Migliorvita
In cui
Ryoga riflette sul significato delle parole
Toc Toc
Toc Toc
Bussò il
viaggiatore distratto alla porta di quel piccolo allevamento tra le montagne.
Un uomo
anziano diffidente socchiuse la porta lasciando intravedere solo il suo naso adunco
dallo spiraglio.
La
stanza alle sue spalle era immersa in una semioscurità insolita per quell'ora
del giorno.
Il
vagabondo si
schiarì la voce. Aveva la bocca impastata e la punta delle orecchie in fiamme.
Con tono incerto chiese:
-Sono Ryoga Hibiki signore, si ricorda di me? Sono un amico di Akari; è in casa? -
-Oh
giovanotto. Mi dispiace ma Akari è passata a Migliorvita; se ti sbrighi fai ancora in tempo a
raggiungerla. -
Ryoga si sentì smarrito - in tutti i sensi del termine.
Il
signor Unryu fece un piccolo inchino con la testa e chiuse
delicatamente la porta frapponendola tra lui e l'eterno disperso.
Il
vecchio sedette sul suo vecchio divano usurato. Strinse il telecomando nella
sua mano tremolante e schiacciò PLAY.
Fuori un
urlo di straziante disperazione spaccò in due il cielo!
Pochi
minuti prima…
-Nonno
ho finito l'aloe per Katsunikishi.
Vado da “Migliorvita”
a comprarla. Vuoi qualcosa? Pillole ricostituenti, unguento per massaggi? – disse sorridendo la giovane Unryu piena di vita.