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Autore: Celtica    19/01/2017    7 recensioni
Coffee Shop!AU! | Bethyl
Il finimondo.
Succede questo nella vita di Beth, dal momento in cui Carol la lascia sola. Sola, al lavoro, la mattina di Natale. Con Daryl come unico cliente. E dopo che proprio lui si offre di riaccompagnarla a casa... per il cuore della giovane Greene è la fine.
Dal terzo capitolo:
«Non sono innamorata di te.»
«E invece sì.»
«Come fai a dirlo?»
«Il cliente ha sempre ragione.»

Dal quinto capitolo:
«Guarda che ti ho capito, sai. Fai finta di non sopportarmi solo perché ti piaccio troppo.»
«Pensi davvero di essere una ragazzina sveglia, non è vero?»
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Beth Greene, Carol Peletier, Daryl Dixon
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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3. Tzatziki


3. Tzatziki

 
 

“Laura, quando finirai di essere gelosa?”
“Quando tornerai a chiamarmi Silvia!!!”
(Anonimo)

 

 

S

uonare la sera di Capodanno, con il locale pieno di gente, è l’ideale.
Se Carol non fosse ancora arrabbiata con lei, Beth si sentirebbe libera di passare di tavolo in tavolo, chiedendo ai commensali di cantare insieme. Proprio come ai vecchi tempi, quando il capo rideva sospingendola in avanti.

Anche verso Daryl.
Quel periodo è finito, però. Da quando li ha sentiti bisticciare la prima volta – Beth non riesce nemmeno a ricordare per cosa, ma era sicuramente colpa di Daryl! Non c’è dubbio – Carol ha sempre cercato di dividerli.

Questa è la mia serata! Pensa, mentre afferra la chitarra.

«Carol» chiama, passando lo strumento da una mano all’altra. «Posso?»

Le fa un cenno, come a chiederle se ha il permesso di comportarsi come sempre. E il capo, per la felicità di Beth, annuisce.
In fondo Daryl ha sempre odiato il karaoke del giovedì! Quante volte lei si è presentata da lui per chiedergli di cantare?

“Forza, canta con me! Good night and joy be with…”
“Smettila.”

Una parola – non una parola, ma LA parola – che le fa sempre mettere il broncio, spedendola direttamente al tavolo successivo.

Beth ha deciso di ignorarlo, almeno la sera di Capodanno.
Di passare oltre e lasciare a Carol l’ingrato compito di tenergli compagnia. Poverina!

«Tra quanto chiudete?» chiede Philip, il cliente preferito di Beth, aggrappandosi al suo whisky.

Lei guarda l’orologio a forma di goccia, appeso alla parete. «Un paio d’ore.»
Philip solleva il bicchierino e se lo scola tutto d’un fiato.
È in quel momento che entra Daryl – proprio come aveva promesso a Carol quella mattina – scambiando un’occhiata d’odio con il suo cliente preferito.
Tanto che Beth, per farlo apposta, sorride a Philip, pronunciando quel nomignolo che Daryl odia sentire.

«Te ne porto un altro, Governatore

«Ecco perché sei la mia preferita.»

Daryl ha abbassato il mento, scrutandola come se avesse confuso sale e zucchero nel suo caffè mattutino, e ha rallentato il passo.
Così Beth alza la voce. Giusto perché non si perda le sue parole. 

«Oh, grazie… Spero che tu non ti riferisca solo alla nostra caffetteria.»

Lo ha detto in tono così soave, che Daryl incespica in avanti, rischiando di rovesciare una sedia.
Allora ricorda cosa mi ha detto!

«Certo che no!» grida Philip, battendo un pugno sul tavolo. «Mi riferivo a tutti i locali dove sono stato.»
Poi scoppia a ridere, tanto che persino Beth decide di allontanarsi.
Non sono nemmeno le otto di sera, e il Governatore è già ubriaco! Ma si può?

«Ehi.»
È dalla figuraccia che le ha fatto fare Zach, che non si parlano. Beth aveva quasi perso la speranza…

«Ciao, Daryl.»

Lui la guarda in silenzio, muovendo appena il mento.
Cosa vorrà dirmi? Si chiede, sperando che finalmente Daryl Dixon abbia deciso di chiederle scusa.
L’ha abbandonata in balia di Carol, dopotutto!

E in balia di Maggie… non dimentichiamoci di Maggie!
Lui fa un altro cenno, scrollando anche la spalla stavolta. Tanto per confonderla meglio.

«Devi dirmi qualcosa, Daryl?»

«No» risponde, sollevando tutto il braccio a indicare la porta. «C’è il tuo fidanzato.»

Tutto il corpo di Beth si volta, mentre il suo viso rimane bloccato a osservare Daryl.
Che cosa?!
E quando decide di girarsi, è proprio Zach quello con le mani sollevate e un gran sorriso sul volto.
«Beth, felice di vedermi?»

«Dovresti andare da lui, ragazzina» dice Daryl, appoggiandosi al bancone.

Beth è così arrabbiata – e rigida, così rigida – da digrignare i denti e voltarsi a scatti.
Poi, d’improvviso, le gambe riprendono a muoversi, e lei raggiunge Daryl, battendo una mano sul banco – e facendo sussultare Carol… - e puntando occhi e bocca verso la guancia di lui.

«EX FIDANZATO» grida, prima di tornare indietro e affrontare Zach.

Lo trova seduto vicino all’albero di Natale – proprio dove Beth ha deciso di appendere il vischio… – con un’espressione beata sul volto.
«Beth» dice, puntando un dito verso il soffitto, dove è appeso il vischio. «Insisti con questa storia dell’ex? Dai, vieni qui… facciamo pace!»

Philip solleva il bicchiere verso l’alto. «Forza, ragazzo! Chi bacia l’ultimo dell’anno, bacia tutto l’anno!»

Daryl tira indietro la testa – come se fosse lui quello sotto al vischio vicino a Zach, tzè – e sgrana gli occhi. Carol ride di gusto – non vede l’ora, quella!
«Dai, Beth» Zach chiude gli occhi e posa dolcemente – dolcemente? – le mani sulle sue spalle, per attirarla a sé.

Beth, ancora sconvolta dalle parole del suo cliente preferito – e ubriaco. Preferito e ubriaco – scivola tra le braccia del suo fidanzato – EX! Ex fidanzato – e sembra incapace di reagire.
Finché non parte la ginocchiata che fa strillare Zach come una bambinetta, sotto gli sguardi scioccati di tutti i presenti.
Scende il silenzio nella sala – eccezion fatta per i lamenti osceni del ragazzo…

«BETH.»

È Carol. E ora sono guai. Peggiori di quelli con Maggie!
«ChecosahaifattoBeth?» lo dice talmente in fretta, che lei intuisce a stento metà della frase.

Daryl emette una specie di grugnito, non si capisce se stia ridendo o cosa, e dà due colpetti di tosse.
Tutta l’attenzione del capo finisce su di lui.

«Stai bene, Daryl? Vuoi un bicchiere d’acqua? Ti porto qualcosa, Daryl? Cosa posso fare per te?»

Zach è ancora piegato in due quando solleva un braccio. Indica la porta, e saluta con due dita, camminando curvo in avanti, senza guardare dove sta andando.
Una ragazza gli dà una leggera spinta per indirizzarlo verso l’uscita.
Sbam!
La testa di Zach finisce dritta contro il vetro.

«Zach! Oh, mio Dio, qualcuno può aiutarlo per piacere?» Carol non sa più da che parte guardare – ma resta a occuparsi di Daryl, che sta tossendo per le risate – e lancia uno sguardo di puro odio a Beth.
“Stai rovinando la serata!” sembra dirle.

Così lei raggiunge a testa bassa il bancone, dietro al quale si rifugia.
«Servi le tartine» sibila il capo, trasformando l’occhiataccia in un gran sorriso verso i clienti. «Tranquilli. Tutto bene! Un giro gratis per tutti!»
E mentre Beth corre a prendere un vassoio di crostini, Carol comincia a servire da bere, riempiendo anche per sé un calice di vino rosso.

«Cosa c’è sopra?» chiede Daryl, quando lei gli porge il piatto. «Sembra…»
«Non dirlo» lo interrompe Beth. «Non voglio saperlo. È tzatziki, una salsa greca.»

Lui ne prende una – con un’enorme oliva nera – e la infila tutta in bocca, masticando davanti alla sua faccia schifata.

«Non rischi di soffocare se mangi con la bocca chiusa, sai, Daryl?»

Ma lui ne afferra un’altra e ripete l’operazione.
Intanto la voce di Carol è squillante, mentre passa tra i tavoli riempiendo i bicchieri. Ride, e Beth spera che dimentichi presto il suo piccolo incidente con Zach – mentre lui è seduto in un angolo a stringersi le ginocchia.

«Tratti male le altre persone» sussurra Beth, chinandosi verso Daryl, sperando di non essere sentita dal capo.
«Non le altre persone» la corregge Daryl, con la bocca piena di salsa. «Solo te.»
Lei alza il dito medio e scuote la coda mentre si allontana.

Philip la ringrazia con un gran sorriso, riempiendosi le mani di tartine. Carol sta tenendo banco in mezzo alla sala, ridendo e facendo traboccare i bicchieri di bevande.
Altro che giro gratis, pensa Beth. Se continua così, non resterà più niente.

«Perché non canti?» le domanda poi il capo. «Canta, Beth!»
Oh, finalmente! Lei fa cenno di sì diverse volte, prima di tornare dietro il bancone a prendere la chitarra. La mano di Daryl si chiude intorno al suo polso, tanto da farla voltare.

«Non vorrai davvero suonare.»

«Sì, Daryl» risponde, cercando di mantenere il controllo – ma è così difficile! «Me l’ha chiesto Carol. Parla con lei.»
Beth tira il braccio per liberarsi della stretta, senza riuscirci. Non poteva restare a casa quel giorno? Almeno l’ultimo dell’anno!

«Devo andare. Lasciami.»

Daryl la tira verso di sé, tanto da farla finire contro il bancone tra loro, e Beth sente di essere arrossita. Accidenti!
«Che diavolo vuoi?!» chiede, ma la voce tradisce una certa incertezza, come se non le dispiacesse restare lì dov’è. Devo cantare, cavolo!

«Ragazzina, dovresti trattare meglio i tuoi clienti.»
«Non sono i miei clienti» ribatte Beth, accalorandosi – cosa sta succedendo? «Sono i clienti di Carol. E poi sei tu che tratti male gli altri. Tratti male me» si corregge poi.

«Non sembrava dispiacerti.»

«Ma quando?» Beth si sente scoperta, così tira più forte il braccio e Daryl la lascia andare. «Mi è sempre dispiaciuto.»
«Ti dispiacerà» la corregge Daryl, aggrappandosi al suo bicchiere.
Carol sta ancora trattenendo la clientela, così lei si china appena verso di lui, puntandogli un dito contro.

«Ma che cosa vuoi da me?»
«Non sono io a volere qualcosa da te» dice lui. «Sei tu a volere qualcosa da me.»

Non dovrebbe voler continuare quella conversazione, ma – Dio! – non riesce ad andarsene. Incrocia le braccia al petto e lo guarda in segno di sfida.

«E che cosa vorrei? Sentiamo.»

Non serve che Daryl risponda, bastano i suoi occhi. E ciò che non dice.
Beth si sente avvampare sotto quell’accusa. Come fa a credere una cosa simile? Proprio lei, poi!

«Non sono innamorata di te.»
«Sì, invece.»

«Come fai a dirlo?»
Lui sembra pensarci un istante prima di rispondere. Ma Beth si prepara al suo sarcasmo – al suo sarcasmo idiota.

«Il cliente ha sempre ragione.»

Lei scoppia a ridergli in faccia – anche se non ci trova niente di divertente – afferra l’ultima tartina e gliela stampa sulla guancia.
«Goditela» sussurra, a denti stretti.

Prende la chitarra e raggiunge il centro della sala, voltandosi di scatto per essere sicura di non ritrovarsi preda della furia di Daryl. Ma è Carol quella contro cui finisce, buttandola sopra un tavolo.

«Carol! Mi dipiace!»
Ci risiamo! Mi ucciderà! Non mi lascerà cantare!

Ma il capo è così bevuto da cominciare a ridere – facendo una carezza al vecchio che si ritrova davanti.
«Ciao» dice, in tono dolce. «E tu chi sei?»
Beth mette il suo braccio intorno alle spalle e la accompagna verso il bancone. «È meglio se ti siedi.»

«Beth!» Stavolta il suo nome viene accompagnato da un sorriso. «Come sei carina, Beth… Quando ti ho assunta, l’ho fatto proprio per questo tuo bel musetto… Sapevo che li avresti fatti impazzire…»

«Qualcuno qui è ubriaco» dice Philip, innalzando il calice.
Già, pensa Beth. Proprio come te. Potreste stare insieme!

Gli occhi corrono a cercare Daryl, che si alza e la aiuta a far sedere Carol sulla sedia accanto a lui.
Le fa un cenno, come a dirle che la controllerà.
Così Beth torna al centro della sala, afferra la chitarra e… No, non di nuovo.
Shawn entra dalla porta principale, e lei è di nuovo costretta a fermarsi. Finirà per non suonare nemmeno l’ultimo dell’anno!

«Che ci fai qui?»
«Puoi chiedere un permesso speciale? Dovresti tornare a casa con me in anticipo, Beth…»
«Perché?»

Shawn la raggiunge, le toglie la chitarra dalle mani – toglie-la-chitarra-toglie-la-chitarra-no-no-no-no – e la prende per un braccio.

«A Maggie serve aiuto per la festa di stasera. Mi ha mandato a prenderti.»
«Non poteva telefonare?»

Già! Beth immagina perché abbia preferito mandare suo fratello!
Tanto che gli occhi di Shawn si posano sui suoi in modo eloquente. «Dopo Natale? Dovevi aspettartelo, Beth.»
Lei solleva gli occhi al cielo – Dio, ma come fanno a trattarla tutti così? – e porta le mani ai fianchi.

«Queste persone aspettano una canzone. Non puoi aspettare?»
Shawn, di nuovo, la guarda. «Davvero vuoi far attendere Maggie?» mormora, facendo un cenno verso Daryl – non certo per salutarlo. «Sei disposta a prendertene la responsabilità?»
No. È ovvio che non sia pronta!

«Senti… è questione di pochi minuti… Dieci al massimo.»
«Ripeto: sei disposta a prendertene la responsabilità? Un bicchierino non mi dispiacerebbe.»
Beth volta il capo verso Carol, come a dirgli che ne dovrà parlare con lei. Si avvia verso il capo, e la sente parlare.

«Ehi, Daryl… cos’hai sulla faccia?» ride Carol, stendendosi sul bancone con busto e braccia. «Sembri pulito.»

A Daryl va di traverso… qualsiasi cosa si trovi nella sua bocca in quel momento, e Beth trattiene una risatina.
Dio, meno male che è ubriaca!
Già, perché normalmente Carol l’avrebbe presa per i piedi e appesa al lampadario più alto!

«Ehm… Carol» chiama Beth, facendo cenno a Shawn di avvicinarsi. Sente gli occhi di Daryl addosso e solleva il mento. «Ti dispiace se vado via prima? Mia sorella ha bisogno di me per…»
Il capo la interrompe subito, alzando un braccio in alto – ma non sembra molto stabile, tanto che sia Beth che Shawn fanno un passo indietro – e guardando il soffitto.

«Mai far aspettare una sorella.»
Già, soprattutto se si tratta di Maggie!
Lei scuote la coda, chiedendosi se il capo ricorderà di averle dato il permesso – senza toglierle la paga, si intende!

«Quindi posso andare?»

Carol sembra accorgersi solo in quel momento della presenza di Daryl. Lo guarda, lo studia e lo osserva per un po’, aggrottando la fronte.
Che si sia già scordata di avergli appena rivolto la parola?

«Daryl» dice, tenendosi al bancone per darsi la spinta verso di lui.
Beth lo vede trarsi indietro, di pochissimo, ma quel tanto che basta a farle capire che non vuole, qualsiasi cosa voglia fare o dire Carol.

«Ehm, Carol?» la chiama lei.
«Dobbiamo andare, Beth» ripete Shawn, guardando l’ora. «Maggie.»
Un nome che la fa scattare. «Carol!» grida, ma il capo sembra diventato sordo.
Daryl guarda Beth, Beth guarda Daryl – arrossendo – Carol guarda Daryl e Shawn guarda Beth.

«Sai, Daryl» riprende il capo, attirando l’attenzione degli altri tre. «Credo sia l’ultimo giorno dell’anno.»
Già. Crede. Beth non ricorda di averla mai vista così fuori.

«Bisogna festeggiare» riprende Carol, allungando le braccia intorno al collo di Daryl. Lui sembra stranito, ma niente, niente in confronto a Beth quando vede il Capo chinarsi su di lui e baciarlo.
Uccidetemi. Vi prego.

n
 

Note dell’autrice:

Rieccoci! Scusate il ritardo, è stata una settimana abbastanza piena, tant’è che il capitolo è più breve del precedente.
Vorrei ribadire una cosa: adoro Carol (lo giuro, Vostro Onore!), ma spingerla ai limiti mi piace! Che posso farci?
Grazie a chi è ancora qui!
Celtica

P.S.: finalmente siamo giunti al prompt di Relie e, non per dire, ma è stato quello scambio di battute a decidere il tono ironico della storia. Quindi, di nuovo, grazie.
P.S.2: Cre, manchi.

   
 
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