Anime & Manga > Yuri on Ice
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Autore: miciaSissi    22/01/2017    7 recensioni
I campionati del mondo erano imminenti, e Londra si era riempita di fans del pattinaggio artistico, nonché dei pattinatori e dei loro allenatori al seguito.
Quel giorno Victor aveva deciso di passarlo da turisti, per far riposare sia fisicamente che mentalmente Yuri; così si erano avviati, nel freddo pungente di dicembre, verso l’interno di Hyde Park, a passeggiare… ma Yuri non avrebbe mai indovinato dove il suo compagno lo avrebbe trascinato…
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTA: questa storiella mi è venuta in mente durante le feste natalizie…volevo descrivere un momento “normale” della vita di Victor e Yuri, ma tanto normale non è venuto fuori…
Buona lettura!



London… on ice!


I campionati del mondo erano imminenti, e Londra si era riempita di fans del pattinaggio artistico, nonché dei pattinatori e di loro allenatori al seguito.
Era metà dicembre del 2017, Victor e Yuri erano arrivati da pochi giorni nella capitale inglese, per allenarsi e abituarsi alla pista del palazzetto del ghiaccio, in attesa dell’inizio delle gare. Quel giorno Victor aveva deciso di passarlo da turisti, per far riposare sia fisicamente che mentalmente Yuri; così si erano avviati, nel freddo pungente di dicembre, verso l’interno di Hyde Park, a passeggiare. Yuri si lamentava del freddo, mentre per il russo era piacevole quella temperatura che definiva “tiepida”. Yuri era infagottato in una pesante giacca a vento, guanti, una sciarpa di lana e un cappello con un vistoso pompom. A Victor bastava un cappotto lungo fino alle ginocchia, che teneva tra l’altro slacciato, e una leggera sciarpa al collo.
Nel grande parco londinese era sorto un “villaggio di Natale”, come se ne vedevano spuntare in dicembre in varie città europee, con tanto di luna park e bancarelle varie. Victor era entusiasta di visitarlo, mentre Yuri brontolava che faceva freddo e che quel tipo di attrazioni non gli erano mai piaciute. Fin da bambino Yuri non aveva mai amato molto il luna park, perché il suo carattere schivo e timido mal si conciliava con lo schiamazzare di genitori e figli sulle varie giostre, e si era spesso sentito a disagio. Ma Victor, in quella confusione urlante, ci sguazzava come un pesce nell’acqua.
Trascinò il riluttante compagno a visitare varie bancarelle che vendevano cibo, e a provare alcuni giochi al luna park, vincendo un paio di peluche che assomigliavano al suo cane. Sembrava un bambino divertito, e alla fine Yuri trovò quasi piacevole passare quel momento spensierato al suo fianco. Spesso gli bastava stargli vicino per sentirsi felice, così sorrise a Victor quando lui vinse il terzo peluche al tiro a segno.
Voltandosi Victor vide un venditore di zucchero filato, e vi trascinò Yuri, con le braccia occupate dai suoi peluche, vicino alla grossa macchina rotante che produceva fili bianchi e invitanti.
- Victor, non vorrai mangiare anche quello? – Esclamò Yuri, mentre il compagno fissava compiaciuto il dolce che si stava formando. Victor aveva già mangiato un hot dog e delle patatine fritte col ketchup, e adesso voleva anche lo zucchero filato… Yuri pensò che, se avesse mangiato e bevuto come lui, avrebbe dovuto fare il lottatore di Sumo invece che il pattinatore artistico. Ma Victor aveva un metabolismo tale da non ingrassare di un etto neanche se si mangiava un bue intero, sembrava che nulla potesse scalfire il suo fisico tonico e perfetto.
- Due porzioni, grazie! – Chiese Victor al venditore, sventolando due sterline nella mano.
- No, io non lo mangio – protestò Yuri – devo seguire strettamente la mia dieta, il medico sportivo mi ha vietato qualsiasi tipo di dolce – continuò, deciso.
Victor ignorò la sua protesta e pagò, afferrando i due dolci e porgendogliene uno – ti do’ io il permesso. Domani basterà fare una mezz’ora in più di allenamento e nessuno si accorgerà che hai sgarrato – rispose sorridendo.
Yuri si cacciò a fatica i tre peluche sotto a un braccio e con la mano liberata prese il bastoncino con lo zucchero filato, mentre Victor addentava il suo, compiaciuto.
Una piacevole musica arrivò alle loro orecchie, insieme a un vociare divertito. Yuri non ci fece caso, concentrato a staccare i pezzi appiccicosi di zucchero dal bastoncino, senza far cadere i peluche, mentre Victor si voltava per ascoltare.
- Ecco dove andremo adesso! – Esclamò, afferrando il compagno e facendolo girare.
Yuri restò a bocca aperta – non dirai sul serio..? - Rispose, con lo zucchero filato appiccicato alla mano e gli occhi sgranati dietro agli occhiali.
Victor rise – così smaltirai subito il dolce! – Esclamò, ironico. Lo prese per il gomito e iniziò a trascinarlo con sé.
- Vic… Victor, ma no! – Si lamentò Yuri – non possiamo…ma… -
Victor rise di più – ci divertiremo come matti! –




La pista di pattinaggio sul ghiaccio all’aperto era gremita di gente, bambini e giovani che si divertivano a camminare, cadere e cercare di percorrerla stando in piedi. Era lunga più di cento metri e larga cinquanta, con la musica ad alto volume che accompagnava i pattinatori improvvisati.
- Visto che bella pista? – Continuò Victor, guardando divertito gli occupanti che tentavano di pattinare – così domani mattina non ci svegliamo prima per farti smaltire lo zucchero filato! – Finì, continuando a mangiare il suo dolce.
- Se lo butto via possiamo evitare questo? – Disse Yuri, indicando un cestino.
- E perché mai? Non ti piace? Avanti, finiscilo e andiamo a noleggiare i pattini, sarà divertente! – Rise Victor – non ci capiterà più di pattinare per divertimento! –
- Ma io pattino per divertimento – rincarò Yuri, cercando di convincerlo, ma Victor finì il suo dolce e lo trascinò verso la piccola casetta dove c’era il noleggio dei pattini.
Andò alla cassa e pagò per due persone; la giovane cassiera si accorse che era straniero, nonostante l’inglese perfetto che parlava, e si accorse anche che aveva due fantastici occhi azzurri, le spalle larghe e un sorriso disarmante – sei straniero? – Cinguettò, mentre gli porgeva i due scontrini.
Yuri alzò gli occhi al cielo accorgendosi di come la ragazza fissava il suo bel compagno.
Victor sfoderò il suo miglior sorriso – sì, sono russo – rispose.
La ragazza si sporse verso di lui, appoggiando i gomiti al bancone – davvero? E come ti chiami? –
Yuri a quel punto intervenne e gli prese i due biglietti dalle mani – vado a prendere i pattini, vieni con me? –
La cassiera continuò a fissare Victor – ah, il tuo amico è anche lui straniero, è cinese? –
- No, è giapponese – spiegò Victor.
Si staccò dalla cassa senza rivelare il suo nome, e raggiunse Yuri verso la zona del noleggio. Mentre ritirava la coppia di pattini, Yuri si accorse di alcuni cartelloni pubblicitari appesi alle pareti: pubblicizzavano gli imminenti mondiali di pattinaggio artistico, con tanto di foto di Victor in primo piano e mentre eseguiva un suo esercizio. Ci mancava solo che venisse riconosciuto da qualcuno…
- Guarda là – disse Yuri, indicando con la testa la parete alla loro destra.
Victor prese i pattini e si voltò, ritrovandosi faccia a faccia con se stesso. Istintivamente si alzò il bordo della sciarpa per coprire la bocca, poi afferrò il cappello di Yuri – prestamelo, non si sa mai – finì calcandoselo sui capelli biondi – comunque quei cartelloni sono sbagliati, ci doveva essere la tua, di faccia, io non gareggio – commentò, leggendo la pubblicità del mondiale.
Yuri ridacchiò – eh, mai io non sono mai stato campione del mondo … e se ti riconoscono io mi defilo! Dirò che non ti conosco…- scherzò.
Si sedettero sulle panchine lì vicino per infilare i pattini, mentre Yuri borbottava che se lo avesse saputo avrebbe portato i suoi.
La cassiera di prima si fermò davanti a Victor e si abbassò sulle gambe – ti posso aiutare ad allacciare i pattini? – Chiese, con lo stesso sguardo interessato di prima.
- Ah, no, grazie, aiuta il mio amico – rispose, nascondendo il sorriso nella sciarpa.
La giovane, un po’ delusa, si spostò verso Yuri – ciao, posso aiutarti? Parli inglese? –
Yuri alzò la testa, con i lacci di un pattino in mano – Eh? Sì, cioè no…no, non mi serve aiuto e sì, parlo inglese – rispose, mentre sentiva Victor ridacchiare.
La giovane si allontanò, avvicinandosi a una collega dietro al bancone del noleggio. Yuri notò che parlottavano tra loro, indicando Victor, e che l’altra ragazza sembrava fissare il suo uomo e il cartellone pubblicitario. Era meglio sbrigarsi e uscire subito sulla pista. Si alzò e camminando sulle lame chiese alle due di tenergli i peluche, poi disse a Victor di uscire velocemente.
- Però, che equilibrio! – Notò una delle due ragazze verso l’altra, vedendo che i due stranieri camminavano normalmente sui pattini, a differenza dei soliti clienti che arrancavano per non cadere.
- Mi sa che ho ragione io, sai? – Rispose quella che stava guardando Victor e i cartelloni.
Quando Yuri e Victor arrivarono sul ciglio dell’uscita , che portava direttamente sulla pista, Yuri si fermò a guardare costernato la moltitudine di persone di ogni età che scorrazzava sul ghiaccio; era abituato a trovarsi davanti la pista vuota e avere la gente sugli spalti che urlava alla fine dell’esibizione, qui sembrava il contrario. Tutti in pista e urla continue. Victor sorrise – buttiamoci! – Lo esortò.
Entrarono sulla pista e iniziarono a girare lì vicino, seguendo il flusso continuo dei pattinatori improvvisati. Victor incrociò le braccia sul petto, divertito, muovendo appena le lunghe gambe e scivolando facilmente sul ghiaccio un po’ rovinato; Yuri era al suo fianco, sperando che nessuno gli cadesse addosso, visto l’incapacità di molti. Qualche sguardo si posò sui due nuovi pattinatori che spiccavano tra la folla, dati i movimenti fluidi e perfetti rispetto al resto degli occupanti della pista.
Yuri si guardò attorno, pattinare all’aperto in un parco non era poi così spiacevole come gli era sembrato; certo, era molto strano, ma iniziò a capire quello che il suo compagno voleva fargli provare… ritrovare il piacere di pattinare sotto al cielo, in incognito, senza dover dimostrare nulla o senza dover ripetere allo sfinimento un salto venuto male. Del resto pattinare era la loro più grande passione, e Victor sembrava godersi quel momento al suo fianco. Lì erano solo Yuri e Victor, e stavano facendo una cosa che entrambi adoravano.
Si girò verso di lui e gli prese una mano tra la propria, stringendola.
- Ti amo, campione – gli mormorò in giapponese, per non farsi capire dalla folla attorno.
- Ti amo, porcellino mio – rispose Victor in russo, sorridendo sotto la sciarpa che gli copriva la bocca.
Yuri lo sorpassò e pattinò all’indietro, davanti a lui, per guardarlo in viso e ammirarlo, con le gote arrossate dal freddo. Anche Victor lo fissò per un momento, mentre si muovevano sul ghiaccio, gli sguardi incatenati l’uno nell’altro. Victor lo trovò terribilmente sexy, coi capelli scuri mossi dal leggero vento, gli occhi a mandorla dolci e belli dietro agli occhiali.
- Non strafare, o si accorgeranno di noi… - gli suggerì Victor, visto che quella mossa precisa e difficile di Yuri, che continuava a pattinare all’indietro stando davanti a lui, fu notata da molti lì attorno.
Yuri tornò al suo fianco e Victor si tolse il cappello, ridandoglielo – tienilo tu, io non ho freddo – disse mettendoglielo in testa – e poi sei bellissimo con quel pompom! – Rise, fissandolo.
Ma un attimo dopo Victor vide il compagno portarsi le mani alla gola, e sbilanciarsi indietro; un ragazzino, per evitare di cadere, si era aggrappato con entrambe le mani ai due lembi della sua sciarpa che gli penzolavano sulla schiena. Victor cercò di tenerlo, ma il ragazzino rovinò a terra trascinando Yuri con sé. In contemporanea due amiche pattinatrici inesperte, non riuscendo a frenare e tenendosi per mano, andarono addosso a Victor facendolo cadere a sua volta sopra Yuri e il ragazzino, entrambi sul ghiaccio.
Victor scoppiò a ridere, districandosi dal groviglio di braccia e gambe, pattini, sciarpe e cappelli in cui erano finiti. Si rialzò insieme a Yuri e aiutò i tre giovanissimi a fare altrettanto, mentre quelli si scusavano e si pulivano i vestiti dal ghiaccio.
- Ti avevo detto che ci saremmo divertiti – disse verso Yuri, strizzandogli l’occhio.
Yuri si massaggiò la gola dolorante – io per poco non soffoco – rispose, allacciandosi i lembi della sciarpa sul petto, per evitare di ripetere lo spiacevole episodio. Aveva il cappello di traverso e Victor glielo aggiustò, sempre divertito e sorridente.
Ripresero a pattinare attorniati dalla folla urlante e cadente, quando Yuri notò una bambina sui dieci anni la quale, aggrappata alla staccionata, e in ginocchio sul ghiaccio, non riusciva a rialzarsi. La madre la incitava, cercando di aiutarla stando fuori dalla pista, ma la piccola stava per scoppiare a piangere. Yuri non ci pensò due volte, le si avvicinò e chiese se aveva bisogno di aiuto e se si era fatta male.
- Ah, grazie, la aiuta lei? – Disse la madre.
- Certo – rispose Yuri, abbassandosi in modo da avere il viso vicino a quello piangente della bambina – dammi le mani, ti aiuto io ad alzarti, va bene? Non avere paura –
La bambina si asciugò le lacrime con una mano fredda, poi si decise a staccarsi dalla staccionata e a fare come Yuri diceva. Lui la sorresse tenendola per le braccia, mentre lei scivolava sul ghiaccio divaricando troppo i piedi e non facendo aderire bene le lame alla superficie. Yuri le spiegò come doveva fare per stare meglio in piedi, tenendola per le mani e facendole vedere i passi giusti. La madre della bambina la incitava e ringraziava Yuri in contemporanea, felice di vedere la figlia muovere i passi giusti sul ghiaccio.
Victor si era fermato contro la staccionata, e guardava Yuri divertito, sorridendo tra sé sotto la sciarpa che gli copriva la bocca. Ma non fu il solo ad accorgersi del gesto di Yuri. Un giovane, con la divisa che portava il nome della società gestore della pista all’aperto, e con la scritta “sorveglianza” sul petto, avvicinò Yuri, il quale aveva appena lasciato la bambina che cercava di scorrazzare felice, dopo le sue giuste raccomandazioni.
- Ciao, ti vedo molto esperto di pattinaggio – gli disse, fermandosi davanti a lui.
- Eh? Ah, sì, pattino da tanti anni – rispose Yuri.
- Perché non vieni a insegnare alla nostra scuola di pattinaggio? Io sono Greg, sono un istruttore, e mi sembra che tu abbia la stoffa giusta… - continuò, porgendogli un bigliettino da visita con le insegne della scuola di pattinaggio.
Victor rise divertito a sentire quelle parole, mentre Yuri farfugliava – ah, no, no… non ho tempo, e poi abito a San Pietroburgo, non sono di Londra - si giustificò.
Si tolse gli occhiali che erano rimasti sporchi di ghiaccio per pulirli, e Greg a quel punto lo osservò meglio.
- Sai che hai un viso che mi ricorda qualcuno? – Disse, scrutandolo.
Yuri si rimise subito gli occhiali; se Greg era un istruttore di pattinaggio, e quindi un appassionato di quello sport, era probabile che conoscesse il suo viso e… anche quello di Victor, pensò Yuri… soprattutto quello di Victor…
- Ti sbagli, non ti ho mai visto – rispose, tirandosi meglio il cappello di lana sui capelli.
- Sei giapponese? – Chiese l’altro, come se non avesse sentito.
- Eh? Sì, io…-
- Yuri Katsuki! – Esclamò Greg, felice – tu sei Yuri Katsuki! Sei qui per i campionati del mondo, giusto? –
Yuri negò con le mani – no, no, mi scambi per un altro… -
Ma Greg si voltò alla ricerca di qualcun’ altro, e vide Victor appoggiato lì vicino. Se c’era Yuri Katsuki voleva dire che anche il suo allenatore doveva essere lì.
Greg impallidì quando vide il campione russo, e lo riconobbe all’istante nonostante la sciarpa a coprirgli il mento e la bocca – Victor Nikiforovvvvvv!!!! – Urlò, sovrastando il chiacchiericcio assordante dei pattinatori. Si portò le mani sul viso e lo guardò con occhi sgranati.
Victor restò spiazzato per un attimo, mentre Yuri scuoteva la testa, sconsolato. Ecco, adesso lo avevano riconosciuto…
- Oh, non ci posso credere! Non ci posso credereeeee!!!! – Urlava Greg, guardando Victor con gli occhi fuori dalle orbite – Victor Nikiforov qui!! Non ci credo, non ci credooooo!!!! –
Le sue urla e il suo entusiasmo iniziarono ad attirare sia gli sguardi dei pattinatori che quelli degli altri addetti alla sorveglianza, che arrivarono pattinando velocemente verso di loro.
Yuri alzò gli occhi al cielo, addio mezza giornata libera a divertirsi…in un attimo furono circondati dai cinque assistenti, e di conseguenza anche la folla si fermò a guardare cosa succedeva attorno all’alto e biondissimo pattinatore. Greg iniziò a dire a tutti della presenza di Victor, e gli chiese di potergli stringere la mano. Victor acconsentì, e in un attimo tutti gli altri assistenti vollero fare lo stesso, poi Greg tirò subito fuori un piccolo blocknotes e una penna – ti prego, un autografo, o svengo! – Lo implorò.
Victor prese penna e foglio e firmò, ma quel gesto scatenò gli altri attorno.
Un vociare confuso di: – ma chi è? Un attore? Uno sportivo? – Si alzò dalla pista.
Yuri si appoggiò alla staccionata, mentre Victor veniva circondato dalla folla.
- E’ Victor Nikiforov! – Urlava Greg, indicando il grosso cartellone pubblicitario dei mondiali appeso sul lato della casetta del noleggio pattini – il campione del mondo! –
Nel giro di pochissimi minuti tutti vollero vedere il campione mondiale e farsi fare un autografo, anche quelli che avevano messo i pattini per la prima volta. Victor rideva e stringeva mani, firmava autografi e si faceva fotografare con chi voleva, come se quella fosse la cosa più normale del mondo.
Yuri lo osservava, Victor era un “animale da palcoscenico”, sulla pista di pattinaggio e tra la folla era sempre a suo agio. Yuri sapeva che il suo successo mediatico non era dovuto solo alla sua bravura nel pattinare, ma anche alla sua simpatia, al suo sorriso, alla sua disponibilità e anche alla sua bellezza. Perché, con gli occhi ridenti e il sorriso sulle labbra, mentre lo acclamavano anche dei semplici pattinatori improvvisati, era l’uomo più bello e desiderabile del mondo, e lui sentì come non mai di amarlo profondamente.
Mentre la bagarre infuriava attorno a Victor, le due ragazze del noleggio, che avevano visto sia lui che Yuri poco prima, uscirono dalla casetta a osservare quello che succedeva. Si avvicinarono, camminando lungo la staccionata, alla folla radunata attorno a Victor, cercando di capire chi fosse.
Un loro collega le vide e si avvicinò – c’è Victor Nikiforov, è incredibile!!! – Spiegò.
Una delle due guardò la collega – ti avevo detto che il biondone era il tipo sul cartellone pubblicitario… - le ricordò.
- Ah… e chi sarebbe? – Rispose l’altra, quella che aveva fatto il filo a Victor alla cassa.
La collega prese il cellulare e digitò “Victor Nikiforov” su Internet, e scorse un sito dove c’era la lista delle sue vittorie. Poi fischiò e mostrò la foto alla collega – il nostro cliente è una specie di leggenda vivente, cinque volte campione del mondo di pattinaggio artistico… - spiegò, esterrefatta.
L’altra ragazza guardò la foto sul cellulare, poi scoppiò a ridere quasi istericamente.
- Be’? Cosa c’è da ridere? – Chiese la collega, col cellulare a mezz’aria.
La giovane la guardò, cercando di trattenere il riso – gli ho chiesto se aveva bisogno di aiuto per allacciarsi i pattini!!!! -




 FINE




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Questa storia è stata scritta senza scopo di lucro. Qualsiasi cosa inventata in questa fic sono copyright dell'autrice e pertanto ne è vietata la sua riproduzione totale o parziale sotto ogni sua forma; il divieto si estende a nomi, citazioni, estratti e quant'altro sia frutto della sua immaginazione. Non ne è ammessa la citazione né qui né altrove, a meno che non sia stata autorizzata tramite permesso scritto della stessa autrice. Questi personaggi non mi appartengono ma sono di proprietà di Mitsurō Kubo, Sayo Yamamoto.
  
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