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Autore: thecathisonthetable    12/01/2017    4 recensioni
Sedici anni e una cotta per un suo nuovo compagno di classe: un attimo della vita di Lara, della sua adolescenza, con sottotono rosso.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Rosso

Era una domenica sera tiepida, per essere dicembre inoltrato, e persino la pioggia, dopo una settimana, sembrava essersi placata. Lara era davanti allo specchio, intenta a ripassarsi il rossetto sulle labbra.

Si stava preparando per il ballo natalizio, che si teneva ogni anno prima delle vacanze di Natale e al quale partecipava tutto il suo liceo. Era un'occasione elegante con un tema a cui tutti dovevano attenersi: quell'anno il filo conduttore dell'evento sarebbe stato il rosso, poco originale, certo, ma essendo il suo colore preferito non ne era troppo dispiaciuta. Aveva scelto un vestito rosso, di pizzo, con la gonna a ruota e le maniche lunghe. Forse era appariscente, un pò troppo corto, ma lo adorava.

Finito di applicare il trucco si guardò allo specchio, soddisfatta. Si sentiva una ballerina di flamenco, con quel vestito e il rossetto rosso. A Marco sarebbe piaciuta?

Lara scosse la testa, pensando che non avrebbe dovuto farsi domande del genere. Non le importava assolutamente nulla di cosa pensava Marco, il suo nuovo compagno di classe, carino, simpatico e assolutamente deciso ad ignorarla.

Sul carino alcune sue amiche non erano esattamente concordi, ma lei lo trovava davvero adorabile, con le gambette storte, il suo sorrisone, i capelli incasinati e le magliette con i loghi delle band degli anni novanta. Era capitolata al primo sorriso. Poi il fatto che somigliasse vagamente a Che Guevara, per lei che apparteneva ad una famiglia "rossa" da generazioni, non poteva che essere un valore aggiunto.

Era cotta.

Giorgia, una delle sue migliori amiche, quando le aveva parlato della sua cotta colossale per Marco, le aveva detto senza mezzi termini che era una cretina, e che non poteva essere innamorata di un ragazzo che non conosceva. Eleonora, invece, più diplomatica di Giorgia, le aveva suggerito di diventare sua amica, prima di saltargli addosso.

Lara non le aveva ascoltate. Insomma, non riusciva a fare un pensiero coerente, in sua compagnia, come sarebbe potuta diventare sua amica? E poi non era vero che non lo conosceva: sapeva esattamente quali band preferisse, o il suo orientamento politico, o come si chiamasse sua sorella. Magari non erano mai stati da soli per più di qualche minuto, e nelle loro conversazioni non erano mai andati oltre argomenti prettamente scolastici, ma la settimana scorsa la ragazza era sicura di aver fatto qualche passo avanti: dopo aver litigato furiosamente con Daniele, il compagnio di classe che per primo l'aveva invitata al ballo, aveva chiesto candidamente a Marco se gli andasse di accompagnarla. Lui era rimasto vago, ma non aveva detto di no.

Era senza alcun dubbio un passo avanti.

Sua madre entrò in bagno, per domandarle se fosse pronta. Giorgia era arrivata, e avrebbero fatto meglio ad andare se non volevano trovare troppo traffico. Lara annuì e si infilò i tacchi alti, pronta per la serata.

La sala grande dell'orto botanico era senza dubbio una location suggestiva, una grande pagoda circolare sui toni del bianco e del marrone, ma non molto facile da raggiungere, con duecento metri di tortuosi sentieri nel mezzo del giardino resi bagnati dall'umidità tra il parcheggio e la pagoda.

Lara camminava a braccetto con Eleonora e Francesca, cercando di non scivolare sul bagnato. Distratta dalle chiacchiere delle amiche la ragazza riuscì a non pensare ad altro che alla bella serata che le aspettava, ed entrò nella pagoda sorridente.

Dopo aver lasciato i giubbotti e aver salutato chi era arrivato prima di loro, Lara notò un sospetto assembramento vicino ad un divanetto. Giorgia, Eleonora e Federico, l'unico suo vero amico fra tutti i ragazzi della classe che le aveva promesso di aiutarla con Marco, stavano discutendo animatamente.

- Potevi metterti una giacca, invece del maglione -

- E arrotolarti le maniche della camicia, insomma, sembri un'undicenne! -

Lara rise a sentire le sue amiche tormentare Federico con i loro soliti commenti. Quasi le dispiaceva per quel povero martire. Quasi.

- Hanno perfettamente ragione. Sembri proprio un barbone - aggiunse, unendosi al trio. Federico alzò gli occhi al cielo, disperato.

- Sò di avere ragione, grazie - disse allora Giorgia, con un sorriso trionfante sul volto.

- Non hai ragione -

- Fede io ho sempre ragione -

- Non hai sempre ragione -

Questa volta fu Eleonora ad alzare gli occhi al cielo, mentre Lara rideva. Ogni volta che stavano insieme Giorgia e Federico finivano per bisticciare come bambini, e toccava alla ragazza dividerli prima che finissero per fare a botte. Ma quei due erano complici come due fratelli, ed adoravano coalizzarsi contro Lara, la sorellina, per farle i dispetti.

Ma, nonostante fossero decisamente folli, Lara li adorava. Adorava Federico, con i suoi modi da fratellone tonto e premuroso, Giorgia e il suo atteggiamento dispotico, e Eleonora e il suo modo di fare da mamma. Erano quasi una seconda famiglia.

- Fede, ma sai se Marco viene?- disse ad un tratto, lasciando cadere quel nome con finto disinteresse, mentre quei due ancora discutevano. La frase non ottenne l'effetto sperato, visto che tutti e tre si voltarono verso di lei con la stessa luce negli occhi.

- Marco? Starà arrivando, penso - rispose il ragazzo, facendole l'occhiolino. Quella sera si voleva avvicinare a Marco, e Federico aveva il compito di aiutarla. Lara sorrise, tradendosi, e scatenando le battute maliziose degli amici.

In effetti Federico aveva stranamente ragione: Marco arrivò qualche minuto dopo, e Lara avrebbe scommesso che il suo cuore si fosse fermato un attimo. Lo trovava assolutamente splendido, nonostante le sue due amiche non fossero esattamente dello stesso parere, e si dovette trattenere dal corrergli incontro non appena lo vide.

Al contrario nascose il viso dietro il bicchiere di vodka alla pesca che aveva ordinato al bar e fece finta di non averlo visto. Sarebbe stato tutto perfetto se fosse riuscita a non sorridere come una cretina nel momento in cui i loro sguardi si incrociarono. Oppure quando andò verso di loro per salutare Federico. Oppure quando la baciò sulle guancie per salutarla. Come le avrebbe detto dopo Eleonora, sembrava avesse una paralisi.

Dopo il suo arrivo, Lara finì la vodka alla pesca e, già con la testa un pò più leggera, iniziò a ballare, spinta dai suoi amici sempre più vicina a Marco, finchè non gli finì praticamente addosso. Stranamente non sprofondò per l'imbarazzo, come avrebbe fatto in una situazione normale, ma anzi, si girò e gli sorrise, ancora, prima di porgli la domanda che avrebbe cambiato le sorti della sua serata.

- Mi accompagni a prendere qualcosa da bere?-

Aveva accettato. Marco non l'aveva mandata via ridendo, ma aveva accettato. E poi, inconsapevole del fatto che i drink si potevano prendere solo con i ticket, si era offerto di pagarglielo. Lara era estasiata davanti a tanta cavalleria. 
Avevano diviso un altro bicchiere di vodka, mentre ballavano, nella zona opposta della sala rispetto ai loro amici. Lara si sentiva un pò brilla, non ancora quanto lo era stata quell'estate alla festa in spiaggia di suo cugino, ma comunque su quella strada.

Stavano parlando della sua litigata con Daniele, della quale il ragazzo non sapeva di essere causa indiretta, ed Lara era quasi innervosita dal fatto che anche in un momento come quello, lui volesse parlare di un suo amico. Forse era davvero stupido come lo descriveva Giorgia.

- Ma secondo te Daniele s'incazza, se stasera ci provo con te?-

Lara a quelle parole si riscosse dai suoi pensieri. In condizioni normali sarebbe arrossita, forse avrebbe risposto balbettando, ma quella sera poteva essere la sua unica possibilità per stare con Marco.

E, poi, era brilla.

Prese un bel respiro e sorrise, prima di rispondere, ridacchiando:

- E chi se ne frega? -

Era quasi mezzanotte, e Lara era  decisamente sulle nuvole. Lei e Marco si erano baciati. Diverse volte. Tante volte.

Nulla di troppo travolgente, ma lei l'aveva trovato dolcissimo. Era timido, delicato. Certo, si era immaginata qualcosa di un tantino più aggressivo, ma era felicissima. Magari si sarebbero messi insieme e al prossimo ballo lui avrebbe messo una cravatta intonata al suo vestito. E si sarebbero sposati. E avrebbero avuto tanti bambini.

Okay, i bambini no. Li detestava.

Magari avrebbero avuto una storia breve ma intensa in cui lui la tradiva e poi correva a chiederle perdono sotto la pioggia. Qualcosa di grandioso, insomma.

Ma in quel momento non le importava granchè: anche se ormai erano tornati dai loro amici, lei e Marco continuavano a lanciarsi occhiate furtive e a sorridersi. Dio, era stata una serata perfetta.

Si era appena allontanata dal gruppo quando si sentì afferrare per un braccio, e all'improvviso si trovò ad essere trascinata per la sala da Eleonora, verso il divanetto su cui avevano lasciato i cappotti. 

- Mio padre è qui. Se lo facciamo aspettare troppo non avrò più passaggi per il resto della vita. Muoviti! - le disse, lanciandole il giubbotto dal mucchio. Lara ringraziò di essere ancora abbastanza lucida da accorgersi di aver dato il suo cellulare a Marco, in un momento tra la loro prima andata al bar e il loro primo bacio, e che lo aveva ancora lui. O almeno sperava che lo avesse ancora lui, perchè altrimenti i suoi l'avrebbero uccisa.

Con la solita fretta che Eleonora aveva in quelle occasioni, salutarono gli altri, che erano seduti su un divanetto poco distante, e Lara colse l'occasione per chiedere ad Federico dove fosse Marco. L'amico le lanciò un'occhiata piena di sottintesi, prima di dirle che era fuori da qualche parte a fumare, mentre Giorgia, accanto a lui, la guardava soddisfatta.

In effetti Marco era fuori a fumare, ed Lara si dovette trattenere dal saltargli addosso quando lo vide con una sigaretta fra le labbra, che scherzava con un'altro ragazzo. Gli si avvicinò, leggermente imbarazzata, ora che l'effetto dell'alcol era un pò svanito, e gli chiese il cellulare.

Guardò con un filo di preoccupazione il ragazzo che si tastava le tasche alla ricerca del telefono, e sospirò di sollievo quando vide che l'aveva trovato.

Riappropiatasi del suo cellulare stava per salutarlo con due baci sulle guance, come aveva fatto lui quando era arrivato, ma lui riuscì a intercettare le sue labbra e le diede un morbido bacio a stampo. Lara sentì chiaramente su di sè lo sguardo divertito dell'amica mentre lo salutava, con le guancie rosse, e fuggiva via, lasciandolo lì, sotto la tettoia della pagoda, anche lui con un leggero alone di rossetto rosso sulle labbra.
  
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