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Autore: Minori Kuscieda    27/01/2017    6 recensioni
Dal testo:
"L’ennesimo giocattolo era finito a terra, lontano due metri dal box da cui era stato lanciato, finendo ai piedi del tavolo da lavoro di un alquanto seccata Bulma."
Perchè la piccola di casa Brief, poco meno di un anno, non vuole più giocare con i consueti giochi da bambina? Che c'entrino qualcosa il fratello e, soprattutto, il padre?
Minori presenta Bra come non l'avete mai vista nè immaginata. Se siete curiosi, leggete.
Il prompt mi è stato "gentilmente" (TVB xD) consigliato da una mia amica, dopo averle chiesto aiuto sulla scelta di un argomento su cui scrivere.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bra, Bulma, Trunks, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AUTORE: Minori Kuscieda
LUNGHEZZA: OneShot (2013 parole)
PERSONAGGI: Bra, Bulma, Trunks, Vegeta
PROMPT: Giocattoli; Hello Kitty (ancora non ci credo)
RATING: Verde
GENERE: Slice Of Life
NOTE/AVVERTENZE: ///
 

Ciò che non ti aspetti da una bambina
 
CRASH!
L’ennesimo giocattolo era finito a terra, lontano due metri dal box da cui era stato lanciato, finendo ai piedi del tavolo da lavoro di un alquanto seccata Bulma.
La donna alzò lo sguardo dalla montagna di fogli scarabocchiati (eppure ben comprensibili per lei) e guardò l’oggetto, poi, alzando di poco la testa, puntò lo sguardo sulla piccola colpevole del misfatto. 
Inutile dire che il malcapitato cavalluccio di plastica scadente era finito in pezzi, ormai prossimo a finire nella busta dell’immondizia, assieme a molti altri suoi amici giocattoli.
<< Hai intenzione di farli fuori tutti? >> Senza aspettarsi una risposta, Bulma raggirò la scrivania e si avvicino alla bambina che, con non poca fatica, si alzò in piedi appoggiandosi con una manina paffutella al bordo del box mentre con l’altra reggeva una di quelle teiere dei set da thè giocattolo, molto probabilmente intenzionata a far finire pure quella nel paradiso dei giocattoli.
<< No Bra, basta adesso. >> Riuscì a fermarla appena in tempo, togliendole l’oggetto dalla manina e prendendola in braccio; la bambina si agitò, contenta di quel contatto, ed emise quei gorgoglii tipici dei bambini della sua tenera età.
<< Ma-ma. >> Balbettò, quando la madre poggiò le labbra sulla sua guancia con un gesto delicato
Bulma guardò l’orologio constatando che erano da poco passate le otto, e immaginò che sua madre si fosse appena messa ai fornelli per preparare la cena. Guardò i fogli sul tavolo, poi il giardino fuori dalla finestra, e sbuffò: ormai si era fatto buio, il sole era scomparso e i lampioni spenti durante il giorno si erano accesi per illuminare il giardino e il vialetto intorno alla casa a cupola. Constatò che era meglio andare ad aiutare in cucina, il lavoro l’avrebbe portato avanti il giorno dopo.
Sempre con la bambina in braccio si avvicinò ai pezzi del cavalluccio e li prese in mano, notando il sorrisetto orgoglioso che si dipinse sul volto della figlia non appena li vide.
La donna non potè far a meno di pensare che, nonostante l’aspetto simile al suo, il carattere era parecchio simile a quello del padre.
<< Sarà meglio andare di là, tesoro, è quasi ora di cena. >> Le disse, uscendo dal laboratorio e dirigendosi verso il lungo corridoio che l’avrebbe portata nell’ala principale della Capsule Corporation. 

Entrò in cucina, si avvicinò al bidone della spazzatura, lo aprì con l’apposita levetta usando il piede e vi gettò dentro i pezzi. 
<< Ne ha rotto un altro? >> Le chiese la signora Brief intenta a tagliare le verdure 
<< Esatto, il secondo della giornata, e l’ennesimo dell’ultima settimana. >>
<< Si vede che si diverte più a lanciarli che a giocarci tranquillamente. >> Si intromise il signor Brief che, entrato silenziosamente, si era seduto alla sedia del tavolo con un giornale in mano
<< Capisco la sua euforia nel vedere i giocattoli a terra, spesso a pezzi, e il sorriso orgoglioso per il suo lavoro ben riuscito, ma prima o poi rimarrà senza. >> Disse Bulma, avvicinandosi al seggiolino accostato contro il muro, vicino alla poltrona dove in quel momento dormiva il gattino nero del padre, e mettendovi a sedere Bra che si girò, senza neanche pensarci due volte, verso il povero animale che, dal nulla, si sentì afferrare la coda da una piccola mano calda. 
<< E’ pur sempre una bambina, per giunta figlia di un Sayan, cara. >> Affermò la donna più anziana, e Bulma non potè che darle ragione, ricordando di come, solo una quindicina di anni prima, il marito, il padre dei suoi figli, Vegeta, insomma, si divertiva a fare a pezzi persone innocenti per divertimento personale. Non che un giocattolo potesse essere paragonato alla vita di una persona, lei lo sapeva, ma un pizzico di orgoglio le riempì il cuore ricordando che sì, ormai era chiaro, Bra di indole (per quanto si potesse parlare di indola in una bambina di 10 mesi) era la copia sputata del padre.

Tornò con il pensiero a quello che stava accadendo e proprio mentre sua figlia stava per tirare la coda del gatto verso di sé, riuscì a scioglierle, senza neanche troppa forza, il pugnetto stretto attorno a quella che per la bambina era una strana cosa pelosa da usare come gioco. 
<< No, il gatto non si tocca, non puoi fargli fare la fine del cavallo e di tutti gli altri giocattoli. >> Non si accorse di aver parlato troppo duramente, e proprio il suo tono di voce autoritario fece innervosire la bambina che iniziò a far tremare il labbro inferiore, pronta a piangere.
Bulma che, data la stanchezza, non aveva nessuna voglia di sentire le urla di sua figlia, iniziò ad elaborare un modo per evitare la catastrofe. Ma si arrese all’evidenza che nemmeno una mente geniale come la sua poteva fermare il pianto disperato di una bambina che si vedeva tolto il suo divertimento (perché si, per lei il  gatto quello era) quando iniziò a vedere le prime lacrime scendere lungo le guance della figlia che, però, senza emettere alcun suono, senza che lei stessa avesse fatto qualcosa, pian piano trasformava il broncio in un sorriso con un solo piccolo dentino osservando qualcosa oltre le spalle della madre, piegata leggermente verso destra.
<< Pa-pà. >>
La turchina si girò verso la fonte del sorriso della bambina e ringraziò tutti i kami per aver fatto entrare Vegeta in quel momento, adesso meta di attenzione da parte della piccolina che cercava di richiamare le attenzioni del padre agitando le braccine.
<< E’ pronto da mangia… >> L’uomo non riuscì a finire la frase che vide la moglie avvicinarsi con due lunghi passi, afferrargli la mano e dirigersi verso il seggiolino
<< Ora che ci sei tu, puoi tenerla occupata mentre le preparo il piattino per la cena. >> Disse
Non era una domanda, nemmeno una richiesta di aiuto, o un invito, era un ordine velato dalla voce gentile e pacata della donna.
Il Sayan sbuffò; non che a lui dispiacesse passare del tempo con la figlia, ma gli piaceva farlo volontariamente, e proprio non gli scendeva giù che quella donna lo incastrasse in quel modo.
Prima che la moglie si allontanasse da loro per raggiungere il piano cottura della cucina la vide poggiare sul tavolino del seggiolino un peluche bianco, a forma di gatto senza bocca, con un fiocchetto rosa sull’orecchio destro e un vestitino del medesimo colore.
Una parola: orribile.
Storse il naso: perché sua figlia doveva giocare con giochi del genere? Cosa se ne faceva di un peluche? Sapeva bene che sulla Terra bambini e bambine giocavano con tipi di giocattoli diversi, ma lui stesso aveva notato quanto alla figlia annoiasse quel coso, sebbene ne avesse la culla piena.
Guardava su figlia prendere il pupazzo da una delle gambe tozze e sbatterlo un po’ ovunque, finché non lo lasciò cadere a terra, distratta da qualcosa.
Iniziò ad agitarsi nel seggiolino, guardando Trunks che era appena entrato nella cucina… Il ragazzo si avvicinò alla sorellina e le diede un tenero bacio sulla fronte, ma Bra continuo ad agitarsi guardando con gli occhi e cercando di raggiungere con le corte braccine, sporgendosi un po’ in avanti, qualcosa che il ragazzo reggeva dietro la schiena con una mano.
Trunks era intento a fare le moine alla sorella, senza che questa lo calcolasse di striscio (anzi, agli occhi di Vegeta era quasi infastidita dal fratello)
<< Cos’hai dietro la schiena? >> Chiese il Sayan più grande al ragazzino
<< Uhm? >> Trunks trasalì << Oh, è il modellino d’auto che ho preso ieri con i miei risparmi, bello eh? >> Disse tirando da dietro la schiena l’oggetto di cui stava parlando
Come attratta da una calamita, ancora sporta in avanti, Bra girò la testolina nella direzione dell’oggetto che tanto le interessava ed emise un gridolino di gioia nel vederlo così vicino a lei, tanto che riuscì a toccarlo con una manina e a stingerla intorno ad una delle ruote, come se si volesse appoggiare ad essa.
<< No! >> Trunks quasi urlò e gliela sfilò via dalle mani facendo perdere alla bambina l’equilibrio già precario su cui poggiava.
Se non fosse stato per la prontezza di riflessi di Vegeta che l’aveva afferrata per il colletto della tutina avrebbe sicuramente sbattuto il naso sul bordo del seggiolino; un po’ per paura, un po’ per essersi vista sottrarre il secondo gioco della serata, la bambina iniziò a piangere allungando le manine verso il padre che la prese portandosela contro il petto. Tutti si voltarono in direzione del pianto, giusto in tempo per vedere Trunks che porgeva alla sorellina il peluche appena raccolto da terra, con una faccia che diceva “non volevo, scusami”, con la speranza che la bambina si calmasse.
In tutta risposta, la bambina prese il peluche e, dopo aver zittito per tre secondi il suo pianto, ricominciò ancora più forte di prima, lanciando l’oggetto dall’altra parte della stanza.
Se non avesse avuto ancora nemmeno un anno, Vegeta avrebbe giurato di poterla vedere trasformata in Super Sayan lì tra le sue braccia.
Bulma si asciugò le mani su uno strofinaccio e si avvicinò alla bambina a passo svelto, solo dopo aver raccolto il peluche in fretta e furia. Prese in braccio la bambina e le avvicinò il peluche al corpicino
<< Shhh, >> Disse, sperando di riuscire a calmarla << Cosa è successo? >>
<< L-le ho tolto dalle mani il modellino… >> Iniziò Trunks
Bulma sbuffò, sapeva che Trunks aveva messo da parte la paghetta di un mese intero per comprarlo, rinunciando a molto altro, e sapeve bene che non voleva che la sorella glielo rompesse, come aveva fatto con altri giocattoli.
<< Bra, guarda, Hello Kitty vuole giocare con te… >> Provò la donna. 
Quella frase fece rabbrividire il Sayan << Non hai capito che quel coso non le piace? >>
<< Eh? C’ha sempre giocato, e… >>
<< E non le piace, come vedi è di nuovo per terra. >> 
In effetti il peluche era finito ai piedi della donna che, avendo allentato la presa su di esso, aveva facilitato il compito alla bambina che l’aveva spinto facendolo cascare.
E, neanche a dirlo, sembrava divertita da quello che aveva appena fatto.
<< Quindi mi vorresti dire quali giochi piacerebbero a nostra figlia? >> 
<< E io cosa ne so, suppongo tutti quei giochi con cui vede giocare Trunks quasi tutti i giorni. >>
In effetti, Bulma non c’aveva mai pensato: era da un po’ di tempo che, nei pomeriggi in cui lavorava con i macchinari nel laboratorio, preferiva mettere Bra a giocare in camera sotto l’occhio vigile della nonna, molto spesso di Trunks che giocava con videogames, robot, macchinine e quant’altro, e raramente di Vegeta. E proprio da quando aveva preso questa abitudine, circa dieci giorni prima, Bra aveva iniziato a rompere i giocattoli da bambina.
<< Mi sa che stavolta devo darti ragione. >> Disse rivolta al marito, sorridendo 
<< Bra! >> Trunks rientrò in cucina; era uscito senza che nessuno se ne accorgesse << Tieni, vuoi queste? >> Le chiese, porgendole due macchinine rosse
Sul visino della bambina si dipinse un sorriso allegro, iniziò a dimenarsi contenta, sporgendosi verso il fratello per prendere il suo nuovo bottino.
Bulma rimise la bambina del seggiolino e l'avvicinò al tavolo, accanto alla sedia dove era solita sedersi.
<< E' pronto! >> Squittì la signora Brief mettendo sul tavolo l'ultimo piatto
Mentre tutti erano seduti a tavola, in silenzio, a Bulma salì un dubbio.
<< Mi chiedo, però, da chi abbia imparato a lanciare i giocattoli. >> Esordì, guardando il figlio maggiore
<< Fon guafdare fe. >> Rispose lui, con il boccone in bocca, sentendosi accusato di qualcosa di cui, in effetti, non aveva colpe.
<< Chissà, l'avrà imparato guardando qualche cartone animato in tv. >> Propose il signor Brief
La moglie lo seguì nel discorso << Certo, probabile, i bambini imitano ciò che vedono. >>
Bulma fece spallucce, guardando poi Vegeta che, stranamente, in quel discorso non aveva ancora messo bocca, troppo intento a mangiare. 
Eppure la turchina sapeva che lui c'entrava qualcosa.
Ne era certa.

Sorrise.


-Angolo di Minori-
*ride nervosamente* Buonasera a tutti! Mi (ri)presento: sono Minori Kuscieda, autrice su efp da quasi cinque anni, e torno dopo un periodo di crisi da foglio bianco di una lunghezza non indifferente...
Non sono nuova sul fandom di Dragon ball, ho scritto altri scempi racconti, e riemergo dal nulla proprio con una storia su questo anime (si, anche per merito di Super).
Se non si era capito, si, amo la famiglia Brief, la coppia Vegeta-Bulma per me è tipo dhsbdjwjnw, qualcosa di impareggiabile.
Non sono qui per annoiarvi con parole inutili, ma solo per spiegarvi due dinamiche/idee che mi hanno spinto a scrivere questo abominio..ehm, no..questa sottospecie di Fanfiction.
Prima cosa, parliamo di Bra: sappiamo tutti, vedendola in GT, che è una ragazza uguale a sua madre, di aspetto, e suppongo anche caratterialmente; ama fare shopping, ci tiene all'aspetto fisico, insomma, Bra è come tutte le donne, ne più, nè meno.
Ora, della piccola Brief, quella piccola piccola, non sappiamo granchè (apparte che, molto probabilmente, si farà vedere nella puntata 77 di super, e non vedo l'ora, eh eh, ammettetelo anche voi su!), se non l'aspetto, spiccicato a quello della madre. Ma, il complesso di Elettra ce lo insegna, la bambina ha come desiderio quello di avere il padre tutto per sè, scontrandosi con la madre (la definizione l'ho semplificata e detta con parole meno forti ahahahah).. In parole povere: perchè non immaginare una piccola Bra molto più simile caratterialmente a Vegeta, almeno per i primi anni della sua vita? E quindi ne è uscita una paffutella turchina con la mania per il lanciare (e distruggere) i giocattoli e il sorrisetto fiero e orgoglioso per ciò che fa.
Seconda, che deriva e non può fare a medo della prima: Bulma si chiede da chi la figlia abbia imparato a lanciare le cose. Senza bisogno di parole, escluso che sia stato Trunks, la donna capisce che l'imitazione differita della figlia scaturisce dall'aver passato un po' di tempo con il padre, mentre lei era intenta a lavorare in laboratorio. Ho immaginato, qui, il principe dei Sayan allenarsi in giardino con la bambina seduta nel suo box, ad una distanza di sicurezza tattica, intento a lanciare qualche attacco qui e lì... E cosa fanno i bambini quando vedono i genitori fare un'azione? Il più delle volte la imitano, e non potendo lanciare piccoli raggi di energia, la bambina ha dovuto arrangiarsi diversamente, lanciando giocattoli, quelli da "femmina" che a lei non piacciono e che ha preferito sostituire con le macchinine regalatele dal fratello, gioco prettamente maschile.
Dunque, in parole povere, una baby Bra che subisce l'influenza dei due uomini di casa, del padre e del fratellone, atteggiamente che, crescendo, immagino cambierà e che nemmeno lei riuscirà a ricordare.
Dopo avervi ammorbati con questa nenia, vi lascio. Mi farebbe piacere ricevere una recensione e sapere cosa ne pensate! Grazie mille, e a presto, Minori :3
P.S. Se volete consigliarmi qualche prompt, fate pure!

 
 
 
  
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