Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: zannarossa    27/01/2017    1 recensioni
Quando ho l'opportunità di rivederti, anche solo in sogno...anche solo per un attimo... sono felice.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Bran Stark, Jon Snow, Rickon Stark, Ygritte
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Bran. Bran, svegliati!"
 Bran riaffioró  lentamente dal torpore grazie alla mano che salda ma gentile lo scuoteva per la spalla. La voce pareva quella del piccolo Rickon, anche se era cambiata, perdendo il timbro cristallino proprio dei bambini.
 Rickon? non può essere... era partito con Osha e non ho visto che si stessero avvicinando.
Aprì gli occhi impastati tornando alla realtà, ed eccolo lì il suo fratellino, piegato in due sopra di lui. Dèi, come era cresciuto...
 Il maggiore cercò di issarsi sulle braccia per mettersi seduto. Ora che era completamente sveglio, lo stomaco ricominció a farsi sentire, ricordandogli che aveva fame, e che non aveva mangiato che muschio per giorni.
 Ma al diavolo la fame! Sorrise, felice.
"Rickon... quando siete tornati?" Avrebbe voluto sgridarlo per non averlo avvertito prima del suo arrivo, ma rifletté che era stato più prudente così. Sentì gli occhi farsi lucidi. Non doveva piangere! Era un uomo ormai, e gli uomini non piangono come femminucce... ma era così contento di rivedere suo fratello! Il vuoto scavato dalla morte dei suoi genitori e di Robb e le recenti e perdite di Jojen e Hodor ed Estate si stava lentamente riempiendo.
Bran allungò  le braccia per cingere Rickon in un abbraccio, ma quello si ritrasse.
Ok, giusto... siamo cresciuti entrambi, non c'è più spazio per queste cose...
Il maggiore ritirò le mani in grembo, stringendosi le dita, lievemente dispiaciuto. "Che c'è?" domandò infine, cercando con lo sguardo quegli occhi così simili ai suoi che vagavano inquieti per la grotta.
Qualcosa non va.
 L' insicurezza cominciò a farsi strada nel suo petto, strisciando fino a chiudergli lo stomaco.  Rickon prese a mordicchiarsi il labbro inferiore cercando di fermarne il tremito: una cosa che faceva spesso, un tempo, a Grande Inverno. La stessa che aveva fatto quando aveva capito che maestro Luwin, steso sotto l'albero del cuore, non ce l'avrebbe fatta. Alla fine inspirò come per trovare il coraggio e restituì lo sguardo.
"Volevo venirti a salutare per l'ultima volta."
Bran sorrise, incerto. "Ma cosa stai dicendo, Rickon? Vuoi andare via? E dove? Proprio adesso che ci siamo ritrovati?" 
In quel momento si accorse che c'era un' enorme macchia scura all'altezza del cuore del fratello che si allargava velocemente, conquistando un centimetro  dopo l'altro di cuoio e pellicce. 
"Non potevo... non potevo andarmene senza salutarti!" Rickon, singhiozzando, cadde in ginocchio vicino all'altro, portandosi una mano alla ferita e inzuppandosela di sangue, come a volerne fermare il flusso. Bran, pietrificato, assisteva alla scena senza saper come reagire. Realizzò all'improvviso che forse non si era mai davvero svegliato, e che stava avendo una Visione dell' Oltre.
Non voglio! Non voglio vedere tutto questo! Devo svegliarmi!
"Mi dispiace! volevo diventare forte proteggerti... e invece ti ho lasciato solo!" Il sussurro rotto in frantumi faticò ad arrivare alle orecchie del nuovo Corvo a tre occhi, ma questo avvertì chiaramente il peso della mano sulla sua spalla, grave come un rimpianto. Bran portò lievemente la propria a stringere quelle dita viscide e  fragili. Come si poteva donare conforto ai morti?
 
Inspirò forte dalla bocca come se fosse stato per lungo tempo in apnea. Il vento gelido ritornò a tagliargli la faccia, e le labbra screpolate nel distendersi improvvisamente si spaccano in maniera dolorosa.
Ma che importa?
Bran avvertì Meera, accanto a lui, svegliarsi di soprassalto a quel suono soffocato, e farsi più vicina.
"Che succede?!"
 Non era così forte da poterne incrociare gli occhi in quel momento.
"Rickon...", sussurrò solamente, lasciando vagare lo sguardo sull' accecante distesa di neve e ghiaccio e gli innumerevoli, scuri, rinsecchiti alberi che si estendevano per chissà quanto attorno a loro. Da qualche parte, un lupo ululò tristemente.
  
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