Una
supplica familiare risuona nella penombra di questa stanza, seguendo un
ritmo
dolente, eppure inevitabile, necessario.
Delle
mani affusolate e diafane si protendono languidamente a sfiorare il mio
volto,
appiglio per il fragile vuoto dell’anima.
E’ un desiderio
morboso, la ricerca disperata di un contatto che riallacci un legame
svanito da
tempo.
Un legame maledetto ma essenziale per questa ragazza.
E io cedo
davanti al suo dolore, di nuovo.
Seppure
libero, cedo.
Cedo
abbracciando il suo gracile corpo, accarezzando una guancia per
poi baciare le sue labbra delicate.
E’ questo
ormai il mio nuovo maleficio: pietà, compassione, amore
represso.
Note
dell'autrice
Questa
drabble è nata improvvisamente, dopo la lettura del 97
capitolo.
Credo sia una AkitoxKureno, ma non saprei dirlo con sicurezza; a volte
la musa
si capisce da sola^_^