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Autore: Rosette_Carillon    09/01/2017    2 recensioni
Yuuri e le sue insicurezze, un'idea che sembra geniale e le sue conseguenze.
'Le parole di Viktor gli rimbombavano nelle orecchie incessantemente mentre correva verso l’albergo in cui alloggiavano sua sorella e Minako – sensei.'
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Minako, Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                       Gold 

 
 


 
 
 
 
 
‘I don’t feel like kissing it unless it’s gold.’
 
 
Le parole di Viktor gli rimbombavano nelle orecchie incessantemente mentre correva verso l’albergo in cui alloggiavano sua sorella e Minako – sensei.
Quell’assurda idea – non c’era altro modo per definirla, ne era certo e fin troppo consapevole - gli era balenata in mente appena si era separato da Viktor che voleva andare a farsi un ultimo giro in centro prima di ripartire. Lui aveva deciso di restare nella loro stanza e riposare, ma poi il suo cervello aveva cominciato a lavorare, nemmeno la stanchezza della gara era riuscito a metterlo a tacere, e Yuuri si era ritrovato a correre per le fredde strade della città per andare a chiedere l’aiuto di Minako – sensei.
Doveva fare in fretta, non poteva fermarsi, non poteva porsi domande, altrimenti, lo sapeva, non sarebbe più riuscito a fare nulla. Non doveva lasciare spazio alle sue incertezze, ai ‘ma’ e ai ‘se’, doveva agire al più presto.
Prese le scale, in ascensore avrebbe avuto troppo tempo per rimuginare sulla sua idea, fece i gradini di corsa.
Quando fu costretto a fermarsi davanti alla porta della stanza delle due donne, fece in tempo a bussare e, mentre riprendeva fiato, i dubbi lo assalirono.
Si pentì di aver abbandonato il calduccio della stanza d’albergo, si pentì di aver assecondato quella follia partorita dalla sua mente sconvolta dallo stress, si pentì di aver bussato.
‘Cosa avrebbe pensato Viktor? Come avrebbe reagito? Forse l’avrebbe trovato comico, gli sarebbe scoppiato a ridere in faccia. ’Yuuri tremò al pensiero.
No, no, stava sbagliando. Sarebbe dovuto restare nella loro stanza, a letto, dove l’idea che gli era balenata in mente gli era sembrata geniale, infallibile, perfetta.
<< Yuuri? Yuuri va tutto bene? >>
<< Aeeh- ecco- i-io. . .  >> rise imbarazzato. Sì, non c’era alcun dubbio: era decisamente sul punto di fare qualcosa di cui si sarebbe pentito.
La donna lo guardò sollevando un sopracciglio con sospetto << Allora? >>
Bè, ormai non poteva nemmeno più scappare. Oppure sì? Minako- sensei probabilmente avrebbe attribuito quel suo siparietto allo stress, magari l’avrebbe preso in giro per un po’ di tempo, ma l’avrebbe dimenticato e nessuno si sarebbe fatto male.
<< Ehi, Yuuri! Ci sei? >>
Ora o mai più.
Dopotutto il ‘mai più’ era un’ottima opzione, la più sicura senza dubbio, non avrebbe potuto fare scelta migliore. . . << Puoiprestarmiltuorossettodoratoperfavore? >>
La donna inclinò la testa di lato << Non sei sbronzo. >> mormorò ragionando a voce alta << Non lo sei, vero? >>
<< No! Sono serissimo! >> sbraitò Yuuri arrossendo violentemente.
<< Il mio-? >> lo guardò interdetta.
Yuuri mugugnò qualcosa a labbra serrate, e la donna sospirò << Quell’uomo sarà la tua rovina. >>
<< Eh? >>
<< E anche la mia. >>
 
 
<< Yuuri? >> chiamò l’uomo entrando nella stanza illuminata solo dalla luce gialla di un’ abat-jour.
Viktor si guardò attorno cercando il ragazzo con lo sguardo.
La porta del bagno semi aperta, un fascio di luce si allungava sul pavimento della camera da letto. << Yuuri? >> chiamò ancora togliendosi la giacca e gettandola sul letto prima di andare verso il bagno. Che Yuuri si sentisse male? Forse aveva avuto uno dei suo attacchi d’ansia proprio mentre lui non c’era. Non avrebbe dovuto lasciarlo solo. Una medaglia d’argento non era certo da buttare via, ma lui si era impegnato così tanto per l’oro. . .
<< Vitya. >> il giapponese uscì dal bagno a testa bassa.
<< Yuuri stai- >> Viktor si sentì sollevato. Ma se fosse stato tutto a posto Yuuri l’avrebbe guardato, gli avrebbe sorriso << Stai bene? >>
Yuuri annuì.
<< Sei sicuro? Non hai risposto e ho pensato che- >>
<< Sto bene. >> lo interruppe con voce flebile, una mano poggiata allo stipite della porta, la testa sempre china.
<< Ti prego guardami. Che succede? >> Viktor gli prese il mento fra due dita.
<< Ho solo pensato che, insomma, ci tenevi davvero tanto all’oro- >>
<< Non importa Yuuri, non importa. C’è l’anno prossimo- >>
<< Però . . . però baceresti volentieri qualcosa dorato, vero Vitya? >> chiese sollevando finalmente la testa. Le guance rosse e gli occhi liquidi a causa dell’imbarazzo, nulla che potesse nasconderlo, né gli occhiali né i capelli che ricadevano sulla fronte, e le labbra di un dorato brillante fin troppo invitante agli occhi del russo.
<< Yuuri. >> il sospiro di Viktor lo fece arrossire, lo sguardo che gli rivolse. Si lasciò spingere con la schiena contro lo stipite della porta con l’unica consapevolezza di non essere più in grado di formulare un pensiero coerente. Ma gli andava bene così, era bello poter non pensare fra le braccia di Viktor. << Quel rossetto. Dammelo. >> scandì l'uomo, contro le sue labbra << Mi vengo in mente un paio di altri posti in cui potrebbe essere ammirato. >>
 










NOTE:
Fanfiction nata da un'immagine trovata su Pinterest, ma che non riesco a ritrovare e quindi non posso mostrarvela ^^''.
  
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