La
ferita al fianco pulsava e il dolore ormai era diventato
insopportabile, persino respirare gli costava fatica. Aveva speso
tutte le sue energie per raggiungere Jyn sulla piattaforma ed ora le
forze stavano venendo meno. Era stanco, stremato, ma ancora
fiducioso. Voleva portarla via da quell’inferno, portarla in
salvo.
Mentre scendevano, immobili l’uno di fronte
all’altra, nella
penombra dell’ascensore, non poteva fare a meno di guardarla
negli
occhi e, per la prima volta, riusciva a vederla davvero, col cuore
libero da ogni pregiudizio. Ma quando le porte si spalancarono sulla
spiaggia e scorse il bagliore accecante sollevarsi dal mare come una
meravigliosa e terrificante alba di morte, capì che era
finita. Non
c’erano vie d’uscita.
Sospirò
esausto. Il capitano Cassian Andor aveva coraggiosamente adempiuto al
suo dovere, aveva permesso a Jyn Erso di trasmettere i piani della
Morte Nera alle navi dell’Alleanza Ribelle che ormai avevano
conquistato i cieli di Scarif, ed ora poteva morire in pace.
Allora
cos’era quel lieve senso di amarezza che, in quegli ultimi
disperati istanti, gli impediva di accettare serenamente il suo
destino? Lo sapeva, era inutile mentire a se stesso: il rimpianto
aveva gli occhi del colore del cielo e il sorriso dolce ma
infinitamente triste di Jyn.
Cosa
gli stava accadendo? Aveva sempre saputo che la sua fine sarebbe
arrivata presto, sul campo di battaglia, e allora perché
adesso che
la vita gli stava sfuggendo, come sabbia tra le dita, avrebbe voluto
avere più tempo?
La
contemplò, immersa in quel bagliore accecante, minuta,
ancora
affannata, sporca e con i capelli arruffati scompigliati dal vento,
ma bella come una creatura ultraterrena. Crollò sulla sabbia
ormai
privo di forze e lei gli si avvicinò sorridente, dipinta in
volto
aveva la serenità della consapevolezza. Le strinse la mano.
Jyn
aveva capito che la loro corsa forsennata si era conclusa ed era
pronta ad accettare qualunque cosa perché ci era riuscita,
la
missione era compiuta.
“Tuo
padre sarebbe orgoglioso di te” gli sfuggì, con
l’ultimo fiato
che gli era rimasto in gola, ma avrebbe tanto voluto dirle che anche
lui lo era. Che era fiero di lei, del suo coraggio e della
determinazione che aveva dimostrato nel non arrendersi di fonte a
nulla, in quell’impresa disperata che sapevano fin
dall’inizio
sarebbe stata un suicidio. D’istinto gli venne
l’impulso di
abbracciarla, di stringerla forte, e non si stupì di
sentirla
ricambiare il suo abbraccio, disperato quanto liberatorio. Non
avrebbe potuto proteggerla dall’onda infuocata che si stava
avvicinando velocemente, ma in quel momento voleva solo tenerla
stretta ed affrontare la morte insieme, senza alcun timore.
“Mi
dispiace…” Sussurrò tra i suoi capelli.
Il profumo di lei,
delicato e un po’ selvaggio, che impertinente gli inebriava i
sensi, sarebbe stato l’ultima sensazione prima della fine.
Non
provava ormai alcun dolore, solo un piacevole senso di pace nel
silenzio di morte che li circondava.
Il
bagliore era sempre più accecante e quasi credette di essere
inghiottito. In quell’oceano luminoso che li stava per
incenerire
riuscì appena a distinguere la sagoma di un U-Wing planare
sollevando nuvole di sabbia. Strinse Jyn ancora più forte, e
il suo
cuore si aprì alla speranza. Non poteva essere solo
un’assurda
allucinazione prima della fine, sarebbe stato dannatamente crudele.
Allungò la mano verso il cielo e sentì Jyn
voltarsi tra le sue
braccia. Avrebbe voluto raggiungere quella disperata ancora di
salvezza ma non riusciva più a muovere un solo muscolo, era
giunto
allo stremo.
Alla
luce abbagliante che sembrava volergli togliere il respiro, seguirono
le tenebre.
Sentiva
delle voci provenire da lontano, ma erano confuse, distorte. Si
sforzò di sollevare le palpebre pensanti come piombo ed una
lama di
luce gli ferì gli occhi. Cercò di mettere a fuoco
quel poco che
riusciva a vedere, tutt’intorno era chiaro, troppo, e odorava
di
disinfettante.
Si
chiese se fosse il paradiso, o l’inferno. Non era stato certo
un
santo, anche se aveva votato la vita ad un nobile ideale. Ma quando
sentì qualcuno smuovergli il braccio e la puntura di un ago,
capì
che era ancora fin troppo vivo. Realizzò di essere sdraiato
in un
letto diagnostico, gli strumenti a cui era collegato e che
monitoravano le sue funzioni vitali, emettevano strani suoni e
ticchettii, e poteva perfettamente percepire il cuore palpitargli nel
petto.
“Bentornato
tra noi.” La voce di una giovane donna in camice bianco gli
risuonò
nel cervello come un martello pneumatico, era la stessa che gli aveva
infilato la flebo ed ora lo stava staccando da tutti i monitor. Si
voltò leggermente verso di lei e gli riservò un
sorriso sghembo.
Il
suo pensiero volò subito a Jyn. Dov’era? Si era
salvata? Non
avrebbe mai potuto sopportare l’idea che le fosse
sopravvissuto.
D’istinto cercò di sollevarsi, ma si
sentì spingere indietro.
“Capitano,
cosa le viene in mente? E’ stato per giorni incosciente, tra
la
vita e la morte, non può ancora alzarsi” si
sentì rimproverare
con aria severa.
Sbuffò
infastidito, “Jyn…” gli uscì
malamente, ma aveva più il suono
di un ringhio roco. La donna sorrise, sistemandogli premurosa il
lenzuolo, “La ragazza che era con lei su Scarif?”
Annuì temendo
la risposta.
“Era
qui, fino a poco fa. Deve essere andata darsi una
rinfrescata.”
A
quelle parole gli sembrò di ritornare alla vita
un’altra volta e
lei notò la sua espressione di sollievo. “Lo sa,
le è rimasta
accanto per tutto il tempo, non voleva nemmeno farsi
medicare” gli
confidò con un sorrisino malizioso ad illuminare il viso
spruzzato
di lentiggini. Si stupì di quella ulteriore rivelazione,
l’essere
stati ad un passo dalla morte li aveva certamente uniti in modo
particolare ma non avrebbe mai creduto che una come lei gli sarebbe
rimasta accanto.
“Gliela
vado a chiamare” lo rassicurò, senza smettere di
sorridergli.
* * *
Quando
la vide entrare gli sembrò ancora più bella di
come la ricordava.
Aveva abbandonato l'abbigliamento trasandato da ribelle ed indossava
una casacca bianca su dei pantaloni chiari. Il viso pulito e i
capelli in ordine le davano un’aria da brava ragazza,
accentuata
dalle labbra leggermente piegate in quel suo adorabile broncio
infantile. Notò che aveva un braccio fasciato mentre si
avvicinava
verso di lui. Non ricordava che l’avessero ferita, ma
rivederla
sana e salva gli stava infondendo una sferzata di energia.
L’osservò
sorridere e sedersi sul bordo del letto, accanto a lui.
“Ehi…
Come ti senti?” Gli chiese, scostandogli una ciocca di
capelli
dalla fronte sudata.
Deglutì
e quasi credette di aver perso l’uso della parola.
“Sono stato
meglio, decisamente” gli confidò ironico,
schiarendosi la voce un
po’ roca, era ancora dolorante ma sentiva che stava
riacquistando
le forze, “Quell’U-Wing non era
un’allucinazione?” Era una
constatazione più che una domanda e lei sorrise divertita.
“Non
lo era” confermò con un’espressione
dolce e serena che non le
aveva mai visto dipinta in viso.
“Che
hai fatto al braccio?” La vide distogliere lo sguardo e
nascondersi
la fasciatura.
“Non
è niente” lo tranquillizzò, ma lui ebbe
uno strano presentimento.
“Che
è successo?” Insistette, era certo che non fosse
ferita mentre si
stringevano in quell’ultimo gesto disperato.
“Avevi
perso i sensi… ed è stato difficoltoso portarti a
bordo…” si
decise finalmente a confessare, evitando accuratamente il suo piglio
corrucciato.
Sospirò.
“Avresti dovuto lasciarmi lì. Avresti dovuto
pensare a salvarti,
Jyn” la rimproverò, scosso da un moto di rabbia al
pensiero che
avrebbe potuto rimetterci la vita. Non se lo sarebbe mai perdonato.
Jyn
sollevò lo sguardo e lui si stupì di vedere i
suoi occhi troppo
lucidi, ma era ancora abbastanza fiera e forte da non cedere alle
lacrime. “Non avrei mai potuto… Tu sei stato
l’unico ad essere
rimasto con me, fino alla fine. Non avrei mai
potuto…” ribadì e
a lui si strinse il cuore. Non riusciva nemmeno a concepire le
sensazioni che lo stavano scuotendo in quel momento, non riusciva a
definire il sentimento che stava provando nei confronti di quella
giovane donna che all’inizio aveva considerato solo come una
seccatura, la figlia di un imperiale da tenere d’occhio, ma
che poi
si era rivelata inaspettatamente un’indomita guerriera.
“Non
che avessi molta scelta…” la provocò
con un sorriso sghembo, per
cercare di sdrammatizzare e soffocare quelle emozioni contrastanti
che lo stavano turbando nel profondo.
“Sei
rimasto” ripeté lei, “Tutto il resto non
ha importanza” il
tono ancora più serio e lo sguardo finalmente sereno.
Le
prese la mano, come aveva fatto in quegli ultimi istanti e gliela
strinse. Non riusciva a credere di averla accanto, aveva assurdamente
desiderato di poter avere più tempo per stare con lei e
inaspettatamente era stato esaudito. E ora non sapeva cosa dire, cosa
fare. Voleva solo tenerla stretta e godere della sua vicinanza, del
tepore del suo corpo.
“E
gli altri?” Chiese, temendo però la sua risposta.
Jyn chiuse gli
occhi, abbassò il capo e lo scosse, e capì che
loro due erano stati
gli unici sopravvissuti di Rogue One.
“I
piani… sono stati d’aiuto?” Le chiese
con un filo di voce, ma
anche fiducioso.
Lei
si aprì in un sorriso sincero, “Ha fatto un bel
botto” se ne
uscì un po’ impertinente.
“Davvero?”
Le sorrise a sua volta.
“Davvero”
confermò entusiasta.
“Avrei
tanto voluto assistere. Vedere quel mostro saltare in aria sarebbe
stata la più grande soddisfazione.”
“Lo
è stata comunque, credimi. L’impero ormai ha i
giorni contanti…
forse ci sarà concesso di vivere davvero in un mondo
migliore, in
una galassia libera” gli confidò con enfasi e a
lui venne
spontaneo sorridere amaramente.
“Non
credo che sarà così
semplice…” fu costretto a farle notare.
“La
principessa Leia sta organizzando una cerimonia per celebrare tutti
coloro che hanno partecipato alla distruzione della Morte Nera, siamo
degli eroi adesso, ci daranno una medaglia Cassian.”
Sbuffò
stizzito. “Cosa vuoi che me ne faccia di una medaglia? Non
sono un
eroe. Chirrut, Bodhi, Baze lo sono. Tuo padre lo
è… perché in una
guerra gli eroi sono da entrambe le parti. E se non fosse stato per
lui… Ma il loro sacrificio resterà silenzioso,
nessuno li
ricorderà” ammise in tono aspro.
Jyn
sospirò amareggiata. “Noi li ricorderemo. Sappiamo
quello che
hanno fatto, li abbiamo conosciuti e l’unico modo per onorare
il
loro sacrificio è continuare a vivere e combattere,
riconoscenti di
aver avuto un’altra possibilità” il suo
tono era quasi di
rimprovero, ma poi il suo sguardo si fece più dolce e gli
accarezzò
leggera la guancia, ruvida per la barba incolta.
Non
se la sentì di contraddirla, in fondo Jyn aveva ragione, ma
la
rabbia per aver perso tutta la sua squadra lo aveva devastato. Per la
sua indole indomita non sarebbe stata una cosa facile da accettare.
“Cassian”
irruppe lei improvvisa, dopo lunghi istanti di silenzio,
“perché
mentre eravamo abbracciati mi hai detto mi
dispiace?”
Quella
domanda a bruciapelo lo spiazzò, non credeva che
l’avesse udito e
sentì il viso avvampare. Si prese qualche secondo prima di
risponderle: “Ero dispiaciuto per non essere riuscito a
salvarti,
Jyn. Avrei voluto tirarti fuori da quell’inferno
e…” si bloccò
perché quello che stava per confessarle era tanto assurdo
quanto
naturale, ma inaspettatamente ne aveva quasi paura. Rise di se
stesso, aveva affrontato le situazioni più estreme e
disperate
eppure non aveva mai esitato come in quel momento.
Jyn
strinse più forte la sua mano e lo spronò a
continuare. “E…”
Deglutì
a vuoto e si costrinse ad essere sincero, “E
baciarti...” gli
sfuggì in un soffio, consapevole che probabilmente aveva
ucciso quel
momento e che lei si sarebbe dileguata, ma non era nella sua natura
aggirare gli ostacoli, né tirarsi indietro. In
quell’istante uno
dei pronostici nefasti di K2 ci sarebbe stato a pennello,
quell’ammasso di ferraglia arrugginita già gli
mancava come se
avesse perso irrimediabilmente una parte di sé.
Il
viso di Jyn invece si illuminò di una strana luce nuova e
lui si
rese conto di non averla mai vista così bella.
Tentennò per un
attimo che gli parve infinito e quasi temette che volesse
schiaffeggiarlo ma poi inaspettatamente si chinò su di lui,
avvicinandosi lenta, puntando i palmi ai lati del suo viso.
Posò le
labbra morbide e umide sulle sue che invece erano secche e pallide,
sfiorandole con un tocco leggero, come fosse una carezza. La
lasciò
fare. Percepiva chiaramente la sua esitazione in contrasto con la
voglia di lasciarsi andare a quelle sensazioni nuove e inaspettate e
ne fu felice. Gli piaceva come sapeva baciare e il suo sapore
vagamente dolce, era un po’ impacciata all’inizio
ma istintiva e
passionale una volta rotta ogni esitazione. Le accarezzò
delicato
una guancia e con l’altra mano le sfiorò la nuca
affondando le
dita tra i suoi capelli, lasciandosi trascinare in quella danza di
lingue che prepotente gli incendiava il sangue nelle vene e lo stava
facendo sentire vivo come non lo era mai stato. Cercò di
prolungare
quel contatto fino a quando il bisogno di aria non lo spinse a
staccarsi a malincuore.
Inspirarono
entrambi e poi la sentì sorridere sulle sue labbra e
sollevarsi.
Avevano consapevolmente
compiuto un passo che aveva segnato profondamente il loro rapporto
innalzandolo ad un livello diverso. Non l’avrebbe mai creduto
possibile, ne era contento ma anche spaventato. In tutta la sua vita
non aveva mai preso in considerazione l’idea di una relazione
seria
con una donna, non se la poteva permettere, e questa era stata anche
un ottima scusa per fuggire spesso e volentieri. Eppure in quel
momento il solo pensiero che Jyn potesse uscire dalla sua vita gli
faceva male. Forse perché era diversa da ogni altra che
aveva
conosciuto, era così dannatamente simile a lui. Forse
perché in
così poco tempo avevano condiviso così tanto.
Erano stati uniti
nella morte e ora desiderava solo che fossero uniti per la vita.
“Sono
stupito” irruppe in tono irriverente “K2 avrebbe
sicuramente
pronosticato che al 93,5% mi avresti picchiato…”
Lei
scoppiò in una sana risata, “In effetti
è la prima cosa a cui ho
pensato” gli confidò, ancora divertita.
“Però
non l’hai fatto.” La vide diventare seria e si
turbò.
“No.
Abbiamo sofferto abbastanza, non credi?” Fu costretto ad
annuire
amaramente. “È giunto il momento di guardare
avanti, senza più
voltarci indietro.” Lo disse decisa, con una tale
determinazione
che le aveva visto solo di fronte alla pistola puntata di Krennic. La
fissò e capì che aveva profondamente ragione,
forse sarebbe
riuscito a lasciarsi tutto alle spalle e ad iniziare una nuova vita,
con un obiettivo e una coscienza diversi. Annuì ancora
sorridendo e
poi si lasciò andare, si sentiva stanco e spossato, anche se
quella
nuova consapevolezza lo aveva reso finalmente più sereno.
Jyn
se ne rese conto e si sdraiò accanto a lui, infilandosi
sotto al
lenzuolo, si accostò al suo corpo caldo e lo
abbracciò posando la
guancia sulla sua spalla nuda. Sentì le dita sottili di lei
sfiorargli le cicatrici che aveva sul petto, testimoni della vita
cruenta e spietata che aveva vissuto fino a quel momento. Chiuse gli
occhi sospirando, augurandosi che non fosse solo un sogno tutto
quello che stava accadendo, fece scivolare la mano sulla schiena di
Jyn e la strinse a sé abbandonandosi a
quell’abbraccio, così
diverso da quello disperato sulla spiaggia, ma altrettanto intenso,
sincero. Si addormentò insieme a lei, consapevole che al
risveglio
ci sarebbe stata una nuova vita ad attenderli, ignota, di certo non
priva di ostacoli e pericoli, ma sicuramente meravigliosa.
F I N E
Note:
Il banner all'inizio l'ho
creato io rimaneggiando un'immagine presa dal film con Photoshop.
La fan art è invece opera
mia :P ma mi sono ispirata ad una foto.
Angolo dell’autrice:
Per
la prima volta mi affaccio a questo fandom in punta di piedi, spero
con una fiction gradita. Io faccio parte della schiera di quelli che
non hanno accettato il finale di R1, per quanto bellissimo ed
emozionante e soprattutto giusto per come sono andate poi le cose
nell’episodio successivo che apre la trilogia originale.
Quindi ho
dovuto rimediare assolutamente “alla mia
maniera…” e meno male
che esiste la fantasia e le fan fiction ;) Ho shippato il capitano
Andor con Jyn fin dalle prime scene quindi per me la loro fine, per
quanto inevitabile, ha lasciato l’amaro in bocca.
Così ho deciso
di dare loro una chance che magari potrà essere il preludio
di altri
episodi che li vedranno protagonisti. *si sfrega le mani diabolica*
Senza
contare che il capitano Andor mi ha già fatta uscire di
melone, non
sarà una gran bellezza ma io sono già innamorata
persa ;)
Mi
scuso se la parte iniziale, presa in toto dal film non è
proprio
perfetta, ma ho visto la pellicola una sola volta e con le lacrime
agli occhi, e mi sono persa sicuramente qualche particolare, quindi
confido nel vostro buon cuore e quel “mi dispiace”
è ovviamente
una mia aggiunta. Sarò felice di conoscere il vostro parere
nel bene
e nel male e se ci sono suggerimenti e modi per migliorarmi.
Che la forza sia con voi ;)
Angel Of Fire