola veniva spesso qui in vacanza e conosce Silvia e Carla da sempre, appena è arrivata loro due l’hanno ospitata e non appena ha comprato casa, si è trasferita.
Finito di mangiare il gelato, restiamo un po’ a fissare il mare, con la mia testa appoggiata sulla sua spalla destra. Poco dopo ci mettiamo in macchina verso la mia nuova casa.
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Grazie a tutti coloro che hanno letto questo capitolo. Se vi lasciate un commento :)
Un abbraccio 

 
  
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