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Autore: aware    26/01/2017    1 recensioni
Ispirata ad un episodio successo veramente, ma lievemente alterato, è un racconto breve che cerca un'immedesimazione forzata attraverso l'uso della seconda persona singolare. Ti sentirai presa in causa;)
Dura poco, ma lascia il segno. O almeno a me l'ha lasciato e ho voluto liberarmi di un "peso" scrivendone.
Si tratta di un incontro con uno sconosciuto e di errori fatte troppe volte.
Primissima e ultima cosa probabilmente che scrivo, chiedo clemenza ahah
La punteggiatura frequente e i periodi brevi sono voluti per rallentare un po' la lettura
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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All’improvviso, silenzio. Hanno appena suonato l’ultima canzone, e ormai è finita. Ti svegli come da un sogno, non sei più avvolta dal torpore della folla, attorno a te non ci sono più corpi impregnati dal movimento che ti schermino dal freddo della notte. E ora ti rendi conto che è tardi, sei vestita troppo leggera per rimanere lì da sola, esposta ad una brezza glaciale. L’euforia della serata piano piano ti lascia e fai segno alla tua amica che è ora di andare.

Però un ragazzo, comparso da non sai dove, ha deciso che per voi non è ancora l’ora di incamminarsi. Approccia la tua amica, le solite presentazioni. In un certo senso sei sollevata, stasera è stato stancante. Già alcuni hanno tentato la sorte cercando di fare breccia nei tuoi occhi, ma come Icaro, sono caduti prima di raggiungere il sole.
Anzi, sei contenta. Ammirare la notte è più interessante di futili chiacchere con uno sconosciuto. Provi quel senso di pace che solo l’oscurità fiaccata dalle stelle può darti.

Ti coinvolgono. Proprio quando l’assenza di interazioni sociali non avrebbe potuto farti più piacere. Ti presti però, a quella giostra di diffidenza insita nei confronti di un estraneo. Metterlo in difficoltà, smascherare il suo gioco è l’unica cosa che ti tiene lì, in un campo con ancora poche luci per i pochi rimasti. Eppure... non ci riesci. Lui non dispera. Eri così immersa nella tua convinzione di spuntarla da non renderti conto del tempo passato a conversare con lui, lui apparso dal nulla, lui che ha turbato la tua quiete. Un fiume continuo di botta e risposta, di provocazioni e confronti, tant’è che non sai più cosa fare. Senti le tue braccia avvicinarsi dal freddo che ormai il tuo corpo fermo inizia a sentire. Non sai neanche che ora si sia fatta. Se sei lì da cinque o quaranta minuti.

Però non ti importa, hai cose più importanti a cui pensare. Come sconfiggerlo. O meglio. Come non lasciarlo vincere su di te. Uno come lui non può andare oltre la tua corazza. Le tue insicurezze. La tua astuzia. La tua solitudine. Non dare segni. Lui non ti interessa. Se capisce di non aver fatto colpo, andrà via. Sii solo sociale, il minimo livello. Conversazione. Niente di più.
Ecco. Finalmente. Si è accorto che è tardi. Che stavamo parlando da troppo. Che anche la tua amica se ne è stata in disparte e neanche si era notato nel turbinio delle vostre parole. Vi salutate. Non ti chiede molto, solo un nome. Che dai falso d’istinto. E ti allontani.

Soltanto dopo, nel silenzio della notte, accompagnata solo dal rumore dei tuoi passi e risate ebbre in lontananza... ripensi a quello che è successo. Emergono dettagli che prima avevi colto solo inconsciamente. Il suo sorriso spavaldo ma rassicurante. I suoi occhi gentili nella loro bellezza. Uno spirito che ti ha saputo coinvolgere e trattenere quando più avresti voluto andartene. Un’intesa tra voi due sconosciuti migliore di quella di due vecchi amanti. Silenzi rari e mai imbarazzanti. Poi ti rendi conto di quello che hai fatto.
Di nuovo il tuo timore per qualcosa che sarebbe potuto nascere ti ha ostacolato. Annebbiato la ragione. “Pazienza” mormori.
Sai, però, negli anfratti del poco senno rimastoti, che questa volta il tuo cuore non più vergine, ne soffrirà.
   
 
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