Crossover
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Autore: Verte    09/01/2017    0 recensioni
(Serie coinvolte Bones - Supernatural)
-Senta, non vogliamo portarle via il caso solo- Booth strinse una mano attorno alla spalla di uno degli agenti.
-Se vi rivedo qui in giro con quei tesserini falsi, sarò costretto ad arrestarvi, mi capite? E adesso fuori dai piedi, grazie-
I due uomini si allontanarono verso la macchina nera che li aspettava sul ciglio della strada. Non appena furono fuori dal raggio uditivo degli agenti, imprecarono a denti stretti.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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The Junkyard.
 
Gli agenti della scientifica erano in fermento, tutto poteva essere una prova. Scattavano foto e raccoglievano campioni nei dintorni, cercando di calpestare meno possibile il terreno che circondava l’auto bruciata.L’agente Booth e la dottoressa Brennan si avvicinarono all’auto, cercando di capirci qualcosa, con tutte le probabilità sarebbe stato meglio spostare tutto, persino l’auto, al Jeffersonian Institute, e Booth non aspettò nemmeno l’ordine della dottoressa per dirlo agli agenti.
Improvvisamente, senza che nessuno avesse mostrato preoccupazione, l’agente sentì un lamento.
-Bones, hai sentito?- Chiese rivolgendosi alla dottoressa. Questa dapprima scosse la testa, per poi ricredersi. C’era qualcosa di simile ad un miagolio, strano che non se ne fosse accorta prima.
Booth non riusciva a crederci, lo aveva seriamente scambiato per il miagolio di un gatto? Quello era un bambino che piangeva, chissà dove era adesso. Si misero a cercarlo, fino a che qualcuno non alzò la testa al cielo, e vide la culla incastrata tra i rami di un albero.
Mentre recuperavano il bambino si fecero avanti tra la folla due agenti dell’FBI, chiedendo ai presenti cosa stesse succedendo.
-Beh dovreste chiedere all’agente Booth, strano che ne abbiano mandati altri due- Disse un uomo della scientifica, indicando loro l’uomo che teneva in braccio il bambino.
I duei si guardarono preoccupati, forse non era stata proprio una buona idea presentarsi come due agenti dell’FBI, dato che quella faccenda sembrava essere stata presa d’assalto proprio dai federali.
-Agente Smith e Jane, volevamo farle qualche domanda- I due uomini avevano estratto distintivo e tesserino. La dottoressa Brennan alzò un sopracciglio continuando a fissarli. Lei lavorava già con un agente federale, non vedeva il motivo di tanta preoccupazione, e soprattutto le sembrava strano avere così tanti agenti sul campo.
-Ehi Booth, ci sono dei tuoi colleghi- Disse congedandosi, dirigendosi verso l’agente con il bambino tra le braccia, che sembrava parlare con lo sceriffo della zona.
-Credo che dovrò cambiargli il pannolino, ma Bones, puoi farlo certamente tu- Booth le lasciò il bambino tra le braccia, nonostante la donna avesse già fatto presente più volte che lei con i bambini non ci sapeva fare, non c’era abituata, era lui quello che aveva figli tra i due.
Booth scosse la testa, e fece sdraiare il bambino sulla sua giacca, chiese alla dottoressa di cercare talco e pannolini nella borsa che avevano trovato nell’auto.
-Non c’è talco, però ho trovato questa- Brennan estrasse una chiave, una di quelle che sembrava appartenere ad una cassetta di sicurezza.
I due uomini si fecero di nuovo avanti con un colpo di tosse, forse adesso sarebbero riusciti ad inventarsi qualcosa di plausibile da usare come scusa.
-Vi dispiace? Stiamo cercando del talco per il bambino. Bones tienilo d’occhio, vado a cercare del talco- Booth si allontanò, lasciando la donna con i due agenti.
-Le dispiace rispondere a qualche domanda?- La dottoressa non sapeva cosa fare esattamente, la priorità restava in ogni caso il bambino. Cercò di convincerli ad aspettare almeno il ritorno dell’agente Booth, ma i due non demorsero.
-Sono solo domande di routine. Ha notato qualcosa di strano quando è arrivata?- La donna li fissò con i suoi occhi ghiaccio. Che razza di domanda era quella? Erano su una scena del crimine, ovvio che ci fosse qualcosa di strano, come il bambino sull’albero ed un corpo bruciato in macchina.
-Non credo sia la domanda più azzeccata in questo momento, è una scena del crimine. Abbiamo trovato una donna bruciata in auto, ovviamente tutti i tessuti molli sono stati bruciati, ed il bambino è stato ritrovato su di un albero- I due uomini annuirono guardandosi, ma proprio mentre stavano per porre un’altra delle loro domande, l’agente Booth riapparve fiero con il talco.
-E ci dica, ha per caso sentito odori strani, come zolfo oppure- L’agente Booth alzò la testa con aria interrogativa.
-Oppure di cosa? Di bruciato? Non so se avete notato che c’è un corpo bruciato- Rispose la dottoressa, lasciando il bambino nelle mani più sapienti di Booth.
-Bones, dove hai messo la chiave?-
-Che chiave?-
-Quella che abbiamo trovato nella borsa- L’agente Booth cominciò a cercarla freneticamente vicino al bmabino, ben sperando che la dottoressa non l’avesse comunque lasciata lì vicino.
-L’ho lasciata accanto al bambino-
-BONES! I bambini mettono in bocca di tutto! Accidenti!- Booth cambiò il pannolino al piccolo, prima di rimetterlo nella culla, e lasciarlo nelle mani della dottoressa.
Si diresse alla svelta verso i due uomini.
-Senta, non vogliamo portarle via il caso solo- Booth strinse una mano attorno alla spalla di uno degli agenti.
-Se vi rivedo qui in giro con quei tesserini falsi, sarò costretto ad arrestarvi, mi capite? E adesso fuori dai piedi, grazie-
I due uomini si allontanarono verso la macchina nera che li aspettava sul ciglio della strada. Non appena furono fuori dal raggio uditivo degli agenti, imprecarono a denti stretti.
-Dean, dobbiamo fare qualcosa, nemmeno Bobby potrà aiutarci stavolta- Sam aprì lo sportello dell’Impala, guardando per un attimo il fratello da sopra il tettuccio.
-Lo so Sam, è solo un agente un po’ più sveglio-
 
Al laboratorio tutto sembrava procedere per il meglio, la donna era stata identificata, ed il bambino stava per essere visitato da uno dei più celebri pediatri del paese.
Brennan non riusciva però a smettere di chiedersi chi erano quei due che si erano spacciati per agenti dell’FBI, lei non aveva nemmeno notato che i tesserini erano falsi. E soprattutto, perchè lo zolfo?
-Hodgins, hai per caso trovato dello zolfo?- Il dottor Hodgins elencò tutti i minerali e particolati ritrovati sull’auto e sul corpo bruciato, ma d zolfo non ve ne era la minima traccia.
Eppure c’era qualcosa di strano.
 
-Bobby, dicci che non riusciranno a risalire a te- Dean mise giù il bicchiere vuoto e sospirò, per poi guardare l’uomo che aveva seduto di fronte.
-Come vuoi che mi trovino? Sono uno sfasciacarrozze nel mezzo del niente- Si raddrizzò il cappello sulla testa, per poi versarsi un altro bicchiere, cercando di non far percepire la sua preoccupazione.
-Bobby, ascolta, sappiamo che stavi aiutando Meg a scappare, con tutte le tue buone intenzioni, ma non basta- Dean cercò di far parlare l’amico, ma sembrava del tutto irremovibile.
 
-Ho trovato dei sedimenti che forse ci possono ricondurre a dove è stata presa l’auto- Hodgins era entusiasta della sua scoperta, l’auto risultava appartenere ad un uomo, morto da ben tre anni, forse era stata data ad uno sfasciacarrozze.
-Molto bravo Hodgins- Disse la dottoressa Saroyan, continuando ad esaminare le poche parti molli rimaste.
-Lo so, sono il re del laboratorio- Il dottor Hodgins fece un occhiolino, prima di tornarsene alla propria postazione.
-Nonostante il corpo sia bruciato, temo che gli occhi siano bruciati per primi- Disse il dottor Addy, alzandosi con ancora gli strumenti in mano. Non voleva crederci, ma sembrava quasi che glieli avessero bruciati quando la poveretta era ancora in vita.
-Ne è sicuro dottor Addy?- La Saroyan ne rimase perplessa, chi poteva essere così matto da bruciare gli occhi prima di uccidere la propria vittima? A quale rituale si stava attenendo?
-Con tutto ciò che è in mio possesso dalle cavità oculari, sì, l’osso attorno risulta aver avuto una bruciatura antecedente al resto-
 
-Perciò dite che l’hanno trovata? Dite che qualche angelo l’abbia trovata e l’abbia uccisa?- Bobby si tolse il cappello, maledicendosi per aver assecondato la donna nel voler fuggire, i due fratelli lo avevano avvertito che sarebbe stato un facile bersaglio, quel bambino non sarebbe mai dovuto nascere.
-Bobby Meg è morta, ed Andy adesso è con L’FBI- I tre uomini si guardarono, prima di capire che il pericolo non era ancora terminato.
 
Avevano trovato gli amici di Meg nella contea di Tucker, non avevano ancora potuto lasciargli il bambino, ma avevano almeno scoperto che si chiamava Andy, e che lo sfascia carrozze si trovava vicino a Sioux Falls, nella contea di Minnehaha. Lo avrebbero raggiunto.
-Buongiorno sceriffo Jody Mills-
-Agente Booth!- Lo sceriffo corse ad abbracciare l’agente Booth, avevano avuto modo di conoscersi in passato per qualche altro caso dei federali a Sioux Falls.
La dottoressa Brennan si presentò allo sceriffo, cercando di non risultare troppo arrogante come al solito, e preferì lasciar parlare l’agente Booth.
-Siamo venuti perchè abbiamo una traccia. C’è qualcuno qui a Sioux Falls che ha un’autorimessa?-
Lo sceriffo Mills sorrise, sapeva benissimo che stavano parlando di Bobby, ma una visita dai federali, non poteva certo essere una passeggiata.
-Ehm, si, sicuramente qui qualcuno ha un’autorimessa, lo sai che la città non è delle più fiorenti- Indicò le due sedie davanti alla propria scrivania, ma nessuno dei due si sedette, sembravano avere proprio una gran fretta di vedere Bobby.
-Posso sapere almeno di cosa si tratta?- Alla dottoressa Brennan non piaceva aggiornare gli sceriffi sui casi federali, ma suo malgrado tentò di spiegarle che una macchina proveniente da uno sfasciacarrozze di Sioux Falls era parte di un caso di omicidio.
-E siete sicuri che si trovi qui lo sfasciacarrozze?-
-Jody, questi cervelloni studiano anche la terra, avranno sicuramente trovato dei minerali che si formano solo qui a Sioux Falls-
La dottoressa Brennan annuì, non avrebbe saputo spiegarlo con parole più spicciole, a lei piaceva spiegarlo scientificamente.
 
I due fratelli avevano già allertato Castiel, avrebbero avuto bisogno del suo aiuto molto probabilmente, non se la sentivano di coinvolgere due agenti dell’FBI.
Improvvisamente qualcuno bussò alla porta, e nessuno ebbe il modo di reagire.
-Ancora qui?- L’agente Booth guardò duramente i due uomini vicini al terzo, che doveva essere il padrone dell’autorimessa.
-Noi non-
-Voi due siete solo due ficcanaso, vi voglio fuori di qui ADESSO- L’agente Booth gli aveva buttati fuori, quasi sicuramente scambiandoli per due giornalisti, era ormai impossibile non averli tra i piedi.
-Quei due hanno la testa dura- Disse risistemandosi la giacca, per poi porre qualche domanda a Bobby.
-Sa per caso come ci è finita questa sua auto qui?- Bobby guardò per un po’ la foto che gli mostrava l’agente, ma infine scosse la testa, certo che sapeva come ci era finita.
-Lo sa, non le conviene raccontare bugie, io so quando la gente mi mente-
La dottoressa Brennan era rimasta in piedi, poco lontano dai due uomini, curiosava un po’, notando che la libreria era piena zeppa di libri esoterici, e qualche foto. Prese un portafoto in mano, lo sapeva che quei due uomini c’entravano qualcosa, nascose il portafoto sotto la giacca e continuò come se niente fosse.
-Agente, ha idea di quante carcasse di auto ho qui? Me ne accorgo a malapena se ne rubano una-
 
-Quei due non la raccontano giusta- Brennan se ne stava sul sedile posteriore con il bambino, cercando di farlo stare calmo. Andy aveva espulso con successo la chiave dal suo intestino, adesso dovevano solo trovare la cassetta di sicurezza alla quale si riferiva.
Improvvisamente qualcosa colpì l’auto dell’agente Booth, facendolo sbandare, inchiodò appena in tempo, evitando di travolgere l’uomo che si era fermato in mezzo alla strada.
-Il bambino- Lo sentì dire, mentre si avvicinava alla sportello posteriore. Booth fu più veloce che poté, caricò la pistola e gli sparò contro, l’uomo tuttavia, non si fermò.
-Bones scappa!- Ma Brennan lo aveva già preceduto, aveva tolto la cintura alla culla, ed era scesa dall’altra parte, cominciando a correre.
L’uomo la seguì, per poi raggiungerla. Cercò di toglierle il bambino, brandendo un pugnale affilato, che Brennan non riusciva a ricondurre a nessuna epoca.
Quando questo cadde a terra, lontano dall’uomo, la dottoressa si distrasse, quel poco che bastava per sentirsi togliere la culla con il bambino dalle mani, e vedere l’uomo ormai di spalle che se ne andava.
Sapeva che non sarebbe stato saggio da parte sua, ma quel bambino valeva tutto ciò che era, la sua vita era molto più importante. Brennan strinse tra le dita il pugnale e lo piantò nella schiena dell’uomo. Notò che mentre quest’ultimo ricedeva di schiena, i suoi occhi sembravano avere uno strano effetto collaterale. Prese il bambino, e si diresse di nuovo verso la macchina, sarebbero ripartiti verso Sioux Falls, doveva trovare quei due uomini.
Le mancava poco per raggiungere l’auto, quando un altro uomo si frappose fra lei ed essa.
Non ebbe nemmeno il tempo di urlare, Castiel protese la sua mano in avanti, toccandole la fronte e facendola svenire, le avrebbe cancellato la memoria, proprio come aveva appena fatto con l’uomo che si trovava nell’auto.
Prese il cellulare dalla tasca, e digitò un numero.
-Ho risolto, mi occuperò anche degli altri. Prendo il bambino e vi raggiungo da Bobby-

 
  
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