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Autore: Sospiri_amore    17/01/2017    0 recensioni
All'età di sedici anni Elena si trasferisce a New Heaven, USA, con il padre.
Qui vivono gli Husher, una famiglia con la quale sono grandi amici da sempre.
Elena frequenterà il Trinity Institute, una scuola esclusivissima, che la catapulterà in un realtà fatta di bugie, ambizione, menzogne e rivalità che la porterà a scontrarsi con parecchi studenti.
Un amico appena conosciuto le ruberà il cuore o qualcun altro riuscirà a farla innamorare?
Chi ha lasciato quello strano biglietto sul suo armadietto?
Chi ha scattato la foto scandalosa che gira per la scuola?
Elena riuscirà a non rivelare un grande segreto alla persona che ama?
© Tutti i diritti sono riservati
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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IERI (quattordici anni prima):

Una calda estate

 

Un'italiana a New Haven può fare poche cose: lavorare in un ristorante come cameriera o lavorare in un ristorante come lavapiatti.

Un'italiana adolescente a New Haven può fare ancora meno.
Roger mi ha trovato un lavoretto per l'estate, prima che iniziasse la scuola. Niente di particolare, lavoro in una gelateria. Devo riempire i coni o le coppette, pulire quando faccio il secondo turno e accentuare, il più possibile, il mio accento italiano.
In una gelateria che si chiama Italians Cream non ci si può aspettare altro che una commessa italiana. Quindi, nonostante sia cresciuta con i miei genitori bilingue, entrambi traduttori di libri dall'inglese, dovevo sembrare una appena arrivata negli U.S.A. Uno strazio.
La Signora McArthur entra con la solita aria seria. Ogni mercoledì alle quattro del pomeriggio si compra una vaschetta gigante di gelato, troppo grande per una persona sola, ma evidentemente la gola dell'anziana signora non deve pensarla così.
«Psss», faccio a Kate che però non mi degna della minima attenzione è ipnotizzata dal gelato che le scivola dal cucchiaio dentro la coppa semi vuota davanti al suo viso. Ha mangiato così tanti gelati questa estate che credo non ne possa più.
«Psss», soffio più forte cercando di non farmi beccare dalla Signora McArthur che sbircia i vari gusti di gelato annuendo e borbottando tra sé e sé. È troppo presa dalla scelta dei gusti per accorgersi di me.
Kate si riprende dallo stato semi comatoso in cui è caduta e appena riconosce la vecchia scoppia a ridere, si alza e inizia a scimmiottare alle spalle della vecchia i suoi gesti, le scrollate di testa e i ripensamenti di fronte alla vetrinetta dei gusti gelato. La imita alla perfezione tanto che devo trattenermi, la mia faccia sembra un palloncino pronto ad esplodere.
«Cara ragazza vorrei il gusto pistacchio, crema e nocciola», dice con piglio deciso la Signora McArthur come se avesse appena promulgato qualche legge di interesse nazionale.
«Le faccio subito la vaschetta». Cercando di controllare i miei movimenti facciali servo la donna, alle sue spalle Kate improvvisa un balletto talmente comico che è impossibile non ridere.
 
Controllo Elena.
Controllo Elena.
 
Solo quando la donna se ne va iniziamo a ridere, le lacrime ci scendono dagli occhi come fontane.
«Devi provare ad entrare nel Club di teatro della scuola quest'anno», dico a Kate mentre mi asciugo il volto con la manica della camicia.
«Solo se tu ne farai parte», mi dice abbracciandomi stretta.
Adoro il profumo di Kate, sa di buono, di casa.
Ci conosciamo da sempre, abbiamo passato ogni estate della nostra vita insieme in Italia. Mi sono Trasferita qui in America solo un paio di mesi fa.
Mia madre è morta da tre anni, per mio padre è stato un duro colpo. Non l'ha mai superato. Non che io non soffra, ma era ammalata da così tanti anni che ho avuto tutto il tempo di prepararmi. Non è stato facile, ma alla fine il tempo guarisce tutto. Il ricordo delle parole di mamma mi ha aiutata. Lei è il mio angelo, è sempre riuscita a farmi capire tutto, con semplicità.
Per questo ci siamo trasferiti qui a New Heaven, per sfuggire ai ricordi dolorosi che papà non riesce a dimenticare, per provare a ricostruirci una vita, per provare a ricominciare vicino a persone che ci vogliono bene.
Per ora stiamo da Roger e Hanna, i genitori di Kate, sono i migliori amici dei miei genitori, hanno frequentato la stessa università a Boston da ragazzi. Non hanno mai smesso di volersi bene.
Mi piace definirli gli amici perfetti.
Ci sono le coppie perfette, ma ci sono anche le amicizie perfette.
Io e Kate siamo perfette insieme nonostante siamo molto diverse l'una dall'altra.
Il campanello sulla porta d'ingresso della gelateria tintinna. Entrano nuovi clienti.
«Vedo che ti sei fatta la fidanzata Kate doppi occhi», dice una spilungona bionda e abbronzata che con aria snob squadra il locale e la mia divisa color giallo limone.
«Credo tu debba chiederle scusa», dico alla spilungona. Nessuno si deve permettere di offendere Kate in questo modo, il fatto che indossi gli occhiali non è niente di così strano e anche se lo fosse deve starsene con la bocca chiusa. Proteggerei la mia migliore amica in qualsiasi situazione, sempre.
«Tu chi sei?», mi chiede la ragazza mentre altri ragazzi entrano in gelateria dopo di lei, fanno parte dello stesso gruppo di amici. Sono tutti abbronzati, indossano capi d'alta sartoria, vestiti che non potrei mai permettermi e anche se avessi più soldi non comprerei mai visto che donano loro l'aria di adulti in miniatura piuttosto che quella di ragazzi della mia età: golf in cotone griffati, pantaloni in lino candidi, top in seta, scarpe lucide e t-shirt senza la minima piega.
È evidente che sono appena tornati dalla villeggiatura estiva, una costosa villeggiatura estiva.
«Sono quella che ti servirà il gelato e deciderà se sputarci dentro oppure no», le dico con le mani appoggiate sui fianchi, non ho la minima intenzione di farmi mettere i piedi in testa da quella lì.
Kate mi blocca per un braccio portandosi davanti a me.
«Rebecca non ti preoccupare. Elena è nuova, non sa come vanno le cose qui. Non sputerà dentro al tuo gelato, te lo posso assicurare", dice la mia amica alla spilungona mentre mi stritola il braccio per farmi stare zitta.
«Lo spero bene doppi occhi», risponde in tono altezzoso Rebecca lisciandosi i capelli simili ad una cascata d'oro senza smettere di squadrandomi con disgusto. 
 
Adesso quella lì la strozzo.

Prendo Kate da parte appena la spilungona e il suo gruppo di amici si avvicina alla vetrinetta per scegliere i gusti di gelato da comprare.
«Mi spieghi che cosa ti è preso?», le chiedo a bassa voce e con tono duro.
«Sono i nostri compagni di scuola, frequentano il terzo anno. Elena non ti conviene rispondergli male perché possono renderti la vita impossibile. Fidati, lo so». L'allegria della mia amica, che aveva fino a pochi minuti fa, pare svanita.
Kate è triste, non ci vuole molto per capirlo. Soffro quando la vedo così: «Perché non mi hai detto che dei bulli ti... Ti...».
«Mi tartassavano? Non so, forse perché avresti pensato che poi non sono così speciale come credi. Ci vediamo qualche settimana durante l'estate, preferivo tu pensassi che la mia vita andasse bene e che avessi molti amici». Kate tira su con il naso. L'abbraccio, anzi la stritolo.
«Non dire più scemenza del genere, capito?».
Kate accenna a un sorriso anche se i suoi occhi lucidi mi raccontano un dolore più profondo.
«Scusi sguattera. Vorrei un cono gusto fragola e melone», mi dice Rebecca mentre suona con insistenza il campanello sul bancone divertita dal fatto che debba ubbidirle e stare calma.
Mi avvicino alla postazione e le faccio il cono senza staccare lo sguardo dai suoi occhi, non ho intenzione di farmi sottomettere. 
«Questo è il tuo gelato», le dico secca. Vorrei schiacciarlo sulla fronte abbronzata di quella tizia, ma mi trattengo non voglio creare problemi al locale solo per la maleducazione di Rebecca.
«Grazie sguattera. I miei amici vorrebbero delle coppe, le porti loro al tavolo laggiù», mi dice con arroganza mentre un suo amico dalla chioma folta e riccia mi indica i gusti.
Senza aggiungere altro riempio quattro coppe con gli abbinamenti richiesti e senza la minima espressione li porto al tavolo di Rebecca e compagnia.
Kate se ne sta al suo tavolino, poco distante dal bancone, a giocare con il cucchiaio e il gelato ormai sciolto nella sua coppa. Se ne sta con la testa bassa e l'aria cupa.
Borbotto, vorrei cantargliene quattro a quella tizia, ma mi trattengo. Probabilmente sembro matta, i miei gesti sono nervosi. Pulisco il bancone passando più volte lo stesso punto cercando di mettere in ordine perfetto cannucce e tovagliolini di carta. 
 
«Scusa», uno degli amici della spilungona mi chiama. Ha l'aria annoiata.
«Che vuoi?», gli rispondo in tono brusco mentre la mia torre di tovagliolini meticolosamente accatastata cade spargendosi su parte del bancone.
«Vorrei un nuovo cucchiaino, il mio è caduto», mi dice appoggiandosi con il braccio sul bancone facendo cadere dall'alto i quadrati di carta come se fossero fiocchi di neve danzanti. «Sei strana. Non so quanto durerai al Trinity Institute».
Gli allungo un cucchiaino senza dire nulla, anche se la ma faccia rossa e le vene che pulsano sul mio collo descrivono alla perfezione il mio stato d'animo.
Il ragazzo mi fissa e sorride: «Auguri pivella», mi dice mentre prende il cucchiaino lasciandomi da sola in mezzo a quella distesa bianca di fazzoletti candidi come la neve.



CHIEDO INFORMAZIONI:
Scusate il disturbo.
vorrei capire come funzione EFP.
Come faccio ad avere recensioni?
Come faccio a far conoscere la mia storia?
Le note sotto i capitoli infastidiscono o piacciono?
grazie.
   
 
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