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Autore: MadogV    23/01/2017    3 recensioni
Mi sono sempre fatto una domanda ( che troverete alla fine della storia) e mi sono voluto dare una risposta.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Batman, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima Metropolis, poi Central City e, infine, era tornato lì da dove era partito, o meglio, era scappato: Gotham City, la tentacolare metropoli che non dorme mai, dove il pericolo si annida non già tra vicoli stagnanti, ma in giganteschi grattacieli, rigurgitanti ogni malvagità che mente umana possa immaginare e anche oltre ciò.

Tornava a casa e camminava lentamente rallentato dal vento contrario, dalla vecchiaia e dalla stanchezza, la stanchezza di lottare contro un nemico invincibile, inarrestabile.

Poi ristette, fiutò l’aria, ma prima di poter estrarre la pistola, se lo vide spuntare dal buio di un vicolo.

L’uomo sembrava un povero disperato, con tutte le intenzioni di volerlo rapinare.

Tutto il suo apparire: il viso magro, scarnificato, la barba sfatta, il cappello cencioso, gli abiti dismessi, il puzzo di piscio e vomito, il parlare sconnesso, forse in preda ai fumi dell’alcool e di qualche sostanza stupefacente, denotava un povero disperato vero e proprio, ma ad un occhio attento c’era un particolare fuori posto-le scarpe, quelle erano scarpe da ginnastica di pregevole fattura.

Il povero disperato (finto) si accorse dell’errore e sorrise:” Mi sono tradito- disse, con un tono di cortesia- Ormai non serve più fingere.”

Il diretto interessato sorrise, si pulì gli occhiali e arricciò il naso baffuto, ma quando si gettò contro l’avversario per disarmarlo, fu violentemente colpito alla testa dal calcio della pistola.

“Vecchio pazzo rudere, ora muori! “

L’uomo si alzò, sarebbe morto in piedi, piuttosto che vivere in ginocchio.

Ma mentre il finto barbone gli puntava la sua pistola (matrice abrasa), udì come un frullio di ali e qualcosa di nero gli passo di fianco; poi vide il suo aggressore accasciarsi, con qualcosa conficcato nella testa.

Si riprese dalla sorpresa e si avvicinò al cadavere e vide qual era il misterioso oggetto, che sfrecciandogli di fianco, si era, infine, infisso nel cranio del suo aggressore.

L’oggetto era un pezzo di ferro di un nero traslucido, la sua forma era quella di un pipistrello stilizzato.

“Batarang, lo chiamo Batarang.” Disse una voce cavernosa dietro di lui.

Si voltò in direzione della voce e si sforzò di non perdere la calma.

L’uomo che aveva parlato era imponente, non inquietante, ma comunque minaccioso; il volto era coperto da una maschera con le orecchie a punta, solo la bocca e la mascella squadrata e ben sbarbata erano visibili; indossava una tuta d’acrobata di un blu antracite, dei guanti neri con degli spuntoni sui polsi e nero era anche il mantello e il logo a forma di pipistrello sul petto, concludeva il tutto una cintura multitasche.

“Seguimi” Disse il misterioso soccorritore.

L’uomo dai folti baffi grigi era spaventato, ma in qualche modo si fece coraggio e lo seguì fino ad una piccola abitazione, in un vicolo dall’altra parte della strada, ove poco prima stava rischiando di morire.

Se non fosse stato per la luna, sarebbe stato buio, buio pesto.

L’interno dell’abitazione era fatiscente, povero, abbandonato, con un tanfo di umido e chiazze di marcio un po’ ovunque.

La stanza in cui entrarono aveva l’aria di essere stata un salone, di cui ora restavano le finestre rotte, un termosifone ossidato e un tavolo, a cui si sedettero.

Alla luce della candela, che il misterioso soccorritore aveva accesso, l’uomo si accorse del guizzare dei muscoli sotto quella tuta; doveva essersi allenato tanto.

I minuti passarono e passarono e passarono, poi l’uomo con i baffi ruppe il silenzio, chiedendo all’uomo mascherato chi fosse.

“Anni fa un innocente fu ucciso. Io sono il risultato di quelle azioni.” Rispose laconico

L’altro rimase perplesso e stava per chiedergli spiegazioni, ma l’uomo mascherato lo prevenne.

“Io sono il Bat-Man e tu sei James Gordon, commissario della polizia di questa città.”

James si sbalordì, che altro sapeva quel Bat-Man.

“Ho bisogno di te, commissario.”

“Di me?” Chiese sbalordito Gordon:” Sta scherzando, tu sei un coltellino svizzero ambulante, potresti sconfiggere un intero esercito di criminale da solo.”

“Entrambi abbiamo bisogno dell’altro. Da quanto è che gratti la superficie, che cerchi di rompere il muro di omertà e paura che assedia questa città? “

Gordon fece per rispondere, ma…

“Da un anno e più. Sono esattamente un anno e tre mesi che ti osservo, che osservo il tuo lavoro, il tuo disperato lavoro. Hai coraggio commissario, ma non ti basterà; ti serve qualcuno che quel muro, quel permafrost lo abbatta.”

“Se tu sei in grado di farlo, se tu puoi rompere il muro di omertà e paura di questa città, a che ti servo io?” Chiese Gordon

“Io ci provo. io lo rompo quel muro (e anche qualche ossa), ma ogni volta mi trovo solo. Ho bisogno, Jim, di qualcuno che puntelli il mio lavoro, che mantenga il mio lavoro in piedi, che impedisca al buco che ho creato di chiuderlo. Sono giovane è vero, ma verrà il tempo in cui non lo sarò più. Questa maschera non cela solo un’ideale, ma anche un uomo di carne e ossa e sappiamo, purtroppo, che carne e ossa si posso distruggere. Non posso continuare a forare un muro nel tentativo che frani, se poi i buchi che creo, si rimarginano. Non durerò in eterno.”

“Quindi?” Chiese Gordon, per nulla infastidito da quel diminutivo.

“Nel tuo distretto, commissario, non ci sono solo uomini corrotti, ma anche uomini impauriti, togli loro la paura e da loro la speranza, speranza che Gotham possa cambiare. Accendi una luce nella notte, fa capire loro che questa notte è così buia, perché sta arrivando l’alba.”

“Capisco-disse Gordon-quindi vuoi usare la paura per vincere la paura. Terrorizzare i malvagi e ridare la speranza e io ti servo come portavoce di questa speranza, come il teoforo che accende il sole.”

“Dovrai soffrire molto, te la senti?”

“Con le mie azioni e le mie parole ti aiuterò…sento che posso fidarmi di te.”

“Grazie.” E, il Bat-Man concluse:” Ti lascio due nomi, lì sul tavolo.” Soffiò sulla candela e disparve.

Gordon si avvicinò prese il foglietto e uscì.

Strada facendo lesse i due nomi (Oswald Cobblepot e Jack Napier) e sorrise: ora iniziava il vero lavoro.

 

La mia domanda era perché Batman sembra avere bisogno del commissario Gordon ( almeno nei fumetti che ho letto).

   
 
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