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Autore: flippednique    24/01/2017    6 recensioni
“ Voglio il divorzio. ”
Un turbinio di emozioni si susseguirono sul viso di Yuuri, passando dallo shock al dolore, dallo stupore alla sofferenza, dalla rabbia all’ira, per poi scostarsi definitivamente da Victor; raccolse la sua sciarpa e uscì di casa lasciando dietro di sé soltanto l’eco della porta sbattuta.
Quel “ Va bene. ”, suonò come una sentenza di morte.
In quel momento, Victor sentì di aver ricominciato a respirare.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Otabek Altin, Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Yuuri Katsuki
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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NdT: Salve a tutti! Questa fanfiction è stata tradotta da alittledisaster e yami jr (perdendo anche l'ultimo briciolo di sanità mentale che avevamo!) dall'originale "Our Love" di flippednique pubblicata su Archive of Our Own e che trovate qui. Questa storia ci ha emozionate così   tanto che abbiamo deciso di farla conoscere a chi è sfuggita :'D vi avvisiamo che per arrivare sane e salve fino alla fine dovrete munirvi di pacchetti di fazzoletti e di un buon autocontrollo... Buona lettura!
Un ringraziamento speciale al nostro team #WLVP per tutto il supporto!
NdA: Questa fanfiction è dedicata a tutti i membri dello "Yuri on Ice ⛸ Group!" Spero che vi piaccia XD


Capitolo 1: Rottura
Quando la gente pensa al nome Victor Nikiforov, lo associa immediatamente a quello di Katsuki Yuuri – o Yuuri Katsuki, per la precisione. Semplicemente, non si poteva pensare ad uno senza farsi venire in mente l’altro.
E a Victor questo faceva piacere.
E avevano ragione, poiché la loro storia d’amore non era cominciata come tutte le altre. Beh, sì, c’era stato il banchetto, ma poiché l’alcol lo aveva completamente cancellato, non poteva essere preso in considerazione.
Tuttavia, questo non fermò Phichit dal menzionarlo nel suo discorso da testimone suscitando l’ilarità degli invitati e facendo arrossire vistosamente Yuuri.
Victor era arrivato ad un punto della sua vita in cui si sentiva semplicemente… felice.
Per una volta, tutto stava girando per il verso giusto. Non avrebbe mai immaginato che un giorno avrebbe potuto fare ciò che amava, ovvero pattinare, con la persona che amava, Yuuri.
In più, quest’ultima lo spronava a dare il meglio di sé.
Egli era sempre stato convinto che una cosa escludesse l’altra. Anche Chris era scettico al riguardo, e più volte gli rammentava la sua fortuna sfacciata. Ogni volta che ciò accadeva, il pattinatore russo poteva solo fermarsi a guardare suo marito e meravigliarsi pensando a quanto fosse fortunato ad averlo accanto.
Ma questa fortuna sarebbe finita, prima o poi.
Era noto che i pattinatori cadessero spesso, e ciò era considerato come una sorta di rito di passaggio. Ma quel giorno, la sua fortuna gli aveva completamente voltato le spalle.
“ Victor, non… non muoverti! ”
Yuuri soccorse Victor come meglio poté, cercando di far rientrare l’osso nella gamba. Il fatto che nonostante la situazione fosse critica egli avesse la forza per rialzarsi e chiamare un’ambulanza era un chiaro segno della sua capacità di rimanere lucido.
Ormai, però, le conseguenze si sarebbero riversate in modo permanente sulla sua carriera.
Il pattinaggio artistico perde oggi una delle sue icone storiche. Dopo un grave incidente a due settimane dalla finale del Grand Prix che si svolgerà nella sua patria, Victor Nikiforov-Katsuki ha appena annunciato il suo ritiro. Questa parola lo aveva perseguitato fin da quando, all’età di 27 anni, si era preso una pausa per allenare. Certo, tutti abbiamo visto il suo grande ritorno in cui ha gareggiato affianco ai suoi protetti, Yuuri Katsuki e Yuri Plisetsky.
All’età di 31 anni, la sua carriera era ormai giunta alla fine e sia lui che il suo coach avevano annunciato che questa sarebbe stata la sua ultima stagione, un ultimo ballo sul ghiaccio, se così si vuol dire, con suo marito Yuuri Katsuki-Nikiforov. A causa delle attuali circostanze egli sarà impossibilitato a completare la sua ultima competizione per riprendersi da quella che i dottori hanno definito una rottura della tibia e dei legamenti. I fan che hanno visto il video dell’incidente hanno immediatamente notato che egli non aveva sbagliato un salto qualsiasi, ma quello che era considerato il suo segno distintivo: il Quadruplo Flip.

Victor non sapeva come reagire alle parole del giornalista, così cambiò canale, decidendo di non dare peso a nulla di tutto ciò. Gli sembrava strano come la sua vita gli fosse stata strappata dalle mani in una manciata di secondi, per un misero errore di calcolo.
Yuuri lo riempiva di premure, cieco di fronte al bisogno di Victor di pace e silenzio.
La sua intera permanenza in ospedale dopo l’operazione era stata piena di visite, tutte con delle buone intenzioni, ma per lui erano soffocanti, era successo di tutto in troppo poco tempo.
La sua ferita era ancora aperta, come se non fosse passato neanche un giorno da quando egli era caduto così rovinosamente sul ghiaccio.
Victor spense la TV e lanciò nervosamente il telecomando sulla poltrona al suo fianco, guardando con disgusto quella che sembrava essere la sua gamba; era così difficile dirlo, dato che era nascosta sotto tutto quel gesso. Bianco, bianco e ancora bianco.
Gli veniva voglia di spaccare tutto.
“ Victor ”, la mano di Yuuri era ora posata sopra la sua, i loro anelli brillavano alla luce della stanza, e ciò infastidiva Victor perché gli ricordavano il modo in cui le lame dei suoi pattini brillassero allo stesso modo sotto la luce dei riflettori.
Si gira dall’altra parte, si allontana, sempre di più, così tanto che un giorno Yuuri smette di provarci.
“ Io… porto Makkachin a fare una passeggiata, ok Vitya? Chiamami… se ti serve qualcosa… ”
Se Victor lo avesse guardato, si sarebbe sicuramente sentito in colpa vedendo le labbra di suo marito tremare a quelle parole, mentre i suoi occhi brillavano come se stesse sul punto di scoppiare in lacrime.
Ma non lo fece, ignorandoli entrambi mentre varcavano la porta di casa. Non li degnò nemmeno di uno sguardo quando sentì la porta chiudersi.
Passarono settimane, mesi, prima che potesse finalmente liberarsi dall’ingessatura. Il dottore affermò che era un vero e proprio miracolo che Victor fosse di nuovo in grado di camminare.
Suggerì inoltre di cominciare con piccoli passi e di non rimettersi sui pattini per almeno altri sei mesi.
Yuuri promise di tenere Victor lontano dal ghiaccio quanto più poteva; e se quest’ultimo si fosse preso un momento per guardare suo marito avrebbe notato che dietro il suo sorriso si celava una grande speranza.
Una volta, avrebbe potuto leggere i pensieri di Yuuri semplicemente guardandolo negli occhi. “ Stiamo meglio, Vitya? Andrà tutto bene, vero? Passo dopo passo lo supereremo insieme. Ti amo tanto. ”
Ma Victor era ormai sprofondato in un abisso che gli impediva di guardare di nuovo in alto. Sei mesi, aveva detto il dottore, sei mesi. Avrebbe dovuto aspettare tutto quel tempo.
Ma quando giunse il momento di ricongiungersi con la sua passione, di ritrovare il suo primo amore, le cose non andarono come tutti si aspettavano. Yuuri e gli altri fecero di tutto per convincerlo a riprovarci. Tuttavia, impararono a loro spese che forzarlo era inutile.
Yuuri, come ultima spiaggia, decise di lasciare il pattinaggio, convinto che questo avrebbe reso Victor ansioso di ritornare, ma ottenne l’effetto contrario: “ Basta. Non dirmi che capisci come mi sento. Non hai idea di come sia frustrante starsene seduti a non far niente per quasi un anno, come una bambola di pezza da ammirare, da rigirarsi tra le mani, e da parlarci quando ne hai voglia. ”
Rabbia, claustrofobia, ansia, energia repressa, tutto ciò si riversò contro Yuuri come un fiume in piena. “ Continui a provare a farmi parlare, uscire, ma io non voglio, e per una volta vorrei che tu smettessi di essere così egoista. ”
“ Egoista? ” Yuuri balbettò, lasciando cadere la sciarpa che si stava mettendo al collo. “ Vuoi insinuare, dopo tutto questo tempo, che io sia egoista? ”
Sì, lo voglio ”.
Tre parole, le stesse che utilizzò per prenderlo come suo sposo, le stesse parole che li avevano legati per la vita. Adesso sembravano vuote, facevano male, pesavano come un macigno, che li stava trascinando sempre più giù.
Victor si leccò le labbra mentre girava nervosamente per la stanza: “ Non hai la più pallida idea di come io possa sentirmi. ”
 “ Ce l’avrei, se tu me ne parlassi. ” Yuuri rispose secco.
“ Guardati. Sei ancora in grado di pattinare. Quella porta non ti è stata sbattuta in faccia. Quella possibilità non ti è stata negata come è accaduto a me. ” Victor sputò fuori tutto ciò che si era tenuto dentro fino a quel momento, i suoi pensieri negativi fomentati da programmi spazzatura.
“ Hai abbandonato il pattinaggio quando avevi ancora così tanto da dare. Potevi ancora sorprendere. ”
“ Ma non è ciò che desidero. ” Yuuri mormorò senza fiato. Si passò la lingua sulle labbra mentre si avvicinava a Victor per poi ripensarci e lasciarsi cadere sul divano. “ Sappi che ho smesso per te. ”
“ No! ” gridò Victor puntandogli il dito contro. “ Non ti puoi ritirare al culmine della tua carriera solo perché ho avuto un incidente dandoti la scusa per tirarti fuori dalle competizioni. Hai preso questa decisione senza consultare me, il tuo coach, come se lo avessi fatto per il mio bene. ”
“ Hai ragione, hai ragione. Non l’ho fatto per il mio coach, ma per mio marito. ” Yuuri alzò la voce, rimettendosi in piedi e puntando il dito contro Victor. “ Non volevo continuare a pattinare e ogni giorno tornare a casa e trovarti sempre più depresso; ma non è cambiato nulla, vero? Le cose non vanno sempre nel modo in cui vorremmo, Victor. ”
“ E pensi che io volessi questo?” Victor questa volta indicò se stesso, e mosse qualche zoppicante verso Yuuri. “ Io volevo solo il meglio per te e per la tua carriera. Volevo che tu arrivassi molto più lontano di me. Volevo che tu vivessi il nostro sogno per entrambi. Invece, hai deciso di stare qui con me e diventare miserabile proprio come me. ”
Yuuri non disse nulla.
Victor si passo una mano sul viso, esausto. “ Non puoi essere felice senza il pattinaggio, Yuuri. Quando ti ho sposato, ho promesso che ti avrei reso l’uomo più felice del mondo, ma non mi aiuti se non sei sincero con te stesso. Hai preso questa decisione senza pensare minimamente a noi due. ”
“ Ma io ci ho pensato! ”
“ No, non l’hai fatto! ” Victor avrebbe sbattuto il piede per terra, se non fosse stato fragile come una canna di bambù. “ Non ti sei fermato a pensare che stavi abbandonando i tuoi sogni a causa mia e che ciò mi avrebbe reso colpevole? Non hai pensato che quando hai abbandonato quello che ti faceva sentire vivo, stavi uccidendo anche me? ”
Yuuri lo abbracciò e sentì Victor tremare sotto di sé. “ Quello che a me interessa è stare con te, Victor. Non mi serve il pattinaggio se ho te. ”
“ Questo lo pensi adesso, ma come ti sentirai quando realizzerai quanto hai perso in cambio di qualcosa per cui non ne vale minimamente la pena? ” chiese Victor a voce bassa. “ Non sono perfetto, Yuuri. Tu più di tutti dovresti sapere che ho i miei problemi e che non sono bravo ad affrontarli. Lo sai che per me il pattinaggio era tutto, e quando mi è stato portato via, mi sono sentito vuoto. Senza il pattinaggio non sono nulla. ”
A quelle parole, Yuuri lo strinse più forte e boccheggiò tentando di dire qualcosa, qualsiasi cosa.
Victor lo spinse via e lo guardò dritto negli occhi.
“ Voglio il divorzio. ”
Un turbinio di emozioni si susseguirono sul viso di Yuuri, passando dallo shock al dolore, dallo stupore alla sofferenza, dalla rabbia all’ira, per poi scostarsi definitivamente da Victor; raccolse la sua sciarpa e uscì di casa lasciando dietro di sé soltanto l’eco della porta sbattuta.
Quel “ Va bene. ”, suonò come una sentenza di morte.
In quel momento, Victor sentì di aver ricominciato a respirare.
I giorni diventarono settimane, e le settimane mesi; il suo tempo scorreva seguendo una fredda routine.
Ormai non vedeva più Yuuri nella loro casa. Al contrario, Yuri e Mila erano sempre più presenti. Da quando quei due andavano così d’accordo?
Un giorno arrivò anche Yakov, cupo in viso e col suo sguardo severo, come sempre, portando sotto braccio una busta. Essa conteneva le carte del divorzio.
Victor le firmò senza pensarci due volte.
Gli oggetti di Yuuri cominciarono a scomparire: Una cornice posata sul mobile vicino alle scale, un vaso comprato in Cina, alcuni dei DVD preferiti di Victor… andati.
Phichit ebbe la decenza di parlargli il giorno in cui raccattò le ultime cose di Yuuri. Esitò vicino alla porta, con una scatola sotto il braccio, dondolandosi nervosamente sui piedi: “ Spero che… spero che le cose tra di voi si sistemino. Faccio ancora il tifo per voi, Victor. ”
Victor lo ignorò.
Altri giorni si trasformarono in settimane, in mesi.
Compì un altro anno, ne aveva trentadue, adesso. I suoi amici gli organizzarono una festa, ma a lui non importava. Però c’era la vodka a tirarlo un po’ su.
Il giorno seguente aveva un mal di testa terribile, si sentiva il corpo prosciugato.
Arrancò fino in bagno, raggiunse l’armadietto dei medicinali e ingoiò alla cieca ciò che credeva fossero due Aspirine. È sul pavimento da un’ora, col respiro corto e debole.
 
“ Mi dica che cazzo è successo! Non prende antidepressivi, a meno che non sia riuscito ad ottenerli senza una prescrizione medica. ”
“ Temo che il Duramorph sia l’antidolorifico che il Signor Nikiforov usava durante la convalescenza. Ciò che più mi preoccupa è che voi gli abbiate offerto dell’alcol pur sapendo che faceva uso di medicinali. ” La dottoressa Adams scarabocchiò qualcosa sul suo taccuino, l’unico suono che si udiva era il bip costante dell’apparecchio che monitorava il battito del cuore di Victor.
“ Fisicamente è a posto, nonostante sia rimasto completamente fermo per un anno intero. Il tono muscolare sembra che stia pian piano ritornando. ”
“ Sì, andava in palestra. ” disse annuendo. “ Andare in palestra era per lui l’unica occasione per uscire di casa. Ci andavamo ogni due giorni; perciò conosco le sue condizioni fisiche. Mi chiedo che cosa stia succedendo dentro la sua testa. Perché è ancora addormentato? ”
La Dottoressa Adams alzò lo sguardo e lo fissò da dietro i suoi occhiali rotondi. Lo squadrò per un momento prima di mettere da parte il suo taccuino e portarsi una ciocca di capelli rossi dietro l’orecchio. “ Mi permetta di essere schietta, Signor Plisetsky. La situazione di Victor è sempre stata delicata. Sta attraversando un periodo di stress emotivo e debolezza muscolare dopo mesi di invalidità dalla quale si sta riprendendo bene ma ad un ritmo molto lento. Questo incidente con l’alcol e il Duramorph potrebbe essere un tentativo di suicidio. ”
Yuri, dopo averla ascoltata attentamente, scosse il capo. “ È fuori di testa? Non è un suicida. Conosco bene Victor e non farebbe mai niente del genere. ”
“ Quindi mi sta dicendo che sta entrando in coma permanente per un incidente? ”
La dottoressa Adams alzò un sopracciglio perplessa.
“ Sì, cazzo, è quello che sto dicendo. Dove si è cacciata la Dottoressa Mazuri? Lei è l’unica che può capire. ” Yuri si voltò e spalancò la porta gridando: “ Dove cazzo sta la dottoressa Mazuri? Qualcuno potrebbe chiamarla e portarla qui? Ho bisogno di qualcuno di cui mi possa fidare! ”
Un’infermiera fece cadere la sua cartelletta per lo spavento, ma dopo averlo riconosciuto, andò a cercare la dottoressa.
La Dottoressa Adams lo strattonò per un braccio facendolo rientrare nella stanza. “ Mi piacerebbe che lei non mettesse in discussione la mia professionalità, Signor Plisetsky. Risponderò a tutte le sue domande ed eviterò di farne a lei a meno che non sia necessario. È abbastanza? ”
“ Per ora. ” Yuri incrociò le braccia sul petto: “ Perché è in coma… permanente? ”
“ Non lo è ancora. ” La Dottoressa Adams lo corresse. “ Il Duramorph è un oppiaceo, ha un effetto sedativo, così come l’alcol. I due presi assieme amplificano il loro effetto. ”
“ Quindi dormirà fino a quando l’effetto non sarà svanito? ” – chiese Yuri.
“ Mi dispiace dirle che non è così semplice. ” La dottoressa si avvicinò al letto di Victor e gli toccò prima il petto e poi la testa. “ Nel momento in cui ha ingerito la prima pillola e subito dopo la seconda si è innescato un effetto sedativo: Il cuore ha cominciato a rallentare il battito, e il suo intero corpo non rispondeva più. Il suo cervello è stato a corto di ossigeno per molto tempo, abbastanza da fargli credere che non gli servisse più. ”
“ Ma… adesso sta respirando da solo. ” Yuri indicò la bocca di Victor, priva della mascherina per l’ossigeno.
La dottoressa gli rivolse un sorriso spento “ Sì, ma ciò non toglie la gravità della situazione; Il suo cervello crede che sia morto. Il recupero da una morte cerebrale è molto lento, Signor Plisetsky. Potrei prescrivere una TAC per esaminare l’attività cerebrale del paziente, in modo da darle informazioni più accurate. ”
“ Sì, lo faccia. ” Lo sguardo di Yuri si posò su Victor. “ Dottoressa? ” Il tuo tono improvvisamente esitante.
“ Sì? ” La dottoressa si fermò ad un passo dalla porta.
“ Può sentirmi? ” Yuri distolse lo sguardo da Victor per un momento e posò i suoi occhi verdi sulla donna: “ Se gli parlo, mi sente? ”
La dottoressa indugiò: “ Si dice che l’ultimo senso a spegnersi prima di morire sia quello dell’udito. Tentar non nuoce. ”
Yuri annuì e guardò la dottoressa lasciare la stanza, per poi abbassarsi verso l’orecchio
di Victor: “ Sei un emerito bastardo, hai idea di quante persone stai facendo soffrire? Svegliati, cazzo! ”
Egli stava ancora inveendo contro di lui quando l’altro Yuuri entrò nella stanza.
Del resto, come avrebbe potuto non presentarsi?
“ Alzati, razza di coglione! ”
A quel punto, Yuri venne trascinato via da Mila e Yakov, che erano arrivati contemporaneamente al giapponese. Quando il giovane si accorse della presenza di Yuuri, gli gridò: “ Perché cazzo ci hai messo così tanto? ”
Yuuri lo ignorò. Un suono dolceamaro uscì dalle sue labbra: “ Victor? ”
   
 
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