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Autore: Thiliol    29/05/2009    5 recensioni
L'elfo biondo alzò la testa e il sole si rifletté nei suoi occhi grigi senza età. < Vuoi sentire una storia, Rinie? > disse, rivolto alla bambina davanti a lui
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'I Racconti Dimenticati'
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Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di quel genio assoluto che è J.R.R.Tolkien; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

Note: prima di iniziare a leggere è bene chiarire alcune cose. La storia narrata è ben conosciuta e io ho cercato di mantenermi il più fedele possibile colmando con la mia fantasia le lacune che il professore ci ha lasciato in quanto incompiuta. Questa fan fiction è nata dal desiderio di fare sperimentazione linguistica, imitando uno stile quanto più vicino possibile a quello utilizzato nei racconti dei tempi remoti, quindi a livello di trama di mio c’è molto poco e nei tratti in corsivo (alcune frasi verso la fine) ho riportato fedelmente le parole scritte dal professore. Séron e Rinie sono personaggi di mia invenzione con una lunga e sofferta storia, chiunque volesse usarli è pregato di chiedermelo.

Dedico questa storia a Helkamirie che mi ha sempre sostenuto e seguito.

 
Mare e cascata

Era una calda mattinata di primavera, l'aria limpida lasciava intravedere le montagne in lontananza,mentre il dolce suono di acqua scrosciante giungeva alle orecchie acute di un gruppo di bambini, riuniti intorno a una figura china e silenziosa.

< Dai Séron, ti prego! Raccontaci un'altra storia! >

L'elfo biondo alzò la testa e il sole si rifletté nei suoi occhi grigi senza età.

< Vuoi sentire una storia, Rinie? > disse, rivolto alla bambina davanti a lui 

< Oh, mi piacerebbe moltissimo! > rispose entusiasta, sostenuta dai suoi compagni.

< Bene > riprese l'elfo, con un sorriso così splendente che parve oscurare il sole < Vi racconterò una storia d'amore senza tempo, triste, ma al contempo gaia, frizzante come le acque del Bruinen. Vi narrerò del re Amroth di Lothlorien e di come incontrò madamigella Nimrodel, mentre cantava sulle rive del fiume >

< Oh! > esclamò la bambina delusa < ma questa storia la conosciamo già! >

Séron rise avvicinandosi per toccarle i capelli con un gesto affettuoso:

< Oh no, quella che voi conoscete è solo la fine della storia...Ma io vi farò conoscere l'inizio. e ciò che si trova nel mezzo...poiché io conosco anche quel che i menestrelli ignorano! >

Ora la bambina lo guardava stupefatta < E come fai a conoscere queste cose? > chiese.

L'elfo sembrò perdersi per un secondo in ricordi lontani e da lungo tempo smarriti; una leggera brezza gli scompigliò i capelli, muovendoli come sottili fili d'oro intorno al suo viso.

< Io non ho sempre vissuto qui, a Imladris, mia dolce Rinie, ma un tempo ormai dimenticato nacqui nell' Ovest perduto e dimorai nel Doriath, il reame celato; partecipai a molte sanguinose battaglie e vidi nel mio errare molte cose, non ultima di queste la bianca Nimrodel e il suo amato, che sono ormai persi per sempre > .

I bambini ascoltavano come ipnotizzati la voce cristallina dell'elfo che, mentre parlava, sembrava scrutare oltre le montagne lontane.

< Molto tempo è passato da quando la bella Nimrodel cantava sola sulle rive del fiume! Ella amava l'acqua e i flutti sopra ogni  altra cosa; il suono scrosciante delle cascate le procurava gioia e solo di quello si dilettava. Diede il proprio nome al fiume e lì trascorreva le giornate, la sua limpida voce mescolata al suono dell'acqua. Così la vide un giorno Amroth mentre tornava da una caccia e subito se ne innamorò, ché gli parve di non aver mai visto tanta bellezza nella Terra di Mezzo, e la sua voce lo incantava. Allora si avvicinò e la chiamò, ma ella ne fu turbata e spaventata, poiché nutriva scarso amore per gli elfi dell' Ovest, mentre lei era silvana; tuttavia non scappò ma rimase lì dove era, dritta e fiera come una regina.

"Chi sei tu che turbi la mia pace e interrompi il mio canto?" chiese, e lo fissò negli occhi.

Ma, non appena i due sguardi si incrociarono, anche lei cadde vittima dell'incantesimo e se ne innamorò.

"Io sono Amroth e regno qui, a Lorien, e mai avrei voluto interrompere il tuo canto, poiché la tua voce alleggerisce il mio cuore e mi riposa le membra".

Nimrodel allora si sedette sulla riva del fiume e cantò per lui, e cadde la notte mentre il suo canto dava luce alle stelle nel cielo.

Al mattino il canto finì e Amroth si alzò e disse: "Devo tornare ora poiché tutti mi staranno cercando" e mentre parlava la guardava negli occhi.

Ella salutò il principe baciandolo sulla guancia:

"Torna mio signore, ché, nonostante io non ami la compagnia di altri all'infuori del fiume, la tua  presenza è assai piacevole".

"Tornerò a immergermi nella luce della bianca dama del fiume, la quale, con il suo canto, potrebbe eguagliare la bellezza di Varda".

Allora si separarono e Amroth tornò a Caras Galadhon desideroso solo di rincontrare Nimrodel. A quel tempo io ero grande amico del principe e solevamo passeggiare insieme tra gli alberi:

"Séron" mi disse "mai più avrò pace sotto le betulle fiorite se il desiderio del mio cuore non verrà appagato" e mi raccontò del suo incontro con la dama del fiume.

"è una fanciulla strana e assai bella,” gli risposi “difficile da domare, in quanto fiera e selvaggia. Ella vive sola e odia i Noldor, il tuo popolo, che ritiene usurpatori di terre e portatori di disgrazie. Male te ne verrà e il tuo cuore non potrà essere placato".

"Tuttavia io l'amo e tornerò per ascoltare il suo canto" disse e, distolto lo sguardo, continuò a camminare.

Per giorni e giorni non tornò da Nimrodel a causa di molti impegni, e io lo trattenevo, poiché sapevo in cuor mio che il  loro amore sarebbe stato difficile. Ma infine Amroth cedette al suo desiderio e, di notte, senza essere visto, si recò da Nimrodel e la vide seduta sulla sponda del fiume, bianca e luminosa come la luna, e gli parve ancora più bella. Ella si girò e, nell'incontrare il suo sguardo un sorriso le si accese in volto, poiché Amroth era alto e bello più di qualsiasi altro tra i Noldor.

"Molto ho atteso il tuo  arrivo, e ogni sera sono venuta qui al fiume, ad aspettarti" ella disse; ma Amroth non le rispose , ché sentire nuovamente il suono della sua voce gli sconvolgeva la mente e il cuore.

Le si avvicinò e, stringendola, la baciò. A lungo rimasero immobili, guardandosi negli occhi, senza parlare, ognuno perso nell'altro. Infine Nimrodel ridendo lo prese per mano e lo portò con sé per i boschi, cantando e giocando, e Amroth  la inseguiva per poi afferrarla ridendo. Ma il mattino giunse, luminoso e caldo, così che Amroth  dovette ritornare nel suo palazzo:

"Questa notte tornerò, e quella dopo ancora" disse" perché separarmi da te è arduo e per tutto il giorno conterò  le ore in cui il sole sarà alto nel cielo, in attesa che il pallido Isil sorga e mi conduca a colei che amo".

Nimrodel lo guardò negli occhi e rispose:

"Tutto il giorno aspetterò il tuo ritorno,mio signore, poiché anche io ti amo"; e così si lasciarono.

Per molte notti girovagarono insieme pei boschi, tenendosi per mano, ma alla fine scoprii le fughe notturne di Amroth e, presolo in disparte, lo ammonii:

"Guardati dalla fanciulla del fiume! Il mio cuore è turbato e temo di perderti",

ma lui non volle ascoltarmi e mi rispose bruscamente:

"Non oltraggiarmi con inutili malignità! Amo molto la dolce Nimrodel e mai riuscirei a immaginare i miei lunghi anni senza di lei...Andrò al fiume questa notte e domattina la condurrò qui come mia sposa!"

Quella sera, non appena fu calata la notte, Amroth andò da Nimrodel e la vide, come sempre, cantare sulle rive, i lunghi capelli sciolti le ricadevano sul viso, i piedi leggeri immersi nell'acqua.

"Nimrodel" le disse "il mio amore per te trascende qualunque altra cosa e non conosce confini".

Ella lo guardò intensamente, gli occhi chiari e decisi erano leggermente lucidi:

"So, mio signore, cosa vuoi chiedermi" rispose "ma troppo diverso è il nostro mondo...la tua gente venuta
dall'Ovest ci ha oppressi e a causa vostra la Terra di Mezzo è caduta nell'oscurità. Io sono silvana e non desidero vivere in mezzo a coloro che sono dei Noldor. Nonostante io ti ami non potrei acconsentire a essere la tua sposa".

Amroth, allora, sentì come il cuore lacerato da mille pugnali, perché sapeva che Nimrodel aveva ragione, ma comunque desiderava sposarla sopra ogni altra cosa.

"Come puoi dirmi una cosa come questa?" chiese afferrandola per un braccio "Forse che non abbiamo camminato insieme sotto le stelle? E non ci siamo giurati amore davanti ai Valar?"

Ma Nimrodel rispose:

"Io non rinnego il nostro amore e mai lo farò!"

"Allora perché mi respingi, ferendomi? Perché distogli lo sguardo? Forse dubiti persino di ciò che esce dalla tua stessa bocca?"

La fanciulla restò immobile per un instante, folgorata dal senso di quelle parole, poi, all'improvviso, fuggì, ratta come una cerva e disperata nella sua corsa, mentre Amroth, sopraffatto dal dolore, estratta la spada, colpiva con forza gli alberi d'oro.

 

A lungo Nimrodel vagò da sola, inseguita dagli Orchi che, in quegli anni, erano giunti da Moria. In quel periodo,  infatti, un cupo terrore costrinse i nani alla fuga e Moria fu abbandonata e usurpata.

Ma Amroth, folle del suo amore per la silvana fanciulla, abbandonò il suo paese contro il mio consiglio e la seguì, ben deciso a ricondurla a Lorien e a fare di lei la sua sposa.

Nimrodel, frattanto, era giunta alle pendici meridionali della grande Foresta di Fangorn, ma non osava addentrarsi in quella fitta oscurità. La paura degli Alberi minacciosi la immobilizzava ai confini, alcuni di essi, infatti, erano alti e neri  e sembravano muoversi per impedirle il passaggio.

Indugiava intimorita quando finalmente Amroth la raggiunse.

“ è raro “ disse “ trovare un così prezioso fiore in terre tanto desolate “

La fanciulla trasalì all’udire quella voce che giungeva dalle sue spalle, ma infine lo riconobbe e subito gli corse incontro. Rimasero abbracciati per molti minuti, poi Amroth la scostò per guardarla negli occhi:

“ Tu sei la bianca dama del fiume, e io ti amo. Ti prometto che mai più pronuncerò parole scortesi nei tuoi confronti, né ti chiederò qualcosa che non è concorde ai tuoi desideri. “

Nimrodel lo guardò silenziosa, soppesando le sue parole e lottando con se stessa, perché il desiderio di lui era troppo forte per essere domato. Infine parlò:

“ Amroth di Lorien è saggio e bello più di chiunque altro e il mio amore per lui trascende il tempo e lo spazio. Anche io qui ora ti prometto che sarò tua moglie. Ma aggiungo questo! Resterò fedele alla promessa e ci sposeremo quando mi porterai in un paese pacifico, ché il mio cuore non riuscirebbe a sopportare di vivere nella guerra, eppure non desidero lasciarti. “

Allora il cuore di Amroth si alleggerì  e sul suo viso apparve un sorriso e provò una gioia come non ne aveva mai provate. Prese l’esile figura della fanciulla fra le braccia, le baciò la fronte e infine le labbra, poi:

“Per  te” disse “lascerò il mio regno e la mia gente. Soli vagheremo nella Terra di Mezzo, finché non avremo trovato una contrada  in cui sposarci e rimanere uniti per sempre! “

Il suo cuore era ricolmo di speranza, ma Nimrodel si incupì.

“Ahimè! “ esclamò “Ma ormai non ve n’è nessuna nella terra di Mezzo, né mai ve ne sarà per gli Elfi!”

“Allora “ ribattè Amroth “dobbiamo tentare di raggiungere l’antico Occidente di là del grande Mare. Salperemo dall’antico Porto a Sud, di lì la mia gente lascia la Terra di Mezzo per non tornare mai più. “

A lungo viaggiarono, uniti dal loro amore, e giunsero nel paese di Gondor. Esso era sconvolto dalla guerra e tutte quelle contrade erano agitate e in subbuglio, così decisero di partire a di recarsi a Sud più presto possibile.

Ma il fato si rivoltò verso di loro: una notte, mentre dormivano al chiaro lume di stelle, furono aggrediti da una esigua compagnia di Gondoriani. Credendoli nemici, si riversarono su di loro e fu solo grazie alla sapienza di Amroth e alle arti magiche di Nimrodel che riuscirono a fuggire.

Ma nella mischia rimasero divisi e nel cercarsi si allontanarono.

Per giorni e notti Amroth cercò colei che aveva perduto, chiamando il suo dolce nome nelle valli e nelle foreste, ma Nimrodel era scomparsa inghiottita dalla notte e mai più se ne ebbe notizia.

Disperato e sfinito, Amroth giunse fino al Porto del Sud, meta del suo viaggio, ma vi giunse solo.

Ordinò che la Nave rimanesse alla fonda e senza posa scrutava la riva, immaginando di scorgere le candide vesti e i capelli dorati di Nimrodel, e di udirne la voce pronunciare parole e canti nella sua strana lingua silvana. Ma ella non arrivò e il suo attendere fu vano e la follia minacciava di impossessarsi del più bello e saggio tra i Noldor.

Finché una notte, com’è risaputo, una tempesta allontanò la nave dalla riva e Amroth si gettò in mare, ché mai avrebbe abbandonato la Terra di Mezzo senza la sua bianca dama del fiume. Invano i marinai lottarono contro la corrente, cercando di raggiungerlo. I suoi biondi capelli furono visti scintillare al lume di stelle e la sua voce invocare il nome di Nimrodel, poi scomparve tra i flutti.

Nulla si sa di ciò che accadde alla bella Nimrodel. Alcuni dicono che vagò solitaria nelle terre del sud per molti anni e che giunta infine alla Baia di Belfast e avuto sentore della morte di Amroth, si sia gettata anch’essa nelle onde tumultuose.

Altri ancora raccontano che tornò al suo fiume e che per qualche tempo cantò il suo dolore sulle sue sponde per poi morire nelle sue acque. >

< Ma tu la sai la verità, Séron? > la bambina guardava l’elfo con intensità, sgranando i grandi occhi chiari per la curiosità e la sorpresa.

< Nessuno sa la verità, mia dolce Rinie > rispose l’elfo, provocando un mormorio di delusione nel gruppo di piccoli elfi seduto ai suoi piedi < Io conosco solo ciò che vi ho raccontato, altro non posso dirvi. Mi sembra > soggiunge ammiccando ai bambini che gli sorrisero < che siano molte cose! >

< Com’è triste questa storia > disse Rinie, imbronciando la bocca e incrociando le braccia.

< Si, è molto triste. Eppure, se si osserva meglio, si riesce a trovare un lieto fine anche in questa storia >

Si alzò e rivolse lo sguardo alle Montagne Nebbiose, immaginando la sua Lothlorien dorata risplendere ai raggi del sole.

< Mi piace pensare > disse < che Amroth, il re che rinunciò a tutto per amore, e Nimrodel, la bianca dama del fiume, siano ora insieme. La cascata, infatti, diviene il fiume, il fiume si unisce al grande Anduin che sfocia lì, nel Belfast, dove Amroth si gettò tra i flutti chiamando il suo nome >.

 

 

   
 
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