Day 1: Longing
Era
una bella mattina di
inizio estate a Crocus, capitale del prospero regno di Fiore, e in un
comodo appartamento del centro, una giovane ragazza dai lunghi
capelli biondi e grandi occhi marroni era appena stata svegliata dal
vociare sempre più intenso proveniente dalla strada sotto di
lei.
Ancora intontita dal sonno, si sedette sul letto con uno strano
lamento strofinandosi un occhio, e come sempre, per la forza
dell'abitudine, si girò verso destra con un mezzo sorriso
preparandosi a svegliare con un urlo, seguito a ruota da un calcio, la
persona al suo fianco, stupendosi per un attimo non trovandovi
nessuno. Lo stupore però durò solo un paio di
secondi, dopodiché
il suo cervello registrò tristemente che la stanza in cui si
trovava
era diversa da quella del suo appartamento a Magnolia, dove i
risvegli burrascosi erano all'ordine del giorno, e le sue labbra si
piegarono all'ingiù mentre si sforzava di distogliere lo
sguardo da
quel posto vuoto e ignorare la morsa che le stringeva il cuore,
cercando invece di stamparsi in faccia il consueto sorriso falso che
da quasi un anno ormai le illuminava il viso ma non gli occhi, sempre
velati, in maniera più o meno evidente, da un'ombra di
malinconia
che non l'abbandonava mai.
Con un sospiro, la ragazza
gettò poi un'occhiata al tabellone con gli avvistamenti e
tutte le
informazioni sui suoi ex compagni di gilda che il suo nuovo lavoro di
giornalista le aveva permesso di raccogliere, lasciandovi vagare lo
sguardo per qualche minuto mentre ripeteva a mente le parole che vi
erano scritte, ormai impresse nella sua memoria per tutte le volte
che le aveva lette in cerca di conforto e del coraggio di provare a
contattarli, che però, non aveva mai trovato.
Il dolore al petto si
fece sempre più intenso e le lacrime cominciarono a premere
agli
angoli degli occhi mentre le immagini della sua vita a Fairy Tail le
scorrevano davanti, accompagnando così quel doloroso ripasso
fino a
quando, con un sussulto, arrivò alla fine dell'elenco
accorgendosi
di non aver detto nulla della persona che per lei era sicuramente la
più importante, ma questo, come realizzò subito
dopo, non era certo
accaduto per un difetto della sua memoria, anzi. Se aveva saltato tra
tutti proprio il nome di Natsu, seguito probabilmente da quello del
suo fedele Exceed, era perché su di loro, nonostante
l'impegno, non
era riuscita a trovare nulla. Ultimamente, infatti, non si erano
verificati da nessuna parte incendi o distruzioni che potessero
essere in qualche modo collegati a loro, e questo era davvero strano,
vista l'innata capacità di quei due di provocare disastri
inimmaginabili ovunque andassero, e la cosa la agitava sempre
più
del dovuto tutte le volte che ci pensava. Non che fosse preoccupata
per i suoi compagni di team, perché, conoscendoli, era
sicura che
sarebbero riusciti a cavarsela in qualunque situazione molto meglio
di lei, ma le dava comunque fastidio non sapere dove fossero.
Purtroppo, però, non poteva farci nulla se non ripromettersi
di
continuare a cercare, e finalmente, dopo che il trillo della sveglia
per poco non la fece cadere dal letto avvisandola di essersi concessa
fin troppe divagazioni per quella mattina, riuscì ad alzarsi
e a
dirigersi in bagno per lavarsi e vestirsi, sperando di riuscire a
distrarsi in qualche modo da quei pensieri dolorosi, che se fossero
continuati, avrebbero rischiato di farla arrivare tardi al lavoro
nonostante tutte le precauzioni prese per evitarlo.
Nel
frattempo, a diversi
chilometri di distanza, da qualche parte sulle montagne, un ragazzo
dai buffi capelli rosa e grandi occhi scuri si stava a sua volta
alzando da un giaciglio di fortuna fatto di erba e foglie chiedendosi
per un attimo, intontito dal sonno, perché diamine quella
mattina
non sentisse nell'aria il dolce profumo di Lucy Heartphilia, la
sua bionda compagna di team che da quasi un anno continuava a
tormentarlo con il suo ricordo facendolo più volte dubitare
della
decisione presa tempo addietro, ma quando vide davanti a
sé
gli alberi e si rese quindi conto di trovarsi in un bosco con l'unica
compagnia del suo Exceed blu ancora addormentato al suo fianco,
capì
subito perché la maga non c'era, e come ogni mattina, per
costringersi ad andare avanti verso l'obiettivo che si era prefissato
dopo lo scontro con Tartaros e la morte di Igneel, si ripetè
come
un mantra che si era allontanato da tutto e da tutti anche e
soprattutto per lei, per essere sicuro di riuscire a proteggerla in
caso di ulteriori pericoli.
Sdraiatosi di nuovo per terra, provò a
ripeterselo qualche volta cercando nuovamente di convincersi di aver
fatto la cosa giusta, ma una parte di lui sapeva che probabilmente
non era affatto così. Certo, se n'era andato lasciandola
alle
cure
di tutti gli altri, che di sicuro l'avrebbero aiutata e protetta
senza nemmeno il bisogno di chiederglielo, ma come aveva reagito Lucy
trovando in casa sua la lettera in cui lui ed Happy l'avvisavano
della loro partenza per un allenamento intensivo di circa un anno?
Forse era stato un po' vigliacco dirglielo così e non di
persona, ma
Natsu sapeva che se ne avesse parlato prima con lei, non sarebbe mai
partito. O perlomeno, non da solo. Il che gli avrebbe sicuramente
impedito di concentrarsi sui suoi allenamenti, troppo impegnato a
tenerla d'occhio per evitare che le accadesse qualsiasi cosa. E
questo non perché non si fidasse di lei e la considerasse
capace
solo di cacciarsi nei guai, anzi, ma il solo pensiero che qualcuno o
qualcosa potesse torcerle anche un singolo capello e farla soffrire
gli era davvero insopportabile, e conoscendo bene le montagne vicine
al luogo di destinazione, noto rifugio di mostri e criminali, aveva
preferito che la ragazza rimanesse a casa al sicuro. Senza contare poi
che in questo modo avrebbe evitato, senza ombra di dubbio, di
provocarle danni anche molto gravi con le sue stesse fiamme. Il che,
per quanto lo riguardava, non era certo cosa da poco. Istintivamente
infatti, pur continuando a non capirne il motivo, sapeva ormai che
per proteggerla avrebbe affrontato senza battere ciglio qualsiasi
pericolo e sofferenza, inclusa la terribile sensazione di vuoto
costante che stava vivendo da mesi senza di lei, a patto di avere
l'assoluta certezza che la bionda non ne risentisse in alcun modo.
Con un lieve sospiro di
frustrazione, si chiese se fosse questo l'amore di cui gli avevano
parlato a volte altri nakama più grandi, ma prima che
potesse darsi
una risposta, una voce conosciuta interruppe i suoi pensieri.
“Va
tutto bene, Natsu?”
domandò Happy preoccupato e il ragazzo, lentamente,
girò la testa
verso di lui rimanendo sdraiato ancora per un momento
finché,
impietosito dall'espressione del suo migliore amico, non decise
almeno di mettersi seduto.
“Non
preoccuparti, sto
bene. Stavo solo pensando” gli disse allora con un sorriso un
po'
forzato, accarezzandogli la morbida testolina blu come faceva spesso
in quei giorni quando era giù di morale.
“Pensavi
a Lucy”
indovinò il piccolo, senza però ricevere risposte
di alcun tipo.
“Non
sei costretto a
rimanere ancora qui, se vuoi tornare da lei. Secondo me, sei
migliorato tanto” continuò poi dopo qualche
secondo di insolito
silenzio che confermò i suoi sospetti, sperando di riuscire
a
convincerlo per il bene di entrambi. In realtà, sebbene la
bionda
mancasse molto anche a lui, l'Exceed desiderava rivedere in
particolare la sua amata Charle, ma pensando a ciò che
provava ogni
giorno senza di lei, non faticava a immaginare come dovesse sentirsi
Natsu in mancanza della maga, e gli dispiaceva da morire. Per
questo avrebbe tanto voluto che finalmente gli desse ascolto, ma
l'amico era più testardo di un mulo, e preferiva soffrire
piuttosto
che rinunciare alla sua idea di allenarsi in quel luogo sperduto
privo di tutto ma ricco di rocce che non avrebbero sofferto le sue
fiamme sempre più calde. Nonostante gli sforzi per
nascondere i suoi
sentimenti persino a se stesso forse, non era però capace di
mentire, ed Happy, che lo conosceva meglio di chiunque altro, vedeva
fin troppo bene la malinconia che gli velava costantemente lo
sguardo, sempre più evidente con il passare dei mesi, e si
chiedeva
spesso come potesse ancora ripetere con convinzione le stesse frasi
di mesi prima, quando, euforici e fiduciosi, erano arrivati
lassù
per allenarsi convinti di tornare molto prima del limite massimo di
un anno che avevano calcolato insieme. Non capiva il rosato che si
stava distruggendo da solo? Senza contare che un Natsu serio e
pensieroso sarebbe stato preoccupante per tutti, no?
“Sai
bene che non posso
ancora farlo, Happy! Igneel mi ha detto che per poter usare anche
l'ultima stilla del suo potere rimasta nel mio corpo devo raggiungere
un certo livello, a cui, lo sai, non sono ancora arrivato. Se
tornassi adesso, questi mesi confinati quassù non sarebbero
serviti
a niente” ribattè tristemente il rosato.
“Ma
Lucy ti manca, lo so.
E anche a me. Per non parlare degli altri” insistette
l'Exceed con
le lacrime agli occhi.
“Lucy
è al sicuro con gli
altri, Happy, e sono sicuro che nel giro di poche settimane al
massimo potremo rivederli. E allora mostreremo loro quanto siamo
migliorati per poterli proteggere” cercò di
consolare entrambi il
ragazzo, con la voce però leggermente spezzata.
Per qualche minuto ci fu
silenzio mentre i due riflettevano sulla verità delle ultime
affermazioni e sull'indubbia importanza per entrambi del risultato
finale, finché Natsu, stanco di quei pensieri a loro modo
dolci ma
anche molto dolorosi, non riuscì a riscuotersi.
“Ora
riprendiamo
l'allenamento, si sta facendo tardi, e noi abbiamo un obiettivo da
raggiungere nel minor tempo possibile, giusto?” disse a quel
punto,
improvvisamente più carico al pensiero di ciò che
avrebbe potuto
fare per la sua Lucy nella prossima battaglia mentre l'amico annuiva
con un lieve sospiro, leggermente più rincuorato,
asciugandosi le
lacrime.
“Aye
sir” dichiarò con
un sorriso fiducioso Happy tendendo una zampina verso il rosato, che
la prese delicatamente in mano suggellando di nuovo, come ogni
mattina, il silenzioso accordo di impegnarsi al massimo anche quel
giorno, con la segreta speranza di poter rivedere presto la loro
amata e tutti gli amici rimasti a Magnolia.
Totalmente
ignara
dell'intensità con la quale Natsu la stava pensando, nel suo
appartamento Lucy si muoveva velocemente cercando di recuperare il
tempo perduto a rimuginare sui suoi tristi pensieri maledicendo
l'orologio e tutte le attività che ogni mattina tengono
impegnate le
ragazze. Era mai possibile che tutti i suoi sforzi per arrivare al
lavoro in orario senza rinunciare alla cura di se stessa e al
pensiero dei compagni lontani venissero puntualmente vanificati? E
dire che ogni sera evitava di chiudere del tutto le tende e puntava
la sveglia perché suonasse molto prima di quanto fosse
effettivamente necessario proprio per questo! Purtroppo,
però, non
poteva farci nulla: più il tempo passava, più
faceva fatica a
chiudere fuori dalla sua mente Natsu e tutti gli altri, che nei
momenti meno opportuni le sembrava quasi che irrompessero nella sua
nuova vita come nel suo vecchio appartamento per trascinarla con loro
verso nuove avventure, totalmente incuranti della sua privacy e
dell'attività che stava svolgendo, come tante volte avevano
fatto
quando ancora vivevano tutti a Magnolia. Già, Magnolia... Un
nome
che, al solo sentirlo, le faceva esplodere nella testa mille ricordi
di momenti belli e brutti tutti vissuti con lacrime o sorrisi in
compagnia di Levy, Cana, Mira, Erza, Gray, Happy, Natsu...
Gli occhi le si riempirono
nuovamente di lacrime a una velocità incredibile sotto la
stilettata
che ogni nome le infliggeva al cuore, ma prima che potesse
stupidamente asciugarle con il dorso della mano costringendosi quindi
a perdere un'altra mezz'ora come minimo per calmarsi e truccarsi
ancora, l'orologio della chiesa poco distante le ricordò che
avrebbe
già dovuto essere fuori, così, dopo un ultimo
sospiro e una fugace
occhiata al tabellone dall'altra parte della stanza con la solenne
promessa di rivederli tutti il prima possibile, si disse con
convinzione che non doveva perdere le speranze e che quel giorno
avrebbe sicuramente trovato notizie di Natsu ed Happy mettendosi
almeno l'animo in pace anche sul loro conto, poichè di
sicuro
sarebbero tornati quando meno se lo fosse aspettata, restituendole,
con la loro sola presenza, una piccola parte di ciò che
aveva perso,
e con questo rassicurante pensiero, corse via stringendo forte la
borsa.
Nel
frattempo Natsu, dopo
essersi lavato al volo la faccia nell'acqua di un torrente per
togliere gli ultimi residui di sonno e aver divorato velocemente
qualche biscotto dell'ultimo pacco che si era portato dietro
quand'era partito, si stava dirigendo con Happy verso il luogo dei
loro allenamenti cercando inutilmente di non immaginare Lucy mentre
si preparava per andare alla gilda, aumentando così il suo
desiderio
di poter essere a Magnolia con lei. Immerso com'era in quelle
pericolose fantasie, si lasciò anche sfuggire un lieve
sospiro che
per fortuna Happy, troppo preso a parlare del suo amato pesce che
avrebbero mangiato per pranzo, non colse.
Accortosi però
dell'errore, Natsu si girò verso l'amico che camminava
tranquillamente al suo fianco sforzandosi di sembrare allegro e
spensierato come sempre, ma lui sapeva che non era così.
Anche se
l'Exceed fingeva infatti la massima indifferenza al riguardo, il
rosato era sicuro che pensasse a Charle come lui pensava alla maga
degli spiriti stellari, chiedendosi costantemente dove fosse e magari
anche con chi, visto che il piccolo era sempre stato un po' geloso di
Lily, con il quale la bella gatta bianca si tratteneva spesso a
parlare. Inoltre, come l'amico stesso ammetteva praticamente tutti i
giorni, doveva sentire parecchio anche la mancanza della bionda e di
tutti gli altri, e gli dispiaceva moltissimo sapere di essere, in un
certo senso, la causa della sua sofferenza. Non che lui lo avesse
obbligato a fargli compagnia in quel viaggio, anzi, lui nemmeno
gliel'aveva chiesto, ma erano sempre stati inseparabili, ed era
pressoché impossibile che l'Exceed lo lasciasse andare da
solo.
Fosse anche solo per tenersi compagnia l'un l'altro, infatti, avevano
sempre fatto fronte comune davanti a qualsiasi difficoltà, e
di
questo Natsu non poteva che essergli infinitamente grato,
perché se
avesse dovuto affrontare tutto questo da solo, sicuramente avrebbe
già ceduto da molto tempo. Eppure, continuava a sentirsi in
colpa
per la sofferenza che gli stava procurando e che l'amico, nonostante
tutto, cercava in ogni modo di nascondergli senza in realtà
riuscirci. Com'era possibile che si fossero ridotti così
quando,
fino a poco tempo prima, a malapena si accorgevano delle ovvie
differenze tra maschi e femmine se qualcuno non gliele faceva notare?
Incredibilmente, gli sfuggì
un sorriso al pensiero di ciò che la sua Lucy era riuscita a
fargli
senza nemmeno accorgersene e si ripromise di parlarne con qualcuno
più esperto appena possibile. Se davvero si fosse trattato
d'amore,
infatti, non avrebbe saputo come comportarsi con la nakama. E se lei
non l'avesse ricambiato, costringendolo anzi a starle lontano?
Inorridito solo all'idea,
provò suo malgrado a immaginarsi una vita intera senza la
costante
presenza della bionda, e non gli ci volle molto a capire che, in
quelle condizioni, anche compiere le azioni più normali si
sarebbe
presto rivelato un'impresa quasi impossibile, peggio di qualsiasi
cosa avesse mai affrontato prima d'ora. Sarebbe riuscito a
sopravvivere per anni senza la sua allegria, la sua dolcezza, il suo
profumo?
Confuso e spaventato, scosse
rapidamente la testa per liberarsi da quei pensieri insoliti e
fastidiosi e riuscire finalmente a concentrarsi sull'imminente
allenamento giornaliero finché, per fortuna, non
riaprì gli occhi
giusto in tempo per evitare l'altrimenti rovinoso impatto con il ramo
basso di un albero che sporgeva sul sentiero.
Decisamente, non
avrebbe potuto andare avanti così ancora a lungo.
Il pensiero
di Lucy, pur così dolce e invitante per certi versi, lo
rendeva
infatti sempre più distratto e malinconico rubandogli sonno,
energia, e persino voglia di allenarsi. Senza contare il fatto che
episodi del genere fossero sempre più frequenti, e
probabilmente
doveva solo alla fortuna di non essersi ancora procurato danni
più o
meno gravi per non aver visto rami bassi, rocce, buche e quant'altro.
Se proprio doveva farsi male, poteva almeno farlo quando ci fosse
stata lei al suo fianco! Non che volesse spaventarla o farla
preoccupare, ma era così bello quando si chinava
amorevolmente su
di lui accarezzandogli i capelli e sussurrandogli parole di conforto
come quando erano in treno o su qualsiasi altro mezzo di trasporto...
Era così sbagliato desiderare che lo facesse anche in altri
momenti?
Al solo pensiero, si lasciò
sfuggire uno strano verso incespicando intanto nei suoi stessi piedi
e questa volta, insospettito, Happy si girò a guardarlo.
Stranito,
osservò l'amico rimanere in piedi per miracolo e rialzare la
testa
con una faccia da ebete che quasi gli strappò una fragorosa
risata,
ma nonostante la voglia di commentare l'accaduto a modo suo fosse
quasi incontenibile, fece comunque uno sforzo per non infierire. Era
fin troppo evidente che si era di nuovo perso nei suoi pensieri su
Lucy e il piccolo Exceed si domandò una volta di
più, con un lieve
sorriso divertito, cosa avesse fatto di male per avere un amico
così
tonto. Ovviamente non pensava affatto che loro due fossero invece
sulla stessa lunghezza d'onda visto che, per quanto lui si
permettesse di criticare, non aveva poi concluso molto con Charle.
L'unica differenza forse era il fatto che l'Exceed avesse compreso
subito, con l'aiuto di Lucy e qualche altra ragazza, che quel che
provava per la gatta bianca era certamente amore, ma per il resto era
un disastro anche lui. Già solo per quel piccolo passo
avanti, però,
il gattino si sentiva comunque superiore, e in certe occasioni moriva
davvero dalla voglia di vantarsene di fronte al rosato. Questa volta,
però, non se la sentiva di peggiorare la situazione
facendolo anche
vergognare di se stesso...
Nel frattempo Natsu,
accortosi delle espressioni di Happy, che in quel momento erano come
un libro aperto che la diceva lunga sulla sua voglia di ridere e
prenderlo in giro, pregava in silenzio che l'amico avesse
pietà di
lui risparmiandogli ulteriore imbarazzo mentre, badando a dove
metteva i piedi, malediceva tra sé e sé qualunque
cosa l'avesse
fatto inciampare e la propria incapacità a tenere Lucy
lontana dai
suoi pensieri quando camminava nella foresta, ma per fortuna il
raggiungimento del luogo giusto per allenarsi lo salvò per
l'ennesima volta.
Respirando forte dal naso
con un gran sorriso l'aria frizzante del mattino, il Dragon Slayer si
sentì subito infinitamente sollevato, preparandosi a darci
dentro.
Sapeva per esperienza infatti che l'unico modo per sentirsi meglio
era allenarsi senza sosta fino a crollare a terra privo di energia,
concentrandosi solo sul suo obiettivo, e per lui quello era un vero
toccasana.
Con il suo consueto “Sono
tutto un fuoco!” partì quindi alla carica come se
avesse davanti
un vero nemico, con il fedele Happy che gli dava manforte come poteva
sperando nel frattempo in cuor suo che l'amico raggiungesse presto
l'obiettivo che si era prefissato per dare finalmente sollievo a
entrambi.
La
mattinata si trascinò
lenta per Lucy, che una volta uscita di casa, si precipitò
verso la
sede del giornale stranamente carica, fiduciosa di poter scoprire
finalmente una traccia anche su Natsu ed Happy o di trovare almeno
qualcosa che potesse avvicinarla, anche solo idealmente, agli amici
sparsi un po' ovunque per il regno.
Per la maggior parte del
tempo, purtroppo, dovette però occuparsi di cose che forse,
in un
altro momento, le sarebbero anche potute interessare, ma che adesso,
concentrata com'era sul suo obiettivo, trovava solo mortalmente
noiose. Per fortuna il suo capo era un tipo comprensivo, altrimenti,
con tutti gli sbuffi e i sospiri che emetteva tutti i giorni sul
posto di lavoro, avrebbe spesso rischiato ben più di una
semplice
ramanzina, fatta oltretutto in maniera non molto sentita, ma abituata
alla vita caotica e rumorosa all'interno della gilda e alle missioni
più strane e pericolose, come poteva entusiasmarsi
più di tanto per
cose normali come interviste, servizi fotografici e scrittura di
articoli correlati? Nonostante a volte le capitassero tra le mani
lavori piacevoli e divertenti, non riusciva proprio a trattenersi!
Mentre in tarda mattinata
scriveva qualcosa sull'imminente nuova edizione dei Grandi Giochi
della Magia, sforzandosi di non pensare a un anno prima, quando lei
stessa vi aveva preso parte, le cadde l'occhio su un nome fin troppo
conosciuto che spuntava da una pila di fogli che avrebbe dovuto
leggere di lì a poco: Erza Scarlet.
Con il cuore in gola, spostò
ciò che lo copriva, facendo attenzione a non sparpagliare
tutto, e
lesse velocemente il contenuto della stampa. L'amica aveva compiuto
un'altra delle sue imprese spazzando via da sola una temuta gilda di
ladri che da tempo terrorizzava gli abitanti di alcune prospere
città
a diversi chilometri da lì e di nuovo le venne il magone
pensando a
quante volte erano capitati loro lavori del genere. Inevitabili, le
immagini delle missioni con Natsu, Happy, Erza e Gray cominciarono a
scorrerle davanti mentre un sorriso lacrimoso le illuminava il viso,
ma presto il bruciore agli occhi e la voce di un collega che chiedeva
l'articolo, la costrinsero a mettere da parte il foglio e accantonare
a forza il pensiero con qualche parola di scusa e la vana promessa di
non distrarsi più.
Per quanto si sforzasse,
infatti, non poteva farci nulla, ogni volta che captava in qualsiasi
modo una qualunque traccia dei suoi compagni, inevitabilmente la
seguiva come una falena con la luce, ma il tuffo nel passato che
questo le provocava era comunque doloroso, e soprattutto, aveva
sempre il potere di costringerla ad abbandonare, per pochi attimi
come per svariati minuti, qualsiasi cosa stesse facendo. Peccato solo
che al lavoro non fosse proprio l'ideale, e che in quel momento, in
particolare, non potesse proprio permetterselo.
Cercando di non
sbuffare un'altra volta, dicendone magari quattro al responsabile
della fastidiosa interruzione, si costrinse a riprendere il lavoro
sperando di finirlo presto e di avere poi qualche minuto di pace per
elaborare meglio il “tesoro” che aveva trovato,
pregustando già
il momento in cui avrebbe aggiornato il suo amato tabellone.
Quando finalmente riuscì a
consegnare la bozza, riprese in mano la stampa come se fosse un
oggetto incredibilmente fragile e prezioso cercando con gli occhi
Jason, il biondo fotografo suo diretto superiore che, sapendo il vero
motivo per cui aveva deciso di lavorare come giornalista al Weekly
Sorcerer, le lasciava spesso tra i lavori da svolgere
“regali”
del genere. Certa di poterla tenere come tutte le altre volte, dopo
averla letta con più attenzione, lo ringraziò con
un gran sorriso e
la mise nella borsa, riprendendo poi a leggere e scrivere con maggior
lena, impaziente di tornare a casa e aggiornare i suoi appunti.
Nel
primo pomeriggio, mentre
anche Lucy faceva la sua pausa pranzo in compagnia di una collega, un
Natsu ormai esausto si concesse a propria volta un momento di riposo
per riprendere fiato ed energie buttandosi a terra per osservare il
cielo di un azzurro intenso come quello di certe maglie che la sua
compagna di team era solita indossare.
Con un sospiro, il ragazzo
riuscì quasi a vederla sorridergli come tante volte aveva
fatto in
missione o nel salone della gilda, e di nuovo si chiese cosa stesse
facendo. Forse parlava con Mira al bancone, o magari con Levy a uno
dei tavoli. Oppure stava osservando gli altri membri della gilda che
chiacchieravano o se le davano di santa ragione anche senza di lui...
Ora che ci pensava, da quanto tempo non faceva più a botte
con Gray,
Gajeel e tutti gli altri? Sembrava impossibile perfino a lui, ma
forse il ghiacciolo e quell'ammasso di ferraglia un po' gli
mancavano. Lucy però era certamente più
importante, e qualche volta
gli pareva quasi che senza di lei non ci fosse nemmeno aria a
sufficienza. Era così anche per la compagna o della sua
assenza non
gliene importava niente? In quel momento magari era in missione
tranquilla, e si pregustava già la meritata ricompensa per
il lavoro
svolto che sarebbe andata tutta alla sua legittima proprietaria senza
bisogno di lasciarne una parte al cliente come rimborso danni. Ora
che ci pensava, la nakama forse stava anche meglio senza di lui,
visto che si lamentava sempre a gran voce quando, per colpa sua, i
soldi ricevuti non bastavano a coprire l'affitto di quel mese. Al suo
ritorno avrebbe voluto ancora fare squadra con lui? Magari nel
frattempo ci aveva preso gusto a compiere missioni più
semplici, ma
comunque ben remunerate, e il loro team si sarebbe sciolto.
Impossibile. Lucy non l'avrebbe mai lasciato indietro. O forse
sì?
Magari in sua assenza non aveva più accettato lavori
perché non
avrebbe sopportato di non averlo al suo fianco... Il suo cuore fece
una capriola a quel pensiero, ma si maledì subito. Voleva
davvero
che la maga si sentisse così triste, o addirittura
spaventata, da
quasi un anno? No, la bionda doveva essere sempre felice e sorridente
come la ricordava e di certo non si sarebbe fermata per così
poco.
Che sentisse o meno la sua mancanza, lei avrebbe lavorato comunque,
ne era sicuro. Fosse anche solo perché altrimenti non
avrebbe avuto
un posto dove andare...
Ma se le fosse successo qualcosa durante una
missione? Chi gli diceva che uscisse sempre con Gray ed Erza, che in
caso di pericolo avrebbero potuto proteggerla quasi quanto lui? E
soprattutto, perché tutt'a un tratto voleva che loro due
fossero
sempre con lei? Sapeva bene che entrambi preferivano svolgere
missioni in solitaria, senza contare che, come suo compagno di team,
avrebbe dovuto esserci lui al fianco di Lucy... Che comunque aveva
dimostrato più volte di sapersela cavare egregiamente anche
da sola.
Se però si fosse trovata nei guai? Non poteva nemmeno
pensare di
tornare a Fairy Tail e scoprire che la bionda non c'era più.
Forse
avrebbe dovuto dare ascolto ad Happy e tornare indietro per
assicurarsi che stesse bene? Sarebbe stato bello, ma come avrebbe
fatto con gli allenamenti, visto che intorno a Magnolia non c'erano
luoghi altrettanto estesi in cui dare libero sfogo al suo potere
distruttivo senza il timore di fare danni? Igneel era stato chiaro in
proposito quando in sogno gli aveva parlato di quella
possibilità
per eliminare una volta per tutte il comune nemico, avvertendolo
però
anche dei rischi che avrebbe comportato cercare di ottenere quella
magia in posti dove il fuoco avrebbe potuto essere pericoloso, e lui
non voleva deluderlo per i suoi timori su un membro della gilda, che
se l'avesse saputo, si sarebbe certamente risentito per la poca
fiducia che aveva nei suoi confronti. E Natsu non voleva che
ciò
accadesse. Nè voleva gettare al vento mesi di allenamento e
sacrifici, non dopo ciò che era successo con Tartaros e
Acnologia.
Dopo aver visto suo padre morire così e aver rischiato di
perdere
Lucy e tanti altri compagni, era stato male per giorni, ma non per le
ferite che si era procurato combattendo. Il dolore che aveva sentito
quella volta era stato ben diverso e non poteva permettersi che
accadesse di nuovo. Già dalla fine della battaglia, vedendo
i danni
che questa aveva provocato a tutti i suoi nakama, si era infatti
ripromesso che se il “Re dei Draghi”, o qualunque
altro nemico,
li avesse attaccati, lui sarebbe stato lì per difenderli a
qualsiasi
costo, ma aveva capito fin dall'inizio che per farlo avrebbe dovuto
essere molto più forte, e per questo aveva deciso di partire
accompagnato solo dal piccolo Exceed, che nonostante sapesse a cosa
sarebbero andati incontro, si era categoricamente rifiutato di
lasciarlo andare da solo. Fortunamente ormai ce l'aveva quasi fatta,
mancava davvero poco. Se solo fosse riuscito a resistere ancora per
qualche giorno...
“Natsuuu!”
lo chiamò a
gran voce Happy a un certo punto facendolo scattare seduto con i
pugni già infuocati, pronto a lanciarsi sul nemico.
“Ti
ho chiamato tante
volte ma non mi sentivi” si giustificò il piccolo
dopo qualche
secondo quando il ragazzo, non avvertendo nulla di insolito, lo
guardò con aria interrogativa.
A quella risposta, il rosato
cercò di capire cosa potesse volere l'Exceed, che vedendolo
in alto
mare, gli ricordò che era stato lui stesso a dirgli di
avvisarlo
quando il pesce fosse stato pronto, visto che non era quasi
più in
grado nemmeno di muoversi, e il fatto che si fosse dimenticato
persino del cibo, lo portò a chiedersi allo stesso tempo se
per caso
l'amico non si fosse gravemente ammalato, ma guardandolo meglio negli
occhi, capì che la sua malattia altro non era che
“assenza di
Lucy”. Sospirando, provò di nuovo a convincerlo a
tornare indietro
riprendendo gli allenamenti più vicino alla gilda, ma
l'altro fu
irremovibile.
“Non
posso, Happy. Lo sai
anche tu perché ho deciso di venire qui e non ho intenzione
di
rinunciarci proprio adesso che sono così vicino. Le hai
viste le
fiamme di prima, no? Sono sicuro che presto riuscirò a usare
quel
potere, e quando Acnologia mi capiterà di nuovo a tiro, gli
darò
ciò che merita” gli rispose prevedibilmente con
una strana
espressione che gli fece quasi paura.
Vedendolo così deciso, alla
fine l'Exceed si arrese sperando con tutto il cuore che quel testardo
avesse ragione e i due cominciarono quindi a mangiare cercando
entrambi di fingere, come spesso accadeva, che andasse tutto bene.
Intanto
Lucy, dopo aver
finito di pranzare insieme a una collega che aveva all'incirca la sua
stessa età e l'aveva quasi stordita di chiacchiere per
distrarla dai
tristi pensieri, si era di nuovo seduta alla scrivania riprendendo in
mano con un sospiro i fogli che avrebbe dovuto leggere per scrivere
l'articolo successivo, sforzandosi per impedire ai pensieri di
tornare alla precedente edizione dei Grandi Giochi della Magia, ma
quelli sembravano avere vita propria e non le obbedivano.
Le venne quasi da piangere
per la frustrazione quando le parole sulla pagina si confusero per
l'ennesima volta lasciando il posto a immagini colorate che parlavano
di ansia, gioia, dolore, confusione, aspettativa... tutto
ciò che
aveva provato un anno prima mentre attendeva con gli altri l'inizio
dell'evento. Stranamente, si ritrovò a sorridere anche al
ricordo
della reazione sua e dei propri compagni di
“allenamento” quando,
appena tornati dalla festa organizzata dai suoi Spiriti Stellari dopo
i fatti di Tenroujima, avevano scoperto di aver perso i tre mesi che
avevano a disposizione per prepararsi alla gara, e di come Natsu
avesse coraggiosamente accettato per primo la generosa offerta di
Ultear di ovviare in qualche modo al problema. Le sue urla in quel
momento le risuonarono ancora nella mente facendole venire i brividi.
Brividi che si dissiparono rapidamente, come allora la sua paura di
sottoporsi al trattamento, quando rivide il volto del compagno vicino
al suo e quasi avvertì il calore della sua mano appena tutto
fu
finito. Incapace di fermare il film, sentì di nuovo le sue
parole e
il coraggio che le infusero poco prima di accettare a sua volta,
trovando conforto al pensiero che lo faceva per i suoi compagni di
gilda che riponevano in lei tante speranze, e soprattutto grazie alla
sua presenza, che per tutto il tempo le aveva dato la forza per non
soccombere. Non era mai riuscita a dirglielo, ma averlo vicino era la
cosa che aveva sempre il potere di farla stare meglio in qualunque
situazione. Sarebbe stato bello se fosse stato così anche
per lui,
ma capiva che era sciocco farsi delle illusioni dopo ciò che
era
successo mesi prima, al termine della battaglia contro Tartaros.
Prima di essa, aveva creduto qualche volta di essere più
importante
delle altre per il suo compagno di team, ma quella breve lettera
trovata in casa sua aveva messo chiaramente in luce che non era
così,
eppure un po' continuava a sperarci. Non era possibile che avesse
solo immaginato il calore, l'affetto e persino la dolcezza che, ne
era sicura, il Dragon Slayer riservava solo a lei. E lo stesso valeva
per la luce che spesso aveva scorto nei suoi occhi quando la guardava
o le parlava... La bionda aveva osservato tante volte i suoi
comportamenti con le altre ragazze, augurandosi che lui non se ne
accorgesse, e certe cose, aveva infine notato fieramente, succedevano
solo a lei. Allora, tornando a casa, le era sembrato di toccare il
cielo con un dito, giungendo persino a sopportare quasi con gioia le
continue incursioni del rosato in casa sua come se anche queste
fossero un segno di quanto fosse speciale ai suoi occhi, ma adesso,
innamorata persa di qualcuno che l'aveva lasciata sola soltanto per
allenarsi in santa pace con il suo migliore amico, non era
più
sicura di niente. L'unica cosa certa era ciò che sentiva per
il
nakama, qualcosa di tanto forte che neppure la rabbia e il dolore
dell'abbandono che aveva provato i primi tempi avevano potuto
scalfire. L'amore che le bruciava dentro si sarebbe mai spento?
L'avrebbe perdonato se da un giorno all'altro fosse tornato, con la
sua allegria, la sua vivacità degna di un bambino e il suo
sorriso
spensierato che le faceva perdere un battito ogni volta che lo
vedeva? Probabilmente sì, dal momento che a lui perdonava
sempre
tutto... Chissà però se quel sorriso l'avrebbe
visto ancora? Le
ultime volte che si erano incontrati prima della sua partenza, aveva
notato fin troppo bene il dolore nei suoi occhi, che per la prima
volta le erano sembrati bui e spenti. Ovviamente aveva capito subito
il perché, e più volte, incrociandolo nei
corridoi dell'edificio
che avevano eletto come provvisoria sede della gilda e infermeria, si
era detta che avrebbe dovuto fare qualcosa per cercare di consolarlo
e di lenire almeno un po' l'enorme sofferenza che sentiva dentro, ma
il ragazzo, dopo averle lanciato una strana occhiata e aver magari
chiesto notizie sui compagni feriti, si era sempre allontanato con
una scusa più o meno plausibile sparendo poi dalla
circolazione per
un po'. Chissà se stava già pensando di andarsene
o se quella era
stata una decisione improvvisa? Sulle prime questo suo comportamento
le era sembrato strano, ma aveva immaginato che fosse dovuto allo
shock per la terribile fine del drago che aveva cercato per tanto
tempo, e stupidamente forse, aveva preferito lasciarlo in pace. Aveva
sbagliato a lasciarlo da solo in un momento simile? Probabilmente
sì,
ma come poteva immaginare che arrivasse a tanto?
Di nuovo, come accadeva
sempre più spesso in quei giorni, fu assalita dallo sciocco
pensiero
che forse il compagno potesse essere nei guai, magari ferito o
talmente provato da ciò che era successo da non riuscire a
reagire
in caso di pericolo come aveva sempre fatto, ma subito si
ricordò
che Natsu non era il tipo da abbattersi per cose del genere e si
diede della stupida. Lui sarebbe riuscito a superare il trauma e a
trarne anzi lo stimolo per diventare più forte, ne era
sicura. E poi
c'era Happy con lui...
In parte rassicurata, si sforzò di sorridere
dei suoi timori e di farsi coraggio, ma i pensieri cupi non vollero
abbandonarla e rimase comunque preoccupata. Davvero il rosato era
partito all'improvviso per ciò che era successo con Tartaros
e
Acnologia? E perché pochi giorni prima l'aveva guardata con
tanta
intensità nello sguardo? Che in qualche modo c'entrasse
anche lei
con quell'assurda decisione?
“Lucy,
ci sei?” la
interruppe in quel momento una voce lontana e la ragazza
sbattè un
paio di volte le palpebre realizzando con un tuffo al cuore di
trovarsi ancora al lavoro. Si guardò freneticamente intorno
incontrando il volto stranito della collega che lavorava al suo
fianco e si chiese avvampando per quanto tempo fosse rimasta persa
nel suo mondo. Ma che aveva quel giorno da non riuscire a
concentrarsi? Era già la seconda volta che succedeva e
avrebbe
dovuto rimanere lì ancora per qualche ora. D'accordo che con
certi
articoli da scrivere era pressoché impossibile non pensare
al
passato, ma glieli avevano affidati perché desse un parere
più
competente, non per dormirci sopra! I colleghi sapevano tutti chi
fosse, e la maggior parte di loro era anche gentile e comprensiva, ma
c'è un limite a tutto! Il lavoro in fondo le piaceva, e da
ciò che
si lasciava sfuggire Jason quand'erano soli, era anche brava a
svolgerlo, perciò com'era possibile che venisse ripresa in
continuazione per lo stesso identico motivo? E se un giorno si
fossero stufati e avessero deciso che potevano anche fare a meno di
lei? Come se la sarebbe cavata senza la gilda?
Intuendo il pericolo
nascosto in quel pensiero, la ragazza si affrettò ad
accantonarlo
rimettendosi al lavoro con un sorriso di scuse sperando che il suo
cervello d'ora in poi la smettesse di metterla nei guai e le
concedesse almeno un po' di tregua.
Nel
frattempo, anche Natsu
aveva ripreso il suo allenamento, lasciandosi poi cadere a terra con
un gran sorriso sulle labbra quando infine le forze gli vennero meno.
Quel giorno poteva dirsi abbastanza soddisfatto dei risultati
ottenuti e la consapevolezza di essere davvero molto vicino al
raggiungimento del suo obiettivo gli fece quasi toccare il cielo con
un dito, ma quella situazione di calma e felicità apparente
durò
poco, purtoppo.
Sdraiato sull'erba con le
braccia sotto la testa, infatti, il ragazzo contemplò a
lungo la
volta celeste in cui le nuvole viaggiavano veloci, strizzando di
tanto in tanto gli occhi per la luce intensa che precedeva il
tramonto, lasciando la mente libera di vagare fino a trovarsi
inconsapevolmente su lidi pericolosi che non avrebbe voluto toccare.
Con il fedele Happy al suo
fianco, forse per la stanchezza o per la strana inquietudine che da
giorni si faceva sempre più strada dentro di lui, come se
percepisse
che qualcosa a Magnolia non andava, si ritrovò presto a
pensare ai
compagni che non vedeva da tempo chiedendosi cosa stessero facendo e
se fossero cambiati in sua assenza, finché i suoi pensieri
non si
concentrarono nuovamente su Lucy dando inizio al consueto declino che
sembrava ormai perseguitarlo.
Chissà se la maga stellare
aveva ancora quell'aria triste e preoccupata che aveva avuto nei
primi giorni dopo la battaglia? Ora che ci pensava, anche lei, in un
certo senso, aveva perso qualcuno durante i combattimenti, quella
strana donna-pesce che la colpiva sempre ogni volta che la chiamava,
se ben ricordava. Quando gliel'aveva detto, gli aveva spiegato di
averla sacrificata per suo stesso ordine per salvare tutti loro, e i
suoi occhi si erano riempiti di lacrime ricordando l'accaduto,
facendolo sentire uno schifo come se fosse colpa sua. Una volta
appreso cosa invece affligeva lui, però, nello sguardo della
bionda
era passato qualcosa di strano che non era riuscito a identificare, e
da allora, ogni volta che si erano incrociati, gli era sembrato che
volesse dirgli qualcosa, o forse afferrarlo per un braccio
impedendogli di allontanarsi, ma non l'aveva mai fatto. Allora non
aveva dato molta importanza alla cosa, troppo preso dal suo dolore
per vedere davvero ciò che lo circondava, ma in seguito si
era più
volte sorpreso a desiderare quei contatti mancati. Chissà
come
sarebbe stato essere abbracciato da lei e appoggiare la testa sulla
sua spalla, annusando il profumo dei suoi capelli e stringendola
forte come se non volesse più lasciarla andare...
Si lasciò sfuggire un gran
sospiro immaginando la scena senza volerlo, e sentendo più
forte il
desiderio di riaverla subito accanto, cercò di consolarsi
ricordando
a se stesso tutti i suoi progressi, e per qualche minuto ci
riuscì
davvero, dando anche vita a battaglie immaginarie contro nemici senza
nome né volto in cui lui era l'eroe della situazione che
salvava
Lucy e gli altri facendo apparire sui loro visi stanchi grandi
sorrisi al posto delle lacrime che aveva dovuto vedere l'ultima
volta, facendolo sentire fiero e soddisfatto come non mai. Come aveva
detto Happy quella mattina, infatti, in meno di un anno aveva
ottenuto risultati incredibili, ed era sempre più sicuro
ormai che
da un giorno all'altro avrebbe avvertito la sensazione che Igneel gli
aveva spiegato essere il segnale che era pronto per affrontare il suo
nemico al massimo delle sue forze, ma l'ombra della tristezza e
dell'esasperazione erano sempre in agguato, impedendogli di
realizzare davvero quanto poco mancasse al suo ritorno a Magnolia,
mostrandogli invece, impietosamente, tutte le cose che ancora non era
in grado di controllare, facendolo presto sprofondare nei
pensieri più cupi. Per qualche motivo, infatti,
ora che il
traguardo era così vicino, gli sembrava invece che si
allontanasse
gradualmente, visto che ogni giorno cominciava gli allenamenti
pensando che sarebbero stati gli ultimi venendo poi puntualmente
deluso, al punto che a volte si chiedeva se qualcuno non gli stesse
giocando qualche brutto tiro impedendogli, in qualche modo
sconosciuto, di raggiungere l'ambita meta permettendogli
così di
tornare finalmente a casa e vedere con i suoi occhi che era tutto
normale. Perché il suo obiettivo continuava a sfuggirgli
così,
confondendosi nei suoi sogni con il volto di Lucy che lo guardava
triste dicendogli qualcosa che non capiva? Era forse un segnale
inviatogli direttamente da lei o da chissà chi per
avvertirlo che la
maga era in pericolo? Non se lo sarebbe mai perdonato se al suo
ritorno a Magnolia avesse scoperto che la bionda era stata attaccata
mentre non era lì a proteggerla...
Sulla scia di quei molesti
pensieri, si lasciò sfuggire un sommesso gemito di rabbia e
frustrazione che richiamò l'attenzione di Happy, il quale,
giratosi
in silenzio nella sua direzione, osservò per un attimo il
suo volto,
su cui si susseguivano violente le emozioni più
contrastanti, per
poi abbassare lentamente lo sguardo verso le mani che ora
artigliavano il terreno lungo i fianchi del rosato lasciando
intravedere tra le dita le prime fiamme.
“Natsu!
Il fuoco!”
esclamò allarmato, scattando in piedi per evitare danni e
risvegliando così l'attenzione dell'amico, che compreso dopo
qualche
secondo ciò che stava succedendo, si affrettò ad
afferrare, con una
sonora imprecazione, il secchio pieno d'acqua che tenevano sempre
accanto a loro per ogni evenienza spegnendo sul nascere l'incendio.
Dopo gli allenamenti, infatti, capitava spesso che il ragazzo si
lasciasse cadere esausto sull'erbetta fresca che cresceva vicino al
torrente sul sentiero che portava al loro campo di addestramento,
luogo da cui, girandosi nella direzione giusta, si poteva anche
godere di uno splendido panorama sulla vallata, ma più di
una volta
aveva rischiato di coinvolgere quel morbido tappeto in incidenti del
genere sulla scia di pensieri negativi di qualsiasi tipo, e ormai era
tristemente abituato ad avvenimenti del genere. Il poco sonno e la
frustrazione che provava per svariati motivi, infatti, gli rendevano
sempre più difficile controllarsi, al punto che a volte gli
sembrava
quasi di essere tornato il bambino maldestro che tante volte aveva
fatto arrabbiare il suo genitore Igneel per la sua mancata
attenzione, ma girandosi da una parte e dall'altra, non trovava
nessun drago al suo fianco...
“Wow...
Ci è mancato
poco, Happy. Per fortuna, te ne sei accorto in tempo!” disse
stancamente il rosato quando l'emergenza fu risolta, buttandosi di
nuovo a sedere sul prato dopo aver ricacciato indietro a forza quel
triste pensiero.
“Eh,
già” fece il
gattino con un sorriso soddisfatto, che però non
riuscì a celare
del tutto la preoccupazione nel suo sguardo. L'amico infatti non
aveva ancora perso l'espressione strana e sofferente di poco prima, e
il fatto che evitasse i suoi occhi, non faceva presagire nulla di
buono.
Guidato dall'istinto, gli si avvicinò lentamente sperando di
riuscire a distrarlo e confortarlo un po' senza in realtà
sperarci
troppo.
“Natsu...”
lo chiamò
piano, sfiorandogli una gamba con le zampine e sentendosi stringere
il cuore a vederlo così serio e malinconico mentre, girato
dall'altra parte, stringeva con una mano la sciarpa di Igneel intorno
al suo collo.
“Ehi,
Natsu” riprovò,
scuotendolo appena vedendo che non reagiva.
“Scusa”
gli rispose
all'improvviso il ragazzo senza guardarlo, gli occhi fissi sul prato.
“Per
cosa?” domandò il
gattino, confuso.
“Per
il fuoco. Era vicino
a te, no?” gli spiegò, girandosi per un attimo
verso di lui con un
sorriso malinconico.
“Ah,
sì... Non devi
scusarti, però” cercò di rassicurarlo
senza molto successo,
chiedendosi cosa avrebbe potuto dire o fare per farlo stare meglio.
Quel Natsu così apatico e pensieroso lo stava facendo
preoccupare
davvero tanto e a volte temeva che si stesse ammalando sul serio.
Cosa avrebbe fatto se l'amico si fosse sentito male all'improvviso
mentre erano ancora lassù? Da quelle parti non c'erano
villaggi né
città, e Magnolia era lontana da raggiungere in volo
portando
qualcuno con sé, ma il rosato non voleva proprio saperne
né di
riguardarsi per qualche giorno né di tornare indietro, anche
solo per
poco tempo. Quanto avrebbe voluto che ci fosse qualcuno a cui
chiedere consiglio... Se avessero avuto compagnia, però, il
Dragon
Slayer non si sarebbe ridotto in quello stato, ne era certo.
Possibile che la lontananza da Lucy e dalla gilda avesse trasformato
un ragazzo conosciuto ovunque per la sua esuberanza e la sua gioia di
vivere nello spettro di se stesso? Cosa passava per la mente
dell'amico quando si chiudeva così nei suoi pensieri? A
volte aveva
anche l'impressione che dormisse poco e male, ma qualunque cosa gli
dicesse la mattina dopo, non c'era verso di scucirgli una parola su
cosa gli fosse capitato durante la notte. Doveva pure esserci
però
qualcosa che potesse fare in proposito...
Sospirando a sua volta
sconsolato, l'Exceed lo guardò di sottecchi, sperando,
contro ogni
logica, di incontrare il suo sguardo allegro e di sentirgli fare una
battuta qualsiasi, ma non ebbe fortuna. Il rosato infatti si era
perso di nuovo chissà dove e per qualche altro minuto ci fu
un
silenzio quasi assoluto, interrotto solo di tanto in tanto da un
sospiro di uno dei due o dal canto di qualche uccellino ritardatario,
che nel tramonto dorato di quella sera, si preparava a tornare nel
proprio nido.
Sarebbe stato bello se anche
loro avessero avuto un “nido” a cui tornare come
quando andavano
insieme a pescare appena fuori Magnolia, ma casa loro in quel momento
era troppo lontana per poterla raggiungere a breve e ancora per
quella notte, avrebbero dovuto accontentarsi di un letto di erba e
foglie e di un soffitto di stelle...
Consapevole di non potersi
permettere di crollare a sua volta, dopo qualche minuto di
riflessione, Happy scosse la testa ricacciando indietro le lacrime e
voltandosi poi verso l'amico, i cui occhi erano fissi su un cielo dai
colori spettacolari senza in realtà vederlo davvero.
Accortosi che la sua mente
era di nuovo lontana, il gattino prese un bel respiro promettendo in
silenzio a Lucy e a tutti gli altri di fare qualunque cosa fosse in
suo potere per far stare meglio il Dragon Slayer, prima di dedicargli
di nuovo la sua completa attenzione.
“Ehi,
Natsu, senti...”
cominciò un po' incerto, augurandosi di aver fatto la scelta
giusta
mentre lo tirava leggermente per una manica.
“Non
ricominciare, Happy.
Ti ho già detto che non ho intenzione di tornare indietro
prima di
aver raggiunto il mio obiettivo e non riuscirai a farmi cambiare
idea” lo interruppe stancamente il rosato con un gran
sospiro,
lasciando per un attimo interdetto l'Exceed. Aveva forse esagerato
quel giorno con quella domanda?
“Non
volevo dire quello,
però” lo informò dopo qualche secondo.
“Ah
no?” chiese
distrattamente l'altro, girandosi a guardarlo. “Cosa volevi
dirmi,
allora?” domandò, leggermente interessato.
“Pensavo
fosse il caso di
preparare qualcosa da mangiare... Tu non hai fame?” gli
rispose con
un tono che sperava suonasse allegro e accattivante.
Il rosato lo guardò per un
attimo stranito come se avesse appena detto qualcosa di veramente
assurdo, ma si riprese subito quando il suo stomaco brontolò
sonoramente.
A quel punto il ragazzo
accettò controvoglia, fingendosi però contento
per non farlo
preoccupare, ma il gattino non si fece fregare dal suo finto
entusiasmo, così diverso dal solito, e augurandosi di non
fare
danni, finì per dirgli senza volerlo ciò che
pensava da parecchi
minuti.
“Se
continui così, quando
sarà il momento di combattere, ti ritroverai senza forze,
Natsu. Si
può sapere che ti sta succedendo? Non è da te
abbatterti al
pensiero di non essere ancora riuscito a ottenere quello che vuoi.
Non sei tu quello che sostiene tutti i giorni che ormai manca poco?
Sono sicuro che se smetterai di pensarci con tanta impazienza, quando
meno te lo aspetterai, il segnale arriverà...” gli
disse con un
tono prima molto duro poi sempre più dolce, girandosi infine
a
guardarlo da sopra la spalla sorridendo mentre si incamminava piano
verso gli alberi.
A quelle parole, il ragazzo
si irrigidì, fermandosi per un attimo sorpreso nell'atto di
alzarsi
in piedi prima che un lieve sorriso si facesse lentamente strada sul
suo volto e le sue braccia si allungassero per stringerlo forte a
sé
appena il suo cervello riuscì a elaboare ciò che
aveva sentito.
“Grazie,
Happy. Sei un
vero amico” sussurrò con gratitudine rischiando
quasi di
soffocarlo, e l'Exceed non riuscì a trattenere un sorriso
lacrimoso
appoggiando la testolina al petto caldo dell'amico.
“Su
col morale, Natsu.
Cosa direbbero Lucy e gli altri se ti vedessero
così?” chiese il
gattino dopo qualche secondo quando si fu ripreso, mordendosi la
lingua subito dopo. Troppo preso dalla gioia del momento, non si era
accorto di aver pronunciato un nome che avrebbe rischiato di far
sprofondare di nuovo l'amico nella disperazione più nera, ma
il
ragazzo, per fortuna, la prese bene. In realtà
avvertì comunque una
dolorosa stretta al cuore, ma pensare all'espressione preoccupata
della maga, seguita probabilmente da una decisamente più
arrabbiata,
gli fece accennare una mezza risata. Se la bionda fosse stata
lì, in
effetti, gli avrebbe tirato un Lucy Kick talmente forte da farlo
volare in cima alla montagna di fronte finendo per causargli in un
attimo tutti i danni che lui non era riuscito a procurarsi in
svariati mesi di allenamento e incidenti vari nella foresta. Come
avrebbe potuto desiderare di averlo al suo fianco se si fosse accorta
di quant'era patetico quando veniva lasciato solo per un po'? Happy
aveva ragione, doveva assolutamente reagire o sarebbero stati guai in
tutti i sensi!
“Hai
ragione, Happy. Se
Lucy fosse qui, mi avrebbe già riempito di calci, e lo
stesso tutti
gli altri. Hai fatto bene a ricordarmelo!” disse ridendo il
rosato
lasciandolo finalmente andare, di nuovo simile per un attimo al Natsu
di sempre, e l'Exceed fece una capriola a mezz'aria trattenendo a
stento un urletto di gioia.
“Aye,
sir!” esclamò
felice, ridendo a sua volta, mentre entrambi, con un gran sorriso
sulle labbra, si apprestavano a tornare di corsa nel luogo dove si
fermavano di solito a mangiare e dormire dopo che i loro stomaci
brontolarono fragorosamente insieme pretendendo le dovute attenzioni
e causando un altro attacco di risa nella luce sempre più
intensa
del tramonto.
Nel
frattempo anche Lucy
aveva finito il suo lavoro, e tenendo tra le mani i sacchetti della
spesa, si affrettava a tornare a casa illuminata dai riflessi dorati
del tardo pomeriggio.
A un certo punto, sbuffando
appena per la calura, la ragazza si girò verso dove
supponeva si
trovasse Magnolia, strizzando gli occhi per non farsi accecare dal
sole. Per un attimo, le era quasi sembrato che qualcuno la stesse
chiamando da quella direzione provocandole una stretta al cuore di
gioia, timore e speranza tutte insieme, ma quando riuscì a
mettere
bene a fuoco i contorni delle cose, si rese conto che, ovviamente,
non c'era nessuno.
“Splendido.
Ora ho anche
le allucinazioni” brontolò infastidita tra
sé e sé. Aveva avuto
una brutta giornata al lavoro e questo era stato davvero il degno
coronamento. Per motivi a lei sconosciuti, infatti, Natsu era stato
costantemente nei suoi pensieri quel giorno, portandola a distrarsi
ancora una marea di volte finché qualcuno, ridendo, non le
aveva
suggerito bonariamente di tornarsene a casa a riposarsi visto che non
riusciva a mettere insieme un articolo e la ragazza, pur sapendo che
in realtà scherzava, ci era rimasta molto male. Per fortuna
Jason e
altre due colleghe si erano dimostrati comprensivi fulminando con gli
occhi e non solo il malcapitato, offrendosi anche di affidarle un
altro incarico visto che quello, evidentemente, la faceva star male,
ma lei si era intestardita sforzandosi in tutti i modi di fare bene
il suo mestiere, anche se il suo cuore praticamente sanguinava. Per
quale motivo il compagno di team non la lasciava più in
pace? Ancora
adesso non riusciva a smettere di pensare a lui con una tale
intensità che le sembrava quasi di sentire la sua voce che
la
chiamava mettendole addosso una strana inquietudine.
“Dove
sei, Natsu?” si
chiese per l'ennesima volta, guardando il cielo con gli occhi lucidi
una volta arrivata al portone di casa. “Perché non
trovo nulla su
di te ed Happy? Non siete nei guai, vero?” pensò
in ansia,
trovando finalmente le chiavi per entrare.
Una volta al sicuro nel suo
appartamento, mise via la spesa e aggiornò subito il suo
tabellone
con le informazioni ricevute quel giorno su Erza perdendosi poi per
un po' a studiare la pianta ricca di fogli cercando di
immaginare come se la stessero cavando gli altri con le loro nuove
vite. Apparentemente, dovevano essere tutti abbastanza felici, ma
chissà se erano anche loro nella sua medesima situazione?
Abituati
da molti più anni di lei ad essere sempre tutti insieme,
doveva
essere dura anche per loro non avere più il conforto della
gilda e
dei compagni. Chissà se un giorno sarebbero riusciti a
ritrovarsi,
recuperando in qualche modo ciò che avevano perso?
Gli occhi le si riempirono
di nuovo di lacrime a quel pensiero, ma prima che iniziassero i
singhiozzi, che già premevano per uscire, un raggio di sole
arrivato
da chissà dove le centrò un occhio rischiando di
accecarla, e
voltandosi, la ragazza vide un tramonto spettacolare che la
lasciò a
bocca aperta ad ammirarlo.
Oro e rosa si intrecciavano
infatti nel cielo dando alla città una luce particolare che
si
rifletteva nella grande fontana al centro della piazza e nei vetri
delle finestre, creando un effetto meraviglioso che a Lucy
ricordò
stranamente momenti simili a Fairy Tail con la sua famiglia adottiva
facendola sorridere dolcemente mentre si perdeva nei meandri del
passato studiando intanto le diverse sfumature di colori che le
riempirono il cuore di emozioni così forti e contrastanti da
lasciarla senza fiato.
“Chissà
se anche gli
altri stanno guardando questo spettacolo dai luoghi in cui si
trovano, ricordando le stesse cose?” si chiese a un certo
punto con
un bel sorriso sulle labbra e le guance rigate di lacrime mentre il
tramonto raggiungeva il suo apice cominciando poi lentamente a
spegnersi come il fuoco che le si era acceso nel cuore, lasciandola
infine svuotata quando il cielo si tinse dei colori della sera
ricordandole stranamente che aveva bisogno di un bagno prima di
dedicarsi alla cena e alla parte della giornata che preferiva.
Con un'ultima occhiata allo
stesso tempo felice e malinconica prima al tabellone ora in penombra
e poi alla finestra, la ragazza si apprestò quindi a
prendere dai
cassetti l'occorrente per poi infilarsi nella stanza adiacente e
chiudersi per abitudine la porta alle spalle con uno strano sorriso
tuttora ricco di emozioni indefinite che ancora per un po' le
agitarono il cuore che le batteva forte nel petto, facendola sentire
meno sola al pensiero che probabilmente anche gli altri poco prima
avevano alzato lo sguardo per ammirare la bellezza della natura, che
per pochi attimi li aveva uniti ancora nei comuni ricordi.
Mentre
si apprestava a
seguire Happy nel bosco, improvvisamente Natsu smise di ridere e si
voltò di nuovo verso il suo campo di addestramento, che
terminava
diversi metri più avanti con una sporgenza rocciosa da cui
si godeva
di una vista meravigliosa sulla valle sottostante, fermandosi ad
ammirare il panorama con la fronte aggrottata.
“Che
c'è, Natsu?”
chiese il gattino, raggiungendolo subito e guardandolo interrogativo.
“No,
niente... Me lo sarò
immaginato” rispose il ragazzo deluso, facendo per tornare
sui suoi
passi dopo aver lanciato un'ultima occhiata all'orizzonte, rimanendo
però bloccato da un particolare che sulle prime non aveva
notato:
l'oro del cielo in quel momento aveva lo stesso colore dei capelli di
Lucy e il rosato, suo malgrado, riuscì quasi a vederla, in
alto
sulle montagne, di una bellezza quasi dolorosa, mentre sorrideva
dolce e malinconica nella sua direzione pronunciando di nuovo il suo
nome, con quei lunghi fili dorati che si muovevano intorno al suo
viso agitati dal vento.
A quella vista, il Dragon
Slayer trattenne il respiro e spalancò gli occhi, muovendosi
inconsapevolmente in quella direzione, pronto ad allungare una mano
per far scorrere le dita su quelle guance morbide e lasciarvi
scivolare in mezzo quei capelli profumati, quando Happy,
preoccupatissimo, lo afferrò per i vestiti.
“Ma
sei impazzito?!”
esclamò terrorizzato e il ragazzo, stranito, si
voltò a guardarlo
interrogativo.
“Volevi
buttarti di
sotto?” gli chiese l'Exceed, con le guance inondate di
lacrime e le
labbra che tremavano, continuando a tenerlo stretto.
“Ma
che stai dicendo,
Happy?! Per quale motivo dovrei fare una cosa simile?”
domandò il
rosato, osservandolo preoccupato.
“N-non
te ne sei nemmeno
accorto?” continuò il piccolo agghiacciato,
cercando intanto di
immaginare come avrebbe fatto a portare di corsa l'amico da
Polyushka. Poteva capire che avesse la testa tra le nuvole e
rischiasse di dare fuoco a prati e boschi, ma adesso esagerava! E se
lui non si fosse reso conto che stava andando veloce verso il burrone?
“Di
cosa avrei dovuto
accorgermi?” fece il ragazzo incuriosito. E a quel punto, se
non
fosse stato così impegnato a tenerlo stretto, l'Exceed si
sarebbe
schiaffato una zampa sulla fronte per l'esasperazione.
“Stavi
andando verso
il
burrone come se niente fosse! Ma che hai nella testa oggi?!”
gli
gridò in faccia e il Dragon Slayer spalancò gli
occhi
sorpreso e
cominciò a guardarsi intorno, constatando preoccupato che
l'amico
aveva ragione. Non si era proprio accorto di dirigersi rapido verso il
precipizio, da cui di solito stava ben lontano persino nella foga degli
allenamenti...
“Io...
Mi era sembrato di
sentire la voce di Lucy prima, e quando adesso mi sono girato un
attimo da quella parte... l'ho vista nel cielo che mi chiamava... E
senza pensarci, ho fatto per raggiungerla. Ti ringrazio per avermi
fermato, amico!” gli spiegò imbarazzato,
sentendosi decisamente
stupido, prima di provare invano ad alleggerire la tensione.
“Ti
prego, Natsu...
Torniamo a casa adesso. Tu stai impazzendo quassù e io...
non voglio
perdere il mio migliore amico!” lo implorò
piangendo, lasciandolo
finalmente andare ma svolazzandogli comunque davanti all'altezza del
viso.
“Non
mi perderai, Happy,
stai tranquillo. Farò più attenzione la prossima
volta” cercò di
tranquillizzarlo il ragazzo, ma in realtà era leggermente
preoccupato anche lui, perché non poteva promettere che non
sarebbe
più successo. Per quale motivo la bionda continuava ad
apparire nei
suoi pensieri, quel giorno? Era forse nei guai? Igneel una volta gli
aveva detto che un drago sente sempre quando la sua compagna
è in
pericolo, e lui non riusciva a togliersi dalla mente l'idea che la
nakama avesse bisogno del suo aiuto, ma come era possibile?
Dopotutto, c'erano gli altri con lei... Che fosse successo qualcosa
alla gilda mentre lui non c'era? No, non era possibile...
“Natsu!”
lo chiamò
disperato l'Exceed, volandogli davanti per coprirgli la visuale sul
rosa e l'oro che tingevano il cielo sulle montagne giocando con i
corsi e le pozze d'acqua e donando a tutto il loro colore facendolo
finalmente tornare con i piedi per terra.
“Che
c'è?” domandò
confuso, sbattendo le palpebre e indietreggiando di un passo.
“Dobbiamo
tornare a casa!
Adesso!” insistette il gattino, quasi gridando tra le
lacrime. “Io
non ce la faccio più a vederti così...”
confessò subito dopo a
voce più bassa e il rosato si sentì stringere il
cuore di fronte a
quello sfogo, ma prendendolo in braccio per farlo stare fermo, scosse
lievemente la testa con un leggero sorriso sul volto, improvvisamente
sicuro.
“Non
succederà più,
piccolo, te lo prometto, ma dobbiamo restare un altro po'”
gli
disse in tono fermo ma dolce, sperando di convincere anche se stesso
che sarebbe andato tutto bene. Gli era pesata molto quella frase,
perché in realtà, forse, avrebbe voluto essere
riportato a casa, ma
non se la sentiva comunque di infrangere la promessa fatta a Igneel,
a se stesso e a tutti gli altri. Aveva giurato di vendicarsi di
Acnologia e di proteggere i suoi amici, Dragon Slayer e non, e non
era ancora disposto a rinunciare al suo proposito. Non poteva
permettersi di deluderli un'altra volta...
“Ti
stavi dirigendo verso
il burrone come se niente fosse! E se io non me ne fossi accorto? Non
possiamo restare!” insisteva intanto il piccolo Exceed senza
smettere di piangere. Com'era possibile che Natsu non capisse il
pericolo che aveva corso poco prima?
“Dobbiamo
farlo, Happy. Te
l'ho già detto, starò attento. Lo sai che
è importante...”
continuò il ragazzo con lo stesso tono, chinandosi appena
verso di
lui con un lieve sorriso.
“Per
me è più importante
non perderti, Natsu, perché non capisci? Ti sembra normale
andare
così verso un burrone senza neanche accorgersene?”
protestò il
gattino.
“No,
ma guarda questo
tramonto. A te non vengono in mente quelli che vedevamo a Magnolia
dalla gilda o quando andavamo insieme a pescare o in
missione?”
provò a distrarlo il rosato, ed entrambi si persero per
qualche
minuto a osservare quel trionfo di colori, così simile
eppure così
diverso a quelli che erano abituati ad ammirare, pensando anche loro,
come del resto i compagni sparsi per tutto il regno, ai momenti
felici in cui la gioia nei loro cuori sembrava essere condivisa
persino dal cielo, e nonostante la lontananza, in quel momento si
chiesero tutti, nessuno escluso, se ci sarebbe stato ancora un
tramonto come quello che avrebbero visto insieme nella città
che
era, e sarebbe stata sempre, casa loro.
“Continuo
a pensare che
sarebbe meglio tornare, Natsu, perché sono giorni che sei
strano ed
è evidente che va sempre peggio. Ti sei sempre allenato
vicino a
casa e puoi farlo ancora. E poi non è che arriveremo subito,
no? Hai
ancora un po' di tempo per allenarti mentre torniamo” riprese
l'Exceed come se non fosse successo nulla quando lo spettacolo
finì,
sforzandosi di far ragionare l'amico. In realtà anche lui
era
rimasto un po' scosso dalle emozioni che gli si erano mosse dentro
ripescando dalla memoria certe immagini, ma doveva impedire a quel
testone del suo compagno di fare una brutta fine. Non se lo sarebbe
mai perdonato se una di quelle sere il ragazzo fosse finito di sotto
perché pensava a Lucy ed era disposto anche a litigare pur
di
portarlo in salvo e vederlo di nuovo felice.
“A
Magnolia non ci sono
posti rocciosi così grandi e le mie fiamme sono sempre
più potenti.
Non posso rischiare di distruggere boschi e città mentre
cerco di
richiamare abbastanza potere magico da utilizzare anche quello di
Igneel, e non sappiamo se sul tragitto troveremo altri luoghi adatti.
Sono sicuro che è questione solo di pochissimi giorni,
Happy. Fidati
di me e resistiamo ancora per una settimana al massimo. Ti prometto
che non succederà un'altra volta” provò
a farlo ragionare Natsu,
sperando che l'amico la smettesse di insistere e che Lucy e gli altri
stessero bene. Lui doveva assolutamente raggiungere
il suo
obiettivo e non poteva permettere ai suoi sentimenti confusi per la
nakama di rovinare tutto. In fondo, quel potere sarebbe servito a
proteggere anche lei... E non doveva dimenticare che la ragazza
comunque non era sola. C'erano sicuramente Erza, Mira, Cana, Levy,
Gray, Gajeel, Laxus e Juvia al suo fianco. Se qualcuno avesse provato
a farle del male, avrebbe sicuramente trovato pane per i suoi denti
in attesa del suo ritorno, che sarebbe certamente avvenuto a breve.
Ci volle ancora un po' prima
che l'Exceed si lasciasse convincere a rimanere ancora per qualche
giorno, ma alla fine
Natsu, con un impercettibile sospiro di sollievo, dopo
innumerevoli promesse di fare attenzione,
riuscì a
strappargli la sospirata concessione facendo sì che entrambi
potessero tornare nel loro accampamento leggermente più
sereni,
sebbene ancora immersi nei propri confusi e dolorosi pensieri, di cui
però non fecero più parola l'uno con l'altro per
il resto della
serata, augurandosi intanto di aver preso la decisione giusta.
Nel
frattempo, la maga
stellare aveva fatto un lungo bagno che nelle sue intenzioni avrebbe
dovuto essere rilassante, ma che alla fine la lasciò quasi
più
stanca e stressata di prima visto che il compagno dai capelli rosa
non abbandonò mai del tutto i suoi pensieri facendo
sì che dopo un
po' le lacrime si mischiassero all'acqua calda e profumata
finché
non decise di tenere occupata la mente con qualche altra
attività.
Sconsolata e senza alcun
desiderio di mangiare, andò controvoglia a prepararsi una
cena
veloce di cui quasi non sentì nemmeno il sapore mentre si
sforzava
di tener fuori dalla sua mente gli ex nakama, e in particolare il
Dragon Slayer del fuoco, nonostante si accorgesse, di tanto in tanto,
di guardare fuori dalla finestra al minimo rumore come se si
aspettasse di vederlo entrare da lì come quando erano a
Magnolia,
facendosi poi sfuggire un sospiro prima di ricominciare a piluccare
malvolentieri nel suo piatto.
Alla fine della molesta
cena, la ragazza lavò le poche stoviglie che aveva sporcato
e si
affrettò infine a tornare in camera sua per prendere le
chiavi degli
spiriti stellari e cominciare ad allenarsi per fortificare il suo
potere come aveva l'abitudine di fare sempre, più o meno a
quell'ora, da quasi un anno, ma
non appena le ebbe raggiunte, uno strano rumore, esistente
forse solo nella sua testa, la costrinse a voltarsi facendole mancare
alcuni battiti, dal momento che le sembrò addirittura di
vedere sul
divano i suoi compagni di team intenti a mangiare i loro cibi
preferiti, come tante volte li aveva sorpresi a fare nel suo
appartamento a Magnolia.
La povera Lucy trattenne
bruscamente il fiato portandosi una mano alla bocca e tendendo
l'altra mentre gli occhi sbarrati per lo stupore le si riempivano
rapidamente di lacrime appena si rese conto che quella doveva essere
l'ennesima, dolorosa allucinazione di quella terribile giornata, che
era andata sempre peggio fin dal mattino.
Nello stesso istante in cui
Natsu ed Happy sparirono di nuovo com'era giusto, la bionda
cominciò
a singhiozzare rumorosamente lasciandosi cadere a terra sulle
ginocchia e coprendosi il volto con entrambe le mani per non vedere
più quel vuoto, e coprire allo stesso tempo l'odioso
silenzio che la
stava facendo impazzire, sfogando così l'immenso dolore che
le
gravava sul cuore finché una terribile fitta alla testa non
la
costrinse a smettere, facendole abbassare gradualmente i toni e la
quantità di lacrime finchè queste cessarono del
tutto.
A quel punto la giovane si
guardò confusamente intorno cercando di asciugarsi il viso,
che ora
era caldo e le bruciava dopo il lungo pianto, lanciando infine
un'occhiata pensierosa all'astuccio che conteneva le sue chiavi, e in
particolare a quella argentata della Croce del Sud, che casualmente
spuntava fuori, facendole nascere di nuovo la tentazione di chiedere
al vecchio Crux notizie sui suoi compagni di team, per i quali era
sempre più preoccupata, ma ci aveva già provato
mesi prima,
ottenendo solo informazioni talmente vaghe per motivi di privacy da
essere quasi irritanti, senza oltretutto risolvere nulla.
Con un sospiro sconsolato,
la ragazza si convinse infine a lasciar perdere e a concentrarsi
invece sul suo allenamento, domandandosi per l'ennesima volta, mentre
si preparava a evocare il suo insegnante Caprico, se le sue odierne
capacità le avrebbero permesso di salvare un giorno la vita
di
Natsu, in caso di pericolo, come lui tante volte aveva salvato la
sua. In cuor suo desiderava ovviamente di non dover più
affrontare
niente di più pericoloso delle missioni di routine che
accettavano
di solito, e di certo non voleva che il rosato si trovasse nei guai,
ma dopo ciò che era successo con Acnologia l'ultima volta,
si
rendeva perfettamente conto che il terribile drago sarebbe tornato
all'attacco ancora e ancora finché una cruenta battaglia non
avesse
determinato un vincitore, e dopo aver visto la sua furia, Lucy
tremava davvero come una foglia al solo pensiero di vedere il suo
Natsu alle prese con un simile mostro. Non aveva dimenticato,
infatti, lo straziante racconto della se stessa del futuro sullo
scontro del giovane con un drago all'apertura del portale Eclipse nella
linea temporale da cui proveniva, e
ciò che temeva più di ogni altra cosa al mondo,
era di dover
assistere anche lei, un giorno, a una scena simile. Davvero, non
avrebbe sopportato di reggere a sua volta tra le braccia il corpo
senza vita del ragazzo che amava e per questo, nonostante sapesse di
non avere molte possibilità contro il “Re dei
draghi”, ogni sera
si dedicava a lunghi allenamenti per fortificare il suo potere,
sperando con tutto il cuore di poter essere d'aiuto al suo compagno
in caso di bisogno. Se non altro, ora aveva la certezza di non dover
essere salvata subito a ogni singola missione, e questo era
già un
buon punto di partenza. Chissà però se il suo
Natsu era soddisfatto
di se stesso come lei o se proprio in quel momento sperava che uno
qualunque dei suoi compagni lo trovasse per portarlo in salvo?
Lucy fu scossa da un brivido
immaginandolo chiuso da qualche parte, magari ferito e in catene,
mentre osservava sconsolato e sofferente il cielo stellato, o magari
un lungo corridoio buio rischiarato appena da qualche torcia, e si
morse forte le labbra con le mani strette a pugno sulla chiave d'oro
di Caprico e gli occhi pieni di lacrime. Non voleva piangere di
nuovo, ma la scena che, traditrice, le era apparsa vivida nella
mente, le aveva procurato una fitta al cuore insopportabile. E se
fosse stata vera? Tempo prima, aveva letto chissà dove che
le
persone innamorate sono sempre in contatto tra di loro, arrivando a
percepire, in alcuni casi, quando l'altro si trova nei guai, e dopo
una giornata come quella, iniziava seriamente a temere che non si
trattasse di una semplice leggenda. A pensarci meglio, però,
Natsu
non la amava, quindi non era detto che la cosa funzionasse, ma allora
perché lei quel giorno non aveva avuto un attimo di pace?
“Cosa
devo fare con te,
Natsu? Devo forse venire a cercarti? Ma dove?” gli chiese
sconsolata come se lui potesse davvero sentirla e rispondere alla sua
domanda, ma ovviamente l'unica risposta che ottenne mentre guardava
dalla finestra all'inconsapevole ricerca di un segno qualsiasi fu il
silenzio denso e pesante di un appartamento troppo grande e vuoto per
lei da sola.
Angosciata, abbassò gli
occhi sull'oggetto che teneva in mano dandosi della sciocca. Era
ovvio che il ragazzo non potesse darle suggerimenti da così
lontano,
ma lei non sapeva più se dar retta al suo cuore, che le
urlava di
mettersi in viaggio, o alla sua mente, che, più razionale,
voleva
invece convincerla ad aspettare con calma. Quanto avrebbe voluto
avere almeno la certezza che il suo compagno di team fosse sano e
salvo insieme ad Happy... Le sarebbe bastato solo questo per
affrontare più serenamente la loro lontananza, ma non c'era
modo di
saperlo se l'unico a cui chiedere non poteva darle l'informazione che
più le premeva di sentire. Era forse troppo voler aggiungere
al suo
tabellone una didascalia, anche minuscola, su quei due, a cui potersi
aggrappare nei momenti di sconforto?
“Evidentemente
sì”
pensò sconsolata Lucy, osservando la parete coperta di fogli.
Con un altro sospiro, si
costrinse a voltarsi di nuovo verso la sala aprendo intanto
l'astuccio che conteneva le sue amate chiavi nella speranza di
trovare la concentrazione necessaria per cominciare, ma fu un grave
errore il suo. Passando in rassegna gli scintillanti oggetti d'oro e
d'argento non potè non notare infatti l'assenza di quella di
Aquarius, e il pensiero dello spirito che probabilmente non avrebbe
più rivisto, bastò a cancellare in un attimo il
lieve sorriso che
era riuscita a recuperare.
Di nuovo triste, la bionda
distolse lo sguardo visualizzando nella sua mente la chiave spezzata
che si trovava sul cassettone e il momento in cui lei e l'amica si
erano dette
addio tra le lacrime di entrambe.
Con un singhiozzo, strinse forte al
petto gli oggetti che teneva in mano come per proteggerli mentre
ascoltava ancora, suo malgrado, le ultime parole della sirena, e si
ritrovò a supplicare chissà chi di non farle
più perdere nessuno.
Nella sua breve vita aveva già pronunciato fin troppe volte
quell'odiosa parola, e il fatto di essere sola come non ricordava di
essere mai stata, non la aiutava di certo a pensare che non sarebbe
più successo. E se il prossimo che avesse dovuto salutare
fosse
stato proprio Natsu? Era da troppo che non riceveva sue notizie e non
concepiva come il compagno avesse potuto rinunciare a svolgere
qualsiasi incarico per quasi un anno. Come faceva a mantenersi se non
aveva soldi? Possibile che ne avesse avuti tanti da parte da non aver
bisogno di guadagnarseli per un periodo tanto lungo? Ma se anche la
situazione fosse stata questa... possibile che non avesse combinato
neanche un disastro piccolo piccolo?
Le venne quasi da ridere
realizzando di riporre tante speranze in ciò che durante le
missioni
gli rimproverava sempre, ma se i guai che combinava ogni momento
erano l'unica possibilità di seguire le sue tracce... beh,
cosa
stava aspettando a devastare qualunque cosa ci fosse nelle vicinanze
del luogo che aveva scelto per allenarsi?
“Per
questa volta, Natsu,
sono disposta a lasciar perdere i rimproveri, ma per carità,
fatti
trovare il più in fretta possibile!” si
ritrovò a esclamare
all'improvviso con una mezza risata che però si spense
subito. “Non
voglio perdere qualcun'altro, e l'ultima persona a cui sono disposta
a dire addio sei proprio tu. Ti prego, Natsu, mandami un solo
segnale, anche piccolo, ma sufficiente a mettermi il cuore in pace.
Tu devi tornare al più presto sano e salvo perché
io non potrò più
reggere a lungo l'ansia di non sapere dove sei e se stai
bene”
sussurrò poi con maggiore calma nella voce e il cuore che le
batteva
forte. Intanto fissava con insistenza le sue chiavi nel tentativo di
non piangere, ma quando infine cedette e sbattè le palpebre
sugli
occhi che le bruciavano insopportabilmente, quelle gocce salate
iniziarono a sgorgare, rigandole le guance di tanti piccoli fiumi
caldi mentre immagini terribili le invadevano la mente mozzandole il
respiro.
“No...
no”cominciò a
sussurrare disperata con una mano sulla bocca cercando di scacciarle,
ma il suo Natsu gravemente ferito, con Happy accanto impossibilitato
ad aiutarlo, non voleva lasciarla, mischiandosi di tanto in tanto ai
volti di sua madre, suo padre e Aquarius finché, con un urlo
strozzato, non cadde dolorosamente sulle ginocchia cogliendo solo di
sfuggita la luce improvvisa che le apparve di colpo davanti.
“Ora
basta, Lucy. Calmati
adesso. Andrà tutto bene, vedrai” le disse
dolcemente la voce di
Loki, calda e rassicurante come le mani che lo spirito le
appoggiò
sulle spalle per esortarla ad alzarsi.
La ragazza, confusa ma già
più sollevata, levò allora lo sguardo lacrimoso
incontrando i luminosi
occhi blu del Leone e il suo volto preoccupato.
“Non
siete sola, signorina
Lucy” gli fece eco Caprico, apparso dietro di lui, e la
bionda
spalancò gli occhi per la sorpresa ritrovandosi a poco a
poco nel
salotto di casa tutti i suoi spiriti che le sorridevano, dicendole
ognuno qualche parola di conforto. Se soltanto ci fosse stata con
loro anche una collerica e dispettosa sirena di sua conoscenza...
“Anche
la mia Aquarius ti
porta i suoi saluti, ovviamente...” cominciò
Scorpio con il suo
solito sorriso come se le avesse letto nel pensiero, bloccandosi
però al momento di riferire il crudele
messaggio affidatogli dalla sua ragazza, ma Loki lo interruppe
togliendolo dall'imbarazzo.
“E
ci ha detto di dirti di
smetterla di frignare o non troverai mai un fidanzato”
concluse al
suo posto con un leggero nervosismo, augurandosi che la giovane si
fosse calmata abbastanza da riuscire a prenderla sul ridere.
Lei parve piuttosto sorpresa
sentendo che la sirena aveva chiesto di salutarla, ma non
potè
impedirsi di rattristarsi sulle ultime parole, anche se in fondo
l'avevano stranamente rassicurata.
Per fortuna Virgo, accortasi forse
del pericolo, scelse proprio quel momento per dire con naturalezza,
come se fosse la cosa più normale del mondo, “E'
l'ora della
punizione, principessa? Vedrà che dopo si sentirà
meglio!”,
facendola scoppiare a ridere mentre declinava l'invito chiedendosi
tra sé come avesse fatto a dimenticarsi di loro, che mai
l'avrebbero
lasciata sola.
“Mi
dispiace, signorina
Lucy, ma noi adesso dobbiamo andarcene. Ci chiami quando vuole,
però,
perché noi ci saremo sempre” intervenne tremando
la dolce Aries,
aggiungendo qualche altro “Mi dispiace” prima di
sparire insieme
a tutti gli altri mentre Virgo sorrideva soddisfatta, contenta di
aver sollevato il morale della padroncina.
“Andrà
tutto bene, Lucy.
Non ti lasceremo mai sola” le dissero per ultimi Gemi e Mini,
trasformati in lei, afferrandole le mani per un attimo e
stringendogliele forte per darle coraggio, dileguandosi nella luce
soddisfatti quando la ragazza ricambiò con un sorriso carico
di
nuova determinazione.
Alla fine rimasero solo Loki
e Caprico nella stanza, gli unici in grado di restare lì per
un po'
contando esclusivamente sulla propria energia per non consumare la
sua, e con sollievo di tutti e tre, l'allenamento serale
potè
finalmente cominciare con Lucy che, obbediente, si sedette a terra a
gambe incrociate per migliorare prima di tutto la propria resistenza.
Nel
frattempo anche Natsu
aveva cenato, con più appetito del previsto grazie alle
chiacchiere
di Happy sulle fiamme altissime levatesi quel pomeriggio e su
qualsiasi altra cosa gli venisse in mente per distrarre l'amico dai
tristi pensieri, e ora i due, finalmente sazi, si erano sdraiati a
guardare le stelle in uno spiazzo erboso vicino all'angolo di bosco
dove erano rimasti i pochi averi che si erano portati dietro mesi
prima.
Con gli occhi che
pizzicavano per la stanchezza e per le troppe lacrime versate o
trattenute, nel caso del rosato, aspettavano l'ora giusta per andare
a dormire studiando in silenzio la volta celeste e ritrovandosi a un
certo punto, chissà come, a cercare in essa i volti
sorridenti dei
loro compagni e il simbolo della gilda, che nei momenti più
tristi
sembrava quasi animarsi di vita propria, come per ricordare ai suoi
membri lontani che casa loro era ancora là ad aspettarli,
insieme a
tutte le persone che lo portavano impresso sulla pelle. Nessuno dei
due poteva sapere quanto quest'assurda idea fosse vicina alla
realtà,
visto che il marchio colorato era davvero, ormai, l'unica cosa che li
teneva uniti, ma il pensiero, per quanto insolito, era comunque di
conforto.
Nel frattempo i due amici, ingenui come sempre, si
accontentavano di immaginare, nel cielo stellato, i nakama affollati
nel salone della gilda, dove Mira si muoveva agilmente con i vassoi
in mano, aiutata magari all'ora di cena da Kinana e Lisanna, mentre
gli altri ridevano, chiacchieravano, si ingozzavano di cibo e alcool
o si pestavano di santa ragione senza sapere quanto il “re
delle
risse” e il suo fedele compagno desiderassero essere
lì con loro,
al caldo e senza pensieri tranne quello, sempre fisso, di non
attirare le ire di Erza oppure, ultimamente, quelle di Lucy.
Strano a
dirsi, infatti, la maga bionda a volte sapeva essere spaventosa
quanto la ragazza dai capelli rossi, e soprattutto per Natsu, la sua
rabbia era diventata fonte di gran dispiacere con il passare del
tempo, al punto che anche il più stupido e banale dei litigi
gli
procurava ormai un dolore emotivo più che fisico di cui
ancora non
comprendeva bene la natura visto che la giovane continuava a
esternare il proprio disappunto con i suoi temibili Lucy Kick. In
quel momento, però, il Dragon Slayer avrebbe accolto quasi
con
piacere anche il più violento dei calcioni, dal momento che
il
catastrofico volo che ne sarebbe seguito sarebbe stato la prova
inconfutabile della presenza della nakama.
Il rosato fece un mezzo
sorriso immaginando la voce “dolce e delicata”
della maga
urlargli contro per l'ennesima intrusione nel suo appartamento o
chissà cos'altro, e di colpo si ritrovò a
desiderare di essere là,
in compagnia magari di Erza e Gray, in modo che la padrona di casa
non potesse sbatterlo fuori. L'unico problema era che, con loro due
in giro, non avrebbe potuto infilarsi in quel letto tanto comodo che
profumava di lei...
“Meglio
andarci da solo,
allora” decise infine tra sé e sé,
ritrovandosi improvvisamente a
Magnolia sotto le finestre della bionda insieme ad Happy, pronto a
iniziare la scalata e a saltare nell'appartamento dove Lucy dormiva
tranquilla, ignara del suo sguardo estasiato di fronte a tanta
bellezza e della mano che si allungava verso la sua guancia per
scostare delicatamente i capelli dorati da quella pelle chiara e
morbida che sembrava quasi chiedere di essere baciata e accarezzata
per ore prima che l'autore di quelle coccole cedesse al sonno e si
addormentasse a sua volta, stringendo il corpo meraviglioso di quella
dea troppo perfetta per stare al suo fianco anche nella
realtà.
Con un sussulto, Natsu tornò
in sé sbattendo le palpebre, interdetto di fronte a quel
sogno ad
occhi aperti in cui era stato sul punto di toccare la compagna di
team come non avrebbe mai potuto fare con nessun'altra ragazza. Cosa
gli era successo, così all'improvviso? Per un attimo, gli
era
sembrato di essere davvero lì con lei, a inebriarsi del suo
dolce
profumo prima di assaggiare con le dita tremanti la consistenza di
quella pelle che lo attirava più che mai mentre uno strano
calore,
diverso dal solito ma dannatamente piacevole, gli si diffondeva
rapido in tutto il corpo facendolo sentire bene come non gli capitava
da tempo.
Perso nei suoi confusi
pensieri, lasciò vagare lo sguardo sulla miriade di stelle
sopra di
lui in cerca di una risposta mentre la voce di Gildarts gli invadeva
la mente ricordandogli l'incontro avvenuto per caso tra i due alcuni
mesi prima, durante il quale l'uomo gli aveva fatto nascere il
sospetto sempre più concreto su ciò che in
realtà provava per
Lucy. Poteva sul serio essere quel misterioso amore di cui parlavano
a volte i suoi nakama nel salone della gilda? In effetti, la
descrizione calzava abbastanza con il miscuglio di sensazioni
contrastanti che sentiva e non c'era ombra di dubbio sul fatto che la
ragazza occupasse costantemente i suoi pensieri.
“Sono
davvero innamorato
di te, Lucy?” domandò in silenzio rivolto alle
stelle, in mezzo
alle quali, se faceva attenzione, riusciva quasi a scorgere il viso
della bionda che lo guardava con quel suo solito sorriso, dolce e
malinconico allo stesso tempo, che gli faceva nascere una voglia
incredibile di mollare tutto e precipitarsi a Magnolia per
controllare di persona che lei stesse davvero bene. Per motivi che
non riusciva a spiegarsi, infatti, era sempre più convinto
che
quell'immagine rispecchiasse in qualche modo lo stato d'animo della
bionda, che però non poteva essere così triste e
sconsolata se si
trovava al sicuro a Fairy Tail insieme a tutti i loro nakama.
Perché
allora faceva così fatica a vedersela davanti allegra e
frizzante
come tante volte era stata invece a casa, in missione o nel salone
della gilda? C'era davvero un significato nascosto in quella figura
che gli appariva continuamente nei luoghi e nei momenti più
impensati e che lui collegava, inevitabilmente, a tutte le volte che
l'aveva vista triste e preoccupata? Forse Lucy in quel momento aveva
bisogno proprio di lui e di nessun'altro, ma gli sembrava strano che
i loro nakama, che pure erano sempre con lei, non fossero riusciti a
risollevarle il morale in tutto quel tempo. Era un buon segno che la
bionda non riuscisse a ritrovare la felicità
finché era lontano? Da
una parte gli faceva quasi piacere avere una tale importanza per la
ragazza, ma dall'altra...
Frustrato, emise un sonoro
sospiro che il piccolo Happy, fortunatamente impegnato a chiedere in
silenzio consigli sull'amico a Lucy, Wendy, Lisanna e tutti gli
altri, non colse minimamente.
Natsu lo guardò intenerito
e leggermente colpevole vedendolo così pensieroso, dal
momento che,
suo malgrado, era più che certo di essere lui l'oggetto
delle sue
riflessioni. E in effetti, dopo ciò che il piccolo gli aveva
raccontato poche ore prima, era anche ovvio che non riuscisse a darsi
pace. Per quanto lo riguardava, al suo posto avrebbe dato davvero di
matto finché non avesse ottenuto ciò che voleva,
ma era contento che l'Exceed gli avesse dato fiducia,
rinunciando alla sua idea di portarlo da un medico. Si augurava solo
che la settimana di tempo pattuita bastasse per ottenere quel potere
senza guadagnarsi anche, allo stesso tempo, un discreto numero di ossa
rotte o peggio.
Con un sorriso amaro e un impercettibile sospiro, il
ragazzo tornò poi a rivolgere la sua attenzione agli astri,
e in
particolare al gruppo di stelle che gli sembrava rappresentare al
meglio il volto stupendo della sua maga preferita.
“Lo
sai che prima ho
rischiato di cadere da un burrone a causa tua, Lucy?” le
disse tra
sé, rivolto al cielo, come se la giovane fosse davvero
lassù,
pronta ad ascoltarlo. “Se hai bisogno di me, non credi che
sarebbe
ora di dirmelo più chiaramente? Basterebbe una parola e
verrei a
cercarti anche in capo al mondo” continuò subito
dopo, incupendosi
leggermente appena si rese conto che era inutile pretendere una
risposta qualsiasi da parte della figura luminosa sopra di lui.
“Certo
che sono messo
proprio male se mi aspetto anche solo un cenno da un gruppo di
stelle” pensò sconsolato sentendosi invadere di
nuovo dalla
tristezza mentre il volto della bionda, così lontano e
irraggiungibile, diverso da quello reale, si confondeva di nuovo
nella miriade di punti luminosi che illuminavano quel manto nero e
sconfinato facendolo sentire schiacciato dalla solitudine come mai
gli era successo prima.
Deglutì rumorosamente a
quell'orribile sensazione, voltandosi poi di nuovo verso Happy che
stavolta si girò ricambiando l'occhiata con una strana
espressione
prima che i due, resisi conto con sollievo di avere ancora compagnia,
si lasciassero andare a un sorriso che divenne sempre più
largo e
luminoso scacciando con forza il gelo e l'oscurità nei loro
cuori
così provati da quell'isolamento volontario, facendoli
sentire subito
meglio e uniti più che mai nel comune dolore.
Intanto
anche Lucy, finito
il suo allenamento, si era preparata per andare a letto, ma prima di
concedersi il sospirato risposo, in cui sperava di trovare finalmente
conforto, almeno per qualche ora, decise di affacciarsi alla finestra
per godere ancora un po' della compagnia delle stelle, da sempre sue
fedeli compagne nei momenti di sconforto.
Con il volto accarezzato da
una provvidenziale brezza che le spostava indietro i capelli, la
ragazza alzò anche lei gli occhi verso il cielo cercandovi,
come
sempre, punti di riferimento conosciuti che la fecero sentire meno
sola, almeno finché, dopo qualche tempo, non cedette a sua
volta,
come i due amici a chilometri di distanza, al momento impegnati nella
medesima
attività, al dolce e pericoloso gioco di trovare nella volta
celeste
qualche traccia dei nakama lontani.
Consapevole che la cosa
avrebbe portato solo guai, la bionda cercò di distogliere lo
sguardo
sperando che le luci della città, insieme ai palazzi
più
alti, che pure le fornivano in ogni caso uno scorcio di cielo
incredibilmente ampio per il luogo in cui si trovava,
facessero il loro dovere impedendole di ritrovare quelle figure
quando avesse rialzato gli occhi, ma non appena lo fece, Mira, Levy,
Erza e tutti gli altri, impegnati nelle attività che meglio
gli
riuscivano, erano ancora là.
Lucy, a quel punto, sospirò sconfitta e
rassegnata, ma la terribile ondata di tristezza che già si
aspettava, stranamente non venne. O perlomeno, non subito, dandole
così il tempo di bearsi una volta di più di
quelle scene così
familiari con uno strano sorriso sul volto sorretto da una mano
mentre l'altra tamburellava leggermente sul davanzale.
Da quella posizione, la
ragazza seguì i filmati colorati di vecchie avventure o
semplici
scene di vita quotidiana nel salone della gilda, provando intanto a
immaginare
cosa stesse facendo nella sua nuova vita il nakama o la nakama di
turno ripromettendosi di riallacciare al più presto i
contatti con
questa o quella persona prima di passare alla figura successiva, per
lei così facilmente rintracciabile nonostante il poco spazio
che,
tutto sommato, aveva a disposizione per i suoi voli di fantasia.
Stranamente eccitata e
felice al pensiero di ritrovare i suoi amici addirittura in mezzo
alle sue amate stelle, la giovane non seppe mai quanto tempo
passò
prima che un'ombra di malinconia, sempre più tetra e
pesante, venisse
a disturbarla, cancellando, poco alla volta, il sorriso che aveva
tanto faticosamente recuperato finché i suoi occhi smisero
di
brillare radiosi e le sue labbra si strinsero in un'espressione seria
e composta mentre realizzava che non era poi così normale
dipingere
nel cielo immagini simili, senza contare che non avrebbe dovuto
gioire tanto visto che, questa volta, era stato davvero faticoso
individuare Natsu ed Happy in quel manto oscuro, e quando infine ce
l'aveva fatta, i due, nonostante i sorrisi che aveva comunque potuto
vedere
sui loro volti, semplici echi però di quelli che erano
soliti rivolgerle
come se qualcosa di sconosciuto li stesse spegnendo, le erano apparsi
piccoli e lontani in quella loro corsa che li separava sempre di
più,
ma prima di dare un senso fin troppo tragico a ciò che aveva
appena
pensato, una lunga scia luminosa solcò rapida il cielo
notturno
disegnando per un attimo un arco sulle figure dei due compagni di
team lasciandola interdetta mentre, prima ancora di rendersene conto,
pronunciava in un sussurro il suo desiderio più grande.
Nel
frattempo, Natsu ed
Happy, ancora rivolti con il viso l'uno verso l'altro, si erano presi
per mano e ora, fissandosi negli occhi, si trasmettevano a vicenda le
proprie emozioni cercando di consolarsi e incoraggiarsi tra di loro in
un dialogo
di sguardi sempre più accesi che non aveva bisogno di parole
per
essere compreso, finché entrambi non decisero di
interrompere il
contatto visivo per nascondere all'amico ciò che invece
avrebbe
dovuto restare nel proprio cuore. Contrariamente a quanto ci si
sarebbe potuti aspettare, però, la cosa non
intristì nessuno dei
due, anzi, i loro sorrisi rimasero ognuno al proprio posto mentre
riflettevano su quanto fossero fortunati ad essere ancora insieme,
nonostante la lontananza dal resto della famiglia. Perlomeno, in caso
di bisogno, sarebbero stati certi di avere qualcuno su cui contare in
qualsiasi momento...
Impegnati ciascuno nelle
proprie riflessioni, non ci misero molto a riprendere distrattamente
l'attività interrotta poco prima, dipingendo di nuovo nel
manto
scuro sopra le loro teste le dolci immagini che più li
aggradavano,
finché una scia luminosa non attraversò in un
lampo il cielo
notturno diventando anche qui il degno coronamento di un quadro, prima
curiosamente incompleto, che per Natsu prese la forma di una ragazza
bionda con un sorriso finalmente radioso nel momento in cui vedendola,
senza nemmeno
pensarci, alzò in automatico il braccio destro nel simbolo
di Fairy
Tail promettendole solennemente di tornare presto per non lasciarla
più.
E mentre Happy lo guardava
sorridendo commosso per quelle parole che, evidentemente, l'amico non
si era accorto di aver pronunciato, a diversi chilometri di distanza
una giovane maga dai capellli dorati, felice e intenerita,
appoggiò
dolcemente la testa sulle braccia come aveva fatto tanti anni prima
di fronte a un ciliegio arcobaleno che passava tranquillo su una
barca sotto la sua finestra, finalmente serena dopo aver sentito
distintamente la voce del suo drago che, voltatosi di colpo nel cielo
con uno
dei suoi sorrisi più belli, vicino come non lo era da tempo,
le
aveva detto convinto un “Tornerò presto, Lucy, te
lo
prometto” che le aveva scaldato il cuore, facendole ritrovare
in
un attimo la speranza
perduta e il coraggio di mettersi a letto senza paura degli incubi che
da mesi infestavano le sue notti.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Spero che siate
riusciti a capirci qualcosa di questa storia un po' incasinata, che
nella mia testa avrebbe dovuto essere molto diversa. Purtroppo o per
fortuna, però, mi è venuta così, e dal
momento che è difficile
che io sia soddisfatta di quello che ho scritto, è meglio
che lasci
a voi il giudizio finale. :P Mi raccomando, sentitevi liberi di
mandarmi le vostre opinioni in merito, in modo da poter migliorare ed
essere più invogliata a scrivere. Una recensione
è sempre d'aiuto
in questi casi! :)
Parlando
del prossimo capitolo, vi dico subito che, pur avendo un'idea
generale sulla storia, non so ancora quando potrò
pubblicarla visto
che, come forse ho già detto in un altro angolo autrice
oggi, ho
deciso di sistemare un po' di vecchie raccolte, alcune inedite e
altre no, che giacciono da tempo nella memoria del mio povero pc,
quindi dipenderà tutto dall'ispirazione del momento. Per chi
si
fosse già messo le mani nei capelli (cosa molto probabile),
state tranquilli che ho
comunque intenzione di non farvi aspettare troppo, scrivendo a
rotazione sulle varie coppie “in lista d'attesa”.
Se poi voleste aiutarmi
con una piccola recensioncina, ve ne sarò molto grata, ma
intanto
ringrazio di cuore tutti coloro che hanno dedicato a questa storia un
po' del loro tempo, con la speranza di non aver deluso le vostre
aspettative e di aver reso bene le emozioni dei protagonisti senza
annoiarvi (ma è mai possibile che non riesca mai a scrivere
qualcosa di breve, una volta ogni tanto?!).
Passando
ad altro, per chi fosse interessato a conoscermi e a entrare in
contatto con altri fan di Fairy Tail, vi informo di aver fondato un
annetto fa un
gruppo facebook sulla nostra amata gilda e non solo. Per ora siamo
ancora in pochi, ma se voleste unirvi a noi, ci farà molto
piacere.
D'altronde, più si è, più ci si
diverte, no? :)
Questo
è il link del gruppo con maggiori informazioni:
https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/.
Spero di vedervi numerosi! :D
Penso
di non avere più nulla da dire per ora, quindi vi auguro una
buona
serata e buonanotte per dopo. Alla prossima!!!
Ellygattina