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Autore: Stainer98    26/01/2017    3 recensioni
|Fic ad OC| scadenza iscrizioni 17 febbraio |
"Evidentemente, come per lui era inimmaginabile vedere da vicino uno di "quella gente", anche per "quella gente" era un evento assai raro non vedere un tedesco in divisa e con un'arma a portata di mano."
"Il soldato chiuse impercettibilmente gli occhi neri, per non dover assistere a quello spettacolo: doveva diventare parte della sua routine, vedere la gente morire.
Qualche ora dopo, l'ora dei pasti, toccava a lui andare a controllare i detenuti.
Si passò nervosamente una mano tra i capelli castani: odiava veder soffrire la gente."
Genere: Angst, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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How to save a life
- prologo -


'and you pray God he hears you, and I pray God he hears you'


Berlino, 1942;
La città sembrava ancor più rumorosa e in delirio dopo gli annunci del Fuhrer; le leggi razziali erano ormai parte dell'intero paese. Non che i tedeschi avessero effettivamente qualcosa contro gli stranieri; si erano semplicemente lasciati trascinare dagli "ideali" di quell'uomo che era apparso in un momento critico per la Germania.
Alexander camminava a passo spedito verso la propria abitazione, che distava non troppo da quella stradina in cui si trovava.
I capelli corvini gli ricadevano sulla fronte delicatamente, accentuando  il suo sguardo di ghiaccio lievemente basso e rivolto a terra - anche se tutti gli ripetevano che avrebbe dovuto sempre guardare in avanti, in quanto tedesco.
Ricordandosene, alzò di poco gli occhi inespressivi ed essi si scontrarono contro la figura rude di un soldato in divisa. La scrutò per qualche attimo, come disgustato, rallentando di poco il passo; quella era l'entrata del ghetto ebraico, vi era sempre qualche soldato tedesco a fare la guardia in quanto quel posto abitato dagli "sporchi ebrei". Lì vicino - qualche metro più distante -, vi era una figura tremante e ricurva su sé stessa di una donna. Non sapeva dire quanti anni avesse, ma poteva facilmente immaginare quale genere di intimidazione aveva ricevuto. Minacciarli di morte il più delle volte bastava ad impedirgli di passare il valico tra razza ebrea ed ariana; percorse con lo sguardo la strada che sembrava esattamente come quella della via di casa sua, ed allora notò, poco più indietro della donna, una figura minuta e infreddolita, somigliava quasi ad un bambino. La percorse cercando gli occhi, come per associargli un'identità - anche se, dietro quel cartello che vietava ai tedeschi di entrare in quel posto, erano semplicemente tutti ebrei. Non avevano un nome o dei diritti, erano solamente "quegli ebrei".
Fu per un attimo e incontrò due paia di occhi verdi e scuri che lo fissavano di rimando; notava in essi la medesima curiosità da lui provata. Evidentemente, come per lui era inimmaginabile vedere da vicino uno di "quella gente", anche per "quella gente" era un evento assai raro non vedere un tedesco in divisa e con un'arma a portata di mano.
Dopo quel gioco di sguardi - che forse in fin dei conti era durato qualche secondo -, Alexander ripose una mano nella tasca del cappotto scuro e sorrise istintivamente malizioso senza saperne particolarmente il motivo; vide il diretto interessare prima imporporare lievemente e poi strabuzzare lievemente gli occhi e voltarsi di colpo di spalle, quasi spaventato. Di sguardi del genere, evidentemente, ne ricevevano anche troppi.


***

Varsavia, 1944;
Un ragazzo sedeva per terra, appoggiato al muro e le gambe distese in avanti.
Gli occhi erano chiusi e non si muoveva da qualche minuto.
Gli insetti già si lanciavano su quella carcassa fresca, mentre né i soldati né gli altri deportati parvero farci caso.
Era una routine, nel campo.
Era diventato normale, nel campo.
La maggior parte delle altre persone era occupata a lavorare nei campi, sorvegliata scrupolosamente dai soldati nazisti.
Uno di questi, in particolare, osservava lo spettacolo che gli si presentava davanti agli occhi con sguardo di circostanza, come se non volesse davvero essere lì.
Guardò con un velo di pietà e compassione una bimba di circa cinque anni venir scortata insieme alla madre in lacrime verso un forno crematorio. 
La bimba sorrideva : "Non piangere, mamma. Ci stanno portando via."
Era evidentemente troppo piccola per capire che la sua infanzia non sarebbe proseguita e con la tipica ingenuità infantile tentava di consolare la madre.
Il soldato chiuse impercettibilmente gli occhi neri, per non dover assistere a quello spettacolo: doveva diventare parte della sua routine, vedere la gente morire.
Qualche ora dopo, l'ora dei pasti, toccava a lui andare a controllare i detenuti.
Si passò nervosamente una mano tra i capelli castani: odiava veder soffrire la gente.
Fortunatamente, non parevano esserci problemi e girando per la struttura tutti gli parevano a posto.
Alla fine del suo giro lo sguardo gli cadde su un detenuto che stava lontano dagli altri e mangiava la sua razione di zuppa con non poca difficoltà.
Gli si avvicinò impercettibilmente, cercando di capire cosa non andasse.
-Perché non riesci a mangiare?- domandò, tenendo un tono duro, ma allo stesso tempo curioso.
Il ragazzo alzò il capo intimorito.
-Mi scusi, signore... io... io...- balbettò il detenuto, abbassando gli occhi chiari, nei quali l'azzurro e il verde si fondevano.
-Ti ho fatto una domanda.- replicò il soldato, continuando a fissarlo.
-Non ci vedo bene.- rispose l'altro, mantenendo gli occhi rivolti verso terra.
Il soldato fu sorpreso dalla semplicità di quella risposta e osservò meglio il ragazzo che aveva davanti: era davvero molto magro con grandi borse sotto agli occhi e gli faceva una gran pena.
Così si chinò e prese il piatto dalle ginocchia dell'altro, per poi cominciare ad imboccarlo.
L'altro ragazzo, sebbene fosse stupito, era talmente affamato che lo lasciò fare.
-Allora- disse il soldato tra un boccone e l'altro -Sei biondo. Hai gli occhi chiari. Sei pallido. Sembri un perfetto ariano. Perché sei qui?-
Aspettò che il biondo inghiottisse e attese una risposta.
-Mio padre... era contro la politica nazista.- disse sempre balbettando il ragazzo dagli occhi chiari.
Il soldato riprese ad imboccarlo, senza smettere di guardarlo.
Quando ebbe finito di nutrirlo gli chiese come si chiamasse.
-Sono il deportato numero 1417- rispose il biondo.
-Non ti ho chiesto il tuo numero. Ti ho chiesto il tuo nome.-
Il ragazzo fu molto sorpreso da quell'insolita domanda, ma, per non farlo arrabbiare, rispose sinceramente.
-Louis.-
Il soldato sorrise quando sentì una voce alle sue spalle 
-Soldato scelto Jace Hunt! Venga qui, dobbiamo parlare-






Angolo autrici: Salve! Siamo due folli ragazze che rubano l'account al fratello maggiore. Abbiamo deciso di scrivere questa fic ad OC in quanto ad una delle due è venuta un'illuminazione sentendo parlare il suo prof di religione. Comunque, il limite degli OC è di 10 (e vi sarà una selezione se le richieste supereranno il numero massimo) e sono da inviare entro il 10/02, salvo eventuali problemi. Inoltre, in questa fic è possibile far fidanzare un personaggio di Fairy Tail (ad eccezione di Sting e Rogue) con un OC; se vorrete questo personaggio dovrà essere indicato direttamente nella recensione - accettiamo anche tutti i tipi di coppia, che siano shonen ai, shoujo ai o het -. Le schede, però, dovranno essere inviate per messaggio privato e non nelle recensioni.
Di seguito la scheda:

Nome:
Cognome:
Nazionalità:
Età: (da 5 a 98)
Aspetto fisico:
Carattere:
Soldato, persona comune o deportato: [ragione per cui sarebbe un deportato]
Breve storia:
Ragazzo/a: [deportato, soldato o persona comune]
Fobie:
Hobby:
Altro:

*con persona comune intendiamo coloro che non vengono direttamente toccati dal tema della guerra, ma che vivono comunque nel disagio che essa provoca. Con deportati intendiamo ovviamente coloro che vengono portati nei campi (e non devono essere necessariamente ebrei), e con soldati intendiamo perlopiù i tedeschi, in quanto questa fic ambientata più che altro in Germania e Polonia, ma non mancheranno accenni alla situazione generale dell'intero mondo durante la guerra.

Speriamo che parteciperete in tanti! ^^

   
 
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