3. Tzatziki
“Laura,
quando
finirai di essere gelosa?”
“Quando tornerai a
chiamarmi Silvia!!!”
(Anonimo)
S |
uonare la sera
di Capodanno, con il
locale pieno di gente, è l’ideale.
Se Carol non fosse ancora arrabbiata
con lei, Beth si sentirebbe libera di passare di tavolo in tavolo,
chiedendo ai
commensali di cantare insieme. Proprio come ai vecchi tempi, quando il
capo
rideva sospingendola in avanti.
Anche
verso Daryl.
Quel periodo è finito, però. Da
quando li ha sentiti bisticciare la prima volta – Beth non
riesce nemmeno a
ricordare per cosa, ma era
sicuramente colpa di Daryl! Non c’è dubbio
– Carol ha sempre cercato di
dividerli.
Questa
è la mia serata! Pensa, mentre
afferra la chitarra.
«Carol»
chiama, passando lo strumento
da una mano all’altra. «Posso?»
Le fa un cenno,
come a chiederle se
ha il permesso di comportarsi come sempre. E il capo, per la
felicità di Beth,
annuisce.
In fondo Daryl ha sempre odiato il karaoke
del giovedì! Quante volte lei si è presentata da
lui per chiedergli di cantare?
“Forza,
canta con me! Good night and joy be with…”
“Smettila.”
Una parola
– non una parola, ma LA
parola – che le fa sempre mettere il broncio,
spedendola direttamente al tavolo successivo.
Beth ha deciso
di ignorarlo, almeno
la sera di Capodanno.
Di passare oltre e lasciare a Carol
l’ingrato compito di tenergli compagnia. Poverina!
«Tra
quanto chiudete?» chiede Philip,
il cliente preferito di Beth, aggrappandosi al suo whisky.
Lei guarda
l’orologio a forma di
goccia, appeso alla parete. «Un paio
d’ore.»
Philip solleva il bicchierino e se lo
scola tutto d’un fiato.
È in quel momento che entra Daryl –
proprio come aveva promesso a Carol quella mattina –
scambiando un’occhiata
d’odio con il suo cliente preferito.
Tanto che Beth, per farlo apposta,
sorride a Philip, pronunciando quel nomignolo che Daryl odia
sentire.
«Te ne
porto un altro, Governatore?»
«Ecco
perché sei la mia preferita.»
Daryl ha
abbassato il mento, scrutandola
come se avesse confuso sale e zucchero nel suo caffè
mattutino, e ha rallentato
il passo.
Così Beth alza la voce. Giusto perché
non si perda le sue parole.
«Oh,
grazie… Spero che tu non ti riferisca solo
alla nostra caffetteria.»
Lo ha detto in
tono così soave, che
Daryl incespica in avanti,
rischiando di rovesciare una sedia.
Allora
ricorda cosa mi ha detto!
«Certo
che no!» grida Philip,
battendo un pugno sul tavolo. «Mi riferivo a tutti i locali
dove sono stato.»
Poi scoppia a ridere, tanto che
persino Beth decide di allontanarsi.
Non sono nemmeno le otto di sera, e
il Governatore è già ubriaco! Ma si
può?
«Ehi.»
È dalla figuraccia che le ha fatto
fare Zach, che non si parlano. Beth aveva quasi perso la
speranza…
«Ciao,
Daryl.»
Lui la guarda in
silenzio, muovendo
appena il mento.
Cosa
vorrà dirmi? Si chiede,
sperando che finalmente Daryl Dixon
abbia deciso di
chiederle scusa.
L’ha abbandonata in balia di Carol,
dopotutto!
E
in balia di Maggie… non dimentichiamoci di Maggie!
Lui fa
un altro cenno, scrollando
anche la spalla stavolta. Tanto per confonderla meglio.
«Devi
dirmi qualcosa, Daryl?»
«No»
risponde, sollevando tutto il
braccio a indicare la porta. «C’è il tuo
fidanzato.»
Tutto il corpo
di Beth si volta,
mentre il suo viso rimane bloccato a osservare Daryl.
Che
cosa?!
E quando decide di girarsi, è proprio
Zach quello con le mani sollevate e un gran sorriso sul volto.
«Beth, felice di vedermi?»
«Dovresti
andare da lui, ragazzina»
dice Daryl, appoggiandosi al bancone.
Beth
è così arrabbiata – e rigida,
così rigida –
da digrignare i denti e voltarsi a scatti.
Poi, d’improvviso, le gambe
riprendono a muoversi, e lei raggiunge Daryl, battendo una mano sul
banco – e
facendo sussultare Carol… - e puntando occhi e bocca verso
la guancia di lui.
«EX
FIDANZATO» grida, prima di tornare
indietro e affrontare Zach.
Lo trova seduto
vicino all’albero di
Natale – proprio dove Beth ha deciso di appendere il
vischio… – con un’espressione
beata sul volto.
«Beth» dice, puntando un dito verso
il soffitto, dove è appeso il vischio.
«Insisti con questa storia dell’ex? Dai, vieni
qui… facciamo pace!»
Philip solleva
il bicchiere verso
l’alto. «Forza, ragazzo! Chi bacia
l’ultimo dell’anno, bacia tutto
l’anno!»
Daryl tira
indietro la testa – come
se fosse lui quello sotto al vischio vicino a Zach, tzè
– e sgrana gli occhi.
Carol ride di gusto – non vede l’ora, quella!
«Dai, Beth» Zach chiude gli occhi e
posa dolcemente – dolcemente? – le mani sulle sue
spalle, per attirarla a sé.
Beth, ancora
sconvolta dalle parole
del suo cliente preferito
– e
ubriaco. Preferito e ubriaco – scivola tra le braccia del suo
fidanzato – EX!
Ex fidanzato – e sembra incapace di reagire.
Finché non parte la ginocchiata che
fa strillare Zach come una bambinetta, sotto gli sguardi scioccati di
tutti i
presenti.
Scende il silenzio nella sala –
eccezion fatta per i lamenti osceni del ragazzo…
«BETH.»
È
Carol. E ora sono guai. Peggiori di
quelli con Maggie!
«ChecosahaifattoBeth?» lo dice
talmente in fretta, che lei intuisce a stento metà della
frase.
Daryl emette una
specie di grugnito,
non si capisce se stia ridendo o cosa, e dà due colpetti di
tosse.
Tutta l’attenzione del capo finisce
su di lui.
«Stai
bene, Daryl? Vuoi un bicchiere
d’acqua? Ti porto qualcosa, Daryl? Cosa posso fare per
te?»
Zach
è ancora piegato in due quando
solleva un braccio. Indica la porta, e saluta con due dita, camminando
curvo in
avanti, senza guardare dove sta andando.
Una ragazza gli dà una leggera spinta
per indirizzarlo verso l’uscita.
Sbam!
La testa di Zach finisce dritta contro
il vetro.
«Zach!
Oh, mio Dio, qualcuno può
aiutarlo per piacere?» Carol non sa più da che
parte guardare – ma resta a
occuparsi di Daryl, che sta tossendo per le risate – e lancia
uno sguardo di
puro odio a Beth.
“Stai
rovinando la serata!” sembra dirle.
Così
lei raggiunge a testa bassa il
bancone, dietro al quale si rifugia.
«Servi le tartine» sibila il capo,
trasformando l’occhiataccia in un gran sorriso verso i
clienti. «Tranquilli.
Tutto bene! Un giro gratis per tutti!»
E mentre Beth corre a prendere un
vassoio di crostini, Carol comincia a servire da bere, riempiendo anche
per sé
un calice di vino rosso.
«Cosa
c’è sopra?» chiede Daryl,
quando lei gli porge il piatto. «Sembra…»
«Non dirlo» lo interrompe Beth. «Non
voglio saperlo. È tzatziki, una salsa greca.»
Lui ne prende
una – con un’enorme
oliva nera – e la infila tutta in bocca, masticando davanti
alla sua faccia
schifata.
«Non
rischi di soffocare se mangi con
la bocca chiusa, sai, Daryl?»
Ma lui ne
afferra un’altra e ripete
l’operazione.
Intanto la voce di Carol è
squillante, mentre passa tra i tavoli riempiendo i bicchieri. Ride, e
Beth
spera che dimentichi presto il suo piccolo incidente
con Zach – mentre lui è seduto in un angolo a
stringersi le ginocchia.
«Tratti
male le altre persone»
sussurra Beth, chinandosi verso Daryl, sperando
di non essere sentita dal capo.
«Non le altre persone» la corregge
Daryl, con la bocca piena di salsa. «Solo te.»
Lei alza il dito medio e scuote la
coda mentre si allontana.
Philip la
ringrazia con un gran
sorriso, riempiendosi le mani di tartine. Carol sta tenendo banco in
mezzo alla
sala, ridendo e facendo traboccare i bicchieri di bevande.
Altro
che giro gratis, pensa Beth. Se continua così, non resterà
più niente.
«Perché
non canti?» le domanda poi il
capo. «Canta, Beth!»
Oh, finalmente! Lei fa cenno di sì
diverse volte, prima di tornare dietro il bancone a prendere la
chitarra. La
mano di Daryl si chiude intorno al suo polso, tanto da farla voltare.
«Non
vorrai davvero suonare.»
«Sì,
Daryl» risponde, cercando di
mantenere il controllo – ma è così
difficile! «Me l’ha chiesto Carol. Parla con
lei.»
Beth tira il braccio per liberarsi
della stretta, senza riuscirci. Non poteva restare a casa quel giorno?
Almeno
l’ultimo dell’anno!
«Devo
andare. Lasciami.»
Daryl la tira
verso di sé, tanto da
farla finire contro il bancone tra loro, e Beth sente di essere
arrossita. Accidenti!
«Che diavolo vuoi?!» chiede, ma la
voce tradisce una certa incertezza, come se non le dispiacesse restare
lì
dov’è. Devo cantare,
cavolo!
«Ragazzina,
dovresti trattare meglio
i tuoi clienti.»
«Non sono i miei clienti» ribatte
Beth, accalorandosi – cosa sta
succedendo? «Sono i clienti di Carol. E poi sei tu
che tratti male gli
altri. Tratti male me» si
corregge
poi.
«Non
sembrava dispiacerti.»
«Ma
quando?» Beth si sente scoperta,
così tira più forte il braccio e Daryl la lascia
andare. «Mi è sempre
dispiaciuto.»
«Ti dispiacerà» la corregge Daryl,
aggrappandosi al suo bicchiere.
Carol sta ancora trattenendo la
clientela, così lei si china appena verso di lui,
puntandogli un dito contro.
«Ma
che cosa vuoi da me?»
«Non sono io a volere qualcosa da te»
dice lui. «Sei tu a volere qualcosa da me.»
Non dovrebbe
voler continuare quella
conversazione, ma – Dio! – non riesce ad andarsene.
Incrocia le braccia al
petto e lo guarda in segno di sfida.
«E che
cosa vorrei? Sentiamo.»
Non serve che
Daryl risponda, bastano
i suoi occhi. E ciò che non dice.
Beth si sente avvampare sotto
quell’accusa. Come fa a credere una cosa simile? Proprio lei,
poi!
«Non
sono innamorata di te.»
«Sì, invece.»
«Come
fai a dirlo?»
Lui sembra pensarci un istante prima
di rispondere. Ma Beth si prepara al suo sarcasmo – al suo
sarcasmo idiota.
«Il
cliente ha sempre ragione.»
Lei scoppia a
ridergli in faccia –
anche se non ci trova niente di divertente – afferra
l’ultima tartina e gliela
stampa sulla guancia.
«Goditela» sussurra, a denti stretti.
Prende la
chitarra e raggiunge il
centro della sala, voltandosi di scatto per essere sicura di non
ritrovarsi
preda della furia di Daryl. Ma è Carol quella contro cui
finisce, buttandola
sopra un tavolo.
«Carol!
Mi dipiace!»
Ci
risiamo! Mi ucciderà! Non mi lascerà cantare!
Ma il capo
è così bevuto da
cominciare a ridere – facendo una carezza al vecchio che si
ritrova davanti.
«Ciao» dice, in tono dolce. «E tu chi
sei?»
Beth mette il suo braccio intorno
alle spalle e la accompagna verso il bancone. «È
meglio se ti siedi.»
«Beth!»
Stavolta il suo nome viene
accompagnato da un sorriso. «Come sei carina,
Beth… Quando ti ho assunta, l’ho
fatto proprio per questo tuo bel musetto… Sapevo che li
avresti fatti
impazzire…»
«Qualcuno
qui è ubriaco» dice Philip,
innalzando il calice.
Già,
pensa Beth. Proprio come te. Potreste
stare insieme!
Gli occhi
corrono a cercare Daryl,
che si alza e la aiuta a far sedere Carol sulla sedia accanto a lui.
Le fa un cenno, come a dirle che la
controllerà.
Così Beth torna al centro della sala,
afferra la chitarra e… No, non di
nuovo.
Shawn entra dalla porta principale, e
lei è di nuovo costretta a fermarsi. Finirà per
non suonare nemmeno l’ultimo
dell’anno!
«Che
ci fai qui?»
«Puoi chiedere un permesso speciale?
Dovresti tornare a casa con me in anticipo, Beth…»
«Perché?»
Shawn la
raggiunge, le toglie la
chitarra dalle mani – toglie-la-chitarra-toglie-la-chitarra-no-no-no-no
– e la prende per un braccio.
«A
Maggie serve aiuto per la festa di
stasera. Mi ha mandato a prenderti.»
«Non poteva telefonare?»
Già!
Beth immagina perché abbia
preferito mandare suo fratello!
Tanto che gli occhi di Shawn si
posano sui suoi in modo eloquente. «Dopo Natale? Dovevi
aspettartelo, Beth.»
Lei solleva gli occhi al cielo – Dio,
ma come fanno a trattarla tutti così? – e porta le
mani ai fianchi.
«Queste
persone aspettano una
canzone. Non puoi aspettare?»
Shawn, di nuovo, la guarda. «Davvero
vuoi far attendere Maggie?» mormora, facendo un cenno verso
Daryl – non certo per
salutarlo. «Sei disposta a
prendertene la responsabilità?»
No. È ovvio che non sia pronta!
«Senti…
è questione di pochi minuti…
Dieci al massimo.»
«Ripeto: sei disposta a prendertene
la responsabilità? Un bicchierino non mi
dispiacerebbe.»
Beth volta il capo verso Carol, come
a dirgli che ne dovrà parlare con lei. Si avvia verso il
capo, e la sente
parlare.
«Ehi,
Daryl… cos’hai sulla faccia?»
ride Carol, stendendosi sul bancone con busto e braccia.
«Sembri pulito.»
A Daryl va di
traverso… qualsiasi
cosa si trovi nella sua bocca in quel momento, e Beth trattiene una
risatina.
Dio,
meno male che è ubriaca!
Già, perché normalmente Carol
l’avrebbe presa per i piedi e appesa al lampadario
più alto!
«Ehm…
Carol» chiama Beth, facendo
cenno a Shawn di avvicinarsi. Sente gli occhi di Daryl addosso e
solleva il
mento. «Ti dispiace se vado via prima? Mia sorella ha bisogno
di me per…»
Il capo la interrompe subito, alzando
un braccio in alto – ma non sembra molto stabile, tanto che
sia Beth che Shawn
fanno un passo indietro – e guardando il soffitto.
«Mai
far aspettare una sorella.»
Già, soprattutto se si tratta di
Maggie!
Lei scuote la coda, chiedendosi se il
capo ricorderà di averle dato il permesso – senza
toglierle la paga, si
intende!
«Quindi
posso andare?»
Carol sembra
accorgersi solo in quel
momento della presenza di Daryl. Lo guarda, lo studia e lo osserva per
un po’,
aggrottando la fronte.
Che si sia già scordata di avergli
appena rivolto la parola?
«Daryl»
dice, tenendosi al bancone
per darsi la spinta verso di lui.
Beth lo vede trarsi indietro, di
pochissimo, ma quel tanto che basta a farle capire che non
vuole, qualsiasi cosa voglia fare o dire Carol.
«Ehm,
Carol?» la chiama lei.
«Dobbiamo andare, Beth» ripete Shawn,
guardando l’ora. «Maggie.»
Un nome che la fa scattare. «Carol!»
grida, ma il capo sembra diventato sordo.
Daryl guarda Beth, Beth guarda Daryl
– arrossendo – Carol guarda Daryl e Shawn guarda
Beth.
«Sai,
Daryl» riprende il capo,
attirando l’attenzione degli altri tre. «Credo sia
l’ultimo giorno dell’anno.»
Già. Crede. Beth non
ricorda di averla mai vista così fuori.
«Bisogna
festeggiare» riprende Carol,
allungando le braccia intorno al collo di Daryl. Lui sembra stranito, ma niente, niente
in confronto a Beth quando vede
il Capo chinarsi su di lui e baciarlo.
Uccidetemi.
Vi prego.
Note
dell’autrice:
Rieccoci!
Scusate il ritardo, è stata
una settimana abbastanza piena, tant’è che il
capitolo è più breve del
precedente.
Vorrei ribadire una cosa: adoro
Carol (lo giuro, Vostro Onore!),
ma spingerla ai limiti mi piace! Che posso farci?
Grazie a chi è ancora qui!
Celtica
P.S.2: Cre, manchi.