La neve un po’ prima che cada
Neve. C’è neve ovunque,
piccoli fiocchi ghiacciati cadono dal cielo bianco e si incastrano tra le
pieghe delle sciarpe, si appiccicano ai guanti inumidendoli, scivolano sui
cappelli di lana tirati fin sulle orecchie.
E Bill ride, ride felice.
Tom non riesce a non
pensare che sia ciò che di più bello esista al mondo, vedere suo fratello
ridere pieno di felicità; quella risata cristallina che gli nasce
spontaneamente dal centro della pancia e sale, sale battendosi per uscire dalle
sue labbra quasi viola dal freddo che fa in montagna.
Sta ridendo e tiene i
palmi delle mani –avvolti in morbidi e caldi guanti neri- rivolti verso l’alto contro
la coltre di neve che scivola su di loro. Un fiocco gli si posa sulla punta del
naso e Bill socchiude gli occhi ambrati.
Seduto dove è, Tom lo
osserva mentre lo fa: nota sul suo viso la pace, quella vacanza gli serviva
davvero e vederlo felice è il coronamento di un anno speciale, sebbene
difficile e stressante.
Bill si è impegnato per
molto tempo a cercare di uscirne a testa alta e, nonostante i primi tempi non
ci sia riuscito del tutto, adesso pare un uomo nuovo. Un uomo, sì, Bill non può
più essere considerato un ragazzino, ha imparato a confrontarsi con la vita
anni fa, forse quella volta che sono scappati da casa in fretta e furia di
notte, verso una città sconosciuta.
L’anno che è passato non
è stato soddisfacente solo sul livello musicale e lavorativo, no. È stato
soddisfacente perché Tom ha chiaramente visto i passi in avanti di Bill, il suo
ritorno alla luce del sole, il suo essere nuovamente sbocciato fuori da quel
mondo buio che lo stava imprigionando da troppo tempo.
Comporre quei testi riguardanti
la brutta avventura amorosa con quella
persona -della quale, Tom ne è sicuro, tutti i fans hanno capito il nome
eppure Bill continua a voler mantenere la segretezza- è stato il suo modo
personale per lanciare un S.O.S e
chiedere alla musica –e al mondo- di essere salvato.
Tom ricorda perfettamente
come si sentiva Bill in quei primi anni a Los Angeles, a come aveva finito per
annullarsi dietro ad una persona che nemmeno meritava il suo amore: lo
prendeva, lo mollava, lo usava, lo imbottiva di belle parole, di false
promesse, di bugie e poi lo lanciava via, lo feriva, lo faceva sentire vuoto,
un fallito. E Tom lo vedeva come Bill strisciava per tornare a casa, per
ritrovare la via verso la famiglia che gli si stringeva silenziosamente
addosso; Tom si prendeva il suo dolore, lo assorbiva mentre lo abbracciava di
notte quando Bill aveva in assoluto più bisogno della sua presenza. Dal giorno
in cui aveva deciso di dire basta, Bill aveva ricominciato a risalire il
sentiero verso la vetta della felicità e dell’amor proprio: di quello, Bill ne
aveva perso davvero tanto in quei mesi.
Cantare al mondo il
proprio dolore, la storia d’amore che tanto lo aveva incasinato e tanto lo aveva
preso a pugni, era stato un modo per sentirsi meno solo perché era sicuro di
non essere stato l’unico a farsi prendere per il culo da una persona che giurava
di amarlo con tutte le forze. Ne aveva avuto poi conferma sia girovagando per
il mondo mentre cantava le sue amate canzoni piene di dolore ed amarezza ed
che, più semplicemente, attraverso i social
network: era stato meglio, aveva raddrizzato la schiena e tutto il male che
faceva inizialmente intonare quelle note e pronunciare quelle parole, adesso
era quasi sparito.
Da tempo Bill non voleva
tornare in Germania per passare le feste natalizie. Anche quello era un
traguardo che aveva raggiunto col tempo, con il passare della paura e dell’ansia
che gli dava ritornare lì dove tutto era cominciato. Simone, loro madre, si era
sempre rifiutata categoricamente di lasciare quella casa nonostante le minacce
ricevute, si era imposta con la stessa tenacia dei figli.
Era bello tornare a casa.
Per quanto Tom avesse sempre provato a proporlo al gemello, non lo aveva mai
forzato. Probabilmente, quell’anno, ne avevano sentito il bisogno entrambi ed
avevano prenotato un aereo per casa. Quella vera.
Anche Bill era stato
accanto a Tom in quel momento difficile, quel momento in cui aveva messo la
parola fine alla propria relazione,
anche lui con una persona che un po’ non si
era saputo tenere, un po’ non aveva saputo tenere. Lontano dai guai,
lontano dallo schifo, vicino a sé, vicino al proprio amore.
Essere a casa con mamma e
Gordon era stato un toccasana –eccetto per la loro alimentazione, Bill era
sicuro di aver preso dei chili per le leccornie cucinate da Simone-, era stata una
sensazione che da molto non avevano avuto l’occasione
di provare. Simone era andata a casa loro a Los Angeles a trovarli –e anche un
po’ a controllare come si erano organizzati- ma tornare in Germania era tutt’altra
storia. Era stato bello stare tutti assieme seduti in salotto davanti al
caminetto acceso, Bill sdraiato sul tappeto con Pumba
accoccolato sullo stomaco, Scotty accucciato
regalmente nella sua vecchia cuccia posizionata vicino alla poltrona dove stava
stravaccato Tom –che di tanto in tanto allungava un calcetto alle gambe del
gemello, soprattutto se diceva qualcosa che lo metteva particolarmente in
imbarazzo-, mentre Simone ed il marito rimanevano accoccolati sul divano:
potevano parlare per ore anche quando la donna si appisolava contro la spalla
di Gordon che continuava a scambiarsi opinioni su musica e strumenti con Tom. Per
quanto lo riguardava, Bill rimaneva in silenzio e si limitava ad aggiungere
qualche parola, magari seguiva le orme della madre e si appisolava un po’
lasciandosi scaldare dalle lingue di fuoco che ardevano qualche metro più in là.
Poi finiva sempre con Tom che con un calcetto lo svegliava e allungava la mano
verso la sua sorridendogli e tirandolo su: andiamo
a dormire, diceva semplicemente.
Il filo di pensieri di
Tom si interrompe per un attimo, Bill gli si è seduto accanto e gli sta dicendo
qualcosa mentre tiene in mano un paio di pattini e inizia a slacciarsi gli
scarponi da neve. Tom annuisce, non gli serve percepire totalmente le parole,
riesce a leggere i suoi gesti e a capire di cosa si tratta e poi, in questo
caso, è particolarmente semplice: Bill vuole pattinare, davanti a loro si
estende un lago ghiacciato. Quando si tira su in piedi, qualche minuto dopo,
Bill è un po’ instabile e allunga una mano indietro trovando immediatamente
quella di Tom che lo ristabilizza. Poi lo vede prendere il via e cominciare a
pattinare tenendo le braccia dapprima un po’ in avanti, poi dietro la schiena.
I pensieri di Tom
riprendono a scorrere nella sua testa, il freddo un po’ li rallenta e gli viene
anche da ridacchiare quando vede Bill perdere l’equilibrio, gli pare di sentire
un’imprecazione tra i denti: in questo momento si ricorda di loro due bambini
che pattinavano in centro città nella piccola pista ghiacciata che montavano in
inverno. Ci andavano con loro madre e poi anche con gli amichetti, entrambi i
gemelli avevano preso delle culate a terra ma era sempre stato divertente.
Tom continua ad osservare
il gemello girare in tondo nel grande lago, Pumba che
gli corre dietro scivolando con le zampe sul ghiaccio, quasi gli taglia la
strada e lo fa cadere ma Bill si ristabilizza in un attimo e fa una giravolta
su se stesso riprendendo a ridere spensierato.
Il tutto si riconduce al
primo pensiero di Tom: vedere ridere Bill lo fa sentire la persona più felice e
fortunata del mondo, lo fa stare bene e come tutti sanno la sua risata è
contagiosa così come il suo entusiasmo. Per questo Tom indossa velocemente i
pattini appoggiati lì vicino e si tira su in piedi. Con un fischio richiama Scotty che un po’ con gli anni si è impigrito, anche se chiunque
parrebbe pigro dinnanzi all’instancabile Pumba. Il setter
adesso corre accanto al padrone e gli da una musata
contro la mano ricoperta di un guanto felpato.
Con qualche falcata Tom
raggiunge Bill, acchiappa un lembo della sua sciarpa e lo fa rallentare,
ridacchiando e meritandosi un pizzicotto sul braccio.
Lo affianca e gli fa
appoggiare la mano nell’incavo del proprio braccio ed iniziano a parlare dei
programmi per il giorno dopo, quel sentiero che a Bill piacerebbe percorrere
per arrivare ad una cascata sicuramente ghiacciata e lì sai che belle foto possiamo fare e i cani possono gironzolare un po’ senza problemi. Compiono ancora
qualche giro mentre il sole comincia a tramontare dietro la montagna rendendo
tutto più buio e più freddo: è adesso che i gemelli si ritrovano infreddoliti e
si scambiano uno sguardo d’intesa, due sorrisi furbi sulle bocche uguali, sulla
punta della lingua la stessa proposta.
“Cioccolata calda?”
“Cioccolata calda.”
Fine
*
Sarà il freddo, sarà l’aria di Natale che se ne va, saranno
i video su Instagram di Bill e quella foto del
panorama con un ben poco innocente didascalia. Insomma, da tempo volevo
scrivere di nuovo qualcosa su di loro, qualcosa di non troppo zuccheroso né drammatico.
Visto dal punto di vista del nostro Tom che penso
lascerebbe fare qualsiasi cosa a suo fratello, si è persino lasciato scattare
un selfie con lui, roba che poteva solamente
continuare a nevicare da quanto è stato sorprendente!
Questa one-shot vuole
seguire i pensieri di un Tom felice dei traguardi del gemello (ed anche dei
propri). Insomma, se vi è piaciuta (anche se non vi è piaciuta) fatemelo sapere con un commento.
In caso vi interessasse qualcos’altro natalizio (in
tema Merlin) à
E sembrerà
Natale sempre
Tanti cari auguri a tutti voi,
M.