Disclaimer:
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di
quel genio assoluto
che è J.R.R.Tolkien;
questa storia è stata scritta
senza alcuno scopo di lucro.
Note:
prima di
iniziare a leggere è bene chiarire alcune
cose. La storia narrata è ben conosciuta e io ho cercato di
mantenermi il più
fedele possibile colmando con la mia fantasia le lacune che il
professore ci ha
lasciato in quanto incompiuta. Questa fan fiction è nata dal
desiderio di fare
sperimentazione linguistica, imitando uno stile quanto più
vicino possibile a
quello utilizzato nei racconti dei tempi remoti, quindi a livello di
trama di
mio c’è molto poco e nei tratti in corsivo (alcune
frasi verso la fine) ho
riportato fedelmente le parole scritte dal professore. Séron
e Rinie sono
personaggi di mia invenzione con una lunga e sofferta storia, chiunque
volesse
usarli è pregato di chiedermelo.
Dedico
questa storia a Helkamirie che mi ha sempre
sostenuto
e seguito.
Mare e
cascata
Era una calda
mattinata di
primavera, l'aria limpida lasciava intravedere le montagne in
lontananza,mentre
il dolce suono di acqua scrosciante giungeva alle orecchie acute di un
gruppo
di bambini, riuniti intorno a una figura china e silenziosa.
< Dai
Séron, ti prego!
Raccontaci un'altra storia! >
L'elfo biondo
alzò la testa e
il sole si rifletté nei suoi occhi grigi senza
età.
< Vuoi
sentire una storia,
Rinie? > disse, rivolto alla bambina davanti a lui
< Oh, mi
piacerebbe
moltissimo! > rispose entusiasta, sostenuta dai suoi compagni.
< Bene
> riprese
l'elfo, con un sorriso così splendente che parve oscurare il
sole < Vi
racconterò una storia d'amore senza tempo, triste, ma al
contempo gaia,
frizzante come le acque del Bruinen. Vi narrerò del re
Amroth di Lothlorien e
di come incontrò madamigella Nimrodel, mentre cantava sulle
rive del fiume >
< Oh!
> esclamò la
bambina delusa < ma questa storia la conosciamo già!
>
Séron
rise avvicinandosi per
toccarle i capelli con un gesto affettuoso:
< Oh no,
quella che voi
conoscete è solo la fine della storia...Ma io vi
farò conoscere l'inizio. e ciò
che si trova nel mezzo...poiché io conosco anche quel che i
menestrelli
ignorano! >
Ora la bambina
lo guardava
stupefatta < E come fai a conoscere queste cose? > chiese.
L'elfo
sembrò perdersi per un
secondo in ricordi lontani e da lungo tempo smarriti; una leggera
brezza gli
scompigliò i capelli, muovendoli come sottili fili d'oro
intorno al suo viso.
< Io non
ho sempre vissuto
qui, a Imladris, mia dolce Rinie, ma un tempo ormai dimenticato nacqui
nell'
Ovest perduto e dimorai nel Doriath, il reame celato; partecipai a
molte
sanguinose battaglie e vidi nel mio errare molte cose, non ultima di
queste la
bianca Nimrodel e il suo amato, che sono ormai persi per sempre
> .
I bambini
ascoltavano come
ipnotizzati la voce cristallina dell'elfo che, mentre parlava, sembrava
scrutare oltre le montagne lontane.
< Molto tempo è passato da quando la bella Nimrodel
cantava sola sulle rive
del fiume! Ella amava l'acqua e i flutti sopra ogni altra
cosa; il suono
scrosciante delle cascate le procurava gioia e solo di quello si
dilettava.
Diede il proprio nome al fiume e lì trascorreva le giornate,
la sua limpida
voce mescolata al suono dell'acqua. Così la vide un giorno
Amroth mentre
tornava da una caccia e subito se ne innamorò,
ché gli parve di non aver mai
visto tanta bellezza nella Terra di Mezzo, e la sua voce lo incantava.
Allora
si avvicinò e la chiamò, ma ella ne fu turbata e
spaventata, poiché nutriva
scarso amore per gli elfi dell' Ovest, mentre lei era silvana; tuttavia
non
scappò ma rimase lì dove era, dritta e fiera come
una regina.
"Chi sei tu che turbi la mia pace e interrompi il mio canto?" chiese,
e lo fissò negli occhi.
Ma, non appena i due sguardi si incrociarono, anche lei cadde vittima
dell'incantesimo e se ne innamorò.
"Io sono Amroth e regno qui, a Lorien, e mai avrei voluto interrompere
il
tuo canto, poiché la tua voce alleggerisce il mio cuore e mi
riposa le
membra".
Nimrodel allora si sedette sulla riva del fiume e cantò per
lui, e cadde la
notte mentre il suo canto dava luce alle stelle nel cielo.
Al mattino il canto finì e Amroth si alzò e
disse: "Devo tornare ora
poiché tutti mi staranno cercando" e mentre parlava la
guardava negli
occhi.
Ella salutò il principe baciandolo sulla guancia:
"Torna mio signore, ché, nonostante io non ami la compagnia
di altri
all'infuori del fiume, la tua presenza è assai
piacevole".
"Tornerò a immergermi nella luce della bianca dama del
fiume, la quale,
con il suo canto, potrebbe eguagliare la bellezza di Varda".
Allora si separarono e Amroth tornò a Caras Galadhon
desideroso solo di
rincontrare Nimrodel. A quel tempo io ero grande amico del principe e
solevamo
passeggiare insieme tra gli alberi:
"Séron" mi disse "mai più avrò pace
sotto le betulle fiorite se
il desiderio del mio cuore non verrà appagato" e mi
raccontò del suo
incontro con la dama del fiume.
"è una fanciulla strana e assai bella,” gli
risposi “difficile da domare,
in quanto fiera e selvaggia. Ella vive sola e odia i Noldor, il tuo
popolo, che
ritiene usurpatori di terre e portatori di disgrazie. Male te ne
verrà e il tuo
cuore non potrà essere placato".
"Tuttavia io l'amo e tornerò per ascoltare il suo canto"
disse e,
distolto lo sguardo, continuò a camminare.
Per giorni e giorni non tornò da Nimrodel a causa di molti
impegni, e io lo
trattenevo, poiché sapevo in cuor mio che il
loro amore sarebbe stato difficile. Ma infine Amroth
cedette al suo
desiderio e, di notte, senza essere visto, si recò da
Nimrodel e la vide seduta
sulla sponda del fiume, bianca e luminosa come la luna, e gli parve
ancora più
bella. Ella si girò e, nell'incontrare il suo sguardo un
sorriso le si accese
in volto, poiché Amroth era alto e bello più di
qualsiasi altro tra i Noldor.
"Molto ho atteso il tuo arrivo, e ogni sera sono venuta qui
al
fiume, ad aspettarti" ella disse; ma Amroth non le rispose ,
ché sentire
nuovamente il suono della sua voce gli sconvolgeva la mente e il cuore.
Le si avvicinò e, stringendola, la baciò. A lungo
rimasero immobili,
guardandosi negli occhi, senza parlare, ognuno perso nell'altro. Infine
Nimrodel ridendo lo prese per mano e lo portò con
sé per i boschi, cantando e
giocando, e Amroth la
inseguiva per poi
afferrarla ridendo. Ma il mattino giunse, luminoso e caldo,
così che Amroth
dovette ritornare nel suo palazzo:
"Questa notte tornerò, e quella dopo ancora" disse"
perché
separarmi da te è arduo e per tutto il giorno
conterò le ore in cui il
sole sarà alto nel cielo, in attesa che il pallido Isil
sorga e mi conduca a
colei che amo".
Nimrodel lo guardò negli occhi e rispose:
"Tutto il giorno aspetterò il tuo ritorno,mio signore,
poiché anche io ti
amo"; e così si lasciarono.
Per molte notti girovagarono insieme pei boschi, tenendosi per mano, ma
alla
fine scoprii le fughe notturne di Amroth e, presolo in disparte, lo
ammonii:
"Guardati dalla fanciulla del fiume! Il mio cuore è turbato
e temo di
perderti",
ma lui non volle ascoltarmi e mi rispose bruscamente:
"Non oltraggiarmi con inutili malignità! Amo molto la dolce
Nimrodel e mai
riuscirei a immaginare i miei lunghi anni senza di
lei...Andrò al fiume questa
notte e domattina la condurrò qui come mia sposa!"
Quella sera, non appena fu calata la notte, Amroth andò da
Nimrodel e la vide,
come sempre, cantare sulle rive, i lunghi capelli sciolti le ricadevano
sul
viso, i piedi leggeri immersi nell'acqua.
"Nimrodel" le disse "il mio amore per te trascende qualunque
altra cosa e non conosce confini".
Ella lo guardò intensamente, gli occhi chiari e decisi erano
leggermente
lucidi:
"So, mio signore, cosa vuoi chiedermi" rispose "ma troppo
diverso è il nostro mondo...la tua gente venuta
dall'Ovest ci ha oppressi e a causa vostra la Terra di Mezzo
è caduta
nell'oscurità. Io sono silvana e non desidero vivere in
mezzo a coloro che sono
dei Noldor. Nonostante io ti ami non potrei acconsentire a essere la
tua
sposa".
Amroth, allora, sentì come il cuore lacerato da mille
pugnali, perché sapeva
che Nimrodel aveva ragione, ma comunque desiderava sposarla sopra ogni
altra
cosa.
"Come puoi dirmi una cosa come questa?" chiese afferrandola per un
braccio "Forse che non abbiamo camminato insieme sotto le stelle? E non
ci
siamo giurati amore davanti ai Valar?"
Ma Nimrodel rispose:
"Io non rinnego il nostro amore e mai lo farò!"
"Allora perché mi respingi, ferendomi? Perché
distogli lo sguardo? Forse
dubiti persino di ciò che esce dalla tua stessa bocca?"
La fanciulla restò immobile per un instante, folgorata dal
senso di quelle
parole, poi, all'improvviso, fuggì, ratta come una cerva e
disperata nella sua
corsa, mentre Amroth, sopraffatto dal dolore, estratta la spada,
colpiva con
forza gli alberi d'oro.
A lungo Nimrodel
vagò da
sola, inseguita dagli Orchi che, in quegli anni, erano giunti da Moria.
In quel
periodo, infatti,
un cupo terrore
costrinse i nani alla fuga e Moria fu abbandonata e usurpata.
Ma Amroth, folle
del suo
amore per la silvana fanciulla, abbandonò il suo paese
contro il mio consiglio
e la seguì, ben deciso a ricondurla a Lorien e a fare di lei
la sua sposa.
Nimrodel,
frattanto, era
giunta alle pendici meridionali della grande Foresta di Fangorn, ma non
osava
addentrarsi in quella fitta oscurità. La paura degli Alberi
minacciosi la
immobilizzava ai confini, alcuni di essi, infatti, erano alti e neri e sembravano muoversi per
impedirle il
passaggio.
Indugiava
intimorita quando
finalmente Amroth la raggiunse.
“
è raro “ disse “ trovare un
così prezioso fiore in terre tanto desolate “
La fanciulla
trasalì
all’udire quella voce che giungeva dalle sue spalle, ma
infine lo riconobbe e
subito gli corse incontro. Rimasero abbracciati per molti minuti, poi
Amroth la
scostò per guardarla negli occhi:
“ Tu
sei la bianca dama del
fiume, e io ti amo. Ti prometto che mai più
pronuncerò parole scortesi nei tuoi
confronti, né ti chiederò qualcosa che non
è concorde ai tuoi desideri. “
Nimrodel lo
guardò
silenziosa, soppesando le sue parole e lottando con se stessa,
perché il
desiderio di lui era troppo forte per essere domato. Infine
parlò:
“
Amroth di Lorien è saggio e
bello più di chiunque altro e il mio amore per lui trascende
il tempo e lo
spazio. Anche io qui ora ti prometto che sarò tua moglie. Ma
aggiungo questo! Resterò fedele
alla promessa e ci sposeremo
quando mi porterai in un paese pacifico, ché il
mio cuore non riuscirebbe a
sopportare di vivere nella guerra, eppure non desidero lasciarti.
“
Allora il cuore
di Amroth si
alleggerì e
sul suo viso apparve un
sorriso e provò una gioia come non ne aveva mai provate.
Prese l’esile figura
della fanciulla fra le braccia, le baciò la fronte e infine
le labbra, poi:
“Per te” disse
“lascerò il mio regno e la mia
gente. Soli vagheremo nella Terra di Mezzo, finché non
avremo trovato una
contrada in cui
sposarci e rimanere uniti
per sempre! “
Il suo cuore era
ricolmo di
speranza, ma Nimrodel si incupì.
“Ahimè!
“ esclamò “Ma
ormai non ve n’è nessuna nella terra di
Mezzo, né mai ve ne sarà per gli Elfi!”
“Allora
“ ribattè Amroth “dobbiamo tentare di raggiungere
l’antico Occidente di là del grande
Mare. Salperemo dall’antico Porto a Sud, di
lì la mia gente lascia la Terra
di Mezzo per non tornare mai più. “
A lungo
viaggiarono, uniti
dal loro amore, e giunsero nel paese di Gondor. Esso era sconvolto
dalla guerra
e tutte quelle contrade erano agitate e in subbuglio, così
decisero di partire
a di recarsi a Sud più presto possibile.
Ma il fato si
rivoltò verso
di loro: una notte, mentre dormivano al chiaro lume di stelle, furono
aggrediti
da una esigua compagnia di Gondoriani.
Credendoli
nemici, si riversarono su di loro e fu solo grazie alla sapienza di
Amroth e
alle arti magiche di Nimrodel che riuscirono a fuggire.
Ma nella mischia
rimasero
divisi e nel cercarsi si allontanarono.
Per giorni e
notti Amroth
cercò colei che aveva perduto, chiamando il suo dolce nome
nelle valli e nelle
foreste, ma Nimrodel era scomparsa inghiottita dalla notte e mai
più se ne ebbe
notizia.
Disperato e
sfinito, Amroth
giunse fino al Porto del Sud, meta del suo viaggio, ma vi giunse solo.
Ordinò
che la Nave rimanesse
alla fonda e senza posa scrutava la riva, immaginando di scorgere le
candide
vesti e i capelli dorati di Nimrodel, e di udirne la voce pronunciare
parole e
canti nella sua strana lingua silvana. Ma ella non arrivò e
il suo attendere fu
vano e la follia minacciava di impossessarsi del più bello e
saggio tra i
Noldor.
Finché
una notte, com’è
risaputo, una tempesta allontanò la nave dalla riva e Amroth
si gettò in mare,
ché mai avrebbe abbandonato la Terra di Mezzo senza la sua
bianca dama del fiume.
Invano i marinai lottarono contro la corrente, cercando di
raggiungerlo. I suoi
biondi capelli furono visti scintillare al lume di stelle e la sua voce
invocare il nome di Nimrodel, poi scomparve tra i flutti.
Nulla si sa di
ciò che
accadde alla bella Nimrodel. Alcuni dicono che vagò
solitaria nelle terre del
sud per molti anni e che giunta infine alla Baia di Belfast e avuto
sentore
della morte di Amroth, si sia gettata anch’essa nelle onde
tumultuose.
Altri ancora
raccontano che
tornò al suo fiume e che per qualche tempo cantò
il suo dolore sulle sue sponde
per poi morire nelle sue acque. >
< Ma tu
la sai la verità,
Séron? > la bambina guardava l’elfo con
intensità, sgranando i grandi occhi
chiari per la curiosità e la sorpresa.
< Nessuno
sa la verità,
mia dolce Rinie > rispose l’elfo, provocando un
mormorio di delusione nel
gruppo di piccoli elfi seduto ai suoi piedi < Io conosco solo
ciò che vi ho
raccontato, altro non posso dirvi. Mi sembra > soggiunge
ammiccando ai
bambini che gli sorrisero < che siano molte cose! >
<
Com’è triste questa
storia > disse Rinie, imbronciando la bocca e incrociando le
braccia.
< Si,
è molto triste.
Eppure, se si osserva meglio, si riesce a trovare un lieto fine anche
in questa
storia >
Si
alzò e rivolse lo sguardo
alle Montagne Nebbiose, immaginando la sua Lothlorien dorata
risplendere ai
raggi del sole.
< Mi
piace pensare >
disse < che Amroth, il re che rinunciò a tutto per
amore, e Nimrodel, la
bianca dama del fiume, siano ora insieme. La cascata, infatti, diviene
il
fiume, il fiume si unisce al grande Anduin
che sfocia
lì, nel Belfast, dove Amroth si gettò tra i
flutti chiamando il suo nome >.