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Autore: Alexiel94    07/01/2017    4 recensioni
[Frank/Hazel | accenni Leo/Calipso, Jason/Piper, Percy/Annabeth]
[Frank&Leo friendship, Frank&Nico friendship]
[College!AU]
Frank non riusciva a credere di averlo detto davvero. Fissava mortificato il bicchiere pieno di caffé - rigorosamente senza latte - cercando di evitare lo sguardo della ragazza.
Stare troppo a contatto con Leo Valdez doveva aver influenzato il suo inconscio molto più di quanto pensasse poiché quella che gli era appena uscita dalla bocca era una delle sue massime.
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frank Zhang, Hazel Levesque, Leo Valdez, Nico di Angelo, Quasi tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note: avevo in mente questa AU da un po' ma mi sono decisa finalmente a scriverla solo ora per un contest su Wattpad. La storia è una AU, con alcuni miei headcanon - tipo che Frank e Nico sono due nerd uniti dalla passione per mitomagia.
La frase che ha dato il via a tutto è una citazione di The Big Bang Theory.
Buona lettura!

Come rovinare un appuntamento
 
 

Frank non riusciva a credere di averlo detto davvero. Fissava mortificato il bicchiere pieno di caffé - rigorosamente senza latte - cercando di evitare lo sguardo della ragazza.
Stare troppo a contatto con Leo Valdez doveva aver influenzato il suo inconscio molto più di quanto pensasse poiché quella che gli era appena uscita dalla bocca era una delle sue massime.
Eppure l'appuntamento era partito così bene. Frank aveva raccontato di essere venuto dal Canada tre anni e mezzo prima.
Una volta giunto alla Olympus University pochi giorni prima dell'inizio dell'anno accademico gli era stata assegnata la stanza numero 27 al secondo piano, dove aveva incontrato per la prima volta colui che sarebbe stato il suo compagno di stanza per i successivi anni.
Leo Valdez somigliava molto a un ispanico ed esuberante elfo di Babbo Natale, con la sua corportatura snella, le orecchie a punta e un evidente problema di iperattività. Aveva sempre la battuta pronta e una luce folle negli occhi, e gli aveva aperto la porta con entusiasmo.
-Leo Valdez, studio Ingegneria Aerospaziale- si era presentato porgendogli la mano.
Frank l'aveva stretta con un po' di imbarazzo.
-Frank Zhang, sono del corso di Biologia-.
Ancora il povero ragazzo non sapeva cosa gli avrebbe comportato la convivenza con Leo Valdez.
Ogni tanto Frank veniva svegliato nel cuore della notte da un'esplosione, alzandosi di scatto spaventato. Ogni volta si ritrovava a guardare male Leo che, con dei faretti puntati su un macchinario ancora fumante, un cacciavite in mano e una pinza nell'altra, gli occhiali da saldatore tirati sulla fronte e un sorriso apologetico sul volto.
-Scusa Zhang, ho fatto un piccolo errore di calcolo- era la frase che Frank si era sentito ripetere più spesso in quei tre anni.
Eppure, nonostante gli fosse ormai impossibile immaginare una vita in cui avrebbe potuto dormire per più di tre notti di fila senza ritrovarsi in piedi di fianco al letto alle quattro di mattina con un principio di infarto, Leo era stato il suo primo amico in università. Lui gli aveva fatto conoscere i suoi migliori amici, Jason e Piper, e al gruppo si erano successivamente aggiunti Reyna, Percy e Annabeth.
I giovani erano ben presto diventati molto uniti, tanto che alla fine dell'anno accademico Piper invitava tutti nella villa del padre. Per due deliranti settimane si divertivano, prima di tornare dalle rispettive famiglie.
Nonostante Frank fosse legato al proprio gruppo di amici e non avrebbe potuto desiderarne di migliori, solo pochi mesi prima aveva conosciuto finalmente qualcuno che condividesse la sua stessa passione per Mitomagia. Nico era un ragazzo che frequentava il primo anno della facoltà di Lettere, incontrato per caso al negozio di fumetti per comprare l'ultimo numero di Devilman. Da allora dopo le lezioni si fermavano spesso per i vari tornei intrauniversitari ed erano un ottimo team. Nessuno aveva speranze di vincere contro di loro.
Era durante uno di questi pomeriggi con Nico che aveva conosciuto Hazel.
Lui e Frank stavano discutendo di argomenti di vitale importanza quali se convenisse prendere il Mazzo Maxi Espansione Africana al modico prezzo di settanta dollari o se fosse meglio spendere quei soldi per acquistare il cofanetto della prima trilogia di Star Wars e in quel momento Hazel era entrata nell'aula.
Frank ancora stentava a credere che quei due fossero parenti, dato che non si somigliavano affatto. Mentre Nico era di carnagione pallida, la pelle di Hazel era scura come l'ebano; gli occhi neri di lui erano in contrasto con quelli dorati di lei e al posto della matassa di capelli scuri del fratello, Hazel aveva dei riccioli color nocciola.
La bellezza di lei lo aveva colpito come una carta di Ares equipaggiata con la spada da quattromila punti e si era ritrovato a balbettare mentre si presentava.
-Non ti ho mai vista in università- le aveva detto.
-Comincio il primo anno ad agosto- aveva risposto Hazel.
Con il senno di poi Frank aveva constatato che avrebbe fatto meglio a chiederle allora a quale corso di laurea voleva iscriversi, così non avrebbe fatto quella figuraccia.
Invece aveva spostato la conversazione su come fosse la vita universitaria, finché lei e Nico non se ne erano andati.
La seconda volta che si erano visti si erano scambiati il numero di telefono e da allora si sentivano assiduamente. Un po' tutti i suoi amici - Percy e Leo con particolare insistenza - gli avevano detto di chiedere ad Hazel di uscire, ma lui era riuscito a farlo solo due settimane prima.
Era al consueto torneo di Mitomagia quando Nico gli aveva rivolto quello sguardo serio che lo aveva preoccupato.
-Devo parlarti-.
Frank aveva deglutito due volte prima di chiedere cosa non andasse.
-Anche un cieco si accorgerebbe che ti piace mia sorella- aveva detto senza giri di parole. Per un attimo Frank aveva creduto che Nico gli stesse per dire di lasciare perdere, invece gli aveva detto quello che meno si aspettava al mondo. -Credo che anche tu le piaccia, quindi se vuoi uscire con lei chiediglielo-.
Frank lo guardò sconvolto e con le guance in fiamme dall'imbarazzo.
-Dici sul serio?- chiese, insicuro se si stesse riferendo al fatto che Hazel ricambiasse i suoi sentimenti o a al fatto che lo stesse incoraggiando a uscire con lei.
-Preferisco che esca con te piuttosto che con qualche tamarro- disse Nico. -Ma guai a te se la fai soffrire-.
Così, incoraggiato anche dalla persona che meno si aspettava al mondo, Frank aveva finalmente chiesto ad Hazel di uscire. Leo, che da quando si era fidanzato con Calipso si era autoproclamato mentore di Frank in questioni amorose, non aveva fatto altro che tempestarlo di consigli.
-Fa' esattamente come farei io e vedrai che entro stasera sarete fidanzati- gli aveva detto prima che Frank uscisse. Poi il volto gli si era illuminato come se si fosse reso conto di qualcosa e aveva aggiunto -Anzi, non fare come me. Sii me-.
-Grazie Leo- aveva detto Frank.
Aveva preso la giacca della squadra di football del college e aveva raggiunto Hazel alla mensa universitaria. Davanti ad un buon caffé e lei gli aveva chiesto quale corso di laurea frequentasse ed era stato allora che Frank aveva letteralmente fatto saltare le sue chances con la ragazza.
-Faccio Biologia, ma mi sono piaciuti tutti gli esami scientifici del programma, eccetto quello di Geologia. La Geologia non è nemmeno una vera scienza-.
Quest'ultima frase gli era stata ripetuta talmente tante volte da Leo che era uscita dalle sue labbra con naturalezza, ma Frank si era reso conto di aver fatto un colossale errore quando gli occhi dorati di Hazel si erano scuriti mentre lei assumeva un cipiglio severo.
-Io frequento il corso di Geologia-.
Mortificato, Frank aveva abbassato lo sguardo. Ancora stringeva il bicchiere di carta con un imbarazzante silenzio frappostosi tra lui e la ragazza.
Di' qualcosa, si incitò. Qualsiasi cosa.
-Da adolescente ero grasso- disse.
Qualsiasi cosa ma non questo! gli urlò una parte della sua coscienza, ma ormai era troppo tardi per darle retta. Si sentì arrossire mentre Hazel lo studiava con occhio critico. Proboabilmente stava cercando di immaginare la montagna di muscoli che aveva davanti come un ragazzino con problemi di peso.
-Ero goffo e facevo spesso figuracce... in realtà questo non è cambiato. Pensavo che raccontandoti qualcosa di imbarazzante su di me avrei potuto rimediare a quello che ho detto prima...-
Frank sentì una mano di Hazel afferrare la sua.
-Non hai detto nulla di grave, Frank-.
Rimasero qualche attimo in silenzio, semplicemente tenendosi le mani. Frank poi le propose di fare un giro per il campus.
Passeggiare mano nella mano con lei parlando del più e del meno era meraviglioso e Frank sentì piano piano l'imbarazzo per la figuraccia di poco prima svanire.
Verso sera accompagnò Hazel nella propria camera, ma poco prima di salutarsi si sporse per baciarla. Si fermò quasi subito: se lei non avesse voluto farlo? Hazel invece lo sorprese e lo baciò.
Per un momento Frank fu talmente interdetto da non riuscire a fare nulla, poi ricambiò il bacio con trasporto.
Hazel si separò da lui con un sorriso a trentadue denti.
-Ci vediamo domani?- gli chiese.
-Certamente- rispose Frank con entusiasmo.
E questa volta eviterò di citare Leo Valdez, si promise. Tornò nella propria camera con un'espressione di ebete gioia sul volto, dove scoprì che ad aspettarlo poggiato contro lo stipite della porta c'era Leo.
L'amico dovette intuire come fosse andato a finire l'appuntamento perché gli rivolse il sorriso furbo che lo caratterizzava.
-Hai visto, Zhang? I miei consigli funzionano sempre-.

 

   
 
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