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Autore: Angel Of Fire    07/01/2017    15 recensioni
Ambientata nell'ultimo film Rogue One ne vorrebbe dare un finale alternativo.
Jyn e Cassian sono insieme sulla spiaggia di Scarif ad attendere la morte ma inaspettatamente hanno l'occasione si salvarsi. Sarà l'inizio di una nuova storia tra loro o ognuno deciderà di seguire la propria strada?
Sentimenti e sensazioni dalla parte del capitano Andor.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cassian Andor, Jyn Erso
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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Silen Heroes

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In ogni guerra gli eroi sono da entrambe le parti


La ferita al fianco pulsava e il dolore ormai era diventato insopportabile, persino respirare gli costava fatica. Aveva speso tutte le sue energie per raggiungere Jyn sulla piattaforma ed ora le forze stavano venendo meno. Era stanco, stremato, ma ancora fiducioso. Voleva portarla via da quell’inferno, portarla in salvo. Mentre scendevano, immobili l’uno di fronte all’altra, nella penombra dell’ascensore, non poteva fare a meno di guardarla negli occhi e, per la prima volta, riusciva a vederla davvero, col cuore libero da ogni pregiudizio. Ma quando le porte si spalancarono sulla spiaggia e scorse il bagliore accecante sollevarsi dal mare come una meravigliosa e terrificante alba di morte, capì che era finita. Non c’erano vie d’uscita.
Sospirò esausto. Il capitano Cassian Andor aveva coraggiosamente adempiuto al suo dovere, aveva permesso a Jyn Erso di trasmettere i piani della Morte Nera alle navi dell’Alleanza Ribelle che ormai avevano conquistato i cieli di Scarif, ed ora poteva morire in pace.
Allora cos’era quel lieve senso di amarezza che, in quegli ultimi disperati istanti, gli impediva di accettare serenamente il suo destino? Lo sapeva, era inutile mentire a se stesso: il rimpianto aveva gli occhi del colore del cielo e il sorriso dolce ma infinitamente triste di Jyn.
Cosa gli stava accadendo? Aveva sempre saputo che la sua fine sarebbe arrivata presto, sul campo di battaglia, e allora perché adesso che la vita gli stava sfuggendo, come sabbia tra le dita, avrebbe voluto avere più tempo?
La contemplò, immersa in quel bagliore accecante, minuta, ancora affannata, sporca e con i capelli arruffati scompigliati dal vento, ma bella come una creatura ultraterrena. Crollò sulla sabbia ormai privo di forze e lei gli si avvicinò sorridente, dipinta in volto aveva la serenità della consapevolezza. Le strinse la mano. Jyn aveva capito che la loro corsa forsennata si era conclusa ed era pronta ad accettare qualunque cosa perché ci era riuscita, la missione era compiuta.
“Tuo padre sarebbe orgoglioso di te” gli sfuggì, con l’ultimo fiato che gli era rimasto in gola, ma avrebbe tanto voluto dirle che anche lui lo era. Che era fiero di lei, del suo coraggio e della determinazione che aveva dimostrato nel non arrendersi di fonte a nulla, in quell’impresa disperata che sapevano fin dall’inizio sarebbe stata un suicidio. D’istinto gli venne l’impulso di abbracciarla, di stringerla forte, e non si stupì di sentirla ricambiare il suo abbraccio, disperato quanto liberatorio. Non avrebbe potuto proteggerla dall’onda infuocata che si stava avvicinando velocemente, ma in quel momento voleva solo tenerla stretta ed affrontare la morte insieme, senza alcun timore.
“Mi dispiace…” Sussurrò tra i suoi capelli. Il profumo di lei, delicato e un po’ selvaggio, che impertinente gli inebriava i sensi, sarebbe stato l’ultima sensazione prima della fine. Non provava ormai alcun dolore, solo un piacevole senso di pace nel silenzio di morte che li circondava.
Il bagliore era sempre più accecante e quasi credette di essere inghiottito. In quell’oceano luminoso che li stava per incenerire riuscì appena a distinguere la sagoma di un U-Wing planare sollevando nuvole di sabbia. Strinse Jyn ancora più forte, e il suo cuore si aprì alla speranza. Non poteva essere solo un’assurda allucinazione prima della fine, sarebbe stato dannatamente crudele. Allungò la mano verso il cielo e sentì Jyn voltarsi tra le sue braccia. Avrebbe voluto raggiungere quella disperata ancora di salvezza ma non riusciva più a muovere un solo muscolo, era giunto allo stremo.
Alla luce abbagliante che sembrava volergli togliere il respiro, seguirono le tenebre.


* * *


Sentiva delle voci provenire da lontano, ma erano confuse, distorte. Si sforzò di sollevare le palpebre pensanti come piombo ed una lama di luce gli ferì gli occhi. Cercò di mettere a fuoco quel poco che riusciva a vedere, tutt’intorno era chiaro, troppo, e odorava di disinfettante.
Si chiese se fosse il paradiso, o l’inferno. Non era stato certo un santo, anche se aveva votato la vita ad un nobile ideale. Ma quando sentì qualcuno smuovergli il braccio e la puntura di un ago, capì che era ancora fin troppo vivo. Realizzò di essere sdraiato in un letto diagnostico, gli strumenti a cui era collegato e che monitoravano le sue funzioni vitali, emettevano strani suoni e ticchettii, e poteva perfettamente percepire il cuore palpitargli nel petto.
“Bentornato tra noi.” La voce di una giovane donna in camice bianco gli risuonò nel cervello come un martello pneumatico, era la stessa che gli aveva infilato la flebo ed ora lo stava staccando da tutti i monitor. Si voltò leggermente verso di lei e gli riservò un sorriso sghembo.
Il suo pensiero volò subito a Jyn. Dov’era? Si era salvata? Non avrebbe mai potuto sopportare l’idea che le fosse sopravvissuto. D’istinto cercò di sollevarsi, ma si sentì spingere indietro.
“Capitano, cosa le viene in mente? E’ stato per giorni incosciente, tra la vita e la morte, non può ancora alzarsi” si sentì rimproverare con aria severa.
Sbuffò infastidito, “Jyn…” gli uscì malamente, ma aveva più il suono di un ringhio roco. La donna sorrise, sistemandogli premurosa il lenzuolo, “La ragazza che era con lei su Scarif?” Annuì temendo la risposta.
“Era qui, fino a poco fa. Deve essere andata darsi una rinfrescata.”
A quelle parole gli sembrò di ritornare alla vita un’altra volta e lei notò la sua espressione di sollievo. “Lo sa, le è rimasta accanto per tutto il tempo, non voleva nemmeno farsi medicare” gli confidò con un sorrisino malizioso ad illuminare il viso spruzzato di lentiggini. Si stupì di quella ulteriore rivelazione, l’essere stati ad un passo dalla morte li aveva certamente uniti in modo particolare ma non avrebbe mai creduto che una come lei gli sarebbe rimasta accanto.
“Gliela vado a chiamare” lo rassicurò, senza smettere di sorridergli.

* * *

Quando la vide entrare gli sembrò ancora più bella di come la ricordava. Aveva abbandonato l'abbigliamento trasandato da ribelle ed indossava una casacca bianca su dei pantaloni chiari. Il viso pulito e i capelli in ordine le davano un’aria da brava ragazza, accentuata dalle labbra leggermente piegate in quel suo adorabile broncio infantile. Notò che aveva un braccio fasciato mentre si avvicinava verso di lui. Non ricordava che l’avessero ferita, ma rivederla sana e salva gli stava infondendo una sferzata di energia. L’osservò sorridere e sedersi sul bordo del letto, accanto a lui.
“Ehi… Come ti senti?” Gli chiese, scostandogli una ciocca di capelli dalla fronte sudata.
Deglutì e quasi credette di aver perso l’uso della parola. “Sono stato meglio, decisamente” gli confidò ironico, schiarendosi la voce un po’ roca, era ancora dolorante ma sentiva che stava riacquistando le forze, “Quell’U-Wing non era un’allucinazione?” Era una constatazione più che una domanda e lei sorrise divertita.
“Non lo era” confermò con un’espressione dolce e serena che non le aveva mai visto dipinta in viso.
“Che hai fatto al braccio?” La vide distogliere lo sguardo e nascondersi la fasciatura.
“Non è niente” lo tranquillizzò, ma lui ebbe uno strano presentimento.
“Che è successo?” Insistette, era certo che non fosse ferita mentre si stringevano in quell’ultimo gesto disperato.
“Avevi perso i sensi… ed è stato difficoltoso portarti a bordo…” si decise finalmente a confessare, evitando accuratamente il suo piglio corrucciato.
Sospirò. “Avresti dovuto lasciarmi lì. Avresti dovuto pensare a salvarti, Jyn” la rimproverò, scosso da un moto di rabbia al pensiero che avrebbe potuto rimetterci la vita. Non se lo sarebbe mai perdonato.
Jyn sollevò lo sguardo e lui si stupì di vedere i suoi occhi troppo lucidi, ma era ancora abbastanza fiera e forte da non cedere alle lacrime. “Non avrei mai potuto… Tu sei stato l’unico ad essere rimasto con me, fino alla fine. Non avrei mai potuto…” ribadì e a lui si strinse il cuore. Non riusciva nemmeno a concepire le sensazioni che lo stavano scuotendo in quel momento, non riusciva a definire il sentimento che stava provando nei confronti di quella giovane donna che all’inizio aveva considerato solo come una seccatura, la figlia di un imperiale da tenere d’occhio, ma che poi si era rivelata inaspettatamente un’indomita guerriera.
“Non che avessi molta scelta…” la provocò con un sorriso sghembo, per cercare di sdrammatizzare e soffocare quelle emozioni contrastanti che lo stavano turbando nel profondo.
“Sei rimasto” ripeté lei, “Tutto il resto non ha importanza” il tono ancora più serio e lo sguardo finalmente sereno.
Le prese la mano, come aveva fatto in quegli ultimi istanti e gliela strinse. Non riusciva a credere di averla accanto, aveva assurdamente desiderato di poter avere più tempo per stare con lei e inaspettatamente era stato esaudito. E ora non sapeva cosa dire, cosa fare. Voleva solo tenerla stretta e godere della sua vicinanza, del tepore del suo corpo.
“E gli altri?” Chiese, temendo però la sua risposta. Jyn chiuse gli occhi, abbassò il capo e lo scosse, e capì che loro due erano stati gli unici sopravvissuti di Rogue One.
“I piani… sono stati d’aiuto?” Le chiese con un filo di voce, ma anche fiducioso.
Lei si aprì in un sorriso sincero, “Ha fatto un bel botto” se ne uscì un po’ impertinente.
“Davvero?” Le sorrise a sua volta.
“Davvero” confermò entusiasta.
“Avrei tanto voluto assistere. Vedere quel mostro saltare in aria sarebbe stata la più grande soddisfazione.”
“Lo è stata comunque, credimi. L’impero ormai ha i giorni contanti… forse ci sarà concesso di vivere davvero in un mondo migliore, in una galassia libera” gli confidò con enfasi e a lui venne spontaneo sorridere amaramente.
“Non credo che sarà così semplice…” fu costretto a farle notare.
“La principessa Leia sta organizzando una cerimonia per celebrare tutti coloro che hanno partecipato alla distruzione della Morte Nera, siamo degli eroi adesso, ci daranno una medaglia Cassian.”
Sbuffò stizzito. “Cosa vuoi che me ne faccia di una medaglia? Non sono un eroe. Chirrut, Bodhi, Baze lo sono. Tuo padre lo è… perché in una guerra gli eroi sono da entrambe le parti. E se non fosse stato per lui… Ma il loro sacrificio resterà silenzioso, nessuno li ricorderà” ammise in tono aspro.
Jyn sospirò amareggiata. “Noi li ricorderemo. Sappiamo quello che hanno fatto, li abbiamo conosciuti e l’unico modo per onorare il loro sacrificio è continuare a vivere e combattere, riconoscenti di aver avuto un’altra possibilità” il suo tono era quasi di rimprovero, ma poi il suo sguardo si fece più dolce e gli accarezzò leggera la guancia, ruvida per la barba incolta.
Non se la sentì di contraddirla, in fondo Jyn aveva ragione, ma la rabbia per aver perso tutta la sua squadra lo aveva devastato. Per la sua indole indomita non sarebbe stata una cosa facile da accettare.

“Cassian” irruppe lei improvvisa, dopo lunghi istanti di silenzio, “perché mentre eravamo abbracciati mi hai detto mi dispiace?”
Quella domanda a bruciapelo lo spiazzò, non credeva che l’avesse udito e sentì il viso avvampare. Si prese qualche secondo prima di risponderle: “Ero dispiaciuto per non essere riuscito a salvarti, Jyn. Avrei voluto tirarti fuori da quell’inferno e…” si bloccò perché quello che stava per confessarle era tanto assurdo quanto naturale, ma inaspettatamente ne aveva quasi paura. Rise di se stesso, aveva affrontato le situazioni più estreme e disperate eppure non aveva mai esitato come in quel momento.
Jyn strinse più forte la sua mano e lo spronò a continuare. “E…”
Deglutì a vuoto e si costrinse ad essere sincero, “E baciarti...” gli sfuggì in un soffio, consapevole che probabilmente aveva ucciso quel momento e che lei si sarebbe dileguata, ma non era nella sua natura aggirare gli ostacoli, né tirarsi indietro. In quell’istante uno dei pronostici nefasti di K2 ci sarebbe stato a pennello, quell’ammasso di ferraglia arrugginita già gli mancava come se avesse perso irrimediabilmente una parte di sé.
Il viso di Jyn invece si illuminò di una strana luce nuova e lui si rese conto di non averla mai vista così bella. Tentennò per un attimo che gli parve infinito e quasi temette che volesse schiaffeggiarlo ma poi inaspettatamente si chinò su di lui, avvicinandosi lenta, puntando i palmi ai lati del suo viso. Posò le labbra morbide e umide sulle sue che invece erano secche e pallide, sfiorandole con un tocco leggero, come fosse una carezza. La lasciò fare. Percepiva chiaramente la sua esitazione in contrasto con la voglia di lasciarsi andare a quelle sensazioni nuove e inaspettate e ne fu felice. Gli piaceva come sapeva baciare e il suo sapore vagamente dolce, era un po’ impacciata all’inizio ma istintiva e passionale una volta rotta ogni esitazione. Le accarezzò delicato una guancia e con l’altra mano le sfiorò la nuca affondando le dita tra i suoi capelli, lasciandosi trascinare in quella danza di lingue che prepotente gli incendiava il sangue nelle vene e lo stava facendo sentire vivo come non lo era mai stato. Cercò di prolungare quel contatto fino a quando il bisogno di aria non lo spinse a staccarsi a malincuore.
Inspirarono entrambi e poi la sentì sorridere sulle sue labbra e sollevarsi.
Avevano consapevolmente compiuto un passo che aveva segnato profondamente il loro rapporto innalzandolo ad un livello diverso. Non l’avrebbe mai creduto possibile, ne era contento ma anche spaventato. In tutta la sua vita non aveva mai preso in considerazione l’idea di una relazione seria con una donna, non se la poteva permettere, e questa era stata anche un ottima scusa per fuggire spesso e volentieri. Eppure in quel momento il solo pensiero che Jyn potesse uscire dalla sua vita gli faceva male. Forse perché era diversa da ogni altra che aveva conosciuto, era così dannatamente simile a lui. Forse perché in così poco tempo avevano condiviso così tanto. Erano stati uniti nella morte e ora desiderava solo che fossero uniti per la vita.
“Sono stupito” irruppe in tono irriverente “K2 avrebbe sicuramente pronosticato che al 93,5% mi avresti picchiato…”
Lei scoppiò in una sana risata, “In effetti è la prima cosa a cui ho pensato” gli confidò, ancora divertita.
“Però non l’hai fatto.” La vide diventare seria e si turbò.
“No. Abbiamo sofferto abbastanza, non credi?” Fu costretto ad annuire amaramente. “È giunto il momento di guardare avanti, senza più voltarci indietro.” Lo disse decisa, con una tale determinazione che le aveva visto solo di fronte alla pistola puntata di Krennic. La fissò e capì che aveva profondamente ragione, forse sarebbe riuscito a lasciarsi tutto alle spalle e ad iniziare una nuova vita, con un obiettivo e una coscienza diversi. Annuì ancora sorridendo e poi si lasciò andare, si sentiva stanco e spossato, anche se quella nuova consapevolezza lo aveva reso finalmente più sereno.
Jyn se ne rese conto e si sdraiò accanto a lui, infilandosi sotto al lenzuolo, si accostò al suo corpo caldo e lo abbracciò posando la guancia sulla sua spalla nuda. Sentì le dita sottili di lei sfiorargli le cicatrici che aveva sul petto, testimoni della vita cruenta e spietata che aveva vissuto fino a quel momento. Chiuse gli occhi sospirando, augurandosi che non fosse solo un sogno tutto quello che stava accadendo, fece scivolare la mano sulla schiena di Jyn e la strinse a sé abbandonandosi a quell’abbraccio, così diverso da quello disperato sulla spiaggia, ma altrettanto intenso, sincero. Si addormentò insieme a lei, consapevole che al risveglio ci sarebbe stata una nuova vita ad attenderli, ignota, di certo non priva di ostacoli e pericoli, ma sicuramente meravigliosa.

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F I N E




Note:

Il banner all'inizio l'ho creato io rimaneggiando un'immagine presa dal film con Photoshop.
La fan art è invece opera mia :P ma mi sono ispirata ad una foto.


Angolo dell’autrice:

Per la prima volta mi affaccio a questo fandom in punta di piedi, spero con una fiction gradita. Io faccio parte della schiera di quelli che non hanno accettato il finale di R1, per quanto bellissimo ed emozionante e soprattutto giusto per come sono andate poi le cose nell’episodio successivo che apre la trilogia originale. Quindi ho dovuto rimediare assolutamente “alla mia maniera…” e meno male che esiste la fantasia e le fan fiction ;) Ho shippato il capitano Andor con Jyn fin dalle prime scene quindi per me la loro fine, per quanto inevitabile, ha lasciato l’amaro in bocca. Così ho deciso di dare loro una chance che magari potrà essere il preludio di altri episodi che li vedranno protagonisti. *si sfrega le mani diabolica*
Senza contare che il capitano Andor mi ha già fatta uscire di melone, non sarà una gran bellezza ma io sono già innamorata persa ;)
Mi scuso se la parte iniziale, presa in toto dal film non è proprio perfetta, ma ho visto la pellicola una sola volta e con le lacrime agli occhi, e mi sono persa sicuramente qualche particolare, quindi confido nel vostro buon cuore e quel “mi dispiace” è ovviamente una mia aggiunta. Sarò felice di conoscere il vostro parere nel bene e nel male e se ci sono suggerimenti e modi per migliorarmi.

Che la forza sia con voi ;)


Angel Of Fire



  
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