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Autore: Gallavich94    11/01/2017    0 recensioni
Una piccola storia su Philip e Lukas. Spero vi piaccia.
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Ormai era passato un mese da quando stavo a Tivoli ed ero costretto a frequentare la Red Hook High School. Nessuno mi parlava ed ero felice cosi.
Un giorno mentre uscivo da scuola lo vidi, sulla sua moto da cross e rimasi fisso ad osservarlo, era bellissimo. [...] Avevo passato le ultime settimane a cercare un modo per parlargli, ma proprio non risucivo a trovarlo.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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POV Philip

Entrai nella casa dove vivevo fino a poco tempo fa con mia madre. Fui immediatamente sommerso dai ricordi, mia madre mi voleva bene nonostante tutti i suoi problemi con la droga non mi aveva mai abbandonato e io le volevo bene più della mia stessa vita. Ero felice di essere lì.  Appena mia madre mi vide mi corse incontro era felice di vedermi.
-Philip che ci fai qui?- mi chiese tenendomi stretto nel suo abbraccio - Non dovresti essere qui se il giudice lo scoprisse non potrò più vederti-
- Non sapevo dove altro andare. Avevo bisogno di vederti.- le dissi stringendola forte a me.
-È successo qualcosa? Gabe ed Helen non ti trattano bene?- era preoccupata lo capivo dal suo tono di voce.
-No no con loro va tutto bene. Si prendono cura di me come meglio riescono- la rassicurai.
-Allora cosa c'è che non va? Ti conosco e vedo che non stai bene- mentre parlava mi accarezzava la guancia - problemi di cuore?-. Annuii triste in risposta, aveva colto nel segno.
-Come si chiama?-
-Lukas- dissi sottovoce quasi a non volermi far sentire.
-È un bel nome- stava sorridendo - lui lo sa che ti piace?-, annuii di nuovo.
Mi strinse in un abbraccio forte. Venni immediatamente avvolto dal suo profumo, sapeva di sigaretta e rose, era il profumo di casa.
-Mi manchi tantissimo mamma- scoppiai a piangere senza volerlo, non avrei mai più voluto andarmene da lì.
-Anche tu mi manchi amore, ma non puoi stare qui- mi strinse ancora più forte a se -Gabe ed Helen ti staranno cercando. Torna a casa-
-Quella non è casa mia, questa lo è-
-Tra poco saremo di nuovo insieme, te lo prometto. Sto facendo il possibile per ristabilirmi.- mi stava guardando dritto negli occhi mentre diceva quelle parole come a farmi sapere che stava dicendo sul serio. Forse questa era la volta giusta, avrebbe voltato pagina e finalmente saremo potuti stare di nuovo insieme.
-Ti voglio bene, mamma- la abbracciai di nuovo.
-Te ne voglio tanto anche io-, mi staccai controvoglia da quell'abbraccio e mi alzai. Aveva ragione lei, dovevo tornare a "casa".

Arrivato a casa mi buttai subito sul letto. Avrei voluto saltare la cena anche quel giorno, ma era meglio non far preoccupare troppo i miei genitori affidatari così mi sforzai di mettere qualcosa nello stomaco. Speravo non avrebbero notato che non stavo bene, non ero pronto a rispondere alle loro domande. Raccontargli cosa mi stava succedendo significava dovergli dire che ero gay. Ero pronto a farlo? Dopotutto mi avevano accolto in casa loro, mi trattavano come un figlio. Forse non mi avrebbero mandato via, ma la mia paura era tanta.
-Philip? Hai sentito cosa ti ho chiesto?- Gabe mi stava sventolando la mano davanti agli occhi per attirare la mia attenzione.
Mi girai verso di lui, sembrava preoccupato -No, scusa. Ero sovrapensiero. Cosa stavi dicendo?-
-Volevo sapere come sta andando a scuola. Ho notato che ormai passi i pomeriggi fuori casa quindi hai trovato degli amici, no?-. Ecco che le domande erano arrivate. Cosa rispondere? "Si ho conosciuto un ragazzo di cui mi sono innamorato follemente. Siamo sempre insieme, ieri mi ha baciato poi cacciato via, stamattina mi ha baciato di nuovo ma è fidanzato e ha paura di quello che i suoi amici e suo padre penserebbero di lui se sapessero che ha baciato un ragazzo. In sostanza gli ho detto di andare a fanculo finchè non avesse capito cosa cazzo vuole davvero e io sono qui distrutto perché non sopporto di non potergli stare vicino".
-Va tutto bene, al pomeriggio aiuto semplicemente un ragazzo con alcuni video- sembrava essere una risposta soddisfacente visto che mi sorrise e continuò a mangiare.

Finita la cena mi rifugiai in camera. Mi misi davanti al computer e giusto perché non stavo soffrendo abbastanza iniziai a guardare i video di Lukas. Non erano i video "ufficiali", quelli che avevo postato sul suo canale, erano quelli in cui faceva cose stupide che mi facevano ridere e innamorare sempre più di lui. Mi faceva male vederli, mi ricordava di quanto tutto fosse semplice fino a quello stramaledetto bacio, ma non riuscivo a smettere di farlo. Lukas era diventato la mia droga. Dio quanto mi mancavano i suoi sorrisi. Più tempo passava e più mi mancava.
Non risucivo più a stare senza di lui ma avevo preso la mia decisione e non mi sarei tirato indietro. Non potevo permettermelo.
Spensi il computer e andai a letto prima di ricominciare a piangere ancora.

Passai una notte agitata. Non appena chiudevo gli occhi venivo assalito da immagini di Lukas. Mi alzai il mattino dopo con la sensazione di essere più stanco di quando mi ero sdraiato. Mi preparai lentamente per andare a scuola. Non sapevo cosa sarebbe successo ne cosa aspettarmi da Lukas. Una parte di me sperava che avesse deciso di accettarsi e stare con me, ma dentro di me sapevo che non sarebbe stato così.

POV Lukas

"Maledetta sveglia" quella mattina era iniziata malissimo. Avevo lanciato la sveglia contro il muro, quel suono mi aveva ricordato che dovevo andare a scuola. Non volevo andarci, magari se avessi finto di star male mio padre mi avrebbe fatto stare a casa. Così facendo avrei potuto saltare quanto? Un paio di giorni massimo,forse qualcuno in più se ero abbastanza convincente. Prima o poi sarei dovuto andare a scuola e vederlo. Già, era proprio quello il problema. Un problema con occhi nocciola e capelli castani. Non potevo evitare per sempre di incontrarlo. Volevo vederlo, baciarlo e dirgli che mi mancava e volevo stare con lui, ma non ci riuscivo.
"Fanculo!" non potevo certo saltare scuola a causa sua. Mi preparai ed uscii di fretta, con tutto quel pensare ero in ritardissimo.

Appena sceso dalla moto, Rose mi corse incontro e mi baciò.
-Ciao amore!- mi sorrise e mi diede un altro bacio veloce - auguri!!-
"Auguri? Mica è il mio compleanno, mi sono perso qualcosa?" la guardai scioccato proprio non capivo cosa ci fosse da festeggiare.
-Sono tre anni che stiamo insieme oggi- mi disse subito come ad aver intuito i miei pensieri.
"Cazzo! Ero troppo preso da Philip da ricordarmene."  Le sorrisi nel modo più sincero che riuscivo. Avevo pensato di lasciarla ma oggi non è il giorno giusto, ma se non lo facevo al più presto poi non avrei mai più saputo come farlo. Perché la mia vita è diventata così incasinata in poco più di un mese? Questa domanda aveva solo una risposta: Philip.
-Ho una sorpresa per te. Oggi dopo scuola staremo insieme e non voglio sentirti dire di no. Non c'è scusa che tenga- me lo disse tutta felice, non potevo di certo dirle di no. Le dovevo almeno questo poi avrei pensato a come lasciarla.
-Va bene. Sarò tutto tuo oggi- lo dissi nel modo più convincente che mi uscì. Lei sembrò non accorgersi che non avrei voluto. Meglio così.

La mattinata passò veloce dopotutto. Riuscii ad evitare Philip quasi tutto il tempo. Solo una volta nei corridoi avevo incontrato i suoi occhi. Erano spenti, vuoti non sembrava nemmeno lui. Avrei voluto andare da lui, abbracciarlo e dirgli che mi mancava che volevo stare con lui e tutti dovevano saperlo. Con un coraggio che mai avrei pensato di avere, iniziai a muovermi verso di lui. Ero quasi vicino a lui quando Rose mi prese la mano -Usciamo ora? Non vedo l'ora di darti il mio regalo- quel contatto e quelle parole mi riportarono alla realtà e tutto il mio coraggio svanì. Annuii ma senza convinzione. Mi voltai per guardare ancora Philip ma se ne era andato. Seguii Rose ovunque volesse portarmi.

Mi portò in una piccola radura nel bosco dove andavamo sempre le prime volte che stavamo insieme. In quel posto ci eravamo scambiati i nostri primi baci che, nonostante non provassi più nulla, non avrei dimenticato. Aveva tirato fuori una coperta e una piccola cesta con del cibo, doveva averla nascosta stamattina perché non mi sembrava ce l'avesse dietro fino a poco fa. Mi sedetti sulla coperta e la abbracciai. Mi sentivo in colpa. Aveva preparato tutto questo per noi e io mi ero completamente dimenticato di tutto.
-Hai fatto tutto questo da sola?-
-Si. Voglio che sia una giornata speciale- mi sorrise ancora - Voglio fare l'amore con te. Abbiamo aspettato troppo e ora mi sento pronta.- mi baciò e io mi lasciai trasportare non sapendo come reagire. Si sdraiò sulla coperta trascinandomi con lei. Non staccava le sue labbra dalle mie, mi amava e lo sentivo dal modo in cui mi teneva stretto a lei. Iniziò a togliermi la felpa e la maglietta, fece lo stesso con i suoi vestiti visto che io non accennavo a muovermi.
-Tranquillo. Sono sicura di quello che voglio. Ti amo e voglio che tu sia la mia prima volta.- aveva parlato in modo deciso. Non potevo andare avanti quando avrei voluto che il corpo sotto di me fosse un altro,  non era giusto illuderla cosi. La guardai negli occhi e mi sentii veramente male per come mi stavo comportando con lei.
-Non posso. Mi dispiace.- mi alzai e mi rimisi la maglietta.
-Perché? Io ti amo e voglio farlo con te.- aveva uno sguardo spaesato e a quelle sue parole capii che non potevo proprio, lei amava me ma io non la ricambiavo.
-Mi dispiace, ma non posso perché non ti amo. Da stamattina stavo cercando le parole per dirtelo ma eri così felice che non ce la facevo.- la vidi aprire la bocca per dire qualcosa ma la interruppi -Non pensare che è colpa tua, te sei perfetta e bellissima ma...- non sapevo come dirglielo senza distruggerla più di quanto stavo già facendo.
-Ma c'è qualcun'altro- aveva un tono triste ma non era incazzata come mi sarei aspettato, -e credo anche di sapere chi-
-Co-cosa?- mi aveva sorpreso, non poteva aver capito di me e Philip, io e lui in pubblico non ci siamo mai parlati tranne la prima volta -Come hai fatto? È impossibile- tremavo e non risucivo a capire come avesse fatto.
-Ehi rilassati, non sono arrabbiata con te- mi aveva preso la testa e mi stava costringendo a guardarla negli occhi -Ho capito tutto dal modo in cui lo guardi quando pensi che nessuno ti veda ma speravo di riuscire a tenerti con me facendo l'amore con te ma evidentemente quello che provi per lui è troppo grande. Quindi ora se non vai da lui giuro che ti uccido perché anche lui prova lo stesso e sta soffrendo. Ti amo e ti amerò sempre. Voglio che tu sia felice e lo sarai solo con lui.- mi diede un bacio sulla guancia e mi spinse via -Muovi il culo e vai. Ora!- la ringraziai e con un sorriso corsi verso casa di Philip.

   
 
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