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Autore: Giadavnt    17/01/2017    1 recensioni
Ultimamente sento sempre più parlare di violenza sulle donne. Non passa giornata senza che un TG non parli di qualche morte o violenza. E tutto ciò mi ha ricordato una storia (vera) di un donna maltrattata che ha trovato modo di reagire grazie ad un uomo delle forze dell'ordine che le stava accanto e di cui man man si è innamorata.
In poche parole la trama della storia e avviso che alcuni comportamenti saranno OCC (per esclusiva necessità in modo da creare la storia).
Ringrazio inoltre un'autrice di questo sito di cui seguivo e seguo ancora la fanfiction che tratta sempre di violenza sulle donne e con protagonisti Bulma e Vegeta.
Cara Mikysimpa, spero che questa storia ti piaccia e ti auguro di ritrovare l'ispirazione per continuare "Violenza".
Un bacio a tutti e spero di riuscire in questa "sfida" che mi sono posta: una fanfiction significativa.
Grazie a tutti per l'ascolto e, se vi va, buona lettura.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Un po' tutti, Vegeta, Yamcha | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il viaggio in macchina passò nel più totale silenzio. La tensione si poteva sentire perfettamente. Io chiusa nel mio timore e lui che tratteneva la rabbia. Guardandolo in viso sembrava tutto normale l'espressione impassibile e concentrata di chi è impegnato nella guida, ma il modo in cui stringeva il volante tradiva quella apparente calma. Aveva le nocche bianche e sembrava che stesse per staccare lo sterzo a momenti.

Il tragitto non mi era sembrato mai così lungo.

Avevo paura. Non so perchè.

Yamcha non aveva mai avuto e non ha comportamenti violenti e neanche scatti d'ira, se escludiamo lo scorso appuntamento.

E mentre penso questo un'altro brivido mi sale lungo la schiena.

Mi sto semplicemente moltando la testa. Sicuro.

Sono sempre stata una tipa da filmini mentali. E' sicuramente solo la mia immaginazione.

Mi sto inventando tutto e tutte queste paranoie sono semplicemente frutto della mia mente che si fa condizionare troppo facilmente da ciò che accade attorno.

No.

Yamcha non è come Cell e io non mi troverò mai nella stessa situazione della ragazza bionda del piano superiore, all'appartamento 18. Proprio sopra il mio, di appartamento.

A questo pensiero il respiro mi si calma un po' e cerco di non guardare verso il posto del guidatore restando concentrata sulla strada di fronte e sul vetro che ha cominciato a bagnarsi di piccole goccioline.

 

Nell'ascensore la situazione ritorna critica.

Un po' per la troppa vicinanza, un po' per lo spazio chiuso che mi opprime. Non mi è mai piaciuto stare chiusa come in una scatoletta eppure continuo ad impori di non usare le scale sperando che questa mia caustrofobia passi, prima o poi. Fortuna che abito solo al terzo piano ed in tragitto è breve. E così, dopo i fatidici e soliti 7 secondi che ormai conto mentalmente quasi inconscentemente, le porte si aprono e esco il più veloce possibile dalla scatoletta grigia cercando comunque di non far trasparire questa mia paura. Nessuno lo sa. Forse solo Goku, dato che ci conosciamo da quando eravamo piccoli.

Le chiavi di casa sono nello stesso anello di quelle dell'auto e così è Yamcha ad aprire la porta ed entrare per primo.

Chiudo la porta dietro di me cercando di trovare le parole giuste per iniziare una conversazione.

-Vuoi qualcosa?- provo a cambiare discorso e provando a parlare normalmente ma mi rendo conto di aver quasi sussurrato.

-Voglio sapere cosa fai quando fai tardi ai nostri appuntamenti o non rispondi alle chiamate.- mi dice di spalle lasciando cadere in malo modo le chiavi sul marmo del mobiletto d'ingresso affianco ad un piccolo vaso, producendo un fastidioso seppur breve rumore di sfregamento.

-Te l'ho detto... il capo mi ha trattenuto a lavoro e non ho potu...- non mi lascia finire.

-Cos è? Adesso sei la nuova amante del tuo capo? Hai ceduto anche tu?-

Non è una novità che il mio capo abbia un'“accompagnatrice” e nè che si stanchi così velocemente e cambi vittima ogni settimana circa. Non nego che con me ci abbia provato ma non sono mai caduta nei suoi tranelli nè ho ceduto davanti le sue lusinghe e Yamcha lo sa, anche fin troppo bene.

-Ma cosa dici!? Assolutamente no!-

Sembra che non mi ascolti quasi. Rimane di spalle e ora ha alzato la testa verso un pacchetto sul mobile d'ingresso. Prende tra le mani il bigliettino legato sopra e ne legge il contenuto.

-”Per Goku”.-

-E' il suo regalo di compleanno. E' in questa settimana.-

-Allora è lui con cui te la fai?-

-Cosa?!-

-MI TRADISCI CON GOKU?- mi urla girandosi finalmente verso di me. Ha il viso rosso e indica con l'indice il pacchetto.

-MA CHE DICI!? LO SAI BENISSIMO CHE GOKU E' SPOSATO!-

-OH CHE BELLA CONSOLAZIONE! VUOL DIRE CHE NON SONO L'UNICO CORNUTO IN QUESTA STORIA!- e girandosi nuovamente di scatto passa velocemente il braccio sul mobiletto lasciando cadere a terra chiavi, il regalo di Goku e il vaso su di esso.

Mi copro le orecchie non sopportando il rumore che vetro che si rompe e riaprendo gli occhi trovo ai miei piedi una pozza d'acqua costellata di piccoli pezzetti di vetro azzurrini e dalle due rose che prima il vaso conteneva.

Non faccio in tempo a realizzare altro che mi sento sbattere al muro con i polsi bloccati e Yamcha che mi urla in faccia di essere sua e di nessun altro, che sono una stupida opportunista e non ho rispetto per lui.

Non riesco a trattenere le lacrime mentre sfrego con le nocche delle mani sulla parete ruvida incassando tutti gli insulti di Yamcha senza reagire. Come potrei, d'altronde? Rispetto alla sua stazza sembro inesistente quasi.

Finalmente si stacca e se ne va sbattendo la porta, tutto in una frazione di secondo.

Mi lascio scivolare a terra per qualche secondo, giusto il tempo di asciugarmi le lacrime e regolare almeno leggermente il battito e il respire. Alzo la testa e vedo il pacchetto per Goku immerso nell'acqua e prima che si rovini ulteriormente lo prendo portandolo in cucina. Mi siedo al tavolo guardando il pacchetto.

Come può Yamcha anche solo pensare che possa tradirlo con Goku? Lui è sposato e poi lo considero come un fratello. Non potrei neanche pensare minimamente di avere un rapporto di quel genere con lui.

E mentre penso questo comincio a scartare il regalo per poter cambiare la carta ormai fradicia.

  
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